FENOMENI MATERNO FETALI O MECCANICI Flashcards

1
Q

DEFINIZIONE FENOMENI MATERNO FETALI O MECCANICI

A

Modificazioni dei rapporti tra il feto (corpo mobile) e il canale del parto per effetto della forza.

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2
Q

QUANDO INIZIANO I FENOMENI MATERNO FETALI

A

Parimenti al periodo dilatante la testa, prima che diventi a dilatazione completa non inizia il fenomeno materno-fetale (meccanico).

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3
Q

ELENCO FENOMENI MATERNO FETALI

A
  • Riduzione ed impegno della parte presentata
  • Progressione
  • Rotazione interna
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4
Q

TEMPI CHE SI VERIFICANO A DIALTAZIONE COMPLETA

A

A dilatazione completa si hanno i seguenti tempi:
a. Riduzione ed impegno della parte presentata:
b. il feto flette la testa, il mento sul torace e quindi si andrà sullo stretto superiore a confrontare un diametro più favorevole di circa 9,5 cm diametro… ovviamente il bambino non la flette coscientemente.

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5
Q

RIDUZIONE ED IMPEGNO

A

avvengono di solito contemporaneamente alla dilatazione del canale cervicale ed alla completa espansione del segmento uterino inferiore.

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6
Q

RIDUZIONE, DEFINIZIONE

A

è la sostituzione di un diametro nella parte presentata sfavorevole con uno più favorevole; significa che tale parte adatta i suoi diametri a quelli dell’ingresso pelvico

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7
Q

TIPI DI RIDUZIONE

A

a. DIRETTA: accorciamento di un diametro per effetto della compressione esercitata dal cingolo pelvico (la presentazione podalica è quella che si presta ad una riduzione diretta);
i. Relativa: quando si ha la riduzione di un diametro e per compenso l’allungamento di uno o più altri diametri;
ii. Assoluta: quando non c’è compenso con aumento di altri diametri.
c. INDIRETTA: quando si ha la sostituzione di un diametro meno favorevole con uno più favorevole all’impegno.

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8
Q

QUALE RIDUZIONE AVVIENE NEL PARTO FISIOLOGICO

A

Nel parto fisiologico (parto di vertice) è ciò che avviene. Si mette il diametro sub-occipito-bregmatico (9,5 cm), che è il diametro più favorevole (rispetto al diametro fronto-occiptale).

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9
Q

QUALE DIAMETRO VIENE SOSTITUITO NELLA RIDUZIONE DI VERTICE, CHE TIPO DI PRESENTAZIONE SI HA

A

L’occipito-frontale con il sotto-occipito-bregmatico attraverso un movimento di flessione del capo.

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10
Q

IMPEGNO , DEFINIZIONE

A

nell’ingresso pelvico della parte presentata, è il passaggio della sua maggior circonferenza al di là del piano dello stretto superiore. L’impegno non è sinonimo di fissità.

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11
Q

LIMITI DELLO STRETTO SUPERIORE

A

Anteriormente eminenza ileo-pettinea, posteriormente articolazione sacro iliaca. Forma di cuore da carta da gioco, l’incisura del cuore corrisponde al promontorio sacro vertebrale e la punta corrisponde alla sinfisi pubica. L’impegno avviene in un diametro obliquo che generalmente è il sx.

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12
Q

PROGRESSIONE, DEFINIZIONE

A

la contrazione uterina, che comprime tutto l’ovoide fetale, fa appoggiare la testa sul torace, quindi c’è la progressione e si impegna la testa.

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13
Q

QUANDO LA PROGRESSIONE PUO’ AVVENIRE IN MANIERA COMPLETA

A

La progressione può avvenire normalmente solo quando la dilatazione è completa o quasi, altrimenti possono aversi lacerazioni ed emorragie.

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14
Q

COSA CONTA NELLA PROGRESSIONE

A

Che la parte presentata cambi il suo diametro sfavorevole con quello favorevole in quel passaggio che è anatomicamente quello antero- posteriore; si ha una rotazione interna di 45° che porta l’occipite sotto la sinfisi pubica.

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15
Q

ROTAZIONE INTERNA, DEFINIZIONE

A

È il tempo in cui la parte presentata P.P, giunta a livello dello stretto medio è sollecitata a disporre il suo diametro più lungo nella stessa direzione del diametro antero-posteriore del canale del parto. Qui infatti, il maggior diametro non è più l’obliquo ma l’AP. La direzione dell’asse del canale ha una curvatura in avanti che prende il nome di ginocchio del canale del parto. Arrivato allo scavo medio ci sono le spine ischiatiche che non fanno passare le spalle, quindi da posizione obliqua fa una rotazione di 1/8 di circonferenza anteriormente (verso la sinfisi pubica).

