femminicidio Flashcards

1
Q

definizione

A

Il termine Femminicidio è un neologismo che identifica i casi di omicidio doloso o preterintenzionale in cui una donna viene uccisa per motivi basati sul genere

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2
Q

categoria a cui femminicidio è ascrivibile

A

Esso costituisce dunque un sottoinsieme della totalità dei casi di omicidio aventi un individuo di sesso femminile come vittima

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3
Q

definizione giuridica di femminicidio

A

Il significato di tale neologismo è per estensione definito come: “Qualsiasi forma di violenza esercitata in maniera sistematica sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuare la subordinazione di genere e di annientare l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico della donna in quanto tale, fino alla schiavitù o alla morte” in accordo quindi con la definizione di violenza di genere

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4
Q

su quale base culturale si basa femminicidio

A

Come “omicidio di una donna in quanto donna” appare il violento e brutalissimo retaggio di una cultura patriarcale arcaica, in cui la donna è vista come proprietà dell’uomo.

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5
Q

differenza tra omicidio generico e femminicidio

A

Vi è dunque una differenza sostanziale tra il generico omicidio, definito come “qualsiasi azione che abbia come conseguenza la morte di un soggetto da parte di un altro soggetto”, e il femminicidio che si riferisce all’uccisione di una donna, bambina o adulta, da parte del proprio compagno, marito, padre o di un uomo qualsiasi, come conseguenza del mancato assoggettamento fisico e psicologico della vittima.

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6
Q

esiti violenza sulla vittima

A

La violenza che non sfocia in un gesto che provochi l’uccisione della vittima può, all’interno del rapporto personale o familiare, essere traumatica e dare l’avvio a disturbi post-traumatici da stress.

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7
Q

statistiche ed epidemiologia

A

FEMMINICISIO Il 90% dei femminicidio è attuato da un uomo e il 77% avviene in ambito familiare. In Italia la Lombardia è la regione con maggior prevalenza

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8
Q

prevalenza follia in femminicidio

A

Solo nel 10% dei casi il femminicidio è preceduto da malattia mentale perciò non esiste il raptus di follia

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9
Q

violenza precedente e femminicidio

A

Il 70% è infatti preceduto da comportamenti violenti: è una escalation di violenza che comprende episodi pregressi, minacce, precedenti violazioni di provvedimenti di polizia e giustificazione della violenza.

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10
Q

segni premonitori e aggravanti oltre a violenza

A
  • precedenti penali specifici
  • uso di sostanze
  • precedente rottura di coppia
  • etc.
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11
Q

identikit psicologico donne vittime femminicidio

A

La donna, in quanto donna, ha già una predisposizione vittimogena specifica. Tracciando un identikit psicologico delle vittime di femminicidio, si è osservato come la determinazione familiare e culturale della violenza possa innescare quel meccanismo di “propensione alla vittimizzazione” che le vittime presentano.

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12
Q

incapacita’ appresa definizione

A

Tra le dinamiche individuate nella “passività” delle vittime di fronte ad aggressioni anche ripetute, è spesso citato il concetto di “incapacità appresa” (De Pasquali, 2009). Secondo questa ricostruzione, chi è ripetutamente esposto a una punizione da cui non ha vie di fuga sviluppa la tendenza a non assumere il controllo del proprio comportamento anche quando tale controllo sarebbe possibile.

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13
Q

legame traumatico definizione

A

DEFINIZIONE CUn altro fenomeno che occorre considerare nell’illustrare le dinamiche di comportamento delle vittime di femminicidio è il “legame traumatico”. Si tratta di un termine impiegato nella letteratura per descrivere un legame potente e distruttivo che è talvolta osservato tra le donne maltrattate e i loro abusanti

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14
Q

condizioni necessarie al vincolo traumatico

A
  • il fatto che una delle persone coinvolta nella relazione abbia una posizione di dominio sull’altra
  • il livello di abuso compaia e scompaia cronicamente. Il rapporto cioè è caratterizzato da periodi di comportamenti partecipativi e affettuosi da parte del partner dominante, alternati ad episodi di abuso intenso, che possono poi sfociare in casi di femminicidio.
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15
Q

ciclo comportamenti relazionali

A

il fatto che una delle persone coinvolta nella relazione abbia una posizione di dominio sull’altra
• il livello di abuso compaia e scompaia cronicamente. Il rapporto cioè è caratterizzato da periodi di comportamenti partecipativi e affettuosi da parte del partner dominante, alternati ad episodi di abuso intenso, che possono poi sfociare in casi di femminicidio.

