P1C9 L'azienda Flashcards

1
Q

Cos’è l’azienda?

A

Art. 2555 cc

L’azienda è il complesso di beni organizzati dell’imprenditore per l’esercizio dell’impresa, ossia in funzione di uno scopo produttivo.

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2
Q

In che posizione si trovano i beni dell’azienda tra loro?

A

L’azienda è un aggregato di beni, i quali conservano la propria individualità, ma che, sotto certi aspetti, subiscono un’unificazione in conseguenza dell’unitarietà della destinazione economica (= strumento dell’attività imprenditrice)

L’unitarietà di beni trova nella destinazione economica il suo elemento d’unità, come il limite: venendo meno la comune destinazione economica, viene meno l’unitarietà del complesso di beni.

Inoltre, la funzione a una destinazione unitaria è opera della volontà dell’imprenditore, e da questo fatto dipende il collegamento economico tra i vari beni: si dice quindi che l’azienda rientra nella categoria delle universitates facti e non delle universitates iuris o iurium

L’azienda è un complesso di BENI, non di crediti, debiti e rapporti contrattuali. Non è quindi un bene immateriale.

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3
Q

Perché la definizione di azienda si dice “derivata”?

A

Perché la disciplina dell’azienda esiste solo se è presupposta l’impresa, della quale l’azienda costituisce strumento.

Al di fuori dell’impresa esisteranno sicuramente complessi di beni con una comune destinazione economica, ma questi non saranno azienda e non saranno regolati dalla disciplina di questa.

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4
Q

Cos’è l’avviamento dell’azienda?

A

E’ il valore economico (indipendente e autonomo dai beni) derivante dal collegamento tra i beni formanti l’azienda.

Avendo valore economico, la legge si preoccupa anche di dettare i criteri per la sua valutazione in bilancio (art. 2425 cc)

Generalmente, si parla di avviamento come qualità o modo di essere dell’azienda, più che di un suo elemento.

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5
Q

Tutela dell’avviamento dell’azienda

A

Non esiste nel nostro ordinamento una tutela diretta e immediata dell’avviamento dell’azienda, anche se questo può essere tutelato di riflesso (indirettamente) attraverso la tutela dell’imprenditore (organizzativa, dei segni distintivi, in sede di cessione dell’azienda)

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6
Q

Il patto di famiglia

A

In deroga al divieto di patti successori e al fine di evitare che nel fenomeno successorio si veda il complesso di beni aziendali disgregarsi, l’imprenditore può porre in essere un contratto, il patto di famiglia, tra lui e i suoi legittimari, al fine di garantire l’unitarietà del complesso aziendale.

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7
Q

Cosa si intende con conservazione dell’azienda?

A

Al contrario della conservazione dei singoli beni, conservazione dell’azienda significa conservazione della capacità funzionale e della produttività del complesso aziendale

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8
Q

Perché la mancata gestione dell’azienda può essere causa di decadenza dell’usufrutto d’azienda?

A

[Art. 2561 cc]
Perché se non si gestisce l’azienda, si tocca negativamente la funzionalità e la produttività del complesso aziendale.

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9
Q

Qual’è l’unico soggetto che può eliminare o disgregare il complesso di beni aziendale?

A

Come per la sua formazione, l’unico soggetto intitolato a eliminare o disgregare il complesso di beni aziendale è l’imprenditore.

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10
Q

I beni dell’azienda devono necessariamente essere di proprietà dell’imprenditore?

A

No, è sufficiente che questi ne abbia il godimento

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11
Q

Quale distinzione si può operare nell’ambito dei beni del complesso aziendale?

A

In relazione alla destinazione economica e alla sua possibilità di variare, i beni del complesso aziendale possono avere e una posizione accessoria, e una posizione prevalente.

Una distinzione più precisa che normalmente suole farsi nell’ambito del complesso aziendale è quella tra capitale fisso, beni che trovano una destinazione più duratura nel complesso aziendale (es. impianti, macchinari), e capitale circolante, beni che sono destinati a rinnovarsi continuamente (es. merci, materie prime).

La rilevanza giuridica di quest’ultima distinzione può essere fatta con riguardo al potere dell’usufruttuario d’azienda, che ha esclusivamente potere di godimento verso il capitale fisso e potere di godimento E disposizione verso il capitale circolante.

Inoltre, in materia di bilancio il capitale fisso è rappresentato separatamente dall’attivo circolante.

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12
Q

In quale caso si ha disposizione dell’azienda?

A

Ogni qual volta che, del complesso di beni aziendali, si dispone per la continuazione dell’attività imprenditrice da parte di un altro soggetto.