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16
Q

TIPI DI PROGRESSIONE INTERNA

A

a. Riduzione indiretta non è ancora completata
b. Inizio progressione e rotazione interna
c. Rotazione interna è quasi del tutto completata
d. Momento di deflessione della testa all’atto del suo disimpegno

17
Q

DISIMPEGNO DELLA PARTE PRESENTATA, COSA AVVIENE

A

questo punto la testa fuoriesce dal perineo; la testa è fuori dalle cosce della donna. Il disimpegno è il tempo in cui la parte presentata, sotto l’azione della forza, supera il piano perineale e l’anello vulvare e fuoriesce dal canale del parto

18
Q

COSA E’ NECESSARIO FARE DOPO IL DISIMPIEGO DELLA TESTA

A

A questo punto l’occipite ha preso contatto con la sinfisi pubica e si è avuta un’iniziale estensione della testa sul tronco con scivolamento dell’occipite sotto la sinfisi pubica che fa da leva. Quando la testa si disimpegna bisogna, con l’altra mano, proteggere il perineo dalle lacerazioni perché la pressione è molto alta.

19
Q

ROTAZIONE ESTERNA O RESTITUZIONE, DEFINIZIONE

A

Dquesto movimento indica il fatto che la testa porterà la nuca verso la coscia interna di sx o dx, e questo permette al diametro bisacromiale di superare lo stretto medio, dove c’è un diametro trasverso non favorevole. Quindi mettendosi lungo un diametro obliquo o antero-posteriore fuoriescono le spalle e la testa.

20
Q

DEFINIZIONE ROTAZIONE ESTERNA

A

La rotazione esterna è il tempo in cui la parte presentata, già espulsa, compie una rotazione o restituzione in direzione contraria al movimento di rotazione interna. È la conseguenza di un movimento di rotazione interna delle spalle che ancora si trovano nel canale del parto e che passano dallo stretto superiore allo stretto medio a quello inferiore. La spalla si deve fissare sotto il pube per permettere l’escursione totale del bambino.

21
Q

DEFINIZIONE ESPULSIONE TOTALE

A

l’espulsione totale è l’ultimo tempo. Avvenuta la restituzione e continuando l’azione della forza, si impegna sotto la sinfisi pubica la spalla destra, contemporaneamente il tronco subisce una flessione laterale, subito dopo si disimpegna la spalla sinistra (esce fuori prima la spalla sinistra, poi la spalla destra, che funge da fulcro).

22
Q

ROTAZIONE SACRALE DELL’OCCIPITE

A

Le posizioni posteriori dell’occipite sono l’occipito-destra e l’occipito sinistra posteriore.
In queste posizioni, l’unica differenza è l’ampiezza di rotazione interna, che deve avvenire di 3/8 di circonferenza dall’indietro all’avanti per portare la testa in OIDA o in OISA (occipite-iliaca destra anteriore o occipito-iliaca sinistra anteriore). La rotazione più ampia richiede più tempo e spiega la maggiore durata dei travagli caratterizzati dall’inizio da una posizione posteriore.
Noi ci accorgiamo che è una rotazione sacrale (dopo che è nato) perché il bambino ha lo sguardo rivolto verso il soffitto.
Quando invece di 3/8 l’occipite fetale ruota di 1/8 di circonferenza verso l’indietro si determina la così detta rotazione sacrale dell’occipite. In questi casi il disimpegno è sicuramente più prolungato, perché comporta un’abnorme distensione dei tessuti materni, nonché una forte pressione della testa sul collo fetale, con il mento compresso contro lo sterno fetale. La grande fontanella si impegna sotto la sinfisi pubica. Quindi, grazie a una forte trazione sul perineo, che spesso si lacera, l’occipite fuoriesce dai genitali, scivolando al di sopra della commisura vulvare posteriore, per cui affiorano nell’ordine: la fronte, la radice del naso, il naso, la bocca e il mento, grazie a un movimento di estensione del capo fetale sul collo. Il parto più lungo e laborioso, richiede spesso manovre invasive e può comportare esaurimento delle forze della madre.
Nella nullipara la posizione posteriore persistente e la rotazione sacrale dell’occipite possono rappresentare un problema. Nella pluripara, questo in genere non si verifica e in parto avviene in maniera spontanea. Chiaramente, anche la compatibilità tra il bacino materno e le dimensioni della testa fetale ha un ruolo di rilievo nell’andamento del parto. Spesso il travaglio si arresta e può comparire atonia uterina o minaccia di rottura dell’utero o sofferenza fetale grave: si interviene con taglio cesareo.