tc Flashcards

1
Q

DEFINIZIONE

A

tecnica diagnostica computerizzata che permette di sezionare il corpo umano su piani assiali e in parti di spessori diversi

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2
Q

COSA CONSENTE LA TC, VANTAGGI

A

analizza tutte le sezioni consentendo di osservare tutte le strutture presenti, senza nessuna sovrapposizione d’organo.

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3
Q

COSTITUZIONE APPARECCHIO

A
  • Gantry
  • SCATOLA CONTENENTE IL tubo radiogeno
  • l sistema di detettori contrapposti
  • fascio radiante che attraversa il corpo ed e’ trasmesso ai detettori
  • consolle del medico tecnico radiologo
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4
Q

COSTITUENTI GANTRY

A
  • Scanner tc con apertura ad anello, solitamente del diametro di 70 cm,
  • Lettino porta pz, su cui scorre scanner tc,
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5
Q

SCANNER TC, COMPOSIZIONE

A
  • Tubo radiogeno
  • Sistema ad arco di detettori, contrapposti a tubo radiogeno di 180°, ruotano su 360° in maniera sincrona con il tubo radiogeno
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6
Q
  • COME SI MUOVONO IL TUBO RADIOGENO ED IL SISTEMA DI DETETTORI CONTRAPPOSTI
A

ruotano su 360 in maniera sincrona

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7
Q

COSA AVVIENE DELLE RADIOFREQUENZE EMERGENTI DAL DISTRETTO IN ESAME

A
  • Radiofrequenze e i valori di attenuazione vengono captati dai rilevatori
  • i rilevatori captano le suddette e le trasformano in segnale elettrico
  • il segnale elettrico viene captato e convertito dal lettore analogico digitale, in numeri corrispondenti ai valori di attenuazione
  • i valori di attenuazione sono elaborati e codificati in un sistema binario.
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8
Q

COME VENGONO ELABORATI I DATI OTTENUTI IN SISTEMA BINARIO?

A

il convertitore i dati in codice binario in variazioni di grigio cui corrispondono i valori di attenuazione rilevati.

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9
Q

EVOLUZIONE DELLE METODICHE E DEGLI APPARECCHI

A

macchine di terza generazione, i macchinari di 4 con detettori a 360° sulla fila più interna con all’interno un tubo radiogeno che ruotava con i detettori assi sui 360°.

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10
Q

CONTRO DEI MACCHINARI DI IV GENERAZIONE

A
  • costo molto elevato
  • stessi risultati di macchine precedenti
  • fino a 1200 detettori , angolo di scansione di 150°, quindi un tempo di scansione molto ridotto e scansioni più grandi.
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11
Q

A CHE COSA SERVE LA MATRICE

A

non è altro che una tavolozza sulla quale vengono rappresentati i valori di attenuazione del raggio radiante che poi vengono convertiti dall’analogico al digitale ed elaborati dal
computer.

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12
Q

CORRISPONDENZA GRANDEZZA MATRICE E DEFINIZIONE IMMAGINE

A

, più la matrice è grande, più l’immagine è definita

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13
Q

COSTITUENTI MATRICE

A
  • i pixel, le unità di superficie su un volume perché stiamo facendo una fetta di tessuto con un determinato spessore, maggiore o minore,
  • il vox, nel quale abbiamo la media dei valori di attenuazione del fascio radiante che è emerso dal corpo del paziente in quella determinata zona di quel determinato spessore
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14
Q

VANTAGGI TC

A

consente il superamento limiti radiologia

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15
Q

DETETTORI, DEFINIZIONE

A

sistema di rilevazione dei fotoni prodotti dal tubo radiogeno, emergenti da distretto anatomico irradiato,

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16
Q

DAS, DEFINIZIONE

A

convertitore analogico digitale deputato a convertire in digitale il segnale analogico proveniente dai detettori tramite campionamento con trasformazione di un insieme finito, numerabile di elementi, il fascio radiante attraversa il corpo del pz, attenuandolo , e poi viene trasmesso a detettori che rilevano e campionano, trasformando il segnale da analogico a digitale, in un codice binario, in modo da poter essere elaborato in codice binario, trasformando i numeri in scala di grigi

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17
Q

VANTAGGI APPARECCHI A SPIRALE O A MULTISTRATO

A

Ultima generazione, sono i primi con il tubo che ruota a 360° associato a un movimento sincrono del lettino

