clinica schizofrenia Flashcards

1
Q

sintomatologia fase prodromica

A
  • ritiro sociale
  • riduzione della funzionalità
  • perdita dell’interesse
  • mancanza del pensiero critico
  • depersonalizzazione
  • derealizzazione
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2
Q

SINTOMI FONDAMENTALI SCHIZOFRENIA,cosa e’ alterato

A
  • associazioni reattive,pensiero non lineare, non finalizzato:
  • dell’affettività (lo schizofrenico è una persona anaffettiva);
  • ambivalenza (voglio-non voglio);
  • del rapporto con la realtà
  • dell’attenzione e della memoria
  • cognitiva (associata a volte a degenerazione anatomica);
  • della volontà
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3
Q

sintomi accessori schizofrenia

A
  • delirio e allucinazioni

- impoverimento psicomotorio

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4
Q

suddivisione in gruppi dei sintomi

A

I sintomi vengono raggruppati in tre gruppi (aspetto dimensionale): dimensione positiva, negativa, disorganizzativa

\

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5
Q

SINTOMI DIMENSIONE POSITIVA

A

• dimensione positiva (funzione esasperata) ——> Deliri e allucinazioni —-> iperattività dopaminergica

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6
Q

sintomi dimensione negativa

A

dimensione negativa (funzione persa o appiattita) ——> apatia, alogia ——> ipoattività dopaminergica

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7
Q

sintomi dimensione disorganizzativa

A

dimensione disorganizzativa (una tra le forme più gravi, disorganizzazione affettiva e dell’eloquio)

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8
Q

IMPORTANZA E GRAVITA’ SCHIZOFRENIA

A
  • precocità d’esordio,
  • gravità della sintomatologia e della frequente cronicizzazione con rapido deterioramento delle capacità del soggetto
  • conseguente isolamento sociale
    ETA’ ESORDIO, tra la tarda adolescenza e i 20-25 anni, l’esordio prima dell’adolescenza è raro ma è stato descritto e nei bambini porre diagnosi può essere difficile in quanto in questa età deliri e allucinazioni possono essere meno elaborati che negli adulti.
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9
Q

casi di esordio tardivo

A

Rari, oltre i 40 anni che sono caratterizzati prevalentemente da sintomi di tipo paranoide, maggiore prevalenza nelle femmine, tratti di personalità schizoide o paranoide nella fase premorbosa, tendenza alla cronicità, migliore risposta ai neurolettici e minore probabilità di insorgenza nei parenti rispetto alla forma a esordio giovanile. Nei maschi l’età d’esordio è in senso di irrealtà e stranezza, difficoltà di riconoscimento percettivo della realtà interna ed esterna con perdita del controllo dei propri pensieri, dubbi sulla propria identità o percezione di cambiamento di parti del corpo.

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10
Q

fase prodromica schizofrenia

A
  • diminuisce i contatti interpersonali,
  • una peggiore perfomance scolastica e lavorativa e appare distaccato e chiuso,
  • idee strane o bizzarre in netto contrasto con il livello culturale e il ragionamento precedente del soggetto ( convinzioni di tipo magico, si può avere interesse per lo studio di telepatia o chiaroveggenza).
    -Il contenuto dell’eloquio può essere alterato (vago, impoverito o prolisso),
  • si ha difficoltà a svolgere compiti finalizzati e attività ludiche e sportive sono progressivamente abbandonate.
    -comparsa forte componente ansiosa,
  • difficoltà di concentrazione,
    -insonnia,
    -irritabilità e distraibilità.
  • senso di irrealtà e stranezza,
  • difficoltà di riconoscimento percettivo della realtà interna o esterna con perdita del controllo dei propri pensieri,
    -dubbi sulla propria identità o percezione di cambiamento di parti del corpo.
    DURATA FASE PRODROMICA la fase prodromica ha durata variabile che è inversamente proporzionale alla gravità della prognosi.
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11
Q

fase attiva schizofrenia

A

Alla fase prodromica segue la fase attiva in cui questi sintomi, che nella fase precedente erano solo indice di cambiamento della personalità del soggetto, diventano eventi psicopatologici rilevanti e tali sa sconvolgere le caratteristiche del soggetto.

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12
Q

fase attiva sintomi fondamentali

A

disturbi della percezione,
alterazioni a carico del pensiero, del linguaggio e della comunicazione,
disturbi dell’affettività,
alterazioni del comportamento
, incapacità a provare piacere,
riduzione della volontà, dell’iniziativa e dell’attenzione associati a marcato deficit funzionale di varie aree del funzionamento del soggetto (occupazionale e sociale).

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13
Q

variabilita’ quadro clinico

A

CLINICOIl quadro clinico della schizofrenia può comunque variare enormemente da soggetto a soggetto e nel tempo e quindi nessun sintomo si può considerare patognomonico.

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14
Q

disturbi percezione schizofrenia

A

frequentemente riscontrati, possono interessare qualsiasi sistema sensoriale.

