tubercolosi Flashcards

1
Q

definizione

A

malattia infettiva molto diffusa, infezione ad andamento cronico ricorrente causata da mycobacterium tubercolosis.

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2
Q

epidemiologia

A
  • molto diffusa
  • frequentemente, questa si riscontra in alcune aree del mondo, come l’Africa Sub Sahariana, e, in seguito ai frequenti processi di migrazione verso i territori europei, l’incidenza sta aumentando anche in Europa.
  • Frequentemente correlato, nel 13% dei casi in HIV +
  • Principale causa di morte in soggetti hiv +
  • Infezione con più alta mortalità al mondo,
  • Si tratta di una patologia in passato molto frequente , ultimamente si è ridotta in incidenza,
  • Sviluppo di ceppi resistenti alla terapia
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3
Q

trasmissione

A

, tubercolosi è trasmessa da pazienti che hanno la tubercolosi in stadio attivo.

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4
Q

DECORSO

A

1 patologia che spesso decorre in maniera silente,
2 rischio di malattia è presente in una quota residua di pz che hanno il patogeno allo stato attivo

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5
Q

IN QUALI PZ SI HA IL RISCHIO RESIDUO DI CONTRARRE MALATTIA

A

quota residuale dei pazienti che hanno il patogeno allo stato attivo, d’altro canto, bisogna stare comunque attenti ai pazienti che hanno l’infezione latente.

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6
Q

IMPORTANZA SOCIALE DELLA PATOLOGIA

A

, i micobatteri che sostengono la malattia diventano sempre più resistenti ai farmaci di scelta antitubercolari, di prima e seconda generazione, che risultano ormai quasi inefficaci.

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7
Q

agenti eziologici

A
  • Mycobacterium tubercolosis, in gran parte,
  • Altri micobatteri, Hominis, Bovis, Avium, atipici, acido alcool resistenti),
  • Nella (fig.13 giù) vediamo all’interno di queste cellule che sono macrofagi, diversi bacilli di Koch, con una colorazione rossa, a seguito di una colorazione detta Ziehl-Neelsen, colorazione particolare in grado di rompere la membrana lipidica del micobatterio determinando la colorazione rossa.
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8
Q

CARATTERISTICHE MYCOBACTERIUM TUBERCOLOSIS

A

micobatteri sono dei microrganismi peculiari sotto multi punti di vista. Tali peculiarità sono date prevalentemente dalla struttura della loro membrana cellulare, ricca di fosfolipidi, che consente loro un estrema resistenza a tutte quelle condizioni che normalmente rendono fragili gli altri microrganismi. Resistono all’immunità, inibiscono i meccanismi di fagocitosi, rimangono all’interno dei fagociti che li hanno ainglobati, stimolano la tipica reazione granulomatosa. Resistono alle alte temperature, ne è stata addirittura descritta una resistenza alla formalina. Non si colorano con le comuni metodiche di colorazioni batteriche, richiedono la metodica Ziehl Nielsen, che consente di evidenziare i batteri nei tessuti infetti, dove appaiono come virgole colorate in rosso. Sono sempre più utilizzate nei laboratori altre metodiche per evidenziare la tubercolosi, ovvero la pcr per evidenziare Rna, o il dna batterico nei tessuti fissati.
E’ un batterio gram +, forma bastoncellare, aerobio, non sporigeno.
Nella parete batterica vi è un elevato contenuto di acidi micolici (acidi grassi a lunga catena con legami trasversali) legati all’arabinogalactano e al peptidoglicano Lipoarabinomannano (molecola della parete): facilita la sopravvivenza del mycobacterium nei macrofagi
Il complesso Mycobacterium ha come caratteristiche la resistenza ai comuni disinfettanti e ad i detergenti,

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9
Q

aspetti colturali

A

Coltura difficile,
- crescita è lenta, il microrganismo è di lenta divisione, in 12 24 h.
- sono necessari 15-30 giorni
- si formano colonie, in 7 8 settimane, dapprima biancastre e lisce che poi diventano rugose, color crema o mattone
- batteri immobili, bastoncellari, aerobi stretti, non sporigeni,
- diametro di 0,2 0,6 micron
- alcol acido resistenti

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10
Q

attualità diagnosi colturale

A

Ormai la diagnosi colturale è stata completamente abbandonata e sostituita da tecniche di biologia molecolare dove si va a cercare il DNA o l’RNA con tecniche di PCR e si ottiene un esame molto più sensibile ma allo stesso tempo altrettanto specifico quanto l’esame colturale.

