Rapporti di causalità Flashcards
Reati di evento:
Rapporti di causalità
Nei reati di evento abbiamo un altro elemento tipico dato dal 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗮u𝘀𝗮𝗹𝗶𝘁à che è il nesso che lega la condotta ad un evento. Lo scopo del giudizio di casualità è quello di capire se 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼𝘁𝘁𝗮 𝗽𝘂ò 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗶𝗱𝗲𝗿𝗮𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝗰𝗮𝘂𝘀𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗿𝗲𝗮𝘁𝗼.
Nesso di causalità
Il codice italiano ha una disciplina espressa in materia di casualità all’interno dell’articolo 40 del Codice Penale che asserisce che
‘𝘕𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘱𝘶𝘰̀ 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘱𝘶𝘯𝘪𝘵𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘶𝘯 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘷𝘦𝘥𝘶𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘭𝘦𝘨𝘨𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘳𝘦𝘢𝘵𝘰, 𝘴𝘦 𝘭’𝘦𝘷𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘯𝘯𝘰𝘴𝘰 𝘰 𝘱𝘦𝘳𝘪𝘤𝘰𝘭𝘰𝘴𝘰, 𝘥𝘢 𝘤𝘶𝘪 𝘥𝘪𝘱𝘦𝘯𝘥𝘦 𝘭𝘢 𝘦𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘳𝘦𝘢𝘵𝘰, 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀
𝘤𝘰𝘯𝘴𝘦𝘨𝘶𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘰𝘥 𝘰𝘮𝘪𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦’.
Tale norma ci dice che il 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗹𝗲𝗺𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗰𝗰𝗲𝗿𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗮𝘀𝘂𝗮𝗹𝗶𝘁à si pone solo quando a un soggetto viene contestato un 𝗿𝗲𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 mentre tale problema non si pone nei 𝗿𝗲𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗺𝗲𝗿𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼𝘁𝘁𝗮 in quanto, in questo caso, tra gli elementi costitutivi del reato non è compreso un evento da accertare.
Nesso di causalità:
La struttura del giudizio di causalità
Il 𝗻𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗮𝘀𝘂𝗮𝗹𝗶𝘁à è 𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼 svolto dal giudice e la trattazione di questo tema
si focalizza sulla 𝘀𝘁𝗿𝘂𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗮𝘂𝘀𝗮𝗹𝗶𝘁à.
La struttura di tale giudizio è meramente 𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮 ed è costituito dal:
- Concetto di causa
- Concetto di evento
Ogni volta che noi compiamo un giudizio sull’esistenza di un elemento svolgiamo un giudizio con una determinata struttura con cui individuiamo l’oggetto del giudizio e quale sia la base del giudizio ovvero le
informazioni che il giudice deve valutare per riuscire a formulare la sua valutazione.
Nesso di causalità:
L’oggetto del giudizio di causalità
L’oggetto del giudizio di causalità non si riduce solo all’𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 ma anche alla causa e più precisamente il 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗮𝘀𝘂𝗮𝗹𝗶𝘁à ovvero il rapporto che lega una data condotta ad un evento.
Nesso di causalità:
- Concetto di evento
Con il concetto di evento come termine di riferimento si intende un 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻𝗰𝗿𝗲𝘁𝗼 verificato nella realtà definito come 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗵𝗶𝗰 𝗲𝘁 𝗻𝘂𝗻𝗰 ovvero
quell’𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 𝘃𝗲𝗿𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻 𝗱𝗲𝘁𝗲𝗿𝗺𝗶𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗹𝘂𝗼𝗴𝗼 𝗲 𝗶𝗻 𝘂𝗻 𝗱𝗲𝘁𝗲𝗿𝗺𝗶𝗻𝗮𝘁𝗼 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼.
𝗘𝘀𝗲𝗺𝗽𝗶𝗼: il procedimento penale a carico di uno psichiatra, omicidio colposo per non aver impedito che una paziente che aveva in cura si togliesse la vita buttandosi dalla finestra. La paziente era stata ricoverata presso la clinica privata di questo psichiatra. La paziente chiede di uscire dalla clinica e di andare a casa. Arrivata si butta dalla finestra. Al medico viene contestato l’omicidio colposo mediante omissione.
Nesso di causalità:
L’evento astratto
Se si prende in considerazione l’evento astratto come parametro di riferimento sarebbe quasi impossibile, per il modo in cui è strutturato il giudizio di casualità, affermare la responsabilità del reo perché 𝗻𝗼𝗻 si potrebbe individuare nessuna condotta considerata come causa necessaria dell’evento nel senso che l’evento astratto potrebbe essere stato cagionato dal reo ma anche da qualsiasi altro comportamento.
Quando si parla di 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗰𝗼𝗻𝗰𝗿𝗲𝘁𝗼 il giudizio sulla causalità non è volto solo ad accertare se il reo ha cagionato la morte di un soggetto ma anche se il 𝗿𝗲𝗼 𝗽𝘂ò 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗼𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗶
è 𝘃𝗲𝗿𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗿𝗲𝗮𝗹𝘁à.