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15
Q

allucinazioni piu’ frequenti in schizofrenia

A
  • più frequenti sono quelle uditive (voci sussurrate, mormorate o dialoganti che commentano, criticano o minacciano il paziente).
  • si possono associare a marcata componente ansiosa che influenza il comportamento
  • nelle forme croniche si può osservare un certo grado di distacco affettivo dalle stesse.
  • Le allucinazioni visive (semplici o complesse), olfattivo/gustative (odori o sapori inconsueti e sgradevoli) e cenestesiche (per lo più spiacevoli e dolorose: bruciature, stiramenti, punture, trafitture al cervello o torsioni muscolari spesso associate a delirio di trasformazione corporea) sono più rare.
  • anche pseudoallucinazioni che hanno caratteristiche sovrapponibili alle allucinazioni ma non sono obiettivate nel mondo esterno (voce o suono nella testa, sentire i propri pensieri).
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16
Q

siaturbi contenuto del pensiero

A

SCHIZOFRENIA i deliri sono comuni nella schizofrenia ma aspecifici, rappresentano un’idea basata su una interpretazione errata delle percezioni e dell’esperienza (percezione delirante: significato abnorme a percezione reale).

17
Q

da che cosa può essere preceduta esperienza delirante

A

DELIRANTA L’esperienza delirante può essere preceduta da uno stato d’animo pre-delirante (avvertire intorno a se un’atmosfera sinistra e suggestiva di avvenimenti spiacevoli che riempie il soggetto di angoscia) su cui in poco tempo compare l’ideazione delirante.

18
Q

che tipi di delirio può presentare pz con schizofrenia

A

Di persecuzione: essere perseguitati, ingannati, seguiti o spiati da amici, vicini di casa, governo, servizi segreti, ecc.
 Di riferimento: credere che determinati gesti, commenti, articoli di giornale siano diretti nei propri confronti.
 Bizzarri: sono i più comuni, possono includere la credenza che i pensieri siano inseriti nella mente (inserzione del pensiero), che il corpo o il pensiero siano manipolati da forze esterne (delirio di controllo), che le sensazioni o le azioni siano controllate da forze esterne o che vengano inviati messaggi al cervello inducendolo a provare sensazioni che non si riconoscono come proprie (delirio di influenzamento), che la gente legga nella mente del soggetto (delirio di lettura del pensiero), che una forza esterna gli rubi all’improvviso il pensiero mentre egli lo sta formulando (furto del pensiero).
 Erotico: spesso associato a quello di persecuzione e a quello di grandezza, più comune nelle donne ma comunque raro. Es: il paziente crede che la sua avvenenza sia motivo di corteggiamento (o di invidia o calunnia).
 Di grandezza: in genere associato a quello di persecuzione (es: si sente perseguitato per le sue grandi capacità).
 Altri: delirio mistico, di colpa (convinzione di aver commesso gravissime e imperdonabili colpe), somatico (convinzione di avere gravi malattie).

19
Q

caratteristica fondamentale siturbi pensiero

A

Disturbo formale del pensiero: è considerata la caratteristica più rilevante della schizofrenia. Si ha un’alterazione della sequenza logica di costruzione di un periodo che compromette la capacità comunicativa sino all’incomprensibilità del messaggio. Il paziente passa senza preavviso da un argomento all’altro senza seguire una traccia (deragliamento), fornisce risposte oblique poco o per nulla correlate alle domande (tangenzialità), associa parole in funzione della loro somiglianza semantica o fonetica in maniera senza senso, usa neologismi creati utilizzando un vocabolario inesistente, così che infine il discorso appaia severamente disorganizzato fino ad essere completamente incomprensibile (insalata di parole). Durante il periodo prodromico e in quello residuo i disturbi di disorganizzazione del pensiero sono meno severi.

20
Q

altri disturbi in schizofrenia

A

alterazioni comportamento, catatonia ed eccitamento catatonico, sintomi negativi
Alterazioni del comportamento IN SCHIZOFRENIA: progressivo deterioramento della cura e dell’igiene personale.

21
Q

catatonia ed eccitamento catatonico

A

nel primo caso si ha un marcato disinteresse verso la realtà esterna e una riduzione delle risposte alla stimolazione. Nell’eccitamento catatonico si ha iperattività motoria fino alla violenza clastica con atteggiamenti auto ed eteroaggressivi. I sintomi catatonici, storicamente associati alla schizofrenia, sono però aspecifici.

22
Q

sintomi negativi in schizofrenia andamento

A

tendono a seguire l’andamento a poussèe tipico della malattia, sono considerati come primari della schizofrenia

23
Q

sintomi negativi andamento

A

tendono a seguire l’andamento a poussèe tipico della malattia, sono considerati come primari della schizofrenia

24
Q

sintomi negativi, quali

A

appiattimento affettivo, alogia, avolizione,

 Appiattimento affettivo: riduzione o assenza delle normali capacità di

25
Q

appiattimento affettivo

A

riduzione o assenza delle normali capacità di modulazione
affettiva. Si ha riduzione della flessibilità mimica e gestuale e della reattività emotiva anche di fronte ad eventi come lutti o separazioni. A volte si può avere discordanza affettiva con manifestazioni emotive sproporzionate o inadeguate rispetto al contenuto idetico espresso (sorriso mentre espone un racconto doloroso).