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11
Q

vantaggio pcr

A

si può fare anche sui materiali anatomo-patologici: può capitare che noi andiamo a vedere un preparato, che può essere una biopsia bronchiale o linfonodale ad esempio, nella quale vediamo caratteristiche di flogosi di tipo granulomatoso, che sono reminiscenti di infezione da M. Tuberculosis

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12
Q

COLORAZIONE

A

Ziehl Neelsen, colorazione particolare in grado di rompere la membrana lipidica del micobatterio determinando la colorazione rossa.
- Batterio la cui coltura è difficile, crescita lenta, 15 30 giorni,
- Diagnosi colturale completamente abbandonata, sostituita da tecniche di biologia molecolare, si ricerca dna o rna con tecniche di pcr,
- Esame molto sensibile ma molto specifico quanto esame colturale ,
- Sostituito da pcr in quanto nel caso in cui nella biopsia prelevata non fosse positiva è necessario farne ulteriori,

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13
Q

TERAPIA PER TUBERCOLOSI,

A
  • terapia molto pesante,
  • farmaci importanti,
  • Somministrazione dura diversi mesi e quindi, un altro problema, era fare o no terapia.
  • Ultimamente la terapia per tubercolosi è soggetto a resistenza,
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14
Q

ulteriori tecniche di diagnosi innovative

A

tecniche di biologia molecolare che consentono la diagnosi del micobatterio, anche su campioni fissati; si vanno quindi a tagliare delle sezioni dalle inclusioni in paraffina (dove noi abbiamo il nostro preparato), si vanno a mettere dentro le provette e queste vengono gestite dal dipartimento di microbiologia, dove appunto attueranno l’estrazione del DNA o RNA a seconda della metodica utilizzata. Tutto è diventato più semplice dunque, sia in termini di tempo, poiché abbiamo la risposta entro 3 giorni e sia in termini di sensibilità della metodica perché èmolto sensibile oltre che specifica.

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15
Q

INTRADERMOREAZIONE SECONDO MANTOUX, CARATTERISTICHE ED ESECUZIONE

A
  • Diagnosi di infezione latente: è il test più antico ancora in uso.
  • Consiste nell’inoculazione intradermica del derivato proteico purificato (PPD) ossia una combinazione di antigeni del M. tubercolosis, del M. bovis, (BCG utilizzato nella vaccinazione) e da Micobatteri non tubercolari.
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16
Q

fase di mantoux

A

1 FASE Si iniettano 5 UI di PPD ( O,1 ml), nella faccia volare dell’avambraccio, utilizzando siringhe da 1 ml.
- L’iniezione è intradermica ed è fondamentale che si formi un’elevazione della pelle dai 6 ai 10 mm di diametro.
2 FASE La lettura avviene a 48-72 ore
- La reazione deve essere misurata in millimetri di indurimento (area palpabile, rilevata o gonfia).

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17
Q

TUBERCOLOSI, REAZIONE DI MANTOUX, FALSI POSITIVI

A
  • Infezione da micobatteri atipici
  • Vaccinazione con BCG ( bacillus Calmette-
  • Guerin (forma attenuata micobatterio bovis)
  • Tubercolosi
  • Reazione di Mantoux Falsi negativi
  • Infezioni o vaccinazioni virali
  • Sarcoidosi
  • Malnutrizione
  • Hodgkin
  • Immunodepressione
  • Infezione TBC recente
  • Infezione tubercolare di vecchia data
  • Età < 6 mesi
  • Malattia tubercolare marcatamente attiva
    Per la presenza di molteplici condizioni di falsi positivi il tst è di relativo ausilio nella diagnosi della malattia attiva.
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18
Q

VIA DI INFEZIONE CLASSICA

A
  • 1 Inalatoria, , trasmissione avviene per via aerogena, tramite goccioline di flugge, particelle di pochi micron di diametro, che contengono il bacillo di Koch ed essendo molto piccole, sono in grado di arrivare agli alveoli. Particelle vengono emesse con lo starnuto, la tosse, il catarro, semplicemente respirando e parlando, da paz con tubercolosi polmonare, laringea ma non da coloro che hanno infezione latente. Le particelle contenenti il bacillo possono rimanere sospese nell’aria anche per ore.
    2 trasmissione avviene tramite via aerogena, tramite le “goccioline di Flügge”, particelle di 1 mg di diametro che contengono il bacillo di koch e sono in grado di arrivare agli alveoli, carica infettante è bassa, alcune decine di microrganismi possono provocare l’infezione
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19
Q

