DAP Flashcards
CARATTERISTICHE
Caratterizzato dalla presenza di attacchi di panico ricorrenti, improvvisi, seguiti da un periodo di almeno un mese in cui l’individuo resta preoccupato dall’eventualità di avere un altro attacco o di possibili conseguenze sulla propria salute con limitazione dell’autonomia del soggetto
ATTACCO DI PANICO
si può trovare anche in altri disturbi d’ansia, è definito come un periodo di intensa paura o sofferenza accompagnato da sintomi somatici o cognitivi, ha inizio improvviso e durata limitata nel tempo raggiungendo il picco massimo dopo 10 minuti dall’esordio. È descritto dal paziente come sentimento di pericolo o catastrofe incombente accompagnato da paura di morire o perdere la ragione.
TIPI DI ATTACCHI DI PANICO
INASPETTATI E SPONTANEI, LEGATI AD UN EVENTO, PREDISPOSTI AD UNA SITUAZIONE
ATTACCHI DI PANICO INASPETTATI
l’insorgenza dei sintomi non è associata a una situazione scatenante.
ATTACCHI DI PANICO LEGATI AD UN EVENTO
la sintomatologia si verifica come immediata conseguenza o come anticipazione di un evento scatenante a cui il soggetto è sensibile in termini psicopatologici.
A volte possono avvenire anche dopo che l’evento si è concluso.
ATTACCHI DI PANICO PREDISPOSTI DA UNA SITUAZIOEN
verificano spesso in situazioni scatenanti ma non sono sempre associati ad esse.
VARIANTI DISTURBI ATTACCHI DI PANICO
si può suddividere in due varianti a seconda che sia o meno associata agorafobia (paura di trovarsi in situazioni in cui non sia possibile fuga o aiuto in caso di un attacco) che si associa spesso a condotte di evitamento (comportamenti messi in atto per tentare di prevenire nuovi attacchi).
EPIDEMIOLOGIA ED INSORGENZA
DAP insorge tipicamente in modo improvviso tra l’adolescenza e i 40 anni (due picchi: 20 e 35 anni), il decorso è cronico (fasico) ma variabile per gravità e frequenza delle crisi. Ha una prevalenza dell’1,5-3,5%, parenti di affetti hanno rischio di 4-7 volte aumentato rispetto alla popolazione generale. L’attacco si presenta come un periodo preciso di paura o disagio intensi con sintomi che si sviluppano improvvisamente e raggiungono un picco nel giro di 10 minuti (ma che poi dura anche un’ora).
SINTOMI PRESENTI PER DIAGNOSI
- Palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia da stimolazione neurovegetativa (con aumento di tre volte del rischio di accidenti cardiovascolari).
- Sudorazione.
- Tremori fini o a grandi scosse.
- Dispnea o sensazione di soffocamento.
- Sensazione di asfissia.
- Dolore o fastidio al petto.
- Nausea o disturbi addominali.
- Sensazioni di sbandamento, instabilità, testa leggera o svenimento.
- Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi).
- Paura di perdere il controllo o di impazzire.
- Paura di morire.
- Parestesie (torpore o formicolio).
- Brividi o vampate di calore.
- Il paziente risponde alla consolazione e ne ha necessità (mentre nei momenti di acme del Disturbo d’Ansia Generalizzato, per esempio, la consolazione non sortisce alcun effetto
ATTACCHI PAUCISINTOMATICO
Sono frequenti gli attacchi paucisintomatici con meno di 4 di questi sintomi. Si possono associare ad agorafobia (nel 50% dei casi) che è più frequente nel primo anno di malattia.
Alcuni soggetti possono sviluppare la paura che gli attacchi siano dovuto a una malattia incurabile e non diagnosticata così da sottoporsi a ripetuti controlli medici con conseguenze emotive, economiche e sociali gravi, con sviluppo di ipocondria; lo stesso continuo controllo dei segnali dell’organismo nella paura che siano avvisaglia di un nuovo attacco porta il paziente a questa condizione (in aggiunta all’autosuggestione).
PROBLEMI INTERCRITICI
si ha normalmente uno stato di ansia cronica o anticipatoria, cioè la paura di una nuova crisi (sono tipici alcuni comportamenti come il posizionarsi vicino alle uscite di emergenza, l’evitare cravatte e sciarpe, il movimento estremamente controllato ecc.).
CRITERI DIAGNOSTICI
A. Presenza di:
• Attacchi di panico inaspettati ricorrenti.
• Almeno uno degli attacchi è stato seguito da un mese o più di uno o più dei seguenti sintomi: ansia anticipatoria, preoccupazione a proposito delle implicazioni dell’attacco o delle sue conseguenze o significativa alterazione del comportamento correlata agli attacchi.
B. Assenza di agorafobia nella diagnosi del disturbo da attacchi di panico senza agorafobia. Presenza di agorafobia nella diagnosi del disturbo da attacchi di panico con agorafobia.
C. Gli attacchi di panico non sono dovuti agli effetti fisiologici di una sostanza (droga di abuso o farmaco)
o a una condizione medica generale (es ipertiroidismo, feocromocitoma, disfunzioni vestibolari, patologie cardiache, iperparatiroidismo).
D. Gli attacchi di panico non sono meglio giustificati da un altro disturbo mentale come:
• Fobia sociale: si manifesta solo in seguito a situazioni sociali temute;
• Fobia specifica: solo in seguito all’esposizione a una specifica situazione fobica;
• Disturbo ossessivo-compulsivo: in cui oltre alla sintomatologia ansiosa sono presenti anche rituali compulsioni;
• Disturbo post-traumatico da stress: è presente un evento traumatico vero e proprio in concomitanza all’esordio della patologia;
• Disturbo d’ansia generalizzata: sono assenti l’ansia anticipatoria e la paura di impazzire e il quadro ansioso è di minore gravità
RAPPORTO CON FARMACI
Da notare il suo rapporto con i farmaci: all’inizio ha paura di usarli, teme che diventino un trigger per un nuovo attacco. Tuttavia, come si rende conto che essi lo fanno stare meglio, diventa farmaco-dipendente (es: viaggiano con i farmaci in borsa ecc.).
Inoltre, circa un terzo dei pazienti soffre di depressione.
TRATTAMENTO DAP
trattamento è particolare, perché in cronico devo evitare le benzodiazepine, mentre le posso usare se arriva un paziente con un episodio acuto). In cronico preferisco gli inibitori selettivi del re-uptake della serotonina (SSRI), perché modulano il disturbo e creano meno dipendenza.
Ai farmaci si associa una terapia cognitivo-comportamentale volta al superamento degli atteggiamenti con evitamento, agorafobia ecc.
Sono stati fatti e sono tuttora in atto studi sugli effetti (peraltro positivi in questa patologia) del placebo