P1C9 L'azienda Flashcards
Cos’è l’azienda?
Art. 2555 cc
L’azienda è il complesso di beni organizzati dell’imprenditore per l’esercizio dell’impresa, ossia in funzione di uno scopo produttivo.
In che posizione si trovano i beni dell’azienda tra loro?
L’azienda è un aggregato di beni, i quali conservano la propria individualità, ma che, sotto certi aspetti, subiscono un’unificazione in conseguenza dell’unitarietà della destinazione economica (= strumento dell’attività imprenditrice)
L’unitarietà di beni trova nella destinazione economica il suo elemento d’unità, come il limite: venendo meno la comune destinazione economica, viene meno l’unitarietà del complesso di beni.
Inoltre, la funzione a una destinazione unitaria è opera della volontà dell’imprenditore, e da questo fatto dipende il collegamento economico tra i vari beni: si dice quindi che l’azienda rientra nella categoria delle universitates facti e non delle universitates iuris o iurium
L’azienda è un complesso di BENI, non di crediti, debiti e rapporti contrattuali. Non è quindi un bene immateriale.
Perché la definizione di azienda si dice “derivata”?
Perché la disciplina dell’azienda esiste solo se è presupposta l’impresa, della quale l’azienda costituisce strumento.
Al di fuori dell’impresa esisteranno sicuramente complessi di beni con una comune destinazione economica, ma questi non saranno azienda e non saranno regolati dalla disciplina di questa.
Cos’è l’avviamento dell’azienda?
E’ il valore economico (indipendente e autonomo dai beni) derivante dal collegamento tra i beni formanti l’azienda.
Avendo valore economico, la legge si preoccupa anche di dettare i criteri per la sua valutazione in bilancio (art. 2425 cc)
Generalmente, si parla di avviamento come qualità o modo di essere dell’azienda, più che di un suo elemento.
Tutela dell’avviamento dell’azienda
Non esiste nel nostro ordinamento una tutela diretta e immediata dell’avviamento dell’azienda, anche se questo può essere tutelato di riflesso (indirettamente) attraverso la tutela dell’imprenditore (organizzativa, dei segni distintivi, in sede di cessione dell’azienda)
Il patto di famiglia
In deroga al divieto di patti successori e al fine di evitare che nel fenomeno successorio si veda il complesso di beni aziendali disgregarsi, l’imprenditore può porre in essere un contratto, il patto di famiglia, tra lui e i suoi legittimari, al fine di garantire l’unitarietà del complesso aziendale.
Cosa si intende con conservazione dell’azienda?
Al contrario della conservazione dei singoli beni, conservazione dell’azienda significa conservazione della capacità funzionale e della produttività del complesso aziendale
Perché la mancata gestione dell’azienda può essere causa di decadenza dell’usufrutto d’azienda?
[Art. 2561 cc]
Perché se non si gestisce l’azienda, si tocca negativamente la funzionalità e la produttività del complesso aziendale.
Qual’è l’unico soggetto che può eliminare o disgregare il complesso di beni aziendale?
Come per la sua formazione, l’unico soggetto intitolato a eliminare o disgregare il complesso di beni aziendale è l’imprenditore.
I beni dell’azienda devono necessariamente essere di proprietà dell’imprenditore?
No, è sufficiente che questi ne abbia il godimento
Quale distinzione si può operare nell’ambito dei beni del complesso aziendale?
In relazione alla destinazione economica e alla sua possibilità di variare, i beni del complesso aziendale possono avere e una posizione accessoria, e una posizione prevalente.
Una distinzione più precisa che normalmente suole farsi nell’ambito del complesso aziendale è quella tra capitale fisso, beni che trovano una destinazione più duratura nel complesso aziendale (es. impianti, macchinari), e capitale circolante, beni che sono destinati a rinnovarsi continuamente (es. merci, materie prime).
La rilevanza giuridica di quest’ultima distinzione può essere fatta con riguardo al potere dell’usufruttuario d’azienda, che ha esclusivamente potere di godimento verso il capitale fisso e potere di godimento E disposizione verso il capitale circolante.
Inoltre, in materia di bilancio il capitale fisso è rappresentato separatamente dall’attivo circolante.
In quale caso si ha disposizione dell’azienda?
Ogni qual volta che, del complesso di beni aziendali, si dispone per la continuazione dell’attività imprenditrice da parte di un altro soggetto.
Giuridicamente non si ha successione nell’impresa, ma due effetti distinti:
1) cessazione dell’attività imprenditrice di un soggetto
2) inizio di attività imprenditrice di altro soggetto a seguito della dismissione e del suo acquisto del complesso aziendale
Prova del trasferimento d’azienda (proprietà o godimento)
Prova deve essere per iscritto, salva l’osservanza delle forme richieste per il trasferimento dei singoli beni che la compongono o per la particolare natura del contratto, ad esempio:
- trasf. azienda che comprende bene immobile -> forma scritta pena di nullità (art. 1350 cc)
- donazione di azienda -> atto pubblico o scritt. priv. aut. (art. 2556 c)
Quali effetti sono prodotti dagli atti di trasferimento d’azienda?
a) Obbligo dell’alienante di astenersi da un’attività imprenditrice idonea a sviare la clientela dell’azienda ceduta [Obbligo di non concorrenza]
(art. 2557 cc)
b) Successione ipso iure da parte dell’acquirente nei contratti in corso di esecuzione relativi all’azienda
(art. 2558 cc)
Tali effetti naturali possono essere eliminati mediante un’espressa pattuizione.
Quale articolo regola i limiti contrattuali della concorrenza?
Art. 2596 cc
Il patto che limita la concorrenza deve essere provato per iscritto. Esso è valido se circoscritto ad una determinata zona o ad una determinata attività, e non può eccedere la durata di cinque anni.
Se la durata del patto non è determinata o è stabilita per un periodo superiore a cinque anni, il patto è valido per la durata di un quinquennio.