Capitolo 8: Sistema nervoso, endocrino e immunitario- PARTE 3/4 Flashcards

1
Q

Dove si trovano le ghiandole surrenali?

A

Sulla sommità dei reni

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2
Q

In quali parti si suddividono le ghiandole surrenali?

A

1) Parte esterna: Corticale

2) Parte interna: Midollare

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3
Q

Cosa produce la corticale surrenale?

A

Ormoni steroidei detti corticosteroidi

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4
Q

In cosa si dividono i corticosteroidi?

A

1) Glucocorticoidi

2) Mineralcorticoidi

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5
Q

Quali sono le caratteristiche dei glucocorticoidi?

A

Sono prodotti in risposta alla secrezione di ACHT e regolano in modo complesso il metabolismo dei carboidrati, delle proteine e dei lipidi, per dare all’organismo i composti necessari in periodi di stress, Inducono il metabolismo a demolire le proteine muscolari e trasformare gli amminoacidi in glucosio, quindi alzano la glicemia. Favoriscono la mobilitazione del tessuto adiposo e la liberazione di acidi grassi. Riducono l’utilizzo di glucosio da parte della maggior parte degli organi, tranne cuore e cervello

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6
Q

Quali sono alcuni esempi di glucocorticoidi?

A

il Cortisolo (o idrocortisone) e il Cortisone

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7
Q

Perché il cortisone viene usato nelle malattie del collagene, come artrite remumatoide, o nelle manifestazioni allergiche?

A

Perché, come il cortisolo, oltre a essere importanti nelle reazioni allo stress, previene le infiamamazioni, e può essere usato nella terapia delle infiammazioni. Inoltre deprimono le risposte immunitarie e sono usati anche contro alcuni cancri che colpiscono i linfociti (come la leucemia). Fra gli effetti collaterali ci sono l’aumento della glicemia e la ritenzione idrica

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8
Q

Quali sono le caratteristiche dei mineralcorticoidi?

A

Agiscono a livello renale controllando l’equilibrio idrico-salino, cioè la concentrazione di sali nei liquidi organici. Provocano un riassorbimento di sodio (Na+) e acqua nel rege, con seguente aumento del volume dei liquidi circolanti.

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9
Q

Qual è un esempio di mineralcorticoidi?

A

Aldosterone

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10
Q

Da chi è controllata la secrezione di aldosterone?

A

Dal sistema renina-angiotensina-aldosterone, in risposta alle variazioni della pressione sanguigna o della concentrazione di Na+ e K+ nel sangue: aumenta quando si abbassa la pressione sanguigna, oppure in caso di carenza d Na+ e di eccesso di K+

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11
Q

Da cosa è costituita la ghiandola midollare surrenale?

A

Da neuroni simpatici specializzati che secernono le catecolammine adrenalina e noradrenalina

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12
Q

Oltre al cortisolo e al cortisone, quali altri ormoni sono detti “ormoni dello stress”?

A

Le catecolammine: vengono rilasciate in caso di sforzo fisico o psichico intenso

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13
Q

Quali sono gli effetti delle catecolammine?

A

Un aumento del battito cardiaco, l’aumento del glucosio nel sangue e del flusso sanguigno verso i muscoli, la dilatazione delle viee aeree e la vasocostrizione cutanea (pallore)

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14
Q

Perché le catecolammine vengono definite neurormoni?

A

Perché agiscono sia come neurotrasmettitori che come ormoni

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15
Q

Perché lo stress può portare ad ammalarsi di malattie cardiovascolari?

A

Non si sa di preciso, ma probabilmente perché l’adrenalina e la noradrenalina fanno aumentare il glucosio e il colesterolo nel sangue, ma se lo stress è solo fisico, queste sostanze non vengono utilizzate dai tessuti e si accumulano nei vasi, favorendo l’insorgere di quei disturbi, come l’aterosclerosi

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16
Q

Cosa viene secreto nella zona più interna della ghiandola midollare surrenale?

A

I precursori degli ormoni sessuali, con effetto androgeno e anabolizzante. Nelle femmine gli androgeni prodotti così sono coinvolti nella regolazione delle pulsioni sessuali

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17
Q

Cosa contengono le gonadi, oltre ai gameti?

A

Cellule responsabili della produzione di ormoni sessuali

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18
Q

Da chi è controllata la secrezione degli ormoni sessuali?

