1) monografico: "la poesia e i generi" Flashcards

1
Q

cosa tratta l’Ars Poetica:

A

Si tratta della 3° epistola del 2° libro delle epistole di Orazio, in cui si tratta del modo in cui si dovrebbe far poesia. Fra i vari suggerimenti dati dall’autore egli assegna i vari metri ai diversi generi, a seconda di come il metro riesce a rendere il contenuto tipico del genere.
Orazio afferma di non riuscire a rispettare i canoni assegnati ai generi. Normalmente i generi e i metri vengono rispettati, tuttavia capita che ci siano delle contaminazioni fra generi, come dialoghi particolarmente alti nella commedia, o abbassamenti nella tragedia.

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2
Q

influenza su Orazio della scuola peripatetica:

A

i commentatori antichi affermano che qui Orazio non fa altro che mettere in poesia concetti della scuola peripatetica, aristotelica quindi.

Questo influsso si noterebbe perché Orazio non sembra scrivere del mondo in cui vive, non tratta la poesia contemporanea, ma considera solamente l’epica, l’epigramma, la lirica, la tragedia e la commedia. In generale l’opera dà largo spazio al teatro, che di fatto non è un genere così tanto diffuso in età augustea.

Sappiamo di fatto che Ovidio scrisse una Medea e abbiamo notizia di un Tieste. Questo dimostra quanto poco produttivo fosse al tempo il teatro, nonostante il volere di Augusto.
A questo periodo appartengono maggiormente l’elegia, la poesia didascalica e la satira.

Confrontando questo testo con un testo appartenente al primo periodo della produzione oraziana invece si trattava ampiamente della poesia contemporanea, ed egli parla anche di sé stesso.

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3
Q

struttura:

A
  • I versi dal 73 all’85 contengono la definizione dei confini del genere
  • cI vv da 86 a 98 descrive le deroghe rispetto alle norme del genere
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4
Q

concetto di “decorum” nell’Ars Poetica:

A

Il criterio dominante è il concetto del πρέπον, cioè il decorum, ciò che quindi si addice a qualcosa o a qualcuno, in questo caso ad un certo contenuto si addice un certo stile o metro.

Non tutti i generi inoltre hanno lo stesso valore, ma esiste una gerarchia, con in cima l’epica, poi la tragedia, poi la commedia. In Virgilio e Orazio per esempio fra un’opera e l’altra si hanno significativi cambiamenti di stile, che rimangono appunto confinati in certi stili specifici.

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5
Q

criterio dei metri per Orazio:

A

Nell’Ars il criterio dei metri sostituisce quello degli stili adatti al genere. Si tratta di un criterio molto sentito dagli antichi: anche Quintiliano, 100 anni dopo, parlando di poesia cita epica, elegia, giambo, lirica, teatro, e solo la prosa è distinta per il contenuto (storia, oratoria, filosofia).

Orazio in genere è disposto a contaminare i generi più di quanto sembri, come emerge per esempio dalle Satire, dove afferma che il genere satirico deriva dalla commedia, o dalle Epistole, in cui riporta di aver ripreso i numeri (cioè i metri), ma non i temi di Archiloco.

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6
Q

il discorso dei generi in Grecia:

A

Anche se in Grecia arcaica questa codificazione non era fissata ed esplicita, viene comunque rispettata. Una vera codificazione arriva con il periodo classico, e in epoca ellenistica, cioè alessandrina, dal III sec. a.C. in poi, dove la codificazione è ampiamente scritta, ma la moda è quella di sovvertire le leggi del genere.

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7
Q

i generi per Platone:

A

Prima di Orazio, Platone, anche se non parlando di generi letterari, nella Repubblica distingueva tre tipi di poesia, in base al modo narrativo:
- mentre nella poesia lirica il poeta parla in 1° persona
- nel dramma a parlare sono direttamente i personaggi
- nell’epica questo si mischia.

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8
Q

i generi per Aristotele:

A

La Poetica di Aristotele è però una linea guida ben più netta: egli parla di appropriatezza, secondo cui ogni genere ha un tema e una forma propri, e ad abbinare temi e forme è la natura (quasi ci fosse un legame naturale) e l’esperienza.

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9
Q

i generi per Plauto:

A

Plauto nell’Amphitruo mostra un momento di metateatro, dove Zeus afferma all’inizio di poter trasformare la sua commedia in una tragedia, usando l’espressione commixta tragico comoedia. Non sembra giusto infatti fare tutta commedia un’opera in cui entrano in scena re e divinità.
Da un lato si nota quindi questa correlazione fra tema e forma, e il fatto che i generi possono essere mischiati.