18
Q

COSA CONSENTONO GLI APPARECCHI A SPIRALE CON I MOVIMENTI SIMULTANEI DI APPARECCHIO E LETTINO

A
  • Nessun intervalli tra una scansione e l’altra,
  • I volumi consentono di fare delle ricostruzioni complete, non ottenibili con delle scansioni singole, non consentono la ricostruzione di volumi completi (le precedenti monostrate
19
Q

VARIAZIONI DI DENSITA’ DEI VARI TESSUTI

A

ipodensità, isodensità, iperdensità

20
Q

DENSITA’ SEZIONE OSSEA in tc

A

iperdensa con valori elevati,

21
Q

DENSITA’ PARENCHIMA CEREBRALE

A

media densità

22
Q

DENSITA’ LESIONI CONTENENTI LIQUIDO

A

IPODENSA

23
Q

COME SI VALUTANO I TESSUTI IN RM

A

intensità del segnale

24
Q

VARIAZIONI DEL SEGNALE IN RM

A

segnale ipointenso, isointenso, iperintenso.

25
Q

ZONA LIQUIDA IN RM

A

Ipointensa

26
Q

Mezzo di contrasto, utilità e somministrazione:

A

fondamentale nella TC, permette di valutare il comportamento di una lesione,

  • i vasi possono essere visualizzati solo con l’iniezione di un mezzo di contrasto iniettato per via endovenosa
  • addome i mezzi di contrasto vengono invece somministrati per os, prima dell’esame in modo tale da opacizzare le anse intestinali che assumono caratteristiche che ci permettono di fare la diagnosi
27
Q

SCANSIONE,

A
  • I detettori ruotano solidali con il tubo radiogeno,
  • Effettuano una misurazione della radiazione emergente trasmessa attraverso il pz da molteplici angoli di visualizzazione
  • Fornisce una tavola di rappresentazione dei valiri di attenuazione del raggio radiante, convertiti poi da analogico a digitale, ed elaborati dal computer,
28
Q

UNITA’ DI MISURA UTILIZZATA

A

unità di superficie su un volume
perché stiamo facendo una fetta di tessuto con un determinato spessore, maggiore o minore,
quindi dobbiamo considerare l’unità di superficie in base al volume cioè il voxel = unità tridimensionale dell’immagine, nel quale abbiamo la media dei valori di attenuazione del fascio radiante che è emerso dal corpo del paziente in quella determinata zona di quel determinato
spessore. Le attuali matrici in genere sono 512x512. Il valore
numerico di ogni pixel è quindi il valore di attenuazione media del tessuto contenuto all’interno di
una matrice

29
Q

SCALA HOUNSEFIELD
C
• Analisi planimetriche
Analisi volumetriche

A

il valore di attenuazione media dei tessuti contenuti in un determinato volume deve essere trasformato i un progressivo valore all’interno della scala di grigi, numero tc o numero hounsfield

30
Q

NUMERO HOUNSFIELD

A

Questa rappresenta la Scala di Hounsfield e al suo interno troviamo i numeri TC definiti prendendo come riferimento il valore di attenuazione del fascio radiante da parte dell’acqua a cui è stato attribuito valore pari a 0. Tessuti con densità maggiori dell’acqua
avranno numeri superiori maggiori di 0, mentre quelli con densità inferiore avranno valori
negativi.

31
Q

COSA DEVE ESSERE FATTO PER VISUALIZZARE L’IMMAGINE

A

L’IMMAGINE è necessario trasformare i
valori di attenuazione media di ciascun voxel della matrice in un proporzionale valore di
tonalità di grigi dal nero al bianco. La scala di grigi così ottenuta viene riprodotta sul monitor al
momento. Nei dispositivi monitor in cui si visualizza l’immagine è consentita la differenziazione solo
di un limitato numero di livelli di grigio, quindi nella conversione dell’immagine numerica in immagine visibile non vi sarebbe una differenziazione sufficiente per rilevare dettagli più fini e quindi
discriminare i tessuti con minima differenze di densità. Anche l’occhio umano è in grado di
differenziare solo un numero limitato di livelli di grigio e, se venisse rappresentata su un’immagine
tutta la scala di Hounsfield, piccole variazioni di densità sfuggirebbero all’operatore

