La terapia farmacologica delle malattie neurodegenerative Flashcards

1
Q

Definizione, eziopatogenesi e clinica di Parkinson

A

NDD caratterizzata da neuroinfiammazione, attivazione di microglia e accumulo di aSyn in corpi di Lewy, che causano stress
Si pensa sia legata a:
- Forme genetici (es. mutazione parkine)
- Forme da esposizione (es. metalli, paraquat)
- Forme sporadiche
I principali sintomi sono i TRAP:
1) Tremori
2) Rigidità
3) Acinesie (es. micrografia, freezing)
4) Postura alterata

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2
Q

Principi del trattamento del Parkinson

A

Esistono due strategie terapeutiche:
- Intervento precoce: massimo beneficio clinico
- Intervento ritardato: minor rischio di effetti avversi e complicanze a lungo termine dei farmaci

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3
Q

Linee di trattamento del Parkinson

A

In early stage possono essere impiegati:
1) Replacement: L-DOPA
2) Substitution: DA-agonisti in monoterapia
3) Releasing: amantidina
3) Antimuscarinici

In advanced stage possono essere impiegati, in associazione L-DOPA:
1) Conservation: MAOi e COMTi
2) Substitution: DA-agonisti

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4
Q

Replacement therapy nel trattamento del Parkinson

A

Si basa su L-DOPA, precursore di DA, ed è efficace in early stage PD
Siccome L-DOPA attraversa BBB con trasportatore di AA neutri, è necessaria una dieta ipoproteica e l’assunzione a stomaco vuoto
Inoltre, per ridurre metabolismo periferico di L-DOPA, è necessaria l’associazione a inibitori di DDC (carbidopa, benserazide)
La terapia deve essere iniziata con la minor dose di L-DOPA, per poi aumentarla nel tempo
È il farmaco più efficace in trattamento Parkinson ed è generalmente ben tollerata; si possono avere nausea, tachicardia, ipotensione ed effetti psichiatrici; al picco della dose si possono avere discinesie coreiformi
Essendo solo terapia sintomatica, nel tempo si sviluppano:
1) Wearing-off (3 aa): riduzione efficacia prima di dose successiva, con comparsa di sintomi TRAP
2) Discinesie on-off (5 aa): non tutte le dosi hanno effetto, con discinesie in periodi “off”

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5
Q

Substitution therapy nel trattamento del Parkinson

A

Si basa su dopaminoagonisti ed è impiegata sia in monoterapia in early stage che in associazione a L-DOPA in advanced stage
I dopaminoagonisti possono essere:
1) Ergolinici (cabergolina, bromocriptina): maggiore potenza
2) Non-ergolinici (apomorfina, ropinirolo, rotigotina, pramipexolo): migliore tollerabilità e preferiti soprattutto con cerotto transdermico
Possono dare, soprattutto se ergolinici, nausea, vomito (soprattutto apomorfina), sedazione, allucinazioni e ipotensione; gli ergolinici possono dare sindromi fibrotiche (es. valvulopatie)

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6
Q

Releasing therapy nel trattamento del Parkinson

A

Si basa su amantidina, antivirale in grado di inibire ricaptazione e favorire rilascio di DA e di agire come antagonista di NMDA, riducendo eccitotossicità
Indicata in early stage
Controindicata in CKD ed epilettici
Può dare ipotensione, tachicardia, nausea, stipsi e xerostomia
Porta benefici solo in pochi pazienti

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7
Q

Conservation therapy nel trattamento del Parkinson

A

È indicata in advanced stage in associazione a L-DOPA e si basa su:
1) MAO-Bi (selegilina, rasagilina): inibitori irreversibili; possono dare tachicardia, ipertensione, agitazione, insonnia, discinesie; selegilina può dare effetti da produzione di metaboliti tossici
2) COMTi (entacapone, tolcapone): inibitori reversibili, maggiormente impiegati per migliore profilo di sicurezza (soprattutto entacapone) e perché inibendo anche COMT periferiche si aumenta ulteriormente quota di L-DOPA disponibile a livello centrale; possono dare sedazione, discinesie e disturbi TGI