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16
Q

ciclo di comportamenti relazionali

A

RELAZIONALI Nel ciclo di comportamenti relazionali, attribuiti a legame traumatico, il “vittimizzatore” impone forti punizioni, poi dopo aver dato un rinforzo negativo, che censura il comportamento “irregolare” della vittima, dismette il comportamento punitivo e si sposta a gratificare la vittima con rinforzi positivi.

17
Q

double blind ciclo di violenza

A

Questo modello di punizioni e rinforzi positivi può costituire una forma particolarmente potente di double bind e legittimare così nella vittima la paura di essere feriti o uccisi come reazione a una qualche mancanza, a un qualche atto di sfida o di autonomia o a una non conformità alle regole imposte o previste

18
Q

periodo luna di miele

A

Molte donne hanno infatti descritto con espressioni di soddisfazione e gratificazione i periodi di riconciliazione intercorsi tra i momenti di violenza. Questo modello si mostra in sé perverso, in quanto conduce inevitabilmente a ignorare il problema della violenza e a considerarlo un’eccezione, un momento di aberrazione del rapporto che rimane, nella percezione complessiva della donna, come positivo.

19
Q

comportamento carnefice rispetto a vittima

A

l carnefice inoltre isola la vittima da altre fonti di sostegno, cosa che riduce la probabilità di individuazione dei comportamenti abusanti e la capacità di intervento su di essi; altera la capacità della vittima di ricevere un punto di vista diverso da quello dell’abusante rafforzando così il senso di dipendenza unilaterale.

20
Q

effetti traumatici relazioni violente

A

Gli effetti traumatici di tali relazioni violente possono includere la compromissione della capacità della vittima di una corretta autovalutazione delle risorse personali, portando a un senso di inadeguatezza e a una percezione di dipendenza dalla persona dominante.
Nella storia del legame traumatico troviamo un altro fattore essenziale alla sua formazione: la gradualità, ovvero l’incremento graduale degli eventi abusivi

21
Q

progredire rapporto abusante

A

Così nella storia di questo rapporto troviamo che, soprattutto all’inizio della relazione, gli eventi d’abuso non sono percepiti come un’anomalia e ad essi non viene attribuito inizialmente il carattere di gravità. Inoltre, gli atteggiamenti di contrizione da parte dell’uomo successivamente agli incidenti violenti operano al fine di rafforzare l’attaccamento affettivo in un momento in cui non vi è cognizione che l’abuso si ripeterà, si aggraverà e diventerà ineludibile. Il ripetersi di episodi di maggiore gravità tenderà poi a formare la convinzione nella donna che la violenza si ripresenterà a meno che non faccia qualcosa per prevenirla. La vittima spesso mette in atto dei meccanismi di difesa come la negazione e la minimizzazione.

22
Q

profilo femminicida

A

4 tipologie

23
Q

tipologie femminicida

A

 Il controllatore: colui che teme che il proprio dominio e la propria autorità siano messi in discussione e che pretende un controllo totale sugli altri familiari;
 Il difensore: che non concepisce l’altrui autonomia, vissuta perciò come una minaccia di abbandono, e sceglie quindi donne in condizione di dipendenza;
 Colui che è in cerca di approvazione e deve continuamente ricevere dall’esterno una conferma per la propria autostima, mentre qualsiasi critica scatena una reazione aggressiva;
 L’incorporatore: colui che tende ad un rapporto totalizzante e fusionale con la partner, e la cui violenza è proporzionale alla minaccia reale o alla sensazione di perdita dell’oggetto d’amore vissuta come catastrofica perdita di sé.