Orazio riprende questo concetto per cui ogni tema ha il suo genere, e nel secondo libro dei carmina afferma che la guerra non può essere adattata ai versi molli della poesia lirica, adatta col suo ritmo giocoso allo scherzo e alla festa (e questo rimanda ad alcune poesie catulliane legate proprio al simposio). Il poeta chiede alla sua musa di non rendere piccoli argomenti che non lo sono, con modis parvis, cioè metri piccoli.

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10
Q

Virgilio:

A

Virgilio utilizza tutta una serie di elementi all’interno delle sue opere, come i proemi al mezzo, cioè collocati all’inizio della seconda metà dell’opera, che spesso vengono utilizzati come spazio per discutere di temi metaletterari, con anche dichiarazioni di poetica.

Analizziamo il caso delle Bucoliche, dove Apollo va a tirare il lobo di Virgilio, per ricordargli di trattare temi bassi e non re e battaglie.
Nelle Georgiche invece tratta di poesia didascalica e annuncia di star componendo l’Eneide. In merito alla poesia didascalica afferma che questa possa nobilitare la materia bucolica, utilizzando uno stile medio-alto, che però non sia eccessivamente alto, come deve essere proprio invece dell’epica.

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11
Q

Ovidio:

A
  • Ovidio all’interno della elegie utilizza il distico elegiaco, un esametro unito a un pentametro.
  • Negli Amores afferma che egli stava scrivendo in esametri, ma poi Cupido gli avrebbe rubato un piede, lasciandolo con un pentametro, e quindi lo avrebbe costretto a scrivere d’amore.
  • Nelle Heroides invece, nella lettera in cui la poetessa lirica Saffo scrive a Faone (il suo innamorato), questa si scusa dicendo che non può scrivere poesia lirica perché è innamorata, cosa che la costringe a scrivere elegie

> il genere deriva dal metro e dal tema

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12
Q

Ovidio:

A

Ovidio all’interno della elegie utilizza il distico elegiaco, un esametro unito a un pentametro.
Negli Amores afferma che egli stava scrivendo in esametri, ma poi Cupido gli avrebbe rubato un piede, lasciandolo con un pentametro, e quindi lo avrebbe costretto a scrivere d’amore. Nelle Heroides invece, nella lettera in cui la poetessa lirica Saffo scrive a Faone (il suo innamorato), questa si scusa dicendo che non può scrivere poesia lirica perché è innamorata, cosa che la costringe a scrivere elegie

> il genere deriva dal metro e dal tema

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13
Q

il genere come “matrice generativa”:

A

Esiste una relazione biunivoca fra contenuto e forma, ed è questa che dà funzione critica (cioè il giudizio che si dà all’opera stessa) al concetto di genere letterario.

Il genere si realizza, oltre che attraverso le singole opere che gli appartengono, anche attraverso la riflessione critica sullo stesso, compiuta dagli autori, e che permette di dare al genere profondità.

In questo modo il genere diventa una matrice generativa che va al di là dell’essere una semplice “ricetta” per comporre un testo, dinamica e capace di esprimere pienamente ciò che il poeta vuole comunicare.

Il genere dunque è un modello della realtà, capace di mediare il mondo empirico, interpretandolo e non semplicemente rappresentandolo, dando quindi alla realtà un senso, similmente ad un modello scientifico.

Il mondo e la realtà infatti sono riformati secondo un’ideologia e un linguaggio che in assoluto sono parziali, ma intrinsecamente al genere sono coerenti. Ecco qualche esempio:
* Nell’epica tutto è rappresentato come grande, dorato ed eroico, perché queste caratteristiche sono tipiche del genere
* Nella commedia i vecchi sono tutti libidinosi, le suocere antipatiche, vi è una continua ricerca del cibo e dei soldi e lo stile è basso
* Nella poesia bucolica ci sono espressioni ricorrenti quali abbiamo innaffiato abbastanza i campi, le pecore sono stanche etc. per avvisare che il canto si sta chiudendo

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14
Q

il genere come luogo delle opere da descrivere:

A

Il genere diventa parte essenziale del contenuto e del messaggio del testo.
Il genere è un codice comunicativo tra l’autore e il destinatario ed è condiviso fra i due; inoltre è una grammatica compositiva del testo, che detta i requisiti tali per cui quell’opera può essere ascritta a quel determinato genere.

Il genere tuttavia è un contenuto problematico del testo, perché quando un autore si confronta con un genere deve anche confrontarsi con la sua precettistica, rispettandola o modificandola. In tal senso, i tratti del genere che vengono mantenuti suggeriscono il senso complessivo del testo, mentre quelli che vengono cambiati ne costituiscono la specificità.

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15
Q

fenomeni a cui può essere sottoposto il genere:

A

Il genere può essere sottoposto a:
- combinazione/aggregazione di generi
- riduzione, come nel caso dell’epillio rispetto all’epica
- rovesciamento, come la tragedia con la commedia e viceversa
- trasposizione, come da trattato filosofico a epistola

ARRT

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