A

Da FSH e LH prodotti dall’ipofisi

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19
Q

Di che natura sono gli ormoni sessuali?

A

Di natura steroidea

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20
Q

Come si chiamano gli ormoni prodotti dai testicoli?

A

Androgeni, tra cui il testosterone e l’androsterone

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21
Q

Come si chiamano gli ormoni prodotti dalle ovaie?

A

Estrogeni (tra cui l’estradiolo) e il progesterone

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22
Q

Cosa sono le isole di Langherhans?

A

Masse formate da cellule endocrine, che si trovano nel pancreas, immerse nel tessuto esocrino che secerne gli enzimi digestivi

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23
Q

Le isole di Langherhans sono formate da tre tipi di celule: quali?

A

1) Cellule alfa
2) Cellule beta
3) Cellule delta

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24
Q

Quali sono le caratteristiche delle cellule alfa delle isole di Langherhans?

A

(20% delle cellule endocrine) secernono glucagone: ormone di natura peptidica che fa aumentare il livello di glucosio nel sangue, favorendo la demolizione del glicogeno e la trasformazione degli amminoacidi in glucosio

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25
Q

Quali sono le caratteristiche delle cellule beta delle isole di Langherhans?

A

(70% delle cellule endocrine) secernono insulina: ormone peptidico che ha effetti opposti a quelli del glucagone: favorisce l’assorbimento del glucosio da parte delle cellule, la sintesi di glicogeno a partire da glucosio e la sintesi di grassi, così determina una riduzione della concentrazione di glucosio nel sangue e favorisce l’accumulo di sostanze energetiche all’interno delle cellule

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26
Q

Quali sono le caratteristiche delle cellule delta delle isole di Langherhans?

A

Secernono somatostatina: ormone che nel breve termine determina un aumento della glicemia e inibisce l’attività gastrica, mentre a lungo termine inibisce la produzione di somatotropina

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27
Q

Da chi è regolata la secrezione alternativa di glucagone o insulina?

A

Dal tasso di glucosio ematico, con un meccanismo a feedback che permette di mantenere costante la glicemia: l’aumento della glicemia che si verifica dopo un pasto (percepito dalle cellule beta) stimola la secrezione di insulina; lontano dai pasti la diminuzione della glicemia stimola la secrezione di glucagone

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28
Q

Che cos’è l’epifisi?

A

è detta anche ghiandola pineale ed è al centro del cervello, in corrispondenza della regione del talamo. Produce la melatonina, liberata con andamento ciclico, che prevede livelli massimi di notte e minimi di giorno. Probabilmente la melatonina influenza anche il cilco ovarico

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29
Q

Cosa sono le prostaglandine?

A

Sostanze derivate dall’acido arachidonico, prodotte non da una specifica ghiandola, ma dalle membrane cellulari di molti tessuti (per questo si chiamano ormoni tessutali). Agiscono di solito su cellule vicine a chi le ha prodotte e sono responsabili di effetti diversificati e specifici, in concentrazioni molto più basse di quelle in cui si trovano gli ormoni di solito

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30
Q

Quali sono le prostaglandine più note?

A

Quelle dello sperma, prodotte dalle vescicole seminali, che inducono la contrazione della muscolatura liscia dell’utero, favorendo la risalita degli spermatozoi. Anche la mucosa uterina produce prostaglandine.

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31
Q

In che modo le prostaglandine sono diverse tra loro?

A

Alcune si comportano da vasodilatatori, altre da vasocostrittori, un tipo agisce sulla muscolatura dei vronchioli, altre sono coinvolte nei processi infiammatori e contribuiscono a determinare il gonfiore, il rossore e il dolore dei tessuti lesi. Alcuni farmaci antinfiammatori inibiscono l’enzima ciclossigenasi, che catalizza una tappa fondamentale nella sintesi di queste sostanze

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32
Q

Dove si trova il centro regolatore della temperatura corporea?

A

Nell’ipotalamo

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33
Q

Cosa succede nel corpo umano in caso di abbassamento della temperatura?

A

Il centro regolatore specifico stimola l’ipofisi a produrre TSH, ormone che attiva la tiroide e favorisce la secrezione di ormoni tiroidei, in grado di accelerare il metabolismo ossidativo e produrre calore. Inoltre invia segnali al sistema simpatico che determina vasocostrizione periferica e quindi diminuisce la dispersione di calore. Infine vengono attivati i muscoli scheletrici che si contraggono nei brividi, producendo calore

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34
Q

Cosa succede nel corpo umano in caso di aumento della temperatura?

