cicerone Flashcards

1
Q

biografia di Cicerone:

A

Nasce ad Arpino nel 106. Durante la giovinezza ha modo di studiare a Roma, in Grecia e in Oriente, dove studia in particolare filosofia e retorica.

Attorno all’80 inizia la propria carriera oratoria, che continuerà fino alla fine delle sua vita. Fra ra gli anni 70 e 60 inoltre percorre il cursus honorum, fino a diventare console nel 63, anno in cui affronta la congiura di Catilina.

Viene esiliato a causa dell’azione di Clodio nel 58 a.C., ma torna a Roma nel 57.

Cerca di avvicinarsi a Cesare in seguito alla sconfitta di Pompeo (era dalla sua parte nella guerra civile), e in seguito alla morte di Cesare nel 44 prova ad avvicinarsi ad Ottaviano attacando Antonio, scelta che però gli costa la vita.

Vieneine ucciso per ordine di Antonio nel 43.

  • di lui sappiamo molto
  • col passare del tempo si concentra molto più sulla riflessione politica e morale
  • ricerca l’equilibrio fra novità e tradizione
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2
Q

quali sono le caratteristiche delle argomentazioni di Cicerone? In cosa consiste la “contraddizione” del pensiero ciceroniano?

A

Cicerone, nelle sue orazioni, mette a frutto l’uso delle parole ai fini della persuasione e li teorizza nei trattati teorici.

Col passare degli anni, ha avvertito la necessità di riflettere, rifacendosi al pensiero ellenistico, sui fondamenti della politica e della morale: il suo obiettivo è dare una solida base ideale, etica, politica a una classe dominante il cui bisogno di ordine non si traduca in chiusure, cui il rispetto del mos maiorum non impedisca l’assorbimento della cultura greca.

Cicerone ricerca un difficile equilibrio tra istante di “ammodernamento” e necessità di conservazione dei valori tradizionali.

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3
Q

carriera oratoria:

A
  • 80 - Pro Roscio Amerino - ancora stile asiano, contro liberto di Silla
  • 70 - Verrinae - Verre accusato di concussione; Cic. batte Q.O. Ortalo
  • 66 - de imperio Gn. Pompei - Cic. a favore dei pieni poteri a Pompeo per la campagna contro Mitridate
  • 63 - catilinarie - contro Catilina e la sua congiura
  • 63 - pro Murena - A favore di politico visto come suo successore
  • 56 - Pro Sestio
  • 56 - Pro Caelio - occasione per attaccare Clodio; difesa dei nuovi costumi dei giovani
  • 52 - Pro Milone -
    Orazioni Cesariane - numerosi (e finti) elogi a Cesare per ingraziarselo
    44/43 - Filippiche - contro Filippo
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4
Q

argomenti del Pro Roscio Amerino:

A

è un’orazione di difesa a favore di Sesto Roscio, il cui padre è stato ucciso da due suoi parenti alleati con Lucio Cornelio Crisogono, liberto di Silla. Pur provando disgusto verso il governo sillano, Cicerone cerca di coinvolgere Silla il meno possibile per motivi di prudenza e opportunità politica.

È portavoce della nobiltà che, pur apprezzando l’operato di Silla, si doleva per aver assecondato che tutto il potere finisse nelle mani di un solo uomo.

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5
Q

le Verrinae:

A

Cicerone le compose dopo aver ottenuto la questura in Sicilia nel 75 a.C. : il popolo gli chiese infatti di sostenere l’accusa nel processo contro l’ex governatore Verre, il quale fuggì in Italia dopo la “prima parte” dell’orazione. Cicerone pubblicò poi l’Actio secunda in Verrem.

Lo stile è maturo: il periodare è armonioso e complesso, a sintassi duttile, la narrazione semplice ma ricca di pathos. In più, Cicerone si mostra abile maestro dell’arte del ritratto.

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6
Q

perché è importante la Pro lege Manilia di Cicerone?

