SUICIDIO Flashcards
DEFINIZONE
Il suicidio è un evento multideterminato, imprevedibile e legato all’ambito psichiatrico (70-80%). Non esistono metodologie preventive.
Il rischio suicidario può variare come qualità e quantità rapidamente nel tempo.
EPIDEMIOLOGIA
Ogni anno un milione di persone muoiono per suicidio, ogni anno ci sono tra i 10 e i 15 milioni di tentativi. Un medico, e non uno psichiatra, ogni anno mediamente entra in conflitto con almeno 3 pazienti a rischio suicidario. Ogni giorno 172 persone in Europa muoiono di suicidio, pari ad un disastro aereo. Il tasso per 100mila abitanti è del 7-8%. La Sardegna, rispetto alle altre regioni del sud si comporta in modo anomalo, nel 2015 addirittura il tasso sale al 13%. Le regioni del Sud sono quelle con i tassi più bassi. L’Ogliastra è una regione in cui esiste un paradosso importante: ci sono più centenari e c’è il tasso più alto di suicidi. Per alcune regioni del Nord Italia come Valle d’Aosta e Trentino, in particolare la provincia di Bolzano, prevale l’uso di sostanze come l’alcool, in misura superiore rispetto a quanto accade in Sardegna, dove invece è elevata la percentuale di casi di disturbi dell’umore
FATTORI PSICOPATOLOGICI COINVOLTI IN SUICIDIO
Patologie psichiatriche e comorbidità;
Neurobiologia;
Impulsività;
Hopelessness, cioè senso di disperazione e di pensare di non poter ricevere aiuto;
Familiarità;
Vulnerabilità psicologica, che non necessariamente significa patologia psichiatrica;
Comportamenti a rischio suicidario;
Presenza di patologie organiche;
Eventi di vita stressanti, come la mancanza o la perdita di lavoro;
Accesso a mezzi visivi: per esempio si possono attuare delle misure nei confronti dei mezzi che possono portare al suicidio per diminuirne i casi. Si pensi alla Cina in cui è stata svantaggiata la distribuzione della carbonella, che veniva utilizzata per suicidarsi o al Ponte di Rosello. Bisogna quindi pensare alla disponibilità di mezzi e utilizzo di certi farmaci che, se assunti in determinate circostanze, possono portare al suicidio. Occorre fare attenzione nella somministrazione ai pazienti;
Abuso di sostanze;
Tratti o disturbi di personalità, come l’istrionico o il borderline
FATTORI DI RISCHIO
Predisponenti o distali Rischio neurobiologico; Storia familiare di suicidio; Disturbi psichiatrici; Uso/abuso di sostanze; Impulsività ed aggressività (per quanto riguarda la seconda possiamo dire che in alcuni pazienti hanno dentro di sé rabbia ed inoltre si deve fare attenzione allo switch dall’autoaggressività all’eteroaggressività, in cui prima si ha Violenze fisiche; un tentativo di suicidio e poi aggressività verso gli altri, come accade nei depressi Fallimenti economici. che si trovano nella “dimensione rabbia”); Trauma infantile o trauma in generale, come il disturbo post-traumatico da stress.
FATTORI PREDISPONENRI POTENZIANTI O PROSSIMALI
Eventi di vita;
Disponibilità del mezzo;
Malattie fisiche;
Lutto, specialmente se recente;
Disturbi psichiatrici nelle loro fasi acute o nella loro cronicità;
Rottura di relazioni affettive;
Divorzi;
Licenziamenti;
all’eteroaggressività, in cui prima si ha
Violenze fisiche;
un tentativo di suicidio e poi aggressività
verso gli altri, come accade nei depressi
Fallimenti economici
EPIDEMIOLOGIA
- Per quanto riguarda l’età abbiamo due picchi: uno nella popolazione di età superiore ai 75 anni, mentre l’altro tra i 15 ed i 44 anni, tipico soprattutto di questi ultimi anni, fatto strettamente legato all’uso di sostanze.
- Il rapporto M:F è Di 4:1, mentre quello dei tentativi di suicidio è di 1:3.
- Il rischio di suicidio è doppio nei single e nei vedovi, mentre è 4 volte superiore nei divorziati. I figli sembrano essere un fattore protettivo.
- Etnia. Si ha un numero importante tra i caucasici.
- Credenze religiose: alcune affiliazioni sono fattori protettivi.