A

Il centro regolatore della temperatura invia segnali al sistema simpatico che stimola l’attività delle ghiandole sudoripare e così permette di disperdere calore. Invia segnali al sistema parasimpatico che provoca vasodilatazione delle arteriole periferiche facilitando la dispersione di calore. Infine invia segnali ai muscoi scheletrici che diminuiscono il tono muscolare, così da diminuire il metabolismo e la produzione di calore

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35
Q

Cosa succede nel corpo umano in caso di febbre?

A

I tessuti lesi producono particolari sostanze che stimolano i globuli bianchi a liberare interleuchine, messaggeri chimici che, tramite il circolo sanguigno, giungono al centro regolatore della temperatura, facendo sì che la temperatura aumenti

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36
Q

Quali sono alcuni disturbi del sistema endocrino?

A

Diabete insipido, diabete mellito e morbo di Basedow

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37
Q

Quali sono le caratteristiche del diabete insipido?

A

è una malattia caratterizzata dall’eliminazione di abbondante urina, a causa di patologie dell’ipotalamo o dell’ipofisi, che determinano un’insufficiente produzione di vasopressina

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38
Q

Quali sono le caratteristiche del diabete mellito?

A

è una malattia che si manifesta con l’incapacità di regolare il tasso di glucosio e viene diagnosticato in base alla glicemia (più di 120mg/dl a digiuno). I sintomi sono dovuti alla scarsa produzione di insulina o pochi recettori per questo ormone.

39
Q

Perché l’eccesso di glucosio nel sangue, e quindi il diabete, è dannoso?

A

Perché il troppo glucosio reagisce con le proteine, alterandone la funzione, con gravi conseguenze, come l’invecchiamento precoce dei tessuti e l’insorgenza di lesioni al miocardio, cecità, insufficienza renale e arterosclerosi

40
Q

Il diabete mellito si distingue in due tipi: quali?

A

Diabete primario e diabete secondario

41
Q

Il diabete primario può essere di due tipi: quali?

A

1) Diabete insulino-dipendente (o giovanile, o tipo I)

2) Diabete non insulino dipendente (tipo II)

42
Q

Quali sono le caratteristiche del diabete tipo I?

A

Colpisce individui giovani e magri ed è correlato a una carenza di insulina e può essere curato tramite iniezioni di questo ormone. è una malattia autoimmune, causata dalle difese immunitarie dell’organismo che, in concomitanza con un’infezione virale, distrugge le cellule beta del pancreas, responsabili della secrezione di insulina. In mancanza di insulina, i tessuti non riescono a usare il glucosio alimentare, quindi è favorita la sinteso do glucosio a partire dalle proteine (gluconeogenesi) e l’ossidazione degli acidi grassi, il che produce corpi chetonici che si accumulano nel sangue e possono causare il coma cheto-acidoso

43
Q

Quali sono le caratteristiche del diabete di tipo II?

A

Colpisce individui anziani e obesi: l’insulina viene prodotta, ma i tessuti non sono sensibili. Così il glucosio alimentare non viene usato dai tessuti, che non rispondono all’insulina, mentre il fegato produce glucosio endogeno, tramite i meccanismi di gluconeogenesi. L’accumulo di glucosio può causare il coma iperglicemico.

44
Q

Quali sono le caratteristiche del diabete secondario?

A

è causato da agenti come fumo, infezioni etc, che danneggiano il pancreas, riducendone la funzionalità

45
Q

Che cos’è il morbo di Basedow?

A

Una malattia della tiroide caratterizzata dall’aumento di attività della ghiandola, comparsa del gozzo e alterazioni della pelle

46
Q

Qual è la differenza tra le reazioni aspecifiche e specifiche del sistema immunitario?

A

Le reazioni aspecifiche sono quelle nei confronti di qualsiasi agente estraneo, quelle specifiche sono mirate contro un determinato invasore. Nel primo caso si parla di immunità innata, nel secondo si parla di immunità acquisita (perché la reazione di attiva solo dopo l’esposizione allo specifico antigene)

47
Q

Quali sono le barriere (enzimi etc) caratteristici dell’immunità innata?