A

Perché Cicerone, nel 66 a.C., parlò in favore del progetto di legge del tribuno Manilio, che proponeva di dare a Pompeo poteri straordinari su tutto l’Oriente per affrontare Mitridate (in tal modo, c’era una possibilità di difendere i vectigalia, i tributi che affluivano a Roma dalle province orientali).

Gli aristocratici non vedevano di buon’occhio la concessione dei poteri a una sola persona, mentre i repubblicani costituivano un gruppo leader nell’ordine equestre, di cui Cicerone aveva bisogno per cementare la concordia di senatori e cavalieri.

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7
Q

le Catilinarie:

A

sono quattro celebri discorsi tenuti da Cicerone contro Catilina. Le quattro orazioni deliberative furono pronunciate tra il novembre e il dicembre del 63 a.C. in seguito alla scoperta e alla repressione della congiura che faceva capo a Catilina

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8
Q

qual è l’errore di Cicerone nell’esporre la prima Catilinaria?

A

Dopo aver accusato con toni minacciosi Catilina di fronte al Senato, Cicerone giustifica la propria decisione di far giustiziare gli accusati senza processo.

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9
Q

cosa spicca nella Pro Murena?

A

È un’orazione difensiva per Lucio Licinio Murena, in cui Cicerone sperava di riscontrare un continuatore della propria politica di resistenza all’eversione.

Si serve di ironia e scherzo, ma in quest’orazione troviamo il ritratto di un modello in cui il rispetto del mos maiorum sia contemperato dall’addolcimento dei costumi e di aperture delle gioie della vita.

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10
Q

che idea nuova propone Cicerone nella Pro Sestio?

A

Sestio era un tribuno accusato di violenza da parte di Clodio.

In quest’orazione, Cicerone propone non la “concordia ordinum”, ma il “consensus omnium bonorum”, cioè la concordia attiva di tutte le persone agiate.

Il dovere dei “boni” e del Senato è quello di non rifugiarsi nel proseguimento dei propri interessi privati, ma di affidarsi a personaggi eminenti che rappresentino la loro causa. Quest’idea verrà affrontata nel De re publica.

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11
Q

Pro Caelio:

A

Cicerone espone un’orazione difensiva a favore del giovane Marco Celio Rufo, amante di Clodia, moglie del fratello di Cicerone. L’oratore ha modo di sfogare il suo astio nei confronti del fratello e di dipingere Clodia come una meretrice bugiarda.

Per quanto riguarda Celio, Cicerone giustifica i modi del giovane asserendo che i tempi sono cambiati e istituendo un nuovo modello: ricondurre i nuovi comportamenti all’interno di una scala di valori che continui a essere dominata dalle virtù tradizionali, spogliate del loro eccesso di rigore.

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12
Q

quale fu il “fallimento” oratorio di Cicerone?

A

La Pro Milone, in cui Cicerone difende l’imputato accusato di aver ucciso Clodio, insistendo sulla legittima difesa e sull’esaltazione del “tirannicidio”.

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13
Q

perché le orazioni cesariane di Cicerone sono poco credibili?

A

Cicerone ottenne il perdono di Cesare dopo la vittoria di quest’ultimo e tra il 46 e il 45 a.C. compose queste orazioni che abbondano di elogi al politico.

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14
Q

quale fu la posizione politica di Cicerone dopo la morte di Cesare?

A

Cicerone cercò inutilmente di staccare Ottaviano da Antonio e di porlo sotto la tutela del Senato.

Per condurre il Senato a dichiarare guerra ad Antonio e a dichiararlo nemico pubblico, Cicerone compose le Filippiche.

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15
Q

in cosa consiste la coerenza del progetto ciceroniano? Quali sono le cause del suo fallimento?

A

Cicerone proseguì con fedeltà il suo ideale politico di concordia nel contesto di un generale riavvicinamento fra senato ed equites e si occupò sempre di salvaguardare le priorità del Senato.

Il fallimento è dovuto alla mancanza di Cicerone di condizioni necessarie a crearsi il seguito clientelare o militare necessario a far trionfare la sua linea politica, non si avvalse di eserciti personali durante la crisi, ponendo troppe speranze nei boni.