Giuridicamente non si ha successione nell’impresa, ma due effetti distinti:
1) cessazione dell’attività imprenditrice di un soggetto
2) inizio di attività imprenditrice di altro soggetto a seguito della dismissione e del suo acquisto del complesso aziendale

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13
Q

Prova del trasferimento d’azienda (proprietà o godimento)

A

Prova deve essere per iscritto, salva l’osservanza delle forme richieste per il trasferimento dei singoli beni che la compongono o per la particolare natura del contratto, ad esempio:
- trasf. azienda che comprende bene immobile -> forma scritta pena di nullità (art. 1350 cc)
- donazione di azienda -> atto pubblico o scritt. priv. aut. (art. 2556 c)

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14
Q

Quali effetti sono prodotti dagli atti di trasferimento d’azienda?

A

a) Obbligo dell’alienante di astenersi da un’attività imprenditrice idonea a sviare la clientela dell’azienda ceduta [Obbligo di non concorrenza]
(art. 2557 cc)

b) Successione ipso iure da parte dell’acquirente nei contratti in corso di esecuzione relativi all’azienda
(art. 2558 cc)

Tali effetti naturali possono essere eliminati mediante un’espressa pattuizione.

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15
Q

Quale articolo regola i limiti contrattuali della concorrenza?

A

Art. 2596 cc

Il patto che limita la concorrenza deve essere provato per iscritto. Esso è valido se circoscritto ad una determinata zona o ad una determinata attività, e non può eccedere la durata di cinque anni.

Se la durata del patto non è determinata o è stabilita per un periodo superiore a cinque anni, il patto è valido per la durata di un quinquennio.

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16
Q

Cosa comporta la violazione del divieto di concorrenza?

A

Comporta le conseguenze proprie di ogni inadempimento contrattuale: risarcimento del danno, eventuale risoluzione del contratto.

17
Q

Quali sono i contratti che possono formare oggetto di successione, nell’ambito del trasferimento d’azienda?

A

a) in corso di esecuzione, ossia destinati a produrre ancora i loro effetti caratteristici
b) stipulati per l’esercizio dell’impresa, cioè siano obiettivamente inerenti/pertinenti all’esercizio dell’impresa
c) non abbiano carattere strettamente personale

Sono quindi esclusi i contratti intuitu personae

18
Q

Negozi intuitu personae

A

Quei negozi nei quali si ritengono di particolare rilevanza le qualità personali dei soggetti contraenti.

19
Q

Come si concilia la successione di contratti, nell’ambito del trasferimento d’azienda, con il requisito del consenso all’art. 1406?

A

Non essendo possibile imporre all’altro contraente la sostituzione di un’altra persona nel rapporto contrattuale …

[Art. 1406 cc: Ciascuna parte può sostituire a sé un terzo nei rapporti derivanti da un contratto con prestazioni corrispettive, se queste non sono state ancora eseguite, purché l’altra parte vi consenta]

… il contraente ha diritto di recedere dal contratto quando ricorra una giusta causa, entro tre mesi dalla notizia dell’alienazione. L’effetto è di scioglimento del contratto, non di cancellazione della successione nel rapporto contrattuale.

[Giusta causa: quando il mutamento della situazione obiettiva è tale che il contraente non avrebbe stipulato il contratto o lo avrebbe fatto a condizioni diverse]

20
Q

Trasferimento d’azienda da parte di un consorziato

A

[Art. 2610 cc]
L’acquirente subentra nel contratto di consorzio: tuttavia, nel caso di trasferimento inter vivos, gli altri consorziat, entro un mese dalla notizia dell’avvenuto trasferimento e in presenza di giusta causa, possono deliberare l’esclusione dell’acquirente dal consorzio.

21
Q

In che modo la cessione dei crediti e l’accollo dei debiti sono collegati al trasferimento d’azienda?

A

Non sono un effetto naturale o legale del trasferimento d’azienda, bensì sono conseguenza di particolari pattuizioni stipulate in occasione del trasferimento (quindi, effetti negoziali)

La cessione dei crediti relativa all’azienda ceduta è disciplinata all’art. 2559, dove si afferma che l’iscrizione del trasferimento equivale alla notificazione della cessione dei crediti, non essendoci obbligo di notificare i debitori ceduti (precisando che se quest’ultimi pagano all’alienante in buona fede, sono liberati). Tuttavia, manca una previsione relativamente alla presunzione di cessione di crediti con il trasferimento d’azienda [Non c’è un automatismo].

Allo stesso modo per i debiti (art. 2560), non vi è alcuna disposizione dalla quale possa desumersi come effetto naturale del trasferimento l’accollo dei debiti da parte dell’acquirente.
[Solo al comma 2 si afferma la responsabilità, non l’obbligo, dell’acquirente a rispondere in solido con l’alienante in caso di debiti risultanti dai libri contabili obbligatori. La responsabilità, e non l’obbligo, da il diritto di ripetere dall’alienante le somme pagate]

In entrambi i casi, quindi, accollo e cessione di per se sono conseguenza di un eventuale dichiarazione di volontà delle parti.

22
Q

In quali casi c’è responsabilità dell’acquirente per i debiti dell’impresa, nel trasferimento d’azienda?

A

Per i debiti nascenti da rapporto di lavoro, per i debiti di imposta e per i debiti risultanti dai libri contabili obbligatori.