A

Lisozima, fagociti, linfociti NK, complemento, interferoni e risposta infiammatoria

48
Q

Che cos’è il lisozima?

A

Un enzima prodotto dalle ghiandole esocrine di pelle e bocca, in grado di demolire la parete cellulare di molti batteri. All’azione di queste ghiandole si aggiunge quella di alcuni organi linfoidi, come tonsille. Quando queste barriere vengono superate, intervendono altri sistemi di difesa

49
Q

Cosa sono i fagociti?

A

Globuli bianchi capaci di inglobare per fagocitosi batteri, frammenti cellulari etc. A questo gruppo appartengono i macrofagi e i granulociti, prodotti dalle cellule staminali del midollo rosso. Alcuni circolano nei vasi sanguigni e attraversano le pareti dei capillari per raggiungere i tessuti invasi da microrganismi; altri stazionano nei linfonodi e nella milza (organi nel sistema linfatico), nel fegato, nei reni e nel cervello

50
Q

Cosa sono i linfociti NK (natural killer)?

A

Cellule che, agendo secondo le modalità dell’immunità innata, distruggono sia le cellule dell’organismo stesso infette da virus e parassiti, sia le cellule tumorali. Questa azione si esplica attraverso la produzione di varie sostanze, l’attivazione dei macrofagi e l’azione antiproliferativa sulle cellule malate o anomale. In alcuni casi possono agire in modo specifico, secondo meccanismi dell’immunità acquisita

51
Q

Cos’è il complemento?

A

Un insieme di proteine plasmatiche che si attivano con un processo a cascata in presenza di batteri; alcune di esse segnalano ai fagociti la presenza di invasori, attirandoli sul posto; altre, una volta arrivate, permettono la formazione di proteine, che provocano fori nella membrana delle cellule estranee, distruggendole

52
Q

Cosa sono gli interferoni?

A

Sostanze ad azione antivirale, appartenenti al gruppo delle citochine, messaggeri di natura proteica, prodotti da diversi tipi di cellule, in grado di modificare il comportamento di altre cellule, vicine o distanti. In caso di infezione virale, la liberazione di interferone segnala alle cellule circostanti la presenzqa del virus, e le stimola a produrre nel loro citoplasma enzimi che sono in grado di bloccare la traduzione dell’mRNA virale in proteine. Gli interferoni rafforzano l’attività delle cellule preposte alle difese immunitarie e inibiscono la crescita di alcune cellule tumorali.

53
Q

Quali tipi di interferoni esistono?

A

L’interferone alfa (prodotto da linfociti B e macrofagi), l’interferone beta (prodotto dai fibroblasti) e l’interferone gamma (prodotto dai linfociti T e dalle cellule NK). Grazie alla loro capacità di inibire la proliferazione cellulare, sono utilizzati come farmaci antivirali e antitumorali

54
Q

Che cos’è la risposta infiammatoria?

A

è caratterizzata da dolore, gonfiore, calore e arrossamento. è permesso dalle sostanze liberate dai tessuti della parte lesa e da specifiche cellule, come i mastociti e i granulociti basofili. Queste sostanze (la più importante: istamina) hanno azione vasodilatatrice, fanno aumentare il flusso sanguigno locale e la permeabilità dei capillari all’acqua, alle proteine e ai globuli bianchi, quindi si facilita la distruzione degli agenti estranei e la rigenerazione dei tessuti danneggiati. Se la risposta infiammatoria è intensa, si forma pus, fatto da globuli bianchi morti

55
Q

Quando l’immunità innata non basta, entra in gioco l’immunità acquisita: quali sono le cellule principali nei meccanismi dell’immunità acquisita?

A

1) Macrofagi: cellule fagocitarie che avvisano i linfociti T helper della presenza dell’antigene
2) Linfociti B
3) Linfociti T
4) Linfociti della memoria

56
Q

Quali sono le caratteristiche dei linfociti B?

A

Una volta attivati si trasformano in plasmacellule, responsabili della produzione degli anticorpi, molecole che si legano a uno specifico agente, disattivandolo. Gli anticorpi circolanti sono attivi principalmente nei confronti dei virus, batteri e tossine da questi prodotti

57
Q

Quali sono le caratteristiche dei linfociti T?

A

Interagiscono con altre cellule eucariotiche, in particolare quelle del proprio corpo, quando queste hanno incorporato l’antigene (per esempio sono infette dal virus).

