5.3 Le forme generali di processo e i protagonisti Flashcards
Perché il processo del dominato era “extra ordinem” (cognitio extra ordinem)
Perché, se i primi due (per legis actiones e per formulas) si svolgevano all’interno dell’ordo iudiciorum privatorum, la terza forma era “al di fuori”, secondo modalità estranee.
Collocazione temporale di coesistenza delle tre forme di processo
Prima e seconda: fino all’ultimo secolo dell’età repubblicana
Seconda e terza: fino al 324 d.C.
In quale fasi erano strutturati i processi per legis actiones e per fomulas?
1) In iure:
Si svolgeva innanzi al magistrato abilitato alla iurisdictio, cioè a dire il diritto per il caso di specie (ius dicere)
2) In iudicium (o apud iudicem):
Finalizzata alla risoluzione della controversia e all’emanazione del giudizio (sententia)
Iudicato
Potere del magistrato, da non confondere con quello di iurisdictio di ius dicere caso per caso, che attribuiva al giudice il potere di risolvere la controversia emettendo la sentenza.
Ruolo del magistrato nei processi per legis actiones e per formulas
- Controllo del corretto esercizio dell’actio
- Iurisdictio, il quale comportava l’obbligo di agevolare l’instaurarsi del processo, fissandone i termini e presiedendolo
- Direzione dello iudicium, specie nel processo per formulas
Struttura della cognitio extra ordinem
Il processo della cognitio extra ordinem non era diviso in due fasi, essendo i compiti del magistrato e del giudice accentrati in una solo persona.
Possibilità di ricorrere in appello: differenze tra i processi
Nei processi dell’ordo iudiciorum privatum la sentenza era inappellabile. Nella cognitio extra ordinem, invece, essendo il processo portato avanti spesso e volentieri da un funzionario gerarchicamente posto sotto all’imperatore, diverranno appellabili. Non se fatte direttamente dall’imperatore.
Chi erano i protagonisti della vicenda processuale?
Il re, i magistrati repubblicani, i giudici, i funzionari-giudici
l’actor e il reus, o i rappresentanti, ossia oratori e avvocati
giuristi romani, per quanto concerne il loro apporto tecnico-consulenziale
Che problema si pose coesistendo più soggetti dotati di potere giurisdizionale? E come fu risolto?
Problema: stabilire la competenza di ciascun magistrato
Risoluzione: criteri come,
1) Eventuale volontà concorde delle parti in contesa
2) Individuazione del foro competente seguendo:
-origine territoriale delle parti
-domicilio scelto dall’attore
-se la causa era un contratto, luogo dove era stato concluso o dove sarebbe stato eseguito
-luogo dell’atto illecito contestato se non configurabile come crimen
-luogo del bene immobile conteso
Chi era il iudex dell’ordo iudiciorum privatorum?
Un privato cittadino (o un collegio di privati cittadini) al quale il magistrato affidava l’incarico di giudicare, attribuendogli il diritto di emanare la sentenza nella fase in iudicio sulla base di presupposti individuati e fissati nel corso della fase in iure
Chi poteva essere iudex?
Potevano essere iudices solo le persone riconosciute dalla comunità come affidabili e degne di esercitare tale compito.
Non essendo come il magistrato esperto del diritto, egli, come il magistrato, ricorreva all’attività consulenziale dei prudentes
Su quale presupposto si fondava spesso l’actio?
Sull’asserita esistenza di un contrasto di interessi, quando l’actor affermasse un diritto di disporre di una cosa o un diritto di credito e il reus lo negasse.
Tuttavia, non si presentava tale presupposto, ad esempio nei processi per la divisione dei beni in comune:
- nel caso di patrimonio acquisito per successione mortis causa (actio familiae erciscundae)
- nel caso di divisione di comproprietà di bene (actio communi dividendo)
- nel caso di ridefinizione di confini tra proprietà (actio finium regandorum)
In questi casi di contrapposizione, il giudice era chiamato arbiter, pur mantenendo le prerogative del iudex
Quali requisiti dovevano avere le parti per entrare in contenzioso?
- Capacità di agire: attitudine generale a compiere attività processuale rilevante
- Legittimazione processuale all’azione: concreta attitudine, data ad esempio da una correlazione con il fatto o la cosa in questione, ad essere parte in uno specifico processo
[Attiva = dell’actor; Passiva = del convenuto]
Cognitor, Procurator e Defensor
Secondo quanto riportato dal giurista Gaio, le parti in causa potevano essere sostituite da un cognitor, o da un procurator in litem, la cui nomina avveniva con atto unilaterale e formale innanzi al magistrato, pronunciando le solite parole solenni e fornendo mandato espresso.
Inoltre, il convenuto poteva essere difeso spontaneamente da un defensor.