P1C2 La nozione di impresa Flashcards
Cosa sono le imprese?
Organismi economici che si concretano nell’organizzazione dei fattori della produzione e che si propongono il soddisfacimento dei bisogni altrui, ossia delle esigenze di mercato.
Operano l’attività specializzata e professionale di predisposizione di beni e servizi per il mercato generale.
Perché l’impresa è una “combinazione di elementi personali e reali”?
Perché opera in funzione di un risultato economico e si attua in vista di un intento speculativo della persona dell’imprenditore
Perché l’impresa è un “organismo economico”?
Perché si basa su un’organizzazione fondata su principi tecnici e leggi economiche che ne proporzionano i vari elementi, improntandone la struttura, regolandone sviluppi e assicurandone efficacia e produttività
Perché la contrapposizione tra imprenditore e capitalista e lavoratore può definirsi debole?
E’ una distinzione debole, essendo che spesso l’imprenditore è anche capitalista, e svolge anch’esso un’attività non solo tecnica ma anche lavorativa, così come i dipendenti spesso partecipano all’organizzazione dell’impresa, oltre che a lavorare per essa.
In definitiva, l’imprenditore, anche con riferimento alla sua collocazione operata dal codice LIBRO V (“Del lavoro e dell’impresa”), è il “primo tra i servitori” dell’impresa.
Quali elementi distinguono la persona dell’imprenditore da quella del capitalista o del lavoratore?
a) L’iniziativa
[il potere di determinare nella fase organizzativa le basi strutturali dell’impresa e in sede di esercizio l’indirizzo della sua attività]
b) Il rischio
[la sopportazione di tutti gli oneri inerenti all’organizzazione dell’impresa e l’assunzione delle alee (rischi, fav. o sfav.) inerenti all’attività esercitata]
Quando l’elemento del rischio non grava interamente sulla sola persona dell’imprenditore?
Nel caso in cui la remunerazione dei collaboratori o del capitalista avvenga in base alla partecipazione agli utili (es. Art. 46 Cost.).
E’ chiaro quindi che possa accadere, nel caso di alee sfavorevoli, che l’imprenditore non riesca a far fronte agli impegni assunti.
Quali sono i possibili limiti al potere di iniziativa dell’imprenditore?
Rilevano su due piani:
- In base alla concezione sociale dell’impresa economica
- Previsione generale di autorizzazioni, controlli, limiti al prezzo
In che modo l’impresa può essere irrilevante sul piano giuridico?
Sotto il profilo del fenomeno produttivo, da un punto di vista economico e tecnico, i passaggi di produzione della materia oggetto e gli spostamenti di merce sfuggono alla regolamentazione giuridica, pur essendo fondamentali per l’economia dell’impresa
In che modo era considerata l’impresa nel codice di commercio del 1882? E come cambia rispetto nel 1942?
Era considerata non nel suo essere organismo economico, ma in quanto improntata alla realizzazione di un’intermediazione a scopo speculativo. Tale nozione giuridica, però, lasciava fuori dalle imprese quelle, ad esempio, artigiane, che non realizzavano alcuno scopo speculativo.
Dopo l’unificazione del 1942, il codice ricava l’impresa dalla nozione di imprenditore, che diventa centrale, divenendo “attività dell’imprenditore”.
Pertanto, secondo la legge è inammissibile concepire l’impresa o l’imprenditore come scindibili
Sotto quali profili giuridici rileva l’impresa oggi?
Impresa come:
a) espressione dell’attività dell’imprenditore, che viene disciplinata rispetto a obblighi, effetti, condizioni, presupposti, garanzie
b) concretazione dell’idea creativa dell’imprenditore, verso cui la legge tende ad apprestare tutela
c) combinazione di cose in funzione dell’unitarietà della destinazione economica
d) formazione sociale, nel rapporto di collaborazione tra imprenditori e lavoratori, entrambi con obblighi
Ma anche
- profilo dinamico, attività dell’imprenditore
- profilo statico, aspetto patrimoniale come combinazione di beni
- organizzazione in atto, come entità organica basata su un principio ordinante e un principio gerarchico
[Pag. 21 per vedere esempi di tali profili giuridici]
Quali sono i due profili giuridici preponderanti dell’impresa?
Nel Codice Civile, le norme di diritto commerciale afferiscono principalmente ai profili dell’attività e del complesso di beni.
Si definiscono, nel caso dell’attività come “impresa” e nel caso del complesso di beni come “azienda”.