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16
Q

quale fu la risposta “letteraria” di Cicerone al periodo di crisi?

A

fu la composizione di opere retoriche a partire dal 55 a.C.

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17
Q

quali sono le opere retoriche di Cicerone? Quali sono i loro contenuti?

A
  1. De oratore: in tre libri, ambientata nel 91, dialogo fra Licinio Crasso e Marco Antonio. I libro: ampia preparazione culturale dell’oratore vs preparazione da autodidatta e fatta sul campo; II libro: dispositio, inventio e memoria; III libro: l’importanza dell’actio
  2. Orator: delectare, probare, flectere
  3. De optimo genere oratorum: apprezzamenti ed elogi rivolti ai due oratori greci Demostene ed Eschine
  4. Brutus: dialogo fra Cicerone, Bruto e Attico; ripercorse le tappe della carriera e dell’evoluzione dello stile di Cicerone; disprezzo dell’asianesimo.
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18
Q

quali sono le opere morali di Cicerone? Quali sono i loro contenuti?

A

Laelius de amicitia (44): breve dialogo di elogio dell’amicizia tra boni viri, utile alla società e a cementare il legame fra i boni; spiegazione della particolare amicizia romana (anche beneficio politico) e augurio di rapporti sinceri e interclasse.

Cato maio de senectute (44): dialogo riflessivo sulla vecchiaia, che porta al decadimento del corpo e all’inattività politica. Catone rappresenta l’individuo integerrimo che ha saputo in vecchiaia bilanciare otium e impegno politico.

Tusculanae disputationes: dialogo in cui lo stesso Cicerone si rivolge ad un interlocutore anonimo. Il tema centrale è quello della felicità, per il quale Cicerone si avvicina allo stoicismo più severo.

De officiis (44): riflessione sui doveri della classe dirigente romana, che deve saper coniugare l’utile e l’honestum e riprendere un giusto controllo sulla società. L’opera sembra stemperare il rigorismo tipico del mos maiorum (che già nella pro Caelio si era dimostrato superato), ed è principalmente rivolta ai giovani, il futuro di Roma.

De finibus bonorum et malorum: l’opera riflette su diversi sistemi filosofici. Scarta l’epicureismo e sembra avvicinarsi allo stoicismo, anche se non ad uno stoicismo intransigente e severo come quello di Catone. Cicerone dimostra dunque una certa apertura e flesibilità, tenendosi sempre lontano dalle posizioni troppo estreme

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19
Q

De oratore ciceroniano:

A

Dibattito ambientato nel 91 a.C. tra Marco Antonio e Lucio Licinio Crasso.

Antonio si schiera a favore di un oratore “istintivo” e “autodidatta” + espone le problematiche legate all’inventio, dispositio e memoria.

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20
Q

dibattito del De inventione ciceroniano:

A

Per un oratore è più importante l’abilità retorica o una larga cultura nell’ambito del diritto, della filosofia e della storia?

L’eloquenza è senz’altro necessaria, ma la sapientia è fondamentale per la formazione morale dell’oratore.

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21
Q

caratteristiche del De oratore:

A
  • ambientazione nel 91 a.C. : l’anno della morte di Crasso + precede di poco la guerra sociale tra Mario e Silla
  • ispirazione al dialogo platonico ma con argomentazione romana
  • formazione dell’oratore = f. dell’uomo politico della classe dirigente (uomo di vasta cultura generale capace di padroneggiare l’arte della parola e di persuadere il suo uditorio).
22
Q

cos’è l’Orator?

A

È una ripresa di Cicerone delle tematiche del De oratore in un trattato più esile, delineando il ritratto del perfetto oratore. I suoi tre fini sono
- probare = stile umile
- delectare = stile medio
- flectere = stile elevato.

23
Q

perché Cicerone insiste sul dovere di flectere gli animi?

A

perché è una presa di posizione contro i sostenitori dell’atticismo, che rimproveravano a Cicerone di non distaccarsi dall’asianesimo.

