5.29 L'esecuzione della sentenza Flashcards
Quali forme di processo di esecuzione rilevano nell’ambito delle legis actiones?
- Legis actio per manus iniectionem
- Legis actio per pignoris capionem
Quale actio rileva nell’ambito del processo formulare esecutivo?
L’actio iudicati, una actio in personam che presupponeva l’obligatio iudicati, il cui fondamento era rappresentato da una sentenza di condanna
Quando e come poteva esperirsi l’actio iudicati?
Trascorsi 30 giorni dall’emanazione della sentenza di condanna, l’attore vincitore poteva attivarsi per pretenderne l’esecuzione con il ricorso a tale actio.
I passaggi relativi all’esperimento dell’actio iudicati erano quelli tipici del processo formulare: fase in iure, costruzione della formula, litis contestatio, fase in iudicio, sentenza di condanna o assoluzione.
Cosa comportava la condanna del convenuto nell’ambito dell’actio iudicati?
L’actor era legittimato a ottenere dal magistrato i provvedimenti necessari all’esecuzione.
Cosa accadeva in caso di non-opposizione dell’actio iudicati da parte del reus?
Il reus procedeva alla confessio in iure, confermando l’esistenza del suo debito
Cosa accadeva in caso di opposizione dell’actio iudicati da parte del reus?
La condanna sarebbe stata in duplum (doppio del valore di quanto dovuto in forza della sentenza di condanna). Valeva la regola della litiscrescenza, in forza della quale sorgeva, in capo a chi avesse proposto una contestazione infondata (infitiatio) di quanto richiesto dall’attore, l’obbligo di pagare il doppio del dovuto.
Qual’era l’ultima possibilità di opporsi all’actio iudicati, per il reus?
Quella di evidenziare l’esistenza di un errore del giudice, o della malafede di quest’ultimo nell’emanazione della sentenza di condanna, o la sua incompetenza, o la mancanza dei requisiti richiesti per la nomina.
Qualora l’opposizione fosse risultata fondata, la res iudicata concernente il primo processo si sarebbe dovuta considerare non validamente costituita.
In quale modo, in alternativa al processo esecutivo, l’actor poteva dare seguito alla sentenza?
Egli poteva far valere le garanzie che le parti dovevano prestarsi nel corso del processo formulare.
Cosa poteva chiedere l’actor di fronte alla mancata esecuzione della sentenza definitiva di condanna?
a) esecuzione diretta sulla persona del condannato-debitore
b) esecuzione diretta sulla patrimonio della persona del condannato-debitore
[Non esecuzione intesa come morte]
Quando, anche dopo l’abolizione delle legis actiones, era consigliato agire per esecuzione sulla persona del condannato, piuttosto che sul suo patrimonio?
Qualora le condizioni economiche del condannato rendessero svantaggioso agire sul patrimonio.
Spesso assumeva più la forma di una minaccia, con il fine di esercitare pressioni sul condannato e sulla sua famiglia, di adempiere all’obligatio iudicati derivata dalla sentenza di condanna.
Bonorum venditio e procedura
Forma di esecuzione patrimoniale, che colpiva tutto il patrimonio del debitore.
Si ammetterà alla conclusione del processo, ma anche contro:
- chi avesse confessato di dovere una certa quantità di denaro (confessus certae pecuniae)
- chi non si difendesse nel processo (uti oportet defensus non fuerit)
- chi si sottraesse al processo (qui absens iudicio defensus non fuerit)
- chi sfuggesse al processo con frode (qui fraudationis causa latitabit)
- chi risultasse assente
- dhi non avesse eredi
Magistrato, previa richiesta e con apposito decreto, concedeva sia la missio in possessionem omnium bonorum, al fine di custodirli e amministrarli, sia una actio in factum qualora l’esecutato impedisse tale provvedimento, prevedendo pena pecuniaria aggiuntiva.
Con la proscriptio bonorum si rendeva noto il provvedimento ai creditori interessati, fissando un termine di:
- 15 giorni se i beni appartenevano a persona morta
- 30 giorni se i beni appartenevano a persona viva
Magistrato, qualora lo ritenesse necessario, poteva procedere alla nomina di un curator bonorum per assicurare la gestione del patrimonio.
Trascorso il termine della proscriptio, i creditori erano convocati e dovevano designare un loro rappresentante (magister bonorum), al quale spettava il compito di amministrare i beni e di predisporre la lex venditionis, nella quale venivano fissati le condizioni di vendita in blocco dell’attivo, calcolati attivo e passivo del patrimono.
Dopo un certo tempo, si poteva procedere alla vendita in blocco (bonorum emptio), non necessariamente all’asta
Il miglior offerente era detto bonorum emptor, divenendo successore universale inter vivos del debitore IURE HONORARIO, dovendo altresì adempiere ai debiti entro il limite della percentuale offerta a titolo di prezzo per l’acquisto in blocco del patrimonio.
Quali creditori erano privilegiati, nella bonorum venditio?
Quelli che avevano un privilegio di riscossione (privilegium exigendi). Coloro che non erano privilegiati erano detti chirografari.
Cosa accadeva se il bonorum emptor non soddisfaceva i debiti acquisiti?
I creditori potevano agire direttamente contro di lui, utilizzando nella formula la trasposizione di soggetti (intentio: debitore originario; condanna: b.emptor)
[Formula Rutiliana]
Cosa comportava l’aver subito la bonorum venditio per un debitore?
La dichiarazione di infamia, con conseguenze sulla capacità sul piano del diritto pubblico
Quale azione (due azioni fuse in una, in epoca giustinianea) veniva utilizzata per contrastare l’utilizzo dell’esecuzione patrimoniale per vanificare o ridurre le legittime aspettative dei creditori?
Actio Pauliana, che prima del Corpus Juris Civilis si divideva in due provvedimenti diversi:
- restitutio in integrum ob fraudem:
richiedibile dal curator bonorum al fine di assicurare la reintegrazione del patrimonio dell’esecutato e ottenere una migliore offerta per i beni da vendere. - interdictum fraudatorium:
diretto a neutralizzare l’atto fraudolento di chi avesse acquistato dal fraudator, esercitabile dal creditore non soddisfatto dalla bonorum venditio.