livio andronico Flashcards
periodo:
3°/2° sec. a.C.
sulla vita di Livio Andronico:
Da Cicerone eLivio sappiamo che era di origine greca, e che il prenome romano “Livio” lo avrebbe preso secondo alcuni da Livio Salinatore, di cui fu liberto a seguito della guerra di Taranto (272 a.C.). “Andronico” è a tutti gli effetti un nome greco.
Vive fra il 3° e il 2° sec. a.C. e a Roma fu grammaticus, autore di testi scenici e attore.
Varrone, Cicerone e Orazio considerarono Livio l’iniziatore della letteratura latina.
le opere:
Nel 240 a.C. = prima rappresentazione drammatica a Roma
Nel 207 a.C. compose un partenio in onore di Giunone, grazie al quale la sua associazione “collegium scribarum histrionumque” venne insediata nel tempio di Minerva sull’Aventino.
Ci restano una sessantina di frammenti: titoli di otto tragedie, cinque delle quali legate al ciclo troiano, delle palliate con titoli incerti. Di questi, solo uno è attestato con sicurezza: “Gladiolus”, “Sciaboletta”.
La sua opera significativa per noi è la sua versione in saturni dell’Odissea di Omero, il cui titolo doveva essere “Odusia”.
secondo Cicerone quando Andronico sarebbe giunto a Roma?
Oltre a Livio, Cicerone è l’unico che ci ha tramandato informazioni sulla vita di Andronico. L’oratore riporta che Accio fissasse al 209 a.C. (=data della presa di Taranto durante la seconda guerra punica) la venuta di Andronico. Ciò sposterebbe il culmine delle attività del poeta ai primi anni del II secolo a.C., cosa che risulta difficile. In ogni caso, le uniche date che sembrano certe sono il 240 e il 297 a.C.
perché la traduzione dell’Odissea in saturni assume una così grande rilevanza?
Livio tradusse l’Odissea con finalità letterarie e più genericamente culturali.
Partendo da queste ultime, Livio rese disponibile ai Romani un testo cardine della cultura greca, per cui l’Odusia ebbe fortuna come testo scolastico. Livio riuscì quindi a divulgare la cultura greca a Roma e a far progredire la cultura letteraria in lingua latina.
Inoltre, nasce la concezione di traduzione come operazine artistica, cioè la costruzione di un testo che stia accanto all’originale, che sia fruibile come opera autonoma e che conservi sia i contenuti sia la qualità artistica del suo modello.
dal punto stilistico, quale fu la “riforma” di Livio?
Poiché non disponeva di una tradizione epica, Livio si servì del formulario della tradizione religiosa e di forme come i genitivi in -as, dell’imperativo “insece”, “dimmi”, ossia di un linguaggio volutamente arcaizzante per dare solennità al suo testo.
Comincia così la tendenza arcaizzante e conservatrice tipica della poesia latina, con la quale la lingua letteraria si stacca dal lessico quotidiano.
per cosa si caratterizza la traduzione di Livio?
La traduzione di Livio denota una notevole volontà di aderenza all’originale e di chiarezza: per Livio tradurre significa sia conservare ciò che può essere recepito, sia modificare ciò che è intraducibile, sia per i limiti del mezzo linguistico, sia per differenza di cultura o mentalità (esempi a pagina 28-9).
In più, tipica della poesia romana arcaica è la ricerca del pathos (+ pathos), della forza espressiva e della tensione drammatica.
produzione teatrale:
Come per l’Odusia, anche i testi drammatici di Andronico presero le mosse da precisi modelli greci. In più, anche in questo caso, le traduzioni di Andronico spiccano per la loro costante ricerca del pathos.
Ex. “Aiace” di Sofocle: “come veloce svanisce tra i mortali il favore”
“Aiax mastigophòrus” di Livio Andronico: “si dà più lode al valore: ma la lode si scioglie più rapida del gelo a primavera”.