Complementarietà tra i profili giuridici dell’attività e del complesso di beni
Non può esistere l’attività organizzata dell’imprenditore in mancanza di un complesso di beni, così come quest’ultimo necessita dell’attività organizzata.
Ciò è evidente nel confronto tra la nozione di imprenditore (art. 2082 cc), dove il complesso di beni è presupposto, e la nozione di azienda (art. 2555 cc), dove l’organizzazione dei beni dell’imprenditore è presupposto.
Se si volesse ricercare tra i due aspetti, uno solo che assuma una posizione preminente sul piano giuridico, sarebbe di certo riconosciuto al profilo dell’attività
Art. 2082 cc
NOZIONE DI IMPRENDITORE
È imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi
Art. 2555 cc
NOZIONE DI AZIENDA
L’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa
Art. 2083 cc
NOZIONE DI PICCOLI IMPRENDITORI
Sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia
Quale elemento fondamentale distingue imprenditori da piccoli imprenditori?
L’elemento dell’organizzazione (attività), essendo il complesso di beni aventi una destinazione funzionale unitaria sussistente in entrambe le ipotesi
Quale definizione di impresa possiamo derivare dall’art 2082 cc?
“È imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi”
L’impresa è dunque anzitutto attività economica.
Non sono quindi imprenditori:
- Professioni intellettuali, anche se in attività organizzata
- c.d. Arti liberali (es. avvocato, medico …)
Quando una professione intellettuale o arte liberale può essere considerata impresa?
Quando si inserisce in un’attività economica organizzata e professionale
[es. medico che istituisca una casa di cura]
ART. 2238 CC (Titolo III del lavoro autonomo)
Se l’esercizio della professione costituisce elemento di
un’attività organizzata in forma d’impresa, si applicano anche le disposizioni del Titolo II (Del lavoro nell’impresa).
Cosa si intende con la locuzione “Impresa è in secondo luogo attività professionale”?
Che, oltre ad essere attività economica in primis, è anche attività professionale.
L’elemento della professionalità indica un costante e normale indirizzo della propria attività alla soddisfazione dei bisogni del mercato.
NON sono richieste la durata, l’esclusività o l’abitualità intesa come esercizio sistematicamente continuo.
Esempio di attività non professionale
Attività isolata, anche se per questa attività è necessaria organizzazione di lavoro e capitale, chi si fa promotore non è imprenditore.
Allo stesso modo, chi compie un’operazione commerciale con qualcuno non crea una società in nome collettivo.
Inoltre, non è impresa l’attività economica organizzata per il soddisfacimento dei propri bisogni, ossia chi produce per se.
[L’imprenditore produce beni e servizi per scambiarli - dalla definizione di imprenditore art. 2082]
Quando un’attività è isolata?
Quando l’attività avviene incidentalmente e l’organizzazione esaurisce la sua funzione nel compimento dell’atto per cui fu creata.
E’ ammissibile parlare di impresa per conto proprio?
No, perché mancherebbe l’ipotesi della professionalità, che necessita di produzione e SCAMBIO.
E’ ammissibile che le società nel fenomeno di gruppo producano per altre società nel medesimo gruppo?
Si, non si configura qui l’inammissibilità di impresa per conto proprio perché, pur essendo nello stesso gruppo, rimangono entità giuridicamente distinte e autonome.
Professionalità nelle persone giuridiche
Nelle persone giuridiche, la professionalità dell’imprenditore rileva anche con riferimento alla costituzione:
Se un ente o una società si costituiscono con lo scopo esclusivo o principale dell’esercizio di un’attività economica al fine della produzione e scambio di beni e servizi per il mercato generale, vi è professionalità.
Tuttavia, ciò non vuol dire che per enti privati che esercitano attività economica senza avere tale come scopo principale non ci sia configurazione di professionalità.
In generale, SOLO per le persone giuridiche pubbliche è sufficiente lo scopo istituzionale per garantire la professionalità. Per le private, invece, si applica lo statuto dell’imprenditore.
Cosa si intende con la locuzione “Impresa è in TERZO luogo attività organizzata”?
Che, oltre ad essere in primo luogo, attività economica, e in secondo luogo, attività professionale, è anche attività organizzata.
Ciò vuol dire che è attività che si realizza attraverso la collaborazione di altri soggetti e che si attua sulla base di un principio organizzativo. Se manca, non vi è impresa.
Quali criteri deve rispettare un attività organizzata (rispetto all’organizzazione) per definirsi impresa?
Deve rispondere a determinati criteri, perché se bastasse solo un minimo di organizzazione, si concluderebbe che attività professionale = impresa.