24
Q

il Brutus:

A

Dialogo tra Cicerone, Bruto e Attico, in cui l’autore disegna una storia dell’eloquenza greca e romana + tappe della carriera ciceroniana.

25
Q

opere politiche di Cicerone:

A
  • De re publica (54/51): l’opera, scritta sottoforma di dialogo fra l’Emiliano e Lelio ambientato nel 129 a.C., vuole discutere della forma “mista” dell’ordinameto romano (forma monarchica, aristocratica e democratica), individuando in questa il motivo della grandezza di Roma e trattando le rispettive forme degenerate di ogni potere. Qua viene introdotta l’idea di un princeps che collaborasse e coesistesse assieme agli altri organi della repubblica romana, al fine di renderla più stabile e coordinarla. Alla fine dell’opera viene raccontato un sogno avuto dall’Emiliano durante la terza guerra punica, in qui gli era apparso in sogno il nonno Africano e il padre, che gli avevano rivelato il celeste destino riservato agli uomini che avevano fatto il bene dello stato.
  • De legibus: l’opera tratta, sempre sulla scia di quella platonica, la questione delle leggi, descritte come date dalla divinità, oltre che il ruolo dei magistrati a Roma. Anche questa è un dialogo, che si tiene fra Cicerone stesso, Attico e il fratello Quinto.
26
Q

cosa differenzia il De republica di Cicerone dalla Repubblica di Platone?

A
  • Cicerone colloca la forma migliore di governo nella costituzione romana al tempo degli Scipioni, in cui l’elemento monarchico si rifletteva nel consolato, l’elemento aristocratico nel senato e quello democratico nella plebe (libro 1). (mentre Platone non la colloca in un periodo, parla solo della repubblica ideale. Quella di Cicerone è molto più autoreferenziale). «L’utopia, ciò che è senza tempo e senza luogo, non può che identificarsi con l’idea, con il modello ideale, che è per l’appunto senza luogo e senza tempo, che è compiuto e perfetto in se stesso”
  • Libro 2: svolgimento della costituzione romana
  • Libro 3: concetto di iustitia
  • Libro 4 e 5: educazione dei cittadini e dei principi
  • Libro 6: rievocazione da parte di Scipione Emiliano del sogno in cui gli appariva Scipione Africano.
27
Q

qual è, secondo Cicerone, il ruolo del princeps?

A

È quello di sostenere il senato per salvare la res pubblica entro i suoi limiti.

Per far sì che sia così, il princeps deve essere un governatore-asceta, ossia rinunciare a tutte le passioni egoistiche dell’animo.

28
Q

De legibus:

A

Dialogo tra Cicerone (conservatore moderato), suo fratello Quinto (ottimate estremista) e Attico (epicureo).

29
Q

opere filosofiche di Cicerone:

A
  • Hortensius
  • Academica (Priora e Postyeriora)
  • De finibus bonorum et malorum: problema del sommo bene e sommo male con tre dialoghi (teoria epicurea, stoica ed eclettica)
  • Tusculanae disputationes
  • De natura deorum (confutazione tesi epicuree)
  • De divinatione (esitazione tra la denuncia della falsità della religione tradizionale e il suo mantenimento a scopo politico)
  • De fato
  • Cato maior de senectute: Catone il Censore portavoce. Amarezza per la vecchiaia che porta anche la perdita della possibilità di intervento politico.
  • Laelius de amicitia: ricerca di fondamenti etici della società nel rapporto che lega gli amici.
30
Q

per cosa si differenzia il Cicerone filosofico rispetto ai greci?

A

Nella scelta dei temi, che vanno di pari passo all’evoluzione della società.

Si pone questioni che riguardano i fondamenti stessi della crisi sociale, politica e morale della società romana e tenta di escogitare una soluzione permanente.

31
Q

qual è la teoria della conoscenza nel metodo filosofico ciceroniano?

A

probabilismo degli Accademici, una sorta di scetticismo pragmatistico che, senza negare l’esistenza di un fenomeno, si occupa di garantire una spiegazione plausibile.

