7) monografico: il teatro: Flashcards
biografia e opere di Plauto:
Plauto vive tra il 260/250 a.C. e il 184 a.C., data tradizionalmente associata alla nascita di Terenzio.
Plauto e Terenzio mostrano bene come nel giro di una generazione cambi il contesto storico-culturale e come questo cambiamento influenzi di conseguenza il genere.
Questo periodo della storia romana è caratterizzato dalle guerre puniche, e Plauto (e la sua generazione) ancora conosce quella fase iniziale e gloriosa dell’espansione romana, quando ancora esisteva il metus hostilis.
Con la conquista definitiva di Cartagine e l’assoggettamento del vicino oriente a Roma arrivano moltissime ricchezze e nuovi stimoli culturali. Questo porta alle spinte di emersione di grandi figure individuali, chiaro indicatore della successiva spaccatura che verrà.
A Plauto sono attribuite dalla tradizione 130 commedie, ma in seguito al lavoro filologico di Varrone e Stilone ne vennero selezionate 21, per altro l’ultima - la Vidularia - problematica, a causa di contaminazioni e perdite nella tradizione manoscritta.
Di tutte le commedie plautine l’Anfitrione rappresenta un unicum, perché i suoi protagonisti non sono quelli classici, cioè il vecchio, il servo, il giovane e la meretrice, ma si ha la presenza degli dei.
differenze fra la commedia di Plauto e la tragedia:
Mercurio e Giove sono personaggi della commedia, nonostante gli dei e gli eroi, come diceva anche Orazio, siano i protagonisti della tragedia e dell’epica.
differenze fra Plauto e Terenzio:
- Plauto a differenza di Terenzio usa il prologo con funzione espositiva, quindi racconta attraverso un personaggio protatico come si svolgerà la storia.
- Nelle commedie di Plauto non si ha dunque l’effetto sorpresa, inoltre nel finale i valori sono ristabiliti dopo esser stati rovesciati durante lo svolgimento della storia. Avviene il contrario in Terenzio, che metteva a disagio lo spettatore con storie inaspettate e critiche morali.
- Plauto = no coerenza scenica ; Terenzio era molto attento
- Plauto = linguaggio comico ; Terenzio usava un linguaggio più censurato e verosimile
- Plauto = no approfondimento psicologico; Terenzio sì
- la differenza storico culturale significativa fra Plauto e Terenzio: la paideia greca (cioè il modello educativo-morale greco) deve fare i conti con il mos maiorum romano, minacciato dai nuovi elementi culturali che arrivano a Roma con la conquista del mediterraneo. Terenzio verrà accusato di praticare troppo la contaminatio (unione di più parti di trame menandree all’interno di una nuova commedia, anche se questo è un pretesto dei suoi detrattori, perché era un elemento fortemente presente anche in Plauto), ma soprattutto viene accusato di avere un atteggiamento troppo filoellenico che gli verrebbe dal circolo degli Scipioni, che lo userebbero come un burattino per la loro propaganda. La cultura greca spaventava perché era troppo relativista per i romani.
modello di Plauto e Terenzio:
Modello della commedia di Plauto, così come sarà anche per Terenzio (anche se con dettagli differenti) è la commedia nea greca, spesso con contaminatio dei modelli.
caratteristiche teatro di Plauto:
- In Plauto si nota la riduzione dei preuerbia, ovvero delle parti parlate della commedia, sia di quelle recitate (a base giambica) che recitative (a base trocaica).
- Di contro introduce i cantica, ovvero delle parti cantate con accompagnamento musicale, e rappresentano nella letteratura latina le uniche attestazioni di lirica performata. Questi possono essere strutturati in monodie, duetti e terzetti, con grande varietà metrica. Questa soluzione è unica nella tradizione latina, tuttavia intacca il realismo che era tipico della commedia nea greca, la quale si sforzava appunto di riprodurre la realtà anche nelle sue soluzioni linguistiche.
- Plauto quindi non ha l’interesse primario di analizzare psicologicamente i suoi personaggi o riportare un parlato realistico.
- Linguisticamente parlando, Plauto può essere considerato erede di Aristofane nel suo forzare la lingua fino allo spasimo per creare la comicità. È anche in questo che Terenzio differisce da Plauto, con una lingua ben più piana.
