schizofrenia, eziopatogenesi Flashcards

1
Q

eziopatogenesi schizofrenia

A

difficile individuare un singolo fattore scatenante della patologia, implicati numerosi fattori endogeni ed esogeni: a questo contribuisce anche il difficile inquadramento diagnostico dato dalla varietà di manifestazioni che la patologia assume. Presenta comunque importanti basi biologiche.

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2
Q

fattori coinvolti nella definizione dell’ eziopatogenesi schizofrenica

A

genetica, neuropatologia,studi postmortem con alterazioni, neurofisiologia, potenziali evocati.

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3
Q

familiarita’ schizofrenia

A
  • i parenti degli schizofrenici hanno maggiore incidenza della malattia (rischio aumentato di 10 volte).
  • In gemelli omozigoti è stato inoltre dimostrato un tasso di concordanza del 60-70%
    E’ quindi presente un’ importante componente genetica ereditaria accompagnata da fattori eziologici ambientali
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4
Q

geni coinvolti in eziopatogenesi

A
  • ancora non trovato un unico gene responsabile
  • possibile ereditarietà poligenica (possibili geni di suscettibilità sul cr. 6, X, Y.
  • Altre ipotesi riguardano i geni codificanti i recettori dopaminergici
  • ad oggi ancora nulla ha trovato conferma.
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5
Q

neuropatologia schizofrenia

A

l’andamento cronico della malattia e la similitudine sintomatologica con alcune psicosi organiche ha suggerito che possa esistere un’alterazione cerebrale strutturale. Per la sua ricerca si sono usati studi postmortem e indagini in vivo con tecniche di imaging.

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6
Q

studi postmortem

A
  • riduzione del volume
  • alterazione citoarchitetturale (perdita neuronale, alterazioni della normale organizzazione laminare negli strati più superficiali, alterazioni di proteine del citoscheletro neuronale e dell’orientamento delle cellule piramidali)
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7
Q

QUALI AREE CEREBRALI SONO MAGGIORMENTE INTERESSATE DALLE ALTERAZIONI

A

++ sistema limbico e corteccia paraippocampale del lobo temporale). Si pensa che queste anomalie siano dovute a una maggiore vulnerabilità e ad alterazioni nella migrazione cellulare nervosa fetale.

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8
Q

dove aumento recettori d2

A
  • in caudato, putament, accumbens (possibile siano indotti dal trattamento cronico con antipsicotici)
  • una riduzione dei recettori 5HT 2 nella corteccia prefrontale
  • aumento 5HT 2 nei gangli della base.
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9
Q

TC, COSA EVIDENZIA IN SCHIZOFRENIA:

A

aumento delle dimensioni dei ventricoli cerebrali laterali nel 20-30% dei pazienti schizofrenici esaminati : che sembra essere un’alterazione primitiva da riferirsi a un’epoca molto precoce dello sviluppo del SNC.

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10
Q

andamento clinico pz con aumento dimesioni ventricolo laterale

A

Pazienti con questa alterazione hanno un maggior grado di deterioramento cognitivo e intellettivo, prevalenza di sintomi negativi (appiattimento affettivo, apatia, anedonia, povertà ideatica, alogia) e peggiore risposta alla terapia. È quindi un fattore prognostico negativo.

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11
Q

altre alterazioni associate ad aumento ventricolo laterale

A

Tra le altre alterazioni osservabili la più frequente è l’atrofia corticale.