26
Q

alogia

A

): risposte brevi, concrete e con contenuto scarso, non fluente e aumento della latenza di risposta.

27
Q

avolizione

A

mancanza di energia, iniziativa e interesse. Il soggetto ha minore attenzione per la propria pulizia e igiene ed è incapace di mantenere impegni e lavori dimostrandosi fisicamente inerte e incapace di progettare un percorso per raggiungere un obiettivo e di provare piacere per ciò che fa.

28
Q

difficoltà diagnosi in schizofrenia

A

Sebbene presenti spessissimo i sintomi negativi sono difficili da valutare in quanto sono aspecifici e possono essere dovuti anche ad altri fattori (conseguenza dei sintomi positivi, effetti collaterali della terapia, ecc).

29
Q

alcuni sintomi negativi, autori li distinguono in

A

 Primari: propri della malattia schizofrenica, variano di intensità e sono presenti continuativamente per lunghi periodi. Per questo essi hanno valore prognostico e sono utili a sottotipizzare la malattia.
 Secondari (o transitori): legati a fattori estrinseci (effetti collaterali dei neurolettici,

istituzionalizzazione, ecc) o conseguenti ad altre dimensioni psicopatologiche della malattia (sintomi positivi o depressivi).

30
Q

andamento sintomi negativi e positivi nel tempo

A

TEMPO In genere all’inizio il quadro clinico è predominato dai sintomi positivi mentre con il passare del tempo diventano più frequenti quelli negativi.

31
Q

fase residua patologia

A

Alla fase attiva della malattia segue poi una fase residua che è simile a quella prodromica ma in cui sono più evidenti l’appiattimento affettivo e il ritiro sociale.

32
Q

prognosi schizofrenia

A

Per quanto riguarda la prognosi della malattia va detto che in un quarto dei pazienti si ha il ripristino delle normali condizioni di vita senza segni residuali di malattia, in circa metà dei casi si hanno segni residui di una certa entità e solo in un altro quarto la malattia ha esito cronico e deteriorante. Indici prognostici favorevoli sono un esordio acuto, tardivo, associato a evidenti fattori predisponenti, una buona storia sociale, sessuale e lavorativa premorbosa e la prevalenza di sintomi positivi e affettivi con un buon supporto familiare e sociale. Fattori prognostici sfavorevoli sono un esordio precoce e insidioso, la prevalenza di sintomi negativi, il ritiro sociale, il comportamento autistico, la cattiva storia premorbosa, l’assenza di fattori precipitanti, molte recidive e assenza di adeguato supporto familiare e sociale.

33
Q

sottotipi schizofrenia

A

tipo paranoide, disorganizzata, catatonico, indifferenziato, residuo. La schizofrenia può inoltre essere distinta in 5 sottotipi a seconda della sintomatologia predominante. Va ricordato che un paziente può variare nel tempo il sottotipo di appartenenza e vi possono essere casi di pazienti che presentano quadri caratteristici di più sottotipi.

34
Q

tipo paranoide

A

è il meno frequente, è caratterizzato da deliri sistematizzati (++ di persecuzione o di grandezza ma anche di gelosia, religiosi o somatici; in genere monotematici ma possono essere anche multipli) e allucinazioni uditive (spesso correlate al contenuto del delirio) in assenza di gravi alterazioni del funzionamento cognitivo e dell’affettività. Si possono avere anche ansietà, collera, distacco e litigiosità. L’esordio clinico tende a essere più tardivo rispetto agli altri tipi, le caratteristiche cliniche più stabili nel tempo e la prognosi migliore soprattutto per quanto riguarda la sfera lavorativa e sociale.

35
Q

tipo disorganizzato

A

è la forma tendenzialmente più grave. È caratterizzata da disorganizzazione del linguaggio e del comportamento con affettività appiattita o inadeguata con grave compromissione della sfera sociale e lavorativa. Questo sottotipo è associato a una personalità premorbosa povera, a esordio precoce e insidioso e a un decorso cronico senza remissioni.

36
Q

tipo catatonico

A

caratterizzato da marcata alterazione psicomotoria: immobilità motoria, eccitamento motorio, negativismo, mutacismo, posture obbligate, ecolalia o ecoprassia. Si possono anche avere stereotipie, manierismi e flexibilitas cerea. Questi soggetti necessitano di costante assistenza per evitare ferimenti durante lo stupor o l’eccitamento catatonico ed a causa di malnutrizione, deperimento, iperpiressia o lesioni autoinflitte.

37
Q

tipo indifferenziato

A

caratterizzato dalla presenza dei caratteristici sintomi della schizofrenia: deliri, allucinazioni, disorganizzazione del pensiero o del comportamento che non possono essere classificati in uno degli altri sottotipi.

38
Q

tipo residuo

A

fa parte di questo sottotipo il paziente che ha avuto almeno un episodio di schizofrenia ma che al momento attuale non presenti sintomi psicotici rilevanti. Devono però essere presenti almeno un sintomo negativo (appiattimento affettivo, povertà dell’eloquio o avolizione) o due o più sintomi positivi