32
Q

in cosa consistono l’eclettismo e l’humanitas di Cicerone?

A
  • Eccletismo: espone le diverse opinioni e le confronta
  • Humanitas: invita a un maggiore apertura e tolleranza intellettuale.

perplessità verso lo stoicismo.

33
Q

qual è un caso di contraddizione filosofica di Cicerone?

A

Pur predicando l’eclettismo, Cicerone inveisce contro l’epicureismo per due motivi:
* l’epicureismo predica l’astinenza dalla vita politica
* indebolisce i legami con la religione tradizionale.

34
Q

De officiis:

A
  • 3 libri
  • trattato dedicato al figlio Marco
  • formulazione di una morale della vita quotidiana che permetta all’aristocrazia romana di riacquistare il controllo sulla società
  • rivolto ai giovani = funzione pedagogica
  • ostacoli: la società romana combatteva la speculazione filosofica
  • Cicerone dimostra come l’assolvimento di determinati poteri non fosse possibile senza aver assorbito la filosofia greca.
  • 3° libro: sull’honestum, sull’utile e sul conflitto tra essi.
35
Q

com’è costituito il sistema di virtù ciceroniano?

A
  • La beneficentia: per Panezio serve a collaborare positivamente al benessere dell’umanità e di mettere a disposizione dei cittadini gli averi del singolo, per questo Cicerone sottolinea che non deve essere posta al servizio di ambizioni personali per evitare la corruzione.
  • La magnitudo animi: naturale istinto a primeggiare sugli altri, una virtù “signorile”. Tuttavia questa virtù può trasformarsi in tirannide
  • conclusione: rapporto tra logos e istinti naturali.

La ragione controlla gli istinti e li trasforma in virtù.

36
Q

cos’è il decorum per Cicerone? Cosa genera?

A

Un ideale di aequabilitas di pensieri, gesti, parole.

Da questo deriva il “galateo” di un vir bonus, che permette di fondare anche la possibilità di una pluralità di atteggiamenti e di scelte di vita.

37
Q

data la pluralità di scelte dovute al decorum, secondo Cicerone qual è il ruolo della filosofia?

A

È quello di ritessere la trama dei valori e rendere più duttile l’antico modello.

38
Q

quali sono le caratteristiche della lingua di Cicerone?

A
  • tendenza “puristica”: evitare i grecismi
  • neologismi dovuti alla necessità di parlare solo con termini di origine latina
  • creazione di un tipo di periodo complesso e armonioso, una rigorosa architettura logica (chiarezza massima)
  • eliminazione di forme di incongruenza tipiche della costruzione latina arcaica
  • varietà di toni e di registri linguistici
  • stile semplice, temperato e sublime: funzione di probare, delectare e movere
  • osservazione del numerus: sistema di regole metriche adatte alla prosa.
  • periodicomplessi ma ordinati
39
Q

di cosa consta la produzione poetica di Cicerone? Come la giudicavano gli antichi?

A

gli antichi non avevano grandi considerazioni di Cicerone poeta. In gioventù compose poemetti alessandrineggianti di argomento mitologico.

40
Q

quali sono le opere poetiche di Cicerone?

A
  1. Limon: opera miscellanea che conteneva una raccolta di giudizi in versi su altri poeti
  2. Aratea: tradizione in esametri dei Fenomeni di
  3. Arato
  4. Marius
  5. De consulatu suo.

Le opere poetiche scritte da Cicerone in gioventù, principalmente gli Aratea, hanno caratteristiche erudite, ma non dimostrano particolare bravura

Le opere scritte da Cicerone in età matura invece sono importanti solo relativamente all’opera di regolarizzazione dell’esametro portata avanti dall’autore; particolarmente derisa fu De consulatu suo.

In generale Cicerone non è mai stato particolarmente apprezzato come poeta

41
Q

quali sono i due periodi della produzione poetica ciceroniana?