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12
Q

cosa evidenzia rmn in schizofrenia

A
  • significativa riduzione bilaterale del volume delle regioni prefrontali, -anomalie strutturali localizzate nelle regioni mediali temporo-limbiche (ippocampo, amigdala e giro ippocampale),
  • la riduzione del giro temporale superiore,
  • un aumento significativo del volume del pallido, del caudato e del putamen.
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13
Q

cosa causa aumento dimensioni nuclei della base

A
  • potrebbe essere dovuto ad arresto del fisiologico processo di rimaneggiamento sinaptico,
  • all’uso di antipsicotici
  • a una risposta compensatrice alla riduzione di neuroni afferenti provenienti dalle regioni temporali anteriori, frontali e talamiche.
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14
Q

cosa evidenzia spect in schizofrenia

A

ha evidenziato una ipoperfusione del lobo frontale soprattutto in corso di svolgimento di test cognitivi per tale area ad indicare una difficoltà di attivazione della corteccia prefrontale.

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15
Q

in quali pz sembra prevalere ipofrontalita’

A

L’ipofrontalità sembra prevalere nei pazienti con sintomatologia negativa (anedonia, appiattimento affettivo e alogia).

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16
Q

 COSA SI EVIDENZIA ALLA PET IN SCHIZOFRENIA:

A

riduzione dell’attività metabolica frontale per minore consumo di glucosio sia in condizioni basali che sotto stimolo cognitivo.

17
Q

neurofisiologia , eeg

A

presenza di anomalie aspecifiche del tracciato come spikes e complessi punta onda, soprattutto a livello temporale. Con il mappaggio dell’attività elettrica cerebrale si è rilevato un rallentamento dell’attività in sede frontale bilaterale, aumento dei ritmi delta (indice di disattivazione funzionale delle aree che interessa, in questo caso frontali) e theta e riduzione dell’attività alfa (per alterata regolazione dei circuiti sottocorticali).

18
Q

potenziali evocati in schizofrenia

A

: registrazione delle variazioni di potenziale a livello cerebrale dopo la somministrazione di una sequenza di stimoli sensoriali dando dei potenziali precoci (elaborazione sottocorticale), intermedi (componenti automatiche dell’attenzione) e tardivi (correlati specificamente alla componente attivata dallo stimolo che dirige e mantiene l’attenzione

19
Q

alterazioni potenziali evocati in schizofrenici

A

Negli schizofrenici i precoci e gli intermedi sono normali mentre i tardivi sono nettamente ridotti in ampiezza a suggerire un’alterazione della componente attiva e consapevole dell’azione programmata elaborata a livello corticale.

20
Q

biochimica, coinvolgimento ipotesi dopaminergica, sostegno della tesi dopaminergica

A
  • con la somministrazione di dopaminoagonisti (amfetamine) si era in grado di indurre psicosi simili alla schizofrenia in maniera sperimentale,
  • dopaminoantagonisti avessero azione antipsicotica,
  • i livelli plasmatici e liquorali di acido omovanillinico (metabolita della dopamina) spesso fossero aumentati,
  • si sono rilevati livelli di recettori D2 notevolmente aumentati (forse indotto dalla terapia antipsicotica, ma registrato anche con studi PET in vivo su pazienti non in terapia).
21
Q

insufficienza ipotesi dopaminergica

A

Tuttavia oggi si tende a credere che questa tesi sia insufficiente a spiegare in toto il disturbo (es i sintomi negativi della schizofrenia non rispondono ai neurolettici classici dopaminoantagonisti). Sono quindi stati considerati anche altri sistemi e in particolare l’interazione tra proiezioni serotoninergiche e dopaminergiche frontali: alti livelli di serotonina si è visto siano correlati ad anomalie morfologiche come la dilatazione dei ventricoli laterali e il grado di atrofia. L’uso di alcuni farmaci ad azione sul sistema serotoninergico sono inoltre utili nel trattare i sintomi di tipo negativo.

22
Q

sintomi positivi in schizofrenia, causa

A

legati a iperattività dopaminergica e a ipoattività serotoninergica del sistema mesolimbico.

23
Q

sintomi negativi in schizofrenia

A

: aumento dell’attività serotoninergica in grado di determinare una
globale riduzione dell’attività dopaminergica

24
Q

incompletezza ipotesi serotoninergica

A

Anche questo modello non sembra spiegare in toto la genesi della sintomatologia: in alcuni pazienti si presentano i due tipi di sintomi contemporaneamente e vi sono analisi che suggeriscono che essi sono indipendenti tra loro.

