14) monografico: "imitazione e arte allusiva" (Conte-Barchesi): Flashcards
motivazioni generali dietro all’allusività:
l’allusione letteraria, cioè lo scrittore che cita un predecessore, è un fatto di:
* passione e sentimento verso le opere che lo scrittore ha letto in precedenza
* convenienza: lo scrittore presenta una tradizione ben attestata e si auto legittima
* il testo che cita vuole diventare a sua volta citabile, come si augura Ovidio nei “Tristia”, dove paragona l’amore di un genitore verso il figlio con l’amore di uno scrittore verso la sua opera.
cos’è l’imitazione per i Romani?
è sia una prassi, poiché la tradizione non può fare a meno dell’imitazione, e sia un’attività educativa praticata con traduzione, interpretazione, parafrasi, ampliamenti, riduzioni, annotazioni e commenti.
intertestualità e letteratura orale:
l’lntertestualità non presuppone una civiltà dominata dalla letteratura scritta. Ad esempio, conosciamo la ‘metapoiesis’, poesia orale e occasionale fondata sulla trasformazione di modelli poetici già noti.
Oppure, Ateneo descrive una specie di gioco di società in cui, se uno diceva un verso, l’altro doveva dirne il seguito.
due modi di studio dell’intertestualità:
- come pratica sociale cara ai Romani
- attraverso la stessa prospettiva del singolo autore
l’economicità dell’arte allusiva:
l’arte allusiva è economica poiché permette di produrre molto con poco; chi legge un testo nuovo viene guidato verso l’agnizione/il ricordo di frammenti antichi mediati dalla memoria che accomuna autore e destinatario.
Il gesto allusivo somma l’agnizione del modello (nel caso di Virgilio, la figura di Ulisse rapportata a Enea) alla produzione del testo (Enea è formato su Ulisse).
Il vecchio elemento è assunto con funzione diversa per realizzare una diversa figura.
da chi dipende la citabilità?
essa dipende non solo dal lettore che ricorda, ma anche da chi scrive, e nell’atto si propone come produttore di memorabilia,cioè di cui si atteggia come “auctoritas a venire”, pronto a essere citato.
Infatti, il poeta può desiderare che le imitazioni sfuggano al pubblico, come sostiene Seneca Retore.
il testo come insieme di testi:
il testo è formato da una pluralità di testi, ma anche il destinatario gli si avvicina è una pluralità di testi.
Più un’opera è intertestuale, più assomiglia a una rete stradale con cartelli indicatori.
il problema dell’intenzionalità dell’arte allusiva:
l’essenza dell’arte allusiva sta nel comunicare il sentimento del poeta nei confronti dei suoi modelli, che non sempre ci è chiaro.
Ad oggi il problema di quale sia l’intenzione che lega il poeta al suo modello non è più così cruciale, anche perché è venuta meno la credenza secondo cui un testo rappresenti al 100% la psicologia dell’autore.
Inoltre ha preso piede la credenza che il momento della poiesis sia un’attività ispirata di una persona creatrice, e sradica quindi l’opera dalla tradizione.
> indebolito l’interesse critico per le intenzioni dell’autore (anche per la documentazione antica mancante)
Conviene considerare l’intenzionalità non tanto come il processo psicologico di un autore, il quale in parte ci sfugge,ma come “coefficiente di torsione” che un testo o una tradizione presa a modello subisce > nell’Eneide si coglie l’intenzione di Virgilio nel coefficiente di torsione che per opera sua ha subito il codice epico tradizionale.
scelte individuali o obbligate?
si è ormai accettato che la poesia riesce a rivalutare anche certe zone del linguaggio in cui non si manifesta direttamente una scelta intenzionale e consapevole, per cui funzionalità di tipo allusivo si applicano ad alcune ‘zone grigie’ della memoria poetica (cliché, generiche iconografie, luoghi comuni).
I riflessi culturali infatti possono essere veloci e semiconsci quanti quelli di quando si guida la macchina.
Anche per questo è un rischio porre l’accento sull’intenzionalità e sul suo movente.