- La comicità plautina usa nello specifico doppi sensi, insulti, neologismi, metafore ardite
la figura del servus:
La centralità del servus sicuramente caratterizza l’opera di Plauto:
* ha funzione coadiuvante
* ha funzione metateatrale, essendo portavoce dell’autore, svelando che quello che il pubblico sta vedendo è solo finzione
* bilancia l’altra forza motrice della storia, la Fortuna, che è potentissima ma è cieca. Lo schiavo invece è forte solo della sua intelligenza e astuzia, essendo socialmente irrilevante
metro:
Per comporre le opere teatrali viene impiegato il giambo, metro appositamente pensato per questo prodotto letterario.
sulla contaminazione:
Nonostante tendenzialmente venisse rispettata la separazione fra tragedia e commedia, una contaminazione era concessa.
A livello puramente formale infatti la differenza fra i due prodotti teatrali non è tanta: sono entrambi generi comprendono testi mimetici pensati per la recitazione e strutturati allo stesso modo, con una base giambica e trocaica.
nascita della satura drammatica:
passo del 7° libro degli Ab urbe condita di Livio racconta che durante la pestilenza del 365 a.C., per calmare questo evento che era interpretato come segno dell’ira delle divinità, vennero chiamati a Roma artisti etruschi, affinché compissero un rito di purificazione danzato al suono del flauto. Dei giovani presenti al rito cominciano a imitarli aggiungendo dei motteggi e delle frasi scherzose, realizzate in una forma metrica piuttosto rozza.
Una performance coreutica si associa all’elemento verbale, e quindi si realizza una satura drammatica (così la definisce Livio), con elementi di canto, danza e musica.
Si unisce all’elemento etrusco del flauto quello romano dei versi.
il pantomimo:
Una forma più dotta del mimo è il pantomimo, diffuso soprattutto dall’inizio della prima età imperiale, con una danza che attraverso l’uso di maschere interpreta diverse vicende mimiche.
il carattere religioso degli spettacoli:
Gli spettacoli teatrali erano associati alle feste religiose, e quindi avevano un carattere statale, con organizzazione da parte dei magistrati e come committenti le autorità. Era inoltre una forma letteraria fruibile da tutti.
teatro e politica:
Il teatro romano ha implicazioni politiche, perché si rifà alla commedia nea di Menandro: può veicolare riflessioni con una sfumatura anche politica, come nelle commedie di Terenzio, ma non si hanno mai attacchi diretti ai singoli personaggi politici.
L’elemento politico emerge con forza solo nella praetexta, tragedia di ambientazione romana che poteva trattare sia avvenimenti mitici romani che episodi storici contemporanei.
il primo teatro di pietra a Roma:
Il primo teatro in pietra (prima erano in legno) viene edificata solamente nel 55 a.C. per volontà di Pompeo Magno. Differenti strutture determinavano differenti capacità di messa in scena, e soprattutto con la costruzione di strutture permanenti porta all’eliminazione del coro, lo spazio per la danza, privazione che già aveva avuto luogo nella tragedia, la quale si rifaceva alla tragedia nea, che di suo aveva abbandonato il coro per usare degli intermezzi musicali.
il primo teatro di pietra a Roma:
Il primo teatro in pietra (prima erano in legno) viene edificata solamente nel 55 a.C. per volontà di Pompeo Magno. Differenti strutture determinavano differenti capacità di messa in scena, e soprattutto con la costruzione di strutture permanenti porta all’eliminazione del coro, lo spazio per la danza, privazione che già aveva avuto luogo nella tragedia, la quale si rifaceva alla tragedia nea, che di suo aveva abbandonato il coro per usare degli intermezzi musicali.
trasposizione di opere greche nel teatro latino:
Nel caso poi della trasposizione delle opere greche per il teatro latino, bisogna tenere presente che quest’operazione di aemulatio non consta in semplici traduzioni, ma trasposizioni che ricercano, rispetto all’opera originaria, lo stesso effetto che produceva nel pubblico. Questo implica operazioni di compensazione e adattamento, come l’enfasi sul pathos (in tedesco Pethetisierung), reso ed enfatizzato tramite le figure retoriche presenti nella lingua latina, soprattutto quelle di suono, presenti nella lingua latina molto più che in quella greca
le maschere a teatro:
l’uso della maschera permette di creare personaggi caratteristici sempre riconoscibili, di usare meno attori, permette agli uomini di interpretare anche le donne, inoltre amplifica la voce.