TIPI DI REAZIONI POSSIBILI AL MICOBATTERIO, ASPETTI MORFOLOGICI POSSIBILI DELLA FLOGOSI POLMONARE TUBERCOLARE IN SOGGETTI DIFFERENTI

A

Reazioni aspecifiche, quale alveolite a seguito di primo contatto col BK per circa 2-3 settimane
- Reazioni essudative: espressione di recettività e di ipersensibiltà allergica tessutale
- reazioni produttive: espressione di resistenza e relativa immunita’

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20
Q

INTRODUZIONE SU PATOGENESI,

A

La risposta tissutale ad un infezione da Micobatterio tubercolare può essere diversa da caso a caso e dipende essenzialmente da due fattori, ovvero lo stato immunitario del soggetto ed un eventuale precedente contatto con il batterio. L a crescente resistenza del batterio ai farmaci, la selezione di ceppi particolarmente aggressivi, sono condizioni che possono ulteriormente modificare il tipo di risposta tissutale.

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21
Q

tipi di tubercolosi

A

tubercolosi primaria, primaria progressiva, post primaria o secondaria

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22
Q

tubercolosi primaria

A

si verifica principalmente in pz di giovane età, con sistema immunitario ben funzionante, al primo contatto con il batterio, caratterizzata da lesioni autolimitanti, e generalmente presenta andamento subclinico

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23
Q

tubercolosi primaria progressiva

A

si verifica principlamente in pz al primo contatto ma con un sistema immunitario deficitario o compromesso, tipico malati di AIDS, lesioni non si autolimitano ma si evolvono clinicamente,

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24
Q

tubercolosi post primaria o secondari

A

insorge in pz adulti generalmente, affetti da tubercolosi primaria e che vengono nuovamente incontro con il batterio in reinfezione per via esogena o per alcuni casi per via endogena, in seguito al riattivarsi di batteri rimasti quiescenti in un focolaio primario non completamente guarito, una terza possibilità è rappresentata dall’infezione esogena in un soggetto vaccinato,

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25
Q

lesioni fondamentali

A

necrosi caseosa, granuloma tubercolare, caverna tubercolare

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26
Q

necrosi caseosa

A

tipica dell’infezione tubercolare, necrosi coagulativa peculiare con consistenza poltacea piuttosto secca, di colore pallido, simile al formaggio fuso, microscopicamente ematossilina eosina, e viene definita fredda, priva di componente suppurativa o corpuscolata.

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27
Q

granuloma tubercolare

A

Espressione morfologica elementare della tubercolosi, caratterizzato da aggregati istiocitoidi epitelioidi con cellule giganti con marginalizzazione dei nuclei verso la membrana citoplasmatica con caratteristica disposizione a ferro di cavallo, commistione con istiociti epitelioidi e linfociti di tipo T. perifericamente è generalmente presente un mantello

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28
Q

caverna tubercolare,

A

modificazione morfologica macroscopica di dimensioni variabili, secondaria a perdita di sostanza parenchimale, preceduta da estesa produzione di n ecrosi caseosa. La fibrosi che la limita spesso determina marcate retrazioni parenchimali, elemento meglio conosciuto della patologia, è associato ad emottisi. Nella parete della caverna, infatti, vengono a formarsi dei piccoli aneurismi vasali detti aneurismi di Rasmussen, la cui rottura determina abbondante sanguinamento,

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29
Q

focolai elementari,tipi

A

Se ne distinguono 3, espressioni delle condizioni differenti tra interazioni immunitarie tra ospite e batterio
- il focolaio isolato,
- il focolaio nodulare
- il focolaio miliarico

30
Q

focolaio isolato e focolaio nodulare

A

sono molto simili, sono caratterizzati da un nucleo di necrosi caseosa delimitato da sottile tessuto granulomatoso, mentre differiscono tra loro per iil fatto che il focolaio isolato tende alla circoscrizione e all’involuzione, mentre il focolaio nodulare tende all’espansione e alla cavitazione, con formazione di caverna.