Nesso di causalità:
La causa
Nel giudizio di causalità la 𝗰𝗮𝘂𝘀𝗮 è 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗮𝗿𝗶𝗮 ossia quell’antecedenze senza cui
l’evento in concreto verificato non si sarebbe verificato definita come condicio sine qua non.
Tale concetto esprime l’idea che un 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 sia normalmente 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗴𝘂𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗹𝘂𝗿𝗮𝗹𝗶𝘁à 𝗱𝗶 𝗰𝗮𝘂𝘀𝗲
(es. un soggetto che viene infettato dal COVID ma che muore in ospedale per una concomitanza di patologie).
Gli 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗮𝗻𝗼 𝗶𝗹 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗻𝗮𝗹𝗲 sono 𝗿𝗮𝗿𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 correlabili ad 𝘂𝗻’𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮 𝗰𝗮𝘂𝘀𝗮, come succede nel caso dell’omicidio volontario, ma normalmente è conseguenza di una 𝗽𝗹𝘂𝗿𝗮𝗹𝗶𝘁à 𝗱𝗶 𝗰𝗮𝘂𝘀𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 𝗲𝗾𝘂𝗶𝘃𝗮𝗹𝗲𝗻𝘁𝗶 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗹’𝗮𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝘁à per il verificarsi dell’evento.
Nesso di causalità:
l’ipotesi controfattuale
L’ipotesi che un determinato fatto di reato sia con causa necessaria di un dato evento viene verificata introducendo l’𝗶𝗽𝗼𝘁𝗲𝘀𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼𝗳𝗮𝘁𝘁𝘂𝗮𝗹𝗲 ovvero una sorta di finzione con cui si immagina che il fatto realmente esistito non si sarebbe compiuto.
𝗘𝘀𝗲𝗺𝗽𝗶𝗼: per accertare la responsabilità del datore per l’esposizione di un lavoratore all’amianto
che l’ha portato ala morte il giudice deve introdurre 𝗹’𝗶𝗽𝗼𝘁𝗲𝘀𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼𝗳𝗮𝘁𝘁𝘂𝗮𝗹𝗲 facendo finta che
l’esposizione non si sia verificata. Se eliminando l’esposizione all’amianto e la malattia persiste
significa che l’esposizione all’amianto 𝗻𝗼𝗻 𝗲𝗿𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗮𝗿𝗶𝗮. In caso contrario invece
l’esposizione all’amianto diventa 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 senza cui la malattia non si sarebbe verificata.
Quello appena descritto viene definito come 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝗱𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗲𝗹𝗶𝗺𝗶𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲 ovvero
quel procedimento logico per cui si introduce un’ipotesi controfattuale per confermare o meno
la casualità di un evento.
Nesso di causalità:
Teoria condizionalistica
Sulla base della teoria condizionalistica, possiamo dire che il giudizio di causalità è un 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝗱𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗽𝘂𝗿𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗼 che si svolge nella mente del
giudice.
La teoria condizionalistica propone un 𝗺𝗲𝗿𝗼 𝗿𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗼 che però 𝗻𝗼𝗻 è in grado di
spiegare la casualità in tutte le sue ipotesi.
Nesso di causalità:
Teoria condizionalistica, la prima ipotesi
La prima ipotesi è la cosiddetta 𝗰𝗮𝘂𝘀𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗮𝗹𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗶𝗽𝗼𝘁𝗲𝘁𝗶𝗰𝗮 che allude a quei fatti in cui due persone decidono di uccidere una persona mediante avvelenamento.
- Ognuna delle due persone usa una sostanza velenosa diversa dall’altra.
- La vittima muore e si apre un
procedimento a carico di entrambi i colpevoli.
𝗠𝗮 𝗰𝗵𝗶 𝗱𝗲𝘃𝗲 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗶𝗱𝗲𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗹𝗽𝗲𝘃𝗼𝗹𝗲?
Se noi applichiamo un’𝗶𝗽𝗼𝘁𝗲𝘀𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼𝗳𝗮𝘁𝘁𝘂𝗮𝗹𝗲 l’evento non viene meno in nessuno dei due casi.
In questo caso il giudizio di casualità non ci permette di dire se la morte è stata cagionata dalla sostanza A o dalla sostanza B perchè eliminando una delle due sostanze la morte si sarebbe comunque verificata.
La soluzione a questo problema sta nel fatto che 𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗿𝗶𝗰𝗮𝗱𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹’𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗰𝗼𝗻𝗰𝗿𝗲𝘁𝗼 e quindi il 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗯𝗶𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗼 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 che ha portato alla morte.
Una volta che il giudice sa come si è verificata la morte, e quindi la sua 𝗰𝗮𝘂𝘀𝗮𝗹𝗶𝘁à 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮,
𝗮𝘁𝘁𝗿𝗶𝗯𝘂𝗶𝗿à 𝗹𝗮 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗼𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁à 𝗮𝗹𝗹’𝗼𝗺𝗶𝗰𝗶𝗱𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗵𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝘁𝗼 𝗹𝗮 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 che secondo il sapere scientifico produce la morte secondo la dinamica verificata nel caso in questione.