58
Q

I linfociti T si dividono in tre tipi diversi: quali?

A

1) Linfociti T helper
2) Linfociti T killer (o T citotossici)
3) Linfociti T soppressori

59
Q

Quali sono le caratteristiche dei linfociti T helper?

A

Sono gli interruttori centrali del sistema, incaricati di stimolare l’attivazione e la proliferazione dei linfociti B e dei linfociti T killer

60
Q

Quali sono le caratteristiche dei linfociti T killer (o T citotossici)?

A

Distruggono le cellule dell’organismo stesso infette da virus o parassiti

61
Q

Quali sono le caratteristiche dei linfociti T soppressori?

A

Hanno funzione di regolazione: rallentano la risposta immunitaria quando questa non è più necessaria

62
Q

Quali sono le caratteristiche dei linfociti della memoria?

A

Sono una frazione dei linfociti B e T che persiste nell’organismo dopo la scomparsa dell’antigene, pronta a intervenire se questo si ripresenta

63
Q

Da cosa derivano i linfociti e i macrofagi?

A

Dalla divisione di cellule staminali comuni, situate nel midollo rosso delle ossa.

64
Q

Da cosa sono caratterizzati i linfociti?

A

Dal fatto che esprimono sulla membrana cellulare particolari recettori che permettono loro di riconoscere e legare specifiche macromolecole estranee all’organismo.

65
Q

Dove maturano i linfociti B?

A

Nel midollo rosso

66
Q

Dove maturano i linfociti T?

A

Nel timo, durante i primi mesi di vita

67
Q

Come si chiamano i linfociti maturi?

A

Immunocompetenti

68
Q

Dove si trovano i linfociti maturi?

A

In parte circolano nel sangue, in parte sono negli orhani linfatici, come milza, linfonodi e tonsille.

69
Q

Perché la milza è coinvolta nella risposta immunitaria?

A

Perché filtra e ripulisce il sangue, controllando la presenza di agenti patogeni e particelle estranee, elimina i globuli rossi invecchiati ed è sede di produzione di linfociti

70
Q

Qual è il ruolo dei linfonodi e delle tonsille?

A

rinnovare i linfociti circolanti e agire da filtro per rimuovere dal circolo microbi e particelle estranee

71
Q

“L’immunità acquisita è dotata di specificità e memoria”: cosa vuol dire?

A

La specificità è la capacità di discriminare il self e il non-self, oltre che tra diversi antigeni, anche se molto simili
La memoria è la capacità di rispondere in modo più rapido e efficace nel caso che uno stesso antigene si ripresenti una seconda volta

72
Q

Da cosa dipende il riconoscimento del self dal non self da parte del sistema immunitario?

A

Da un gruppo di molecole glicoproteiche che si trovano sulla superficie di tutte le cellule nucleate. Queste proteine sono codificate da un gruppo di geni detto complesso maggiore di istocompatibilità (o MHC1), i geni che costruiscono questo gruppo sono almeno 20 e nell’uomo ognuno possiede 8-10 forme alleliche. Dalla combinazione di queste forme si possono generare moltissime proteine diverse: solo i gemelli identici hanno gli stessi marcatori MHC.

73
Q

Esistono due classi di molecole MHC: quali?

A

1) Classe I: si trovano su tutte le cellule dell’organismo e fanno sì che queste siano riconosciute come self dai linfociti T citotossici
2) Classe II: si trovano sulle cellule del sistema immunitario (macrofagi e linfociti B attivati) e quando sono associate ad antigeni vengono riconosciute dai linfociti T helper

74
Q

Per cosa si usa la sigla MHC?

A

Per Major Histocompatibility Complex, sigla usata per tutti gli animali a indicare il complesso di geni che controllano gli antigeni di istocompatibilità. Nell’uomo si usa HLS (Human Leukocyte Antigens)

75
Q

Che cos’è la risposta immunitaria primaria?

A

è la risposta del sistema immunitario che incontra un certo antigene per la prima volta

76
Q

Come si sviluppa la risposta immunitaria primaria?