Il limite principale è quello della piccola impresa (art. 2083), che forma una disciplina particolare della disciplina principale.
Analogie e differenze tra piccola impresa e impresa
L’impresa (art. 2082) e la piccola impresa (art. 2083) necessitano entrambe di professionalità, ma si distinguono per quel che riguarda l’elemento di organizzazione.
IMPRESA è attività che si esplica in un organismo produttivo, e attività di organizzazione dell’imprenditore al fine di realizzare un reddito a partire da un complesso di beni (azienda) con cui operare.
- Entità obiettiva (azienda indipendente dall’imprenditore) assume rilievo
PICCOLA IMPRESA è attività personale del soggetto e si avvale di determinati mezzi per esplicarsi (attività esecutiva, più che organizzativa)
- Personalità assume rilievo (manca l’azienda che indipendentemente dal soggetto imprenditore che la presiede è autonoma economicamente, produttiva)
- Sono ricompresi COLTIVATORI DIRETTI DEL FONDO, ARTIGIANI, PICCOLI COMMERCIANTI e, in generale, “coloro che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia” (Criterio della prevalenza del lavoro proprio)
[La stessa differenza rileva con riguardo all’art. 1655 (contratto di appalto) dove il compimento di opera o servizio si ha con organizzazione dei mezzi necessari e gestione a proprio rischio, e con riguardo all’art. 2222 (contratto d’opera) dove l’opera e il servizio sono eseguiti con lavoro prevalentemente proprio.]
Quali conseguenze produce la differenza tra Impresa e Piccola Impresa?
A livello giuridico, la piccola impresa si colloca fuori dalla nozione di impresa, e non si applicano (certe volte anche espressamente, vd. artt. 2202 e 2214) le relative norme (eccezion fatta per le disposizioni indipendenti dalla dimensione e caratteristiche d’impresa).
Quali norme si applicano al piccolo imprenditore?
Le norme del lavoro subordinato
Criterio della prevalenza del lavoro proprio
Una differenza tra piccole imprese e imprese ricade sul criterio della prevalenza del lavoro proprio, essendo che le piccole imprese ricomprendono, secondo l’art. 2083, “coloro che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia”.
Il lavoro dei componenti familiari è considerato un appendice non sulla base di un rapporto di dipendenza, ma sulla base di un rapporto personale di convivenza familiare
Elemento dell’organizzazione nelle piccole imprese
E’ un elemento soltanto accessorio (come si nota se si confrontano l’art. 2083 e l’art. 1647, definizione di coltivatore diretto, dove scompare la “attività organizzata”)
Tale elemento sussiste solo quando è contenuto in limiti tali da non trasformare il lavoratore autonomo in imprenditore, l’attività da esecutiva a organizzativa
Cos’è l’impresa familiare?
Art. 230 bis cc, introdotta dalla l. 151/1975
E’ un impresa (per lo più una piccola impresa) che si attua con la collaborazione di familiari che svolgono in modo continuativo un’attività di lavoro sulla base del rapporto di famiglia e non sulla base di un rapporto di lavoro subordinato.
- E’ un istituto residuale, configurabile quando non si configura altro rapporto
- Presuppone convivenza familiare e attività di questi nella famiglia
- Si fonda sull’affectio familiae, che ha scopo non solo economico, ma anche di assistenza morale, spirituale e materiale
Chi sono i “familiari” per l’art. 230 bis?
Precisamente, si tratta di:
- coniuge
- parenti entro il terzo grado
- affini entro il secondo grado
Quali diritti riconosce il codice civile ai familiari dell’impresa di famiglia?
In proporzione alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, la legge riconosce loro:
- diritto al mantenimento
- diritto di partecipazione agli utili e agli incrementi patrimoniali
- potere, mediante deliberazione, di codeterminazione con l’imprenditore dell’impiego degli utili e incrementi, gestione straordinaria, indirizzi produttivi e cessazione dell’impresa
- diritto di prelazione sull’azienda in caso di divisione ereditaria o trasferimento d’azienda
I diritti familiari dell’impresa familiare sono intrasferibili
Elemento teleologico dell’impresa
L’impresa si caratterizza, assieme alle caratteristiche di attività professionale organizzata, anche per lo scopo specifico che intende realizzare.