25
Q

quadro di sintomi positici e negativi , causa

A

CAUSA Questo quadro potrebbe essere spiegato da una primitiva lesione delle proiezioni dopaminergiche mesocorticali con perdita del feed- back corticolimbico e quindi iperattività dopaminergica del sistema mesolimbico insieme a ipoattività a livello mesocorticale

26
Q

psicoendocrinologia schizofrenia

A

la secrezione di GH è stimolata dalla dopamina che invece inibisce la prolattina. Eventuale disfunzione dopaminergica dovrebbe portare a una ridotta produzione di PRL e aumentata secrezione di GH. Gli ultimi studi hanno dimostrato che soprattutto nei pazienti acuti con sintomi positivi i livelli basali di questi due ormoni possono essere aumentati. La maggior parte dei pazienti hanno però livelli nella norma e quindi questi studi non hanno dato chiara dimostrazione in favore delle ipotesi biochimiche.

27
Q

fattori ambientali schizofrenia

A

: in primis l’ambiente familiare in quanto si pensò che questo potesse
essere importante: negli anni 60 con l’avvento dei neurolettici molti schizofrenici se ne tornarono a casa e si è visto che il tasso di recidiva in essi era più alto che in quelli che non tornavano a vivere con la famiglia. In particolare gli atteggiamenti di ipercoinvolgimento emotivo o di critica (anche a fin di bene e non ostili) sembravano favorire particolarmente l’insorgenza di recidive. Cause ambientali extrafamiliari si pensa possano essere: complicanze pre o perinatali in grado di indurre la genesi di sottili modificazioni del SNC che possono portare all’insorgenza di schizofrenia oppure infezioni virali (maggiore frequenza della malattia durante epidemie influenzali e in inverno

28
Q

fattori ambientali principlamente coinvolti in schizofrenia

A
  • stress: emotività espressa nella famiglia (ostilità, ipercritica, ipercontrollo sulle persone), alto livello di tensione e incomprensibilità del linguaggio;
  • utilizzo di sostanze stupefacenti;
  • vivere in ambiente urbano;
  • modalità di relazione sociale e sentimentale;
  • immigrazione;
  • alti livelli di povertà (lo schizofrenico va incontro ad una condizione di povertà—> sia causa che conseguenza della patologia).
29
Q

FATTORI EZIOLOGICI IN GESTAZIONE, INFANZIA, ADOLESCENZA

A
  • vita intra uterina (malattia della madre, alto livello di stress, terapie es. litio)
  • post partum (complicanze ostetriche, ipossia, infezioni)
  • 12-18 anni (avviene lo sfoltimento dei neuroni)
  • eventi altamente stressanti, sostanze stupefacenti, alcool ecc.
30
Q

ANDAMENTO SINTOMI IN PZ CON ALTERAZIONE NEL POST PARTUM

A

I pazienti che hanno avuto problemi nel post partum presentano molto precocemente delle diversità di interazione e diversità comportamentali rispetto ad un soggetto sano.

31
Q

andamento sintomi con insorgenza adolescenziale

A

I pazienti che hanno avuto un problema durante l’adolescenza presentano un esordio clinico in età più avanzata. Durante lo sviluppo infatti le interazioni e i comportamenti risultano essere normali ai quali sussegue un esordio acuto della patologia con cambiamento radicale delle sue capacità cognitive e comportamentali.

32
Q

ESORDIO CLINICO PRIMA DEI 14 ANNI, PROGNOSI CLINICA

A

L’esordio clinico prima dei 14 anni ha una prognosi sfavorevole con decorso clinico peggiore.

33
Q

difficolta’ diagnosi schizofrenia

A

presenza sintomi trasversali.