Nesso di causalità:
Teoria condizionalistica, la seconda ipotesi
La seconda ipotesi è quella del 𝗿𝗲𝗴𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗶𝗻𝗳𝗶𝗻𝗶𝘁𝗼 secondo cui se applichiamo il giudizio causale noi potremmo considerare responsabile di un determinato omicidio non solo l’omicida effettivo ma teoricamente anche i suoi genitori in quanto se noi eliminiamo mentalmente l’esistenza dei genitori l’evento non si sarebbe verificato.
Questo esempio ha consentito agli studiosi della causalità un elemento secondo cui tale obiezione non ha senso perché la valutazione del giudice si focalizza su una 𝘃𝗶𝗰𝗲𝗻𝗱𝗮 che vede come 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗮𝗴𝗼𝗻𝗶𝘀𝘁𝗶 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝘁𝗶𝗺𝗮 𝗲𝗱 𝘂𝗻 𝘀𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝘃𝗲 𝗮𝘃𝗲𝗿𝗲 𝘃𝗼𝗹𝘂𝘁𝗼 𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘃𝗶𝘀𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗰𝗼𝗹𝗽𝗮 𝗹𝗮 𝗺𝗼𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝘁𝗮𝗹𝗲 𝘃𝗶𝘁𝘁𝗶𝗺𝗮.
Non ha senso introdurre l’ipotesi della responsabilità dei genitori in quanto la morte della vittima è
totalmente estranea alla previsione dei genitori.
Nesso di causalità:
Miglioramento alla teoria condizionalistica
Ci sono molte teorie della causalità che si sono inserite e hanno integrato la 𝘁𝗲𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗽𝘂𝗿𝗮 cercando di sopperire alle sue mancanze.
Tra queste abbiamo la 𝘁𝗲𝗼𝗿𝗶𝗮 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮, anche detta come 𝘁𝗲𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗰𝗼𝗻 𝘀𝘂𝘀𝘀𝘂𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗶 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗵𝗲 introdotta dal prof Federico Stella.
Nesso di causalità:
Teoria scientifica
Affinché un giudice possa verificare l’esistenza di un nesso causale ha bisogno di fare riferimento al 𝘀𝗮𝗽𝗲𝗿𝗲 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼.
L’idea di condizione necessaria è uno schema logico, che per poter essere applicata a fatti concreti ha bisogno di essere riempita di conoscenze attinenti al
mondo dei fatti.
Quindi il giudizio sulla causalità deve essere spiegato mediante il 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗶 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗵𝗲.
Inoltre giustificano la spiegazione causale come spiegazione su base scientifica anche esigenze di razionalità e di controllabilità della decisione del giudice.
Secondo Stella 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗻𝗼𝗻 è 𝘂𝗻 𝗽𝗿𝗼𝗱𝘂𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗺𝗮 𝘂𝗻 𝗰𝗼𝗻𝘀𝘂𝗺𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗶 𝗰𝗮𝘂𝘀𝗮𝗹𝗶.
Nesso di causalità:
Teoria scientifica
Quale è il sapere scientifico che il giudice può utilizzare nel processo?
Secondo la scienza una 𝘁𝗲𝗼𝗿𝗶𝗮 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮 nasce come risposta a determinati problemi e si presenta come migliore di altri teorie sotto vari aspetti che possono riguardare la semplicità e la coerenza con cui viene esposta.
Il giudice può fare riferimento a 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗶𝗹 𝘀𝗮𝗽𝗲𝗿𝗲 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗼𝗻𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗮𝗹 𝗺𝗼𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼,
anche se non conosciuto all’epoca del fatto.
Le leggi scientifiche utilizzabili dal giudice descrivono la correlazione tra l’evento e la causa, possono essere distinte in:
- 𝗟𝗲𝗴𝗴𝗶 𝘂𝗻𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗹𝗶
Descrivono 𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗰𝗲𝗿𝘁𝗮 𝘁𝗿𝗮 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗲 𝗶𝗻𝘃𝗮𝗿𝗶𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶 come la legge che ci dice che tutte le volte che succede A sicuramente si verifica l’evento B sulla base di una correlazione costante e variabile - 𝗟𝗲𝗴𝗴𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲
Che descrivono una 𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘁𝗿𝗮 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗶𝗻 𝘁𝗲𝗿𝗺𝗶𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ che varia a seconda del caso.
Nesso di causalità:
Teoria scientifica
-Leggi di probabilità, il problema
La possibilità del giudice di usare le 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 nel giudizio della causalità esprime
un 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗹𝗲𝗺𝗮 nel giudizio di causalità perché quando il giudice utilizza una legge probabilistica non riesce a dire con certezza se la condotta è condizione necessaria dell’evento perché l’utilizzo del sapere scientifico è insufficiente.
Se una legge scientifica probabilistica ci dice che
un evento si verifica nel 50% dei casi esistono altrettanti casi in cui un determinato comportamento non porta a quell’evento.
La spiegazione causale, anche se basata sulla legge probabilistica, non può derogare dallo 𝘀𝘁𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗱 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗲 e quindi non sono sufficienti delle mere congetture sulla possibilità di una condotta di portare a un evento.