Nasce il pericoloso assunto che ogni allusione debba essere sempre metaletteraria, con una letteratura che finisce sempre, prima o poi, a parlare solo di sé.
i due modi per lavorare un modello:
pur essendo una classificazione degli atti imitativi fondata su criteri intersoggettivi non possibile, possiamo comunque rifare 2 diversi atteggiamenti nei confronti dell’imitazione del modello:
* il “modello esemplare”, usato come exemplar da cui si copia e si cita (non è ammessa la riproduzione estesa di un testo letterario). Vi sono riprese individuali (singole parole) puntuali, citate o trasformate.
* lo “scrivere come” altri autori, senza mai dire però la stessa cosa (ex. mei ‘pastiches’)
Il 1° ha come finalità la riproduzione/trasformazione di singoli loci communes, il 2° la nascita di un analogo del modello.
> modello come matrice generativa
gli effetti dell’allusività:
l’allusività produce effetti retorici, grazie allo spazio fra la decorazione e la connotazione, fra la lettera il senso, significante e significato.
Il processo allusivo assicura il passaggio dal senso nazionale a quello emozionale.
differenza principale fra figure retoriche e allusività:
la metafora procede nascondendo il verbum proprio e mettendo il luce quello figurato; inversamente, l’allusione, mentre esibisce il concetto ripreso dal modello in modo esplicito, concreto, e lascia invece da scoprire la connotazione, il motivo del legame col modello rimasta implicito.
è possibile una classificazione dei fenomeni allusivi?
no, poiché la varietà è eccessiva. Ciò è dovuto già dal fatto che la letteratura romana nasce e si sviluppa da quella greca, per cui l’allusività a essa è estesissima.
Inoltre, non si possono classificare delle allusioni a rapporti personali e a convenzioni di vita: enunciati intesi come risposte a dialoghi vissuti.
Sicuramente le condizioni principali sono:
- la motivazione contestuale
- la funzionalità retorica
ma il campo non può essere schematizzato.
esempi della varietà dei fenomeni allusivi:
- il congedo della lettera di Orazio ad Augusto: esempio di imitazione che risulta fatta di niente, effeto d’eco senza supporto. Il verso riprende metricamente e verbalmente un verso di Cicerone, ma non capiamo il motivo dell’imitazione. Forse entrambi si rifacevano a un modello perduto enniano, e Orazio cerca di migliorare il verso di Cicerone, oppure Orazio voleva rendere il fatto che versi fatti male hanno la capacità di appiccicarsi alla memoria più di quelli fatti bene. L’idea si sposa bene con l’ironia moderazione del testo oraziano.
- le parole con cui Enea introduce la sua storia a Didone (con più pathos) ricordano quelle di Ulisse ospite dei Feaci (puntava non tanto sulla natura dolorosa del racconto, quanto sulla difficoltà tecnica del raccontare).
- il momento in cui Enea giura il suo dolore a Didone nel 6 libro, sembra riprendere Catullo nella “Chioma di Berenice”, ma non capiamo anche qui la motivazione.
quanto dura l’effetto dell’allusione?
in moltissimi esempi l’effetto che si vuole provocare è di sicuro momentaneo, ma a volte no. Molti studiosi ad esempio credono che le illusioni omeriche nell’Eneide svolgano una funzione continua, coestensiva allo sviluppo della narrazione epica.
modelli senza strutturazione linguistica:
a volte un modello perde la sua strutturazione linguistica e con essa la sua identità. Ad esempio, cliché iconografici o motivi tradizionali.
Ma possono comunque essere oggetto di strategie allusive, poiché spesso i topos possono essere rielaborati nella memoria fino ad assumere una consistenza genetica, ma non tanto da cancellare la propria unicità.
Nelle “Metamorfosi” di Ovidio, Aiace sta accusano Ulisse di codardia: le armi di Achille non fanno per lui, l’elmo di Achille rifletterebbe la sua immagine e lo farebbe scoprire ai nemici.
Il riflesso del traditore sull’elmo deriva da un episodio virgiliano.
Ulisse risponde che lo scudo di Achille non fa per Aiace, poiché non saprebbe riconoscerne le iconografie. Riprende un’immagine virgiliana in cui Enea riceve uno scudo, ma non ne capisce le immagini raffigurate sopra.
Per cui, il modello poetico è passato a topos prima che il contatto allusivo abbia luogo. E quindi, occorre che questo ultimo passaggio da un testo all’altro sia guidato, più che da parole memorabili e da agnizioni verbali, da configurazioni topiche.