24
Q

scopo abusatore domestico

A

Questi soggetti devono compensare la propria modesta autostima, ma talora dimostrano veri e propri sintomi psicopatologici

25
Q

tipi di gelosia

A

individua nella gelosia il movente dell’ uxoricidio e del femminicidio, distingue una “gelosia di tipo competitivo” di quei soggetti che soffrono per aver perduto l’oggetto d’amore ma insieme sentono la perdita come una diminuzione della propria autostima, per i quali l’amore si fonda sulla dipendenza, e che sono incapaci di amore autentico perché tesi al soddisfacimento dei propri bisogni narcisistici, da un secondo tipo di uxoricidi per «gelosia di tipo proiettivo», i quali riversano sul coniuge i propri desideri non riconosciuti di infedeltà.

26
Q

stalking e femminicidio

A

Spesso, la dinamica della gelosia sottende il femminicidio, ma nel 30% de casi è preceduto da episodi di stalking.

27
Q

legge stalking

A

La legge dello stalking è stata fatta nel 2009..
1- La legge 23 aprile 2009, n. 38 e l’art 612 bis c.p. “ atti persecutori”
Lo “stalking” è entrato a far parte del nostro ordinamento con il decreto legge 23 febbraio 2009, n. 11 (convertito in Legge 23 aprile 2009, n. 38), che ha introdotto all’art. 612 bis c.p. il reato di “atti persecutori”, espressione con cui si è tradotto il termine di origine anglosassone “to stalk” (letteralmente “fare la posta”), con il quale si vuol far riferimento alle condotte persecutorie e di interferenza nella vita privata di una persona

28
Q

andamento reato di stalking

A

La disciplina è piuttosto articolata, si può individuare una prima fase cautelativa, precedente alla denuncia – querela, nella quale la vittima dello “stalking” può rivolgersi all’Autorità di Pubblica Sicurezza chiedendo di ammonire il proprio “stalker” con un provvedimento definito di ammonimento.

29
Q

pena stalking

A

6 mesi, 4 anni

30
Q

aggravanti pena stalking

A

Sono previsti aumenti di pena se il fatto è commesso dall’ex partner o nei confronti di soggetti particolarmente vulnerabili (disabili o donne in stato di gravidanza).

31
Q

quando stalking e’ punibile

A

PUNIBILE Il delitto è normalmente punibile a querela della persona offesa, ma sono previsti alcuni casi in cui si può già procedere d’ufficio. Come detto, per rafforzare la tutela delle vittime che spesso per timore non denunciano i gravi fatti subiti, il testo legislativo prevede anche l’introduzione di strumenti cautelari finalizzati a interrompere tali condotte già prima dell’accertamento giudiziale della responsabilità penale, rconoscendo la possibilità che la vittima, prima dell’inizio del procedimento penale, possa richiedere al questore di ammonire l’autore della condotta

32
Q

ulteriore forma di gelosia

A

Una terza forma di gelosia, segnata da una patologia vera e propria, è quella del coniuge gravato da delirio di gelosia, spesso accompagnata da cronico alcolismo

33
Q

etilismo cronico e gelosia

A

Tra i fenomeni psicopatologici dell’etilismo cronico sono tipici i deliri di gelosia, cioè convincimenti erronei sull’infedeltà del partner, facilitati anche dalla diminuita efficienza sessuale: tale delirio risulta anche favorito dall’atteggiamento di rifiuto che generalmente si manifesta in famiglia nei confronti dell’etilista sia da parte del coniuge e dagli altri membri della famiglia

34
Q

abuso di alcol in coppia

A

FATTORE CRIMINOGENETICO L’abuso di alcol è citato come fattore criminogenetico in generale e in particolare correlato alla violenza di coppia: il bere porta a sovrastimare l’ostilità e le minacce altrui, e questo a sua volta favorisce condotte aggressive. L’attribuzione di episodi violenti a stati di ebbrezza appare una tecnica di neutralizzazione, e anche il consumo di alcol non è che un sintomo, come la violenza, non un fattore casuale.