A
  1. Periodo di gusti e modi alessandrini: dedicato a componimenti brevi e a contenuto erudito o didascalico
  2. Periodo dei poemi epico-storici di tipo enniano: gusto arcaizzante.
42
Q

struttura dell’epistolario di Cicerone:

A
  • 16 libri Ad familiares
  • 16 libri Ad Atticum
  • 3 libri Ad Quintum fratrem
  • 2 libri Ad Marcum Brutum

molto vario in temi e toni, è testimone storico di sermus cotidianos

43
Q

temi dell’Epistolario di Cicerone?

A

L’epistolario è ricco e vario:
* biglietti frettolosi
* avvenimenti politici
* lettere simili a trattati
* consequenziale varietà di toni

44
Q

perché definiamo l’epistolario di Cicerone “reale”?

A

perché quando lo compose Cicerone non pensava a una sua pubblicazione, per cui il Cicerone che appare è sicuramente spontaneo.

45
Q

qual è il valore storico dell’epistolario di Cicerone?

A

Funge da “giornale quotidiano”.

Grazie a Cicerone l’epoca in cui visse è quella storicamente a noi più dettagliata.

46
Q

qual è la visione di Cicerone sulla conoscenza filosofica?

A

Cicerone in sostanza tende a non condividere le idee delle dottrine troppo estreme (come il primo stoicismo, molto duro), e scarta sicuramente l’epicureismo.

Egli prende in considerazione varie dottrine, e adotta un modus operandi che prevede di valutare di volta in volta il modo di comportarsi. Verso l’ultimo periodo della sua vita si avvicina maggiormente allo stoicismo.

Per quanto rigurada la conoscenza, egli aderisce alla dottrina probabilista, la quale afferma che le informazioni della realtà non possano essere conosciute con certezza, ma si tratti di conoscenze probabili, e che si debba valutare volta per volta (no scetticismo o dogmatismo radicali).

47
Q

qual è la visione di Cicerone sulla vecchiaia?

A

Come espresso all’interno del Cato maior, la vecchiaia è vista come un momento di decadimento fisico (e non di rado anche mentale), che per di più comporta l’allontanamento dalla scena politica, molto cara a Cicerone.

Come esempio di stile di vita ideale egli individua l’esempio di Catone (che nell’opera a cui dà il titolo è per altro addolcito), che seppe anche in vecchiaia coniugare otium e impegno politico

48
Q

qual è la visione di Cicerone sull’amicizia?

A

Come descritto nel Laelius, l’autore parla dell’amicizia romana come un particolare rapporto che non era semplicemente basato sull’affinità fra due individui, ma che sottintendeva anche un vantaggio politico.

Cicerone si augura che sia possibile in futuro formare dei rapporti sinceri, che possano - anche a livelo politico - cementare il legame fra i boni, i cittadini più validi destinati a risanare la repubblica romana. Questi rapporti non escludono amicizie “interclasse”, dal momento che il vir bonus non appartiene necessariamente solo all’aristocrazia.

49
Q

qual è la visione di Cicerone sui doveri della classe dirigente?

A

Il compito della classe dirigente non è quello di governare secondo i propri interessi, prosciugando le finanze di Roma, ma è quello di coniugare l’utile (il proprio interesse personale) all’honestum (ciò che è bene per lo stato), riprendendo il controllo sulla scena politica, sempre più governata da personalità forti che accentrano e polarizzano attorno a sè il potere (Silla, Pompeo, Cesare).

50
Q

qual è la visione di Cicerone sulla virtù?

A

(ne parla nel De Republica, nel tusculanae disputationes…)
Di primaria importanza è anche il concetto della magnanimità, che indica quella naturale inclinazione dell’individuo capace a primeggiare sugli altri (inclinazione che, a livello più generale, dimostra anche la stessa città di Roma sugli altri popoli). Questo affermarsi guadagnando cariche e ricchezze tuttavia appare in contrasto con quanto detto nel de officiis, che disprezza le ricchezze terrene.

Questo si spiega così: questo guadagnare le ricchezze deve essere messo al servizio dell’altro e della propria opera benefattrice, per evitare che un’ottima virtù si trasformi in tirannide. È dunque fondamentale in controllo del desiderio personale.