- Disoccupazione
FATTORI PROTETTIVI
Stile cognitivo e personalità (senso di valore personale, fiducia in sé stessi e nella propria personalità, cercare aiuto non appena insorgono le difficoltà, chiedere consiglio quando si devono prendere decisioni importanti, apertura alle esperienze degli altri ed alle soluzioni che possono offrire, desiderio di imparare);
Famiglia (Buone relazioni, supporto, stile genitoriale coerente e supportivo);
Fattori ambientali (Sane abitudini alimentari e sonno, luce del sole visto che nei paesi del Nord Europa il numero dei casi di suicidio è decisamente più alto rispetto a quelli del Sud, esercizio fisico, ambiente
CARATTERISTICHE PZ SUICIDARIO
Maschio, bianco di età inferiore ai 20 anni o superiore ai 45, vedovo o divorziato, vive da solo, disoccupato o pensionato. L’elemento più importante da ricordare è dato dai precedenti tentativi di suicidio perché più tentativi nel passato portano ad un percorso più semplice verso il suicidio, inoltre il nostro paziente ha familiarità per tentativi di suicidio anche perché basta un solo caso per aprire la strada al suicidio perché è come se si fosse infranto un tabù. Si ricordano eventi di vita stressanti, come lutto o licenziamento, malattie fisiche, accesso a mezzi letali, storia di depressione o di altri disturbi mentali, abuso di sostanze come alcolici proprio perché l’alcool è disinibente, ansiolitico ed offuscante, impulsività ed aggressività, senso di disperazione e solitudine, anedonia, agitazione e soprattutto insonnia, perché il sonno deve essere qualitativamente e quantitativamente buono. Sono presenti disturbi mentali , presenti in una percentuale superiore all’80% dei casi di suicidi portati a termine, anche se in realtà questo fatto rimane al giorno d’oggi un pregiudizio. Si deve ricordare ci si può ammazzare e si può essere violenti anche senza avere una malattia mentale
MALATTIA MENTALE, FATTORE DI RISCHIO
deve essere analizzata come fattore di rischio e non come fattore causale. C’è rischio variabile in base alla patologia presa in considerazione, come schizofrenia (10%), DDM (20%) o alcolismo. A volte si può considerare la presenza di più disturbi
EFFETTO WERTHER
A volte si può considerare la presenza di più disturbi. Nei soggetti a rischio si deve stare
bene attenti all’influenza che certi eventi mediatici possono avere sulle condotte suicidarie (effetto Werther). L’espressione “effetto Werther” si riferisce al fenomeno per cui la notizia di un suicidio pubblicata dai mezzi di comunicazione di massa provoca nella società una catena di altri suicidi. Si contrappone all’effetto Papageno in cui la notizia di una persona che rinuncia agli istinti suicidari provoca una emulazione positiva della notizia portando le altre persone con detti istinti a scegliere la vita invece che il suicidio. Il sociologo David Phillips parla di effetto Werther con riferimento al romanzo I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang Goethe (1774), in cui il protagonista si suicida perché innamorato di una ragazza che poi si sposerà con un altro. Negli anni seguenti alla pubblicazione del romanzo si susseguirono molti suicidi in giovani che avevano letto il romanzo. L’effetto si ripropose anche nei paesi nei quali vennero pubblicate traduzioni del libro.
DISTURBI CLINICI CONNESSI
ASSE 1: Disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, abuso o dipendenza da alcool o droghe, schizofrenia, disturbi del comportamento alimentare, disturbi dell’adattamento.
ASSE 2: Borderline, antisociale, narcisista (perdita della grandiosa immagine di sé), istrionico (delusione a seguito della percezione di non essere necessari).
ASSE 3: Epilessia, Parkinson, Sclerosi multipla, Delirium, Cancro, HIV e AIDS, Infarto, diabete mellito giovanile.
ASSE 4: Eventi negativi di vita stressanti, perdite, cambiamenti (ospedalizzazione e soprattutto dimissione dall’ospedale fino ai 5 giorni successivi), traumi, condizioni economiche svantaggiose
FATTORI SPECIFICI SUICIDIO
Prima fase della malattia della schizofrenia: il paziente scopre la malattia e quanto questa è devastante. Si confronta con la malattia e con la qualità di vita che ne deriva, come accade nella depressione.
La familiarità per il comportamento suicidario si trasmette indipendentemente dai disturbi di asse 1 e 2. Esistono famiglie in cui per 3 generazioni si è presentato il comportamento maniacale.
Stato misto con periodi di notevole energia ed altri di anergia o episodio depressivo.
Elevato numero di episodi depressivi.
Ansia.
Età d’esordio.
Nei pazienti con disturbo bipolare il rischio suicidario è pari al 25-50%. Questi pazienti non sono capaci a valutare il rischio perché la loro energia non è controllata; fra questi il rischio relativo è 18-20 volte superiore alla popolazione generale.
Depressione. Questa patologia interessa soprattutto il sesso femminile, ma il tasso di suicidi è più elevato negli uomini perché, secondo alcuni studi recenti, questi usufruiscono di meno servizi nelle fasi di malattia e quindi si hanno men diagnosi.
Abuso di sostanze, indipendentemente dalla gravità del disturbo dell’umore.
Precedenti tentativi di suicidio. Nel 44% dei casi di suicidio si parla di persone che avevano un tentativo pregresso alle spalle. Il rischio è superiore nel primo mese e nel primo anno successivi al primo tentativo: il rischio relativo è superiore al 32% rispetto ad un tentativo
di suicidio eseguito in un periodo di tempo superiore a quello definito precedentemente
DIMENSIONI PSICOPATOLOGICHE E CONDOTTE SUICIDARIA
Ideazione suicidaria;
Intento e letalità suicidaria;
Aggressività, o meglio rabbia, perché questa è il motore del suicidio;
Impulsività e la possibilità di fare qualcosa senza la mentalizzazione;
Gravità dei sintomi depressivi;
Hopelessness, cioè tunnel di sofferenza senza fine, e concetto della disperazione;
Sintomi psicotici.
INTERAZIONI FATTORI ESTRINSECHI PZ
Per poter spiegare quali meccanismi sono coinvolti, viene mostrato questo schema, in cui i due cerchi più esterni rappresentano il contesto culturale ed il contesto interpersonale. I quattro cerchi che si intersecano tra loro rappresentano gli aspetti psichiatrici (come la depressione ed altri), quelli biologici (attività e sviluppo), quelli medici (malattia e trattamento), sociali (perdita, cambi nella vita). Il cerchio più interno rappresenta gli aspetti psicologici (personalità e coping, ossia la capacità di risolvere problemi e di affrontare le cose). Quando arriva alla nostra attenzione un paziente a rischio devo valutare tutti questi fattori.
ALTRI SEGNALI DA TENERE IN CONSIDERAZIONE
SEGNALI VERBALI, SEGNALI COMPORTAMENTALI,