32
Q

ELABORAZIONE DELLE IMMAGINI T

A

L’acquisizione delle immagini TC di base avviene sul piano assiale secondo una presentazione
bidimensionale. Con la diffusione della TC spirale vengono generate serie costituite da migliaia di
immagini che ci consentono nel post-processing (elaborazione) di strutturare diverse ricostruzioni
delle stesse, tramite:

33
Q

Analisi planimetriche

A

MPR (Multiplanar reformation)

  • 3 piani spaziali (trasversale, coronale, sagittale)
  • Piani obliqui
  • Piani irregolari (lungo il decorso di strutture anatomiche)
34
Q

ANALISI VOLUMETRICHE

A
  • MIP
  • Surface Rendering o SSD (Shaded Surface Display)
  • Volume rendering (VR)
  • Endoscopia virtuale
35
Q

SCANSIONI SU PIANO ASSIALE

A

Le scansioni native su piano assiale tramite algoritmo MPR vengono utilizzate per ricostruire in
maniera contigua strutture anatomiche o alterazioni patologiche che non possono essere riprodotte
sul piano nativo assiale ma, per esempio, su piani coronali o sagittali o persino sul piano obliquo,
nel caso si possa meglio definire una
lesione o una struttura anatomica rispetto
alle strutture circostanti su piani diversi
rispetto a quelli classici. Quasi la totalità
degli apparecchi moderni permette anche
di effettuare delle ricostruzioni multiplanari
sui tre piani dello spazio in manieraCPR
simultanea.

36
Q

MPR

A

Le scansioni native su piano assiale tramite algoritmo MPR vengono utilizzate per ricostruire in
maniera contigua strutture anatomiche o alterazioni patologiche che non possono essere riprodotte
sul piano nativo assiale ma, per esempio, su piani coronali o sagittali o persino sul piano obliquo,
nel caso si possa meglio definire una
lesione o una struttura anatomica rispetto
alle strutture circostanti su piani diversi
rispetto a quelli classici. Quasi la totalità
degli apparecchi moderni permette anche
di effettuare delle ricostruzioni multiplanari
sui tre piani dello spazio in maniera
simultanea.

37
Q

CPR

A

Ci sono anche delle varianti come la CPR
(Curved Planar Reformation), ricostruzione
curvilinea, ci consente di seguire il decorso
sinuoso di alcune strutture, soprattutto per
il decorso tortuoso dei vasi come i tronchi
splancnici o i vasi coronarici

38
Q

MIP

A
Le MIP ci consentono di rappresentare
delle strutture scelte con maggiore
intensità, ed ha un ruolo fondamentale
soprattutto in ambito vascolare, dato che
l’anatomia vasale viene rappresentata
grazie alla presenza del mdc che
incrementa la densità dei vasi ottenendo
delle immagini simil-angiografiche
visualizzabili in 3D in maniera panoramica.
39
Q

SSD

A

La SSD è stata la prima visualizzazione volumetrica, introdotta negli anni ’70, ormai meno utilizzata
rispetto al VR, algoritmo più potente ed
efficace per la visualizzazione panoramica
di strutture anatomiche complesse

40
Q

VR

A
La
natura tridimensionale delle immagini
fornite dal VR facilita spesso la
comunicazione tra radiologi e chirurghi,
proprio per la fedeltà di rappresentazione
delle immagini rispetto all’anatomia del
paziente. Un’altra applicazione delle
tecniche VR è anche nei traumi, dove è
importante valutare la rappresentazione
3D dei segmenti ossei e dei loro rapporti
topografici, così come è importante quella
delle strutture ossee.
41
Q

ENDOSCOPIA VIRTUALE

A
simulare al
computer un viaggio all’interno degli
organi cavi utilizzando le informazioni
ottenute dai dati relativi ad acquisizioni TC
volumetriche. Questo ci permette di poter
valutare diversi organi e apparati
dall’interno, secondo un punto
d’osservazione che prima era riservato
solamente agli endoscopisti, eliminando
anche una certa invasività che
caratterizza le tecniche endoscopiche
tradizionali. È una possibilità da
interpretare come integrativa e non
sostitutiva delle tradizionali tecniche
endoscopiche e deve mirare all’aumento
delle possibilità diagnostiche in maniera complementare
42
Q

ANGIOSCOPIA VIRTUALE

A

ci consente analogamente di valutare le strutture vascolari dall’interno