31
Q

FOCOLAIO ISOLATO, TIPO PRINCIPALE

A

Il focolaio isolato è tipicamente rappresentato dal Focolaio di Ghon del complesso primario

32
Q

FOCOLAIO NODULARE, DI QUALE LESIONE E’ TIPICO

A

delle lesioni della tubercolosi post primaria, e rappresenta in particolare, il nodulo che a seguito del drenaggio della necrosi caseosa si escava e da luogo alla caverna.

33
Q

FOCOLAIO MILIARICO

A

Corrisponde al classico tubercolo, da cui deriva il nome della malattia ed esprime il granuloma con scarsa tendenza alla necrosi centrale, tipico della miliare post primaria.

34
Q

DESTINO PIU’ FREQUENTE DEL MICOBATTERIO, SPIEGAZIONE E STEP,

A

Il destino del micobatterio, una volta trasmesso e poi inalato è quello di essere intrappolato nelle alte vie respiratorie e di essere espulso attraverso le cellule mucose provviste di ciglia, quando questo avviene nella maggior parte dei casi il processo si ferma. Esiste tuttavia una piccola percentuale di casi nella quale il batterio riesce ad oltrepassare le cellule mucose provviste di ciglia, deputate alla difesa delle vie aeree e raggiungere gli alveoli delle zone polmonari medio basali, senza interessare quasi mai l’apice, almeno nella prima fase di infezione. Entro poche ore si forma un alveolite aspecifica con richiamo di PMN.
1 trasmissione
2 inalazione
1 intrappolamento nelle alte vie respiratorie, gran parte dei bacilli intrappolati nelle alte vie respiratorie ed espulsi dalle cellule mucose provviste di ciglia
2 nella maggioranza dei casi il processo si ferma,
3 Una piccola frazione dei micobatteri riesce ad oltrepassare le ciglia e raggiunge gli alveoli, prevalentemente gli alveoli delle zone medio polmonari basali, quasi mai interessato apice polmonare nella prima fase di infezione .
4 IL SITO PRIMARIO DI INFEZIONE NEI POLMONI E’ DEFINITO COMPLESSO PRIMARIO DI GHON, focolaio primario (reazione infiammatoria )
5 A questo livello (medio-basali), una volta depositosi in alveoli, micobatterio determina reazione infiammatoria immediata aspecifica: infatti intervengono entro quattro ore i PMN con un’alveolite aspecifica senza successo e vengono sostituiti entro 12 ore dai macrofagi alveolari, attivati in modo aspecifico, che inglobano i bacilli.
6 In sintesi, entro pochissime ore si forma un’alveolite aspecifica con un richiamo di PMN (polimorfonucleati), che non sono in grado di contrastare la presenza del micobatterio, che ricordiamo è particolarmente resistente, non attaccabile dai sistemi enzimatici dei PMN. L’alveolite aspecifica si manifesta microscopicamente con la comparsa del focolaio di essudazione, costituito da macrofagi, granulociti e linfociti, associati a congestione vascolare e ad essudato.
7 Essudato depositato può essere sierofibrinoso o fibrino emorragico, Il focolaio va in genere incontro a guarigione attraverso una reazione fibrosa delimitante, con frequente deposizione di sali di calcio
8 Si instaura un’infiammazione dell’alveolo (alveolite), invasione dei neutrofili, che però non ha successo. A seguito dell’invasione senza esito dei neutrofili, i neutrofili vengono sostiuiti dai macrofagi alveolari
9 Per iniziare l’infezione, i bacilli devono essere ingeriti dai macrofagi alveolari
10 I macrofagi alveolari che hanno preso il posto dei neutrofili, cercano di fagocitare i bacilli, tentativo, che come il precedente spesso non ha esito favorevole. Infatti, grazie alle spiccate capacità di resistenza del micobatterio, questa reazione non culmina nell’eliminazione del bacillo, i macrofagi non sono sempre in grado di eliminarlo ma addirittura il micobatterio prolifera al loro interno,
11 Il destino dei bacilli può avere quindi due opportunità differenti,
12 Bacillo può essere o ucciso dal macrofago o sopravvivere nel compartimento endosomiale dei macrofagi, dove prolifera,
13 COMPLESSO PRIMARIO DI RANKE
14 I bacilli che non vengono uccisi dai macrofagi si replicano al loro interno, vengono trasportati grazie al macrofago stesso dapprima nell’interstizio e poi nei vasi linfatici, determinando linfangite
15 Poi vengono trasportati ai linfonodi drenanti, dove provoca reazione infiammatoria aspecifica simile a quella del parenchima polmonare, che evolve in linfoadenomegalia
16 I bacilli in ultima fase uccidono il macrofago, con aiuto di linfociti t cd8+. Dopo aver quindi aver avuto accesso ai linfonodi regionale , si ha poi proliferazione dei bacilli con conseguente batteriemia e colonizzazione multipla. Questo avviene nelle prime settimane di infezione
17 I microrganismi possono cosi diffondersi per via ematogena, in particolare in porzione apicale posteriore dei polmoni.
18 Le cellule infiammatorie sono attratte dal focolaio infiammatorio causando un addensamento polmonare che da origine ai caratteristici tubercoli riscontrabili all’esame istologico,
19 Dopo circa 2 3 settimane di diffusione incontrollata il sistema immunitario controlla la replicazione batterica, solitamente prima dello sviluppo di sintomi e segni. Si ha quindi l’arrivo di linfociti t cd8+ e cd, ed i pz sviluppano la cosiddetta allergia tubercolare o alveolite tubercolare.
20 DA 2 a 4 settimane dopo l’infezione si ha sviluppo di immunità cellulo mediata che controlla l’infezione, si sviluppano 2 risposte possibili, risposta immune da aspecifica diventa specifica,