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8
Q

Anticolinergici nel trattamento del Parkinson

A

Si basa su benzatropina, biperidene e triesifenidile, indicati in early stage soprattutto in pazienti più giovani per ritardare l’uso di L-DOPA
Inibendo interneuroni AChergici nigrostriatali si riduce l’attività di neurono GABAergici che sostengono le discinesie di PD
Possono dare effetti antimuscarinici e hanno efficacia limitata a tremori

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9
Q

Definizione e clinica di Alzheimer

A

NDD caratterizzata da atrofia cerebrale causata dalla formazione di placche amiloidi extracellulari formati dalla proteina Aβ, che causano stress metabolico e ossidativo, e di grovigli neurofibrillari intracellulari formati dalla proteina p-Tau
I sintomi sono classificati in:
1) Sintomi cognitivi: 4A (afasia, aprassia, amnesia, agnosia)
2) Sintomi funzionali: rendono difficoltosa la gestione del paziente da parte dei caregivers
3) Sintomi comportamentali: agitazione, depressione, ansia, aggressività

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10
Q

Eziopatogenesi di Alzheimer

A

Lo sviluppo è associato a RF come età, familiarità, CVD, traumi cerebrali, sedentarietà, obesità, DM e sostanze
Esistono forme sporadiche e familiari (mutazione di PSEN1, PSEN2 e APP)
In Alzheimer, APP viene clivata da β-secretasi (il cui sito catalitico è formato da PSEN1 e PSEN2) e poi da γ-secretasi, formando Aβ, una proteina sticky che si aggrega in dimeri, fibrille e placche
Le placche amiloidi, se non rimosse, causano stress metabolico e iperfosforilazione di p-Tau, che forma grovigli neurofibrillari che causano la disgregazione dei microtubuli
Il processo porta alla perdita soprattutto di neuroni AChergici ipotalamici, causando la perdita di memoria

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11
Q

Storia naturale di AD

A

1) Fase preclinica (15-20 aa): asintomatica e con aumento lineare dei livelli di Aβ
2) Fase sintomatica: vi si entra con perdita del 60-70% dei neuroni AChergici, si caratterizza per una perdita progressiva ed esponenziale di funzioni cognitive e si articola in:
- Fase iniziale (2-4 anni)
- Fase intermedia (2-10 anni)
- Fase severa
- Fase terminale

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12
Q

Target del trattamento di Alzheimer e farmaci impiegati

A

1) Aumento dei livelli di ACh: AChEi di II generazione
2) Riduzione di eccitotossicità: memantina
3) Miglioramento dei sintomi comportamentali: antipsicotici
4) Rimozione di aggregati proteici: glucanemab e lalenemab

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13
Q

AChEi di II generazione nel trattamento di Alzheimer

A

Sono impiegati, in base allo stadio:
1) Donepezil: in fase lieve-moderata; inibitore reversibile competitivo, metabolizzato da CYP3A4 e CYP2D6
2) Rivastigmina: in fase moderata-severa; inibitore reversibile non-competitivo, con azione anche su BuChE e dunque azione anche periferica
3) Galantimina: in fase severa; inibitore reversibile competitivo e modulatore allosterico positivo di nAChR
Possono dare spasmi, bradicardia e diarrea

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14
Q

Memantina nel trattamento di Alzheimer

A

Antagonista non-competitivo di NMDA, permettendo di ridurre l’eccitotossicità
Indicata in Alzheimer moderato-severa anche in associazione a AChEi
Può dare confusione, allucinazioni, sedazione e nausea

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15
Q

Antipsicotici nel trattamento di Alzheimer

A

Sono impiegati sia antipsicotici tipici (aloperidolo, clorpromazina, flufenazina) che atipici (risperidone, olanzapina, quetiapina, clozapina)

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