Non sono imprese le organizzazioni a scopo altruistico o consortile, che non hanno com e obiettivo la produzione di un reddito
Per configurarsi impresa vi è il presupposto di un intento qualificato alla realizzazione di un guadagno , ciò di un incremento patrimoniale, vale a dire lo SCOPO DI LUCRO
Scopo di lucro oggettivo
Perché ci sia impresa, è necessario lo scopo di lucro oggettivo, ossia che l’organizzazione sia diretta a produrre ricchezza e non meramente a erogarla.
Scopo di lucro soggettivo
Non è necessario per l’impresa. Prevede che la ricchezza prodotta sia devoluta a chi assume la posizione di imprenditore.
Possono coesistere scopo di lucro e altri interessi?
Si, è indifferente se accanto allo scopo di lucro si configurino intenti altruistici o anche egoistici. Così, assieme allo scopo di lucro, l’ente pubblico imprenditore può perseguire anche scopi di pubblico interesse.
D. lgs. 112/2017
Disciplina organica in tema di imprese sociali, volte a prevedere a favore di quest’ultime agevolazioni di carattere essenzialmente fiscale.
Cosa sono le imprese sociali
Sono attività imprenditoriali svolte per finalità sociali e non egoistiche.
Come si acquista la qualificazione di impresa sociale?
A seguito dell’iscrizione in apposita sezione del registro delle imprese dell’atto costitutivo stipulato in forma pubblica
Come si perde la qualificazione di impresa sociale?
A seguito di un provvedimento del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali
Caratteristiche generali dell’impresa sociale
Sono enti privati che esercitano attività d’impresa di interesse generale (educazione, solidarietà, utilità pubblica) adottando modalità di gestione responsabili e trasparenti, senza scopo di lucro (in particolare di quello soggettivo)
Dove vengono destinati gli utili e gli avanzi di gestione dell’impresa sociale?
Allo svolgimento dell’attività statuaria o a incrementare il patrimonio. Non sono di regola mai distribuiti a lavoratori, collaboratori, amministratori, soci o partecipanti
Quali regole si applicano particolarmente all’impresa sociale?
- Specifici requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza per i componenti degli organi sociali
- Obbligo di redigere uno specifico bilancio sociale per consentire la valutazione dell’impatto sociale
- Obbligo di nomina di un sindaco, al quale spetta di monitorare l’osservanza delle finalità sociali
Si applicano anche le regole relative agli enti del terzo settore
Art. 2135 c.c.
(Impresa agricola)
E’ imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attivita’: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attivita’ connesse.
Si contrappone all’art. 2195 sulle imprese commerciali
Art. 2195 c.c.
(Imprenditori soggetti a registrazione)
[Imprese commerciali]
Sono soggetti all’obbligo dell’iscrizione nel registro delle imprese gli imprenditori che esercitano:
1) un’attivita’ industriale diretta alla produzione di beni o di servizi;
2) un’attivita’ intermediaria nella circolazione dei beni;
3) un’attivita’ di trasporto per terra, per acqua o per aria;
4) un’attivita’ bancaria o assicurativa;
5) altre attivita’ ausiliarie delle precedenti.
Le disposizioni della legge che fanno riferimento alle attivita’ e alle imprese commerciali si applicano, se non risulta diversamente, a tutte le attivita’ indicate in questo articolo e alle imprese che le esercitano.
Com’era definita l’impresa agricola del testo originario dell’art. 2135, rispetto all’impresa?
La funzione dell’imprenditore agricolo era prevalentemente produttiva, ed era solo semplicemente collegata all’attività di trasformazione o scambio. La funzione dell’imprenditore dell’art 2082, invece, era di esercitare un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi.
Inoltre, lo scopo dell’imprenditore agricolo era solo quello di ricavare frutti, non già di produrre per vendere, ossia di esercitare un’attività intermediaria a scopo di lucro.
Com’erano definite le attività di alienazione/trasformazione dei prodotti agricoli nel testo originario dell’art. 2135?
Come in qualche modo collegate, seppur distinte, dall’impresa agricola. In base a un criterio di normalità, poi, si potevano avere conseguenze sul piano giuridico tali da sottrarre queste attività connesse ai principi propri dell’attività industriale
Com’era definita quell’attività agricola in cui però l’attività produttiva realizzava un lucro attraverso la vendita sul mercato?
Si esulava dal campo dell’impresa agricola all’art. 2135, per configurarsi come art. 2195 c.1, ossia impresa industriale soggetta a registrazione.
Quali modificazioni ha subito la materia dell’impresa agricola nel tempo?