35
Q

1) QUANDO E’ PRESENTE UNA BUONA RISPOSTA ALL’INFEZIONE, SI HA

A

risposta attivante i macrofagi (immunità cellulo-mediata)

36
Q

CARATTERISTICHE infezione

A
  • coinvolge i macrofagi, che vengono attivati, si fondono tra loro ed assumono fenotipo di tipo epiteloide,
  • le cellule epiteloidee si organizzano formando dei micronoduli con al centro cellule giganti del Langerhans e linfociti t e b alla periferia, costituendo il granuloma ,
  • reazione efficace nel controllo o nella soppressione dei batteri
  • previene disseminazione dei bacilli
  • I macrofagi
37
Q

come si svolge immunità cellulo mediata verso i micobatteri

A
  • Macrofagi presentano gli antigeni ai linfociti T CD4+ (Th1) mediante gli MHC di classe II e la produzione di IL12 .
  • Questi vanno in circolo e danno la positività per tubercolina ;
38
Q

cosa avviene dopo 2 4 settimane, 2 possibili risposte,

A

se è presente una buona risposta all’infezione, determina risposta attivante i macrofagi, SE no, risposta che distrugge i tessuti,

39
Q

cosa avviene quando è presente una buona risposta all’infezione

A

SI HA risposta attivante i macrofagi (immunità cellulo-mediata)
CARATTERISTICHE
- coinvolge i macrofagi, che vengono attivati, si fondono tra loro ed assumono fenotipo di tipo epiteloide,
- le cellule epiteloidee si organizzano formando dei micronoduli con al centro cellule giganti del Langerhans e linfociti t e b alla periferia, costituendo il granuloma ,
- reazione efficace nel controllo o nella soppressione dei batteri
- previene disseminazione dei bacilli
- I macrofagi

40
Q

come si svolge immunità cellulo mediata vs i micobatteri

A
  • Macrofagi presentano gli antigeni ai linfociti T CD4+ (Th1) mediante gli MHC di classe II e la produzione di IL12 .
  • Questi vanno in circolo e danno la positività per tubercolina ;
41
Q

risposta che distrugge i tessuti, ipersensibilità di tipo ritardato , in che cosa sfocia ipersensibilità di tipo ritardato

A
42
Q

risposta che distrugge i tessuti, ipersensibilità di tipo ritardato , in che cosa sfocia ipersensibilità di tipo ritardato

