25. Cefalee Flashcards

1
Q

CEFALEE (generalità)

A

Dolore sia nocicettivo che neuropatico localizzato al capo la cui topografia non coincide necessariamente con il territorio di distribuzione di singoli tronchi nervosi (DD nevralgie).

STRUTTURE ALGOGENE: pareti di arterie e vene extra ed intracraniche, i tronchi sensitivi dei nervi cranici e delle prime tre paia dei nervi spinali, le porzioni di dura madre vicine ai grossi vasi (quella della fossa anteriore è innervata dalle branche trigeminali I e II, quella della fossa media è innervata dalla II e III branca, mentre quella della fossa posteriore è innervata dal trigemino, ma anche dai primi tre segmenti cervicali); non è invece compreso il parenchima cerebrale. Anche alcune strutture extracraniche hanno più recettori dolorifici di altre: ad esempio le cavità oculari, seni paranasali, polpa dentale, orecchio esterno e medio, muscoli del collo.

Epidemiologia: 51% delle persone ne è affetto (80% donne, di cui 18% soffre di emicrania)
Classificazione: primitive (identifica la malattia nel dolore, senza lesione organica), secondarie (espressione di lesioni intracraniche)

Le PRIMITIVE sono: vasomotorie (emicrania), tensiva, a grappolo

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Q

CEFALEE VASOMOTORIE

A

Tipica dell’età adolescenziale, soprattutto donne, suddivisa in EMICRANICA CON AURA (classica, accesso per 6-7gg), SENZA AURA (comune, accesso fino a 48h), andamento episodico, unilaterale, pulsante, sincrono col polso, dura poche ore-gg, dolore esacerbato dalla flessione del capo sul busto o da altri movimenti, limitazione attività, possono coesistere nausea e vomito, fono/fotofobia. Prodromi come nervosismo o irritabilità possono precedere l’episodio. L’AURA è un insieme di segni e sintomi che precedono l’attacco vero e proprio, dura 30-60m, spesso localizzato al lobo occipitale monolaterale con sintomi visivi (puntini o linee luminose seghettate, scotomi che causa visione a vetro smerigliato), sensitivi, afasici, emiplegici (rari, se l’onda di depressione arriva al giro post-rolandico sono sensitivi, se va alla circonvoluzione frontale sono anche motori). Non sempre dopo un’aura segue un attacco emicranico.
Patogenesi: aura causata da VASOSPASMO arterie cerebrale media o rami della carotide interna, emicrania causata da VASODILATAZIONE che stira le terminazioni dolorifiche delle arteriole in soggetto predisposto. Secondo l’ipotesi trigemino-vascolare la componente sensitiva del TRIGEMINO, invece di trasmettere le aff sensitive, attiva i R periferici (antidromica del neurone a T ganglio Gasser) con liberazione di sostanze edemigene come il CGRP (calcitonin gene related peptide) che causa vasodilatazione, edema (infiammazione sterile) della parete dei vasi; a sostegno di questa ipotesi vi è l’efficacia dei triptani che agiscono sui R 5HT1B/D bloccando l’effetto del CGRP nell’80% dei casi con riduzione del dolore.
Terapia: triptani e FANS. Terapia preventiva: amitriptilina e beta bloccanti.

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3
Q

CEFALEA TENSIVA

A

Dopo stress fisici e psichici, si associa a disturbi dell’umore, depressione, ansia, tensioni dei muscoli pericranici collo spalle, posture scorrette, mancanza di riposo.
Clinica: continua, bilaterale, più spesso temporale e nucale. Non è pulsante ma gravativo-costrittivo, modesto da non Bloccare le normali attività quotidiane. No nausea, vomito, foto/fonobia. Dura 30m-7gg. È cronica se si verifica per >15gg/mese per più di tre mesi. si manifesta soprattutto in donne in menopausa. Non disturba il sonno al contrario della emicrania.
Patogenesi: Il dolore sembra una dolenzia muscolare con contrazione e ischemia dei muscoli stessi per compressione dei vasi, normalmente ciò non dà dolore, quindi questo avviene in soggetti predisposti con disfunzione del sistema serotoninergico, in particolare i nuclei del rafe.
Terapia: miorilassanti, benzodiazepine vecchie (che sono miorilassanti, le nuove no).

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Q

CEFALEA A GRAPPOLO

A

Forma più dolorosa di cefalea tensiva, prevale nei maschi. il nome deriva dagli episodi che sono molteplici e concentrati in un tempo breve per poi ripresentarsi dopo molto tempo, inoltre, insorgono sempre alla stessa ora.
Il dolore urente è associato a lacrimazione e edema palpebrale (schiacciamento fibre branca oftalmica V nelle pareti del seno cavernoso la cui compressione causa riflesso trigemino-vagale), miosi, pseudoptosi, anidrosi tardive (per stiramento di fibre ortosimpatiche dovuta a dilatazione del seno carotideo generando il quadro della sindrome di Bernard Horner).
Terapia: triptani e inalazione di O2 al 70% e per 15 minuti in fase acuta. Prevenzione: verapamil, carbonato di litio, steroidi. Fare profilassi per qualche mese dopo la fine degli attacchi.

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5
Q

CEFALEE SECONDARIE

A

IPERTENSIONE ENDOCRANICA: la più frequente, causata da neoplasie, meningiti, encefaliti, ematomi, trombosi seni venosi, aneurismi
VASCOLARI: emorragie (per es. l’ESA con la tipica cefalea a rombo di tuono (traumi, rottura di aneurismi intracranici, infarti emorragici)
IPOTENSIONE ENDOCRANICA e LIQUORALE: raro, dovuto a puntura lombare con discesa dell’encefalo e stiramento terminazioni dolorifiche
SOSTANZE: abuso/assunzione/privazione di farmaci o alcol o stupefacenti o sostanze tossiche
STATI DEPRESSIVI: possono causare insorgenza di cefalea
VASCULITI: in particolare l’arterite temporale di Horton, vasculite dei medi-grossi vasi che causa infiltrato infiammatorio in aa temporale, aumento abnorme di VES, all’esame del fundus oculi sfumatura della papilla (indica che c’è anche una lesione all’aa retinica e suoi rami). Terapia con corticosteroidi ad alte dosi per mesi.
NEVRALGIE: non sono considerate cefalee, ma possono dare quadri di dolore primitivo a lv cefalico. Per nevralgia del V vedi capitolo dei nervi cranici (è la più importante).

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