- Estensione dell’obbligo di registrazione anche agli imprenditori agricoli, oltre che a quelli commerciali, anche se a fini di mera pubblicità notizia
- Registrazione di imprenditori agricoli diventa pubblicità-dichiarativa
Come si definisce l’imprenditore agricolo, a seguito delle modificazioni?
E’ da considerarsi imprenditore agricolo chi esercita:
a) una delle attività agricole principali, come la coltivazione del fondo, la selvicoltura, l’allevamento di animali, ossia quelle “dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre o marine”
b) attività connesse alle prime, vale a dire quelle “dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge”
Quali nuovi criteri vengono utilizzati per considerare determinate attività attinenti alla categoria delle imprese agricole?
Non più criterio di normalità, bensì:
- Criterio di prevalenza: riferito alla provenienza dell’oggetto dell’attività
- Rispetto alle caratteristiche degli strumenti impiegati nel suo esercizio
Codice della crisi e imprese agricole
Vi è un esonero rispetto al codice della crisi, che ha sottratto gli imprenditori agricoli dalle procedure concorsuali tipiche dell’impresa commerciale, come la liquidazione giudiziale (fallimento) e il concordato preventivo, assoggettandole invece alle procedure in materia di sovraindebitamento, liquidazione controllata e concordato minore.
Esistono imprese al di fuori di quella commerciale nell’attuale ordinamento?
No, essendo ormai l’impresa agricola nient’altro che un’impresa industriale operante nel campo dell’agricoltura
Cos’è l’impresa di navigazione?
Impresa di navigazione è un’attività che si attua mediante l’organizzazione di elementi personali e patrimoniali, che si concretizza nel semplice esercizio di una nave o di un aereomobile, prescindendo in modo assoluto sia dal carattere professionale dell’esercizio, che dal perseguimento di finalità economiche.
L’impresa di navigazione è un’impresa ai sensi dell’art. 2082?
No, l’impresa di navigazione non attiene alla nozione all’art. 2082, ne l’armatore o l’esercente sono imprenditori ai sensi del codice civile.
L’armatore o esercente che opera funzione di vettore, noleggiante, recupero o salvataggio è imprenditore ai sensi dell’art. 2082 cc?
Si, ma solo per queste attività specifiche. Fin tanto che è esercente o armatore, egli è fuori dalla categoria degli imprenditori.
Spesso capita che l’esercizio di nave o aeromobile si inserisca in un’attività economica organizzata. In questo caso, è possibile parlare di imprenditore ai sensi dell’art. 2082, fermo restando che per l’armatore ed esercente si applicano comunque le regole del codice di navigazione, essendo i due codici distinti.
Qual’è l’elemento di coesione dei beni nell’impresa di navigazione?
La destinazione della navigazione, ossia la destinazione al servizio o all’armamento della nave o aeromobile.
Cos’è un’impresa pubblica?
Un’attività economica organizzata al fine della produzione e scambio di beni o servizi per il mercato generale, esercitata dallo Stato o enti pubblici territoriali (o altri enti pubblici).
Si applica il t.u.s.p. e lo statuto dell’imprenditore
Cos’è il t.u.s.p.?
Il testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (d. lgs. 175/2016)
In che periodo e per quali ragioni nascono le imprese pubbliche?
Le imprese pubbliche, a carattere privatistico, nascono da una privatizzazione operata negli anni Novanta motivata da esigenze di bilancio dello Stato, che hanno reso opportuna la privatizzazione di forme di organizzazione originariamente pubblicistiche in SPA, come ENEL, ENI, IRI, INA …
Cosa sono le imprese-organo?
Quelle imprese che sono gestite autonomamente da un organo dello Stato o di un ente territoriale.
- I singoli atti sono sottoposti al diritto comune, ma in generale sono sottoposte a un diritto speciale improntato a schemi di diritto pubblico
- Ente pubblico non acquista la qualità di imprenditore e non è soggetto a procedure concorsuali
Cosa sono le imprese-ente pubblico?
Quegli enti che, pur avendo carattere strumentale rispetto allo Stato o altri enti pubblici, hanno come scopo istituzionale, esclusivo o principale, l’esercizio di un’impresa.
- Sono sottoposte a diritto comune interamente
- Acquisto della qualità di imprenditore con conseguente applicazione dello statuto dell’imprenditore
Cosa sono le società in house nella PA?
Società di cui si serve la PA e sulle quali quest’ultima esercita un controllo analogo a quello esercitato sui suoi uffici, intrattenendo queste società solo rapporti con la pubblica amministrazione e venendo influenzate da questa rispetto agli obiettivi strategici e le decisioni significative della società