A

necrosi granulomatosa con aspetto caseoso ad esame istologico,

43
Q

caratteristiche ipersensibilità di tipo ritardato

A
  • appare al momento della caseificazione nel corso dell’infezione primaria
  • spesso si manifesta con test tubercolina +
  • il centro del granuloma va incontro a necrosi caseosa a causa di reazione di ipersensibilità ritaradata non causata dal batterio, privo di capacità lesive ma da alcuni sottotipi t linfocitari e dai macrofagi attivati,
  • ipersensibilità di tipo ritardato porta ad un danno circoscritto del parenchima e rappresenta un tentativo da parte dell’organismo di circoscrivere l’infezione,
  • causa necrosi massiva del tessuto infettato da Micobatterio
  • responsabile della necrosi liquefattiva delle lesioni polmonari
  • la patogenesi non è ben chiara ma coinvolge sottotipi cc differenti da immunità cellulo mediata,
44
Q

COME SI SVOLGE IPERSENSIBILITA’ DI TIPO RITARDATO

A
  • I macrofagi attraverso TNFα e Il-12 attivano i linfociti NK che producono ITFγ, TNFα, IL-12 e L’interferon γ determinano un reclutamento di monociti che si trasformano in cellule epiteliodee che formano i granulomi, producono radicali O-, NO (monossido d’azoto) , TNFα e proteasi e determinano necrosi
  • Necrosi uccide i macrofagi e contiene la crescita batterica inibita dalla bassa tensione di ossigeno e dal basso PH.
  • Conseguente alla necrosi è la tendenza alla cavitazione
  • L’equilibrio tra queste 2 risposte che determina la forma di tubercolosi che si svilupperà successivamente
  • Se i batteri della tubercolosi riescono ad accedere al flusso sanguigno da un area con delle lesioni, si diffondono nell’organismo creando molteplici focolai di infezione, con aspetto di tubercoli bianchi in tessuti, TUBERCOLOSI MILIARE
  • La distruzione dei tessuti e la necrosi è bilanciata dalla guarigione e dalla fibrosi, tessuti affetti rimpiazzati da cicatrici e cavità riempite da materiale necrotico bianco,
  • I bacilli della tubercolosi possono sopravvivere nelle lesioni per anni,
  • è l’equilibrio tra il sistema immunitario dell’ospite e la virulenza microbica che determina l’esito dell’infezione ovvero la risoluzione senza trattamento, oppure lo sviluppo di un’infezione quiescente o attiva. I focolai infettivi possono lasciare noduli di tessuto cicatriziale agli apici di uno o di entrambi i polmoni (foci di Simon). Questi, solitamente, si formano dopo una diffusione per via ematogena da un altro sito dell’infezione o da piccole aree di consolidazione (foci di Ghon).
  • Meno frequentemente il focus infettivo primario progredisce immediatamente causando una polmonite (a volte cavitaria), la comparsa di versamento pleurico e di linfoadenomegalie a livello mediastinico o ilare capaci di comprimere i bronchi nei primi anni di vita. I versamenti pleurici di piccolo volume sono ricchi di linfociti, contengono tipicamente pochi bacilli, e si risolvono in poche settimane. Questa sequenza è più frequente tra i bambini giovani, nei pazienti immunodepressi infettati o reinfettati di recente.
45
Q

esiti possibili di infezione

A
  • Guarigione anatomica,
  • Guarigione clinica con sclerosi e calcificazione,
  • Diffusione intra polmonare o altri visceri
  • Tubercolosi latente a cui può seguire reinfezione
  • Infezione progressiva , tubercolosi post primaria immediata
  • Tubercolosi secondaria
46
Q

morfologia necrosi caseosa

A

La necrosi appare come una massa amorfa acidofila omogenea o finemente granulosa, circondata dalla componente cellulare.Componenti cellulari rappresentate da cellule epitelioidi, cellule giganti multinucleate, linfociti, plasmacellule, fibroblasti, istiociti. La necrosi caseosa si localizza al centro del granuloma, e a questo livello le strutture alveolari appaiono distrutte e non più riconoscibili, con resistenza di fibre elastiche e vasi e assenza di bacilli TBC, per anossia ed abbassamento del Ph,

47
Q

conseguenze possibili necrosi caseosa

A

la rottura di una grande lesione tubercolare nello spazio pleurico può causare empiema con o senza fistola broncopleurica e talvolta da pnx.

48
Q

evoluzione del tubercolo, casi possibili

A

1 Fibrosi
2 calcificazione
3 fluidificazione, con svuotamento all’esterno o in una cavità naturale, con la formazione di caverne,ulcere, fistole.

49
Q

ULTERIORE DESTINO POSSIBILE DEL MICOBATTERIO,

A
  • La trasmissione talvolta può anche avvenire tramite ingestione, soprattutto attraverso l’ingestione di cibi contaminati che possono determinare tubercolosi intestinale, molto rara.
50
Q

LOCALIZZAZIONE TUBERCOLOSI IN DIVERSE FASI,

A
  • TUBERCOLOSI PRIMARIA Parte media del polmone,
  • TUBERCOLOSI POST PRIMARIA, tipicamente localizzata nelle zone polmonari dove la tensione dell’ossigeno è superiore, localizzazione apicale
  • TUBERCOLOSI TERZIARIA, più rara
51
Q

caratteristiche goccioline di flugge

A

particelle di pochi micron di diametro, che contengono il bacillo di Koch ed essendo molto piccole, sono in grado di arrivare agli alveoli.

52
Q

ALTRI CASI DI TRASMISSIONE

A

durante aerosol, o bronco lavaggi,

53
Q

carica infettante

A

1 In genere la carica infettante è molto bassa,
2 siccome i bacilli sono molto resistenti, bastano anche pochi organismi affinché avvenga l’infezione.
- Goccioline emesse con varie modalità, starnuti, tosse, parlando, respirando
- In genere la carica infettante è molto bassa, ma siccome i bacilli sono molto resistenti, bastano anche pochi organismi affinché avvenga l’infezione.

54
Q

COME VENGONO EMESSE GOCCIOLINE

A

varie modalità, starnuti, tosse, parlando, respirando.

55
Q

FONTI DI INFEZIONE

A

pazienti che hanno la tubercolosi polmonare, molto meno frequente la tubercolosi laringea, in stadio attivo, la fonte di infezione dunque, non sono coloro che hanno l’infezione latente.

56
Q

PZ CON LA MAGGIORE PROBABILITA’ DI TRASMETTERE L’INFEZIONE,

A

1 pazienti che dimostrano la presenza di cavitazioni tramite una RX del torace (la cavitazione è una complicanza della tubercolosi polmonare), sono più contagiosi di pz senza lesioni cavitarie. I pz con malattia cavitaria hanno infatti normalmente una maggior carica di micobatteri in espettorato,
2 pazienti con escreato positivo alla coltura; in genere sono adolescenti/adulti e sono soprattutto pazienti che non stanno svolgendo trattamento farmacologico per l’infezione tubercolare, poiché, hanno l’infezione, ma non gli è stata ancora diagnosticata dal punto di vista clinico o sono pazienti che hanno bacilli resistenti alla terapia, quindi la terapia non è efficace.
3 pazienti che hanno la tubercolosi polmonare, soggetto bacillifero, pz infettati dal micobatterio, che presentano un focolaio polmonare ed eliminano all’esterno batteri con starnuti e colpi di tosse, molto meno frequente la tubercolosi laringea, in stadio attivo, la fonte di infezione dunque, non sono coloro che hanno l’infezione latente. Il contagio avviene quindi prevalentemente per via inalatoria, ed il rischio è massimo tra le persone a stretto contatto, condividendo lo stesso ambiente,
- Bisogna inoltre differenziare tra contatto con il micobatterio, sviluppo infezione e malattai
- La contagiosità diminuisce molto rapidamente una volta iniziato un trattamento efficace, tosse diminuisce e microrganismi non sono infettivi anche se persistono in espettorato. Alcuni studi suggeriscono che la trasmissione cessi dopo 2 settimane dall’inizio efficace della terapia.

57
Q

A CHE COSA SONO LEGATI CONCETTI DIFFERENTI DI MALATTIA, CONTATTO CON IL MYCOBATTERIO E SVILUPPO DI MALATTIA

A

caratteristiche di virulenza, capacità dell’ospite di guarire,

58
Q

FATTORI AMBIENTALI CHE AUMENTANO LA PROBABILITA’ DI CONTRARRE INFEZIONE

A
  • contatti di tipo stretto, la trasmissione avviene tra familiari, compagni di camera, amici, condivisione stabile di uno spazio per più ore al giorno,
  • Contatti regolari: condivisione regolare dello stesso spazio chiuso
  • Contatti saltuari: 12 % (amici, colleghi o familiari che abbiano contatti non ravvicinati)
59
Q

FATTORI CHE AUMENTANO LA POSSIBILITA’ DI CONTRARRE LA TUBERCOLOSI DOPO LA TRASMISSIONE DEL MICOBATTERIO:

A
  • 1) il numero di organismi espulsi
  • 2) la concentrazione di microorganismi nell’aria, tenendo conto dello spazio e della capacità ventilatoria degli individui.
  • 3) il tempo di esposizione all’aria contaminata
  • 4) lo stato immunitario di ciascun individuo
  • 5) Cavitazioni all’rx toracico
  • 6) escreato positivo
    • Adulti o adolescenti
    • Pazienti non in trattamento o in trattamento non efficace
60
Q

fattori di rischio

A
  • Infezione da HIV
  • Fattori socioeconomici; > mobilità globale
  • Organismi resistenti ai farmaci antitubercolari
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Q

probabilità di contrarre infezione

A

contatti di tipo stretto facilitano l’infezione, nel senso che, nella maggior parte dei casi, la trasmissione avviene tra familiari, compagni di camera, amici, contesti nella quale si vada a determinare una condivisione stabile di uno spazio determinato per più ore al giorno (comunità, scuole), mentre invece, contatti saltuari, hanno una probabilità certamente inferiore.

62
Q

CAPACITA’ DI INFEZIONE DI UN P CONTAGIOSO NON SOTTOPOSTO A TERAPIA

A

Si stima che un paziente contagioso, non sottoposto a terapia, è in grado di infettare tra i 10 e 15 contatti all’anno.

63
Q

CONDIZIONI CHE PREDISPONGONO ALLA RIATTIVAZIONE DELLE LESIONI TUBERCOLARI

A
  • Infezioni da HIV
  • Alcoolismo e cirrosi epatica
  • Malnutrizione
  • Diabete
  • Terapia steroidea o immunosoppressiva
  • Età avanzata
64
Q

FISIOPATOLOGIA DELLA TUBERCOLOSI, COME PUO’ MANIFESTARE

A

Si può manifestare in tre fasi
1 infezione primaria
2 infezione latente
2 infezione attiva,
Inizialmente i bacilli causano un’infezione primaria, una piccola percentuale dei quali evolve alla fine in malattia clinica di gravità variabile. Tuttavia la maggior parte delle infezioni primarie è asintomatica ed una percentuale sconosciuta di infezioni primitive si risolve spontaneamente, mentre la maggior parte dei casi è seguita da una fase latente, inattiva. Una piccola percentuale, pari al 5- 10% dei casi può riattivarsi, manifestando sintomatologia della malattia

65
Q

IN QUALI PZ E’ MENO PROBABILE DIFFUSIONE EMATOGENA

A

in pz con immunità parziale a causa di vaccinazione o per infezione naturale precedente con M. tubercolosis,

66
Q

cellule che costituiscono granuloma

A
67
Q

cellule che costituiscono granuloma

A
  • macrofagi,
  • linfociti t,
  • linfociti b
  • fibroblasti,
68
Q

DISPOSIZIONE LINFOCITI IN GRANULOMA

A

circondano i macrofagi infetti

69
Q

funzione del granuloma

A

impedisce la diffusione dei micobatteri,

70
Q

COSA AVVIENE NEL GRANULOMA

A

Dentro al granuloma, i linfociti T (CD4+) producono citochine come l’interferone gamma, che provoca un tentativo di distruzione da parte dei macrofagi dei batteri fagocitati, senza però riscontri significativi, dal momento che i Mycobacterium tuberculosis sono batteri Catalasi positivi (resistenti quindi agli enzimi killer dei polimorfonucleati) I linfociti T (CD8+) possono anche uccidere direttamente le cellule infette. Significativamente, i batteri non vengono sempre eliminati all’interno del granuloma, ma possono diventare dormienti, e svilupparsi in infezione latente. Un’altra caratteristica dei granulomi della tubercolosi umana è lo sviluppo di necrosi, cioè della morte delle cellule, al centro dei tubercoloma. A occhio nudo la necrosi ha l’aspetto di formaggio bianco, ed è stata quindi chiamata necrosi caseosa

71
Q

tubercolosi del polmone, linfoadenite satellite, caratteristiche

A
  • Lesione caseosa spesso piu’ voluminosa del focolaio parenchimale e piu’ pericolosa per la disseminazione sia broncogena che ematogena
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Q

eziologia linfoadenite satellite

A

espressione della localizzazione del micobatterio