A

Un macrofago entra in contatto con l’antigene, lo ingloba e lo espone sulla superficie cellulare associato alle proprie proteine MHC II, così viene riconosciuto dagli specifici linfociti T helper (presentazione dell’antigene). I linfociti T iniziano a proliferare formando i diversi ceppi (killer, suppressor etc), inoltre producono interleuchine, sostanze che attivano i linfociti T e i B. I T attaccano e distruggono le cellule infette, riconoscendo l’antigene specifico presente sulla superficie cellulare, i B si trasformano in plasmacellule e producono anticorpi specifici contro lo stesso antigene

77
Q

Che cos’è la risposta umorale mediata dai linfociti B?

A

è la liberazione nel sangue di anticorpi

78
Q

Che cos’è un anticorpo?

A

L’anticorpo o immuniglobulina, è una proteina a forma di Y, dotata di siti di legame specifici per un particolare antigene. Ciascun linfocita B non stimolato ha sulla superficie cellulare un modello del tipo di anticorpo che è in grado di produrre. Quando viene in contatto con un antigene che si adatta alla struttura dell’anticorpo e riceve segnali di attivazione da parte dei linfociti T helper, viene stimolato a riprodursi, dando origine a due linee cellulari: plasmacellule, che secernono l’anticorpo & linfociti B della memoria, attive nel caso in cui l’antigene si ripresenti.

79
Q

Cosa fa ogni anticorpo con un antigene?

A

Lo lega con una reazione altamente specifica e lo disattiva con meccanismi diversi

80
Q

Come potrebbe fare un anticorpo a disattivare l’antigene che ha legato?

A

Potrebbe alterare la struttura di una tossina, interferire con le attività vitali di un microrganismo, provocare aggregazione e precipitazione di particelle virali e innescare le reazioni del complemento

81
Q

Da cosa è costituita la molecola di un anticorpo?

A

Da 4 catene polipeptidiche, due corte (leggere) e due lunghe (pesanti) unite in una struttura a forma di Y

82
Q

Da cosa è formata ogni catena polipeptidica di un anticorpo?

A

Da una parte costante e una parte variabile. Le porzioni variabili delle catene pesanti e leggere interagiscono tra loro delimitando uno spazio a sacca in cui si incastra l’antigene

83
Q

I milioni di antigeni esistenti vengono riconosciuti e combattuti da alterettanti tipi di linfociti, ciascuno che produce una immunoglobulina specifica. Ma come si produce questa varietà, visto che i geni sono in numero limitato?

A

Alla formazione di ogni catena di un anticorpo collaborano più geni e questi geni esistono in molte forme alleliche, con possibilità di combinarsi tra loro. Ogni linfocita, maturando, rimescola i geni in modo casuale e diverso da altri, dando origine a una combinazione originale della regione variabile: così si genera un numero elevato di anticorpi diversi

84
Q

Quando si presenta un antigene, è già presente un linfocita con l’anticorpo corrispondente?

A

Di solito sì: il legame con l’antigene lo stimola a moltiplicarsi formando un clone di cellule che conservano la stessa specificità immunitaria della cellula di partenza. Questa teoria è la teoria della selezione clonale: è l’antigene stesso che seleziona le cellule che devono proliferare per innescare la risposta difensiva

85
Q

In quante classi sono suddivisi gli anticorpi, a seconda del modo in cui agiscono?

A

1) IgM
2) IgG
3) IgA
4) IgD
5) IgE

86
Q

Quali sono le caratteristiche delle 5 classi diverse di anticorpi?

A

1) IgM danno l’avvio alla risposta immunitaria
2) IgG passano attraverso la placenta e proteggono il feto
3) IgA sono presenti nelle secrezioni (latte, lacrime, saliva)
4) IgD si trovano come recettori sui linfociti B
5) IgE si trovano sulla superficie dei mastociti e provocano il rilascio di istamina

87
Q

Cosa succede se l’agente estraneo (es un virus) è penetrato in una cellula dell’organismo?

A

Il sistema immunitario ricorre ai linfociti T citotossici (o T killer) che riconoscono e distruggono le cellule infette o anormali

88
Q

Quando si attivano i linfociti T citotossici?

A

Quando interagiscono con una cellula che porta in superficie gli antigeni dell’invasore complessati con i propri recettori MHC I e contemporaneamente sono stimolati dall’azione dell’interleuchina prodotta dai linfociti T helper.

89
Q

Come fanno i linfociti T citotossici a eliminare direttamente le cellule infette?

A

Lo fanno grazie ad alcune proteine: le perforine, che aprono dei fori nella membrana della cellula bersaglio, provocandone la lisi

90
Q

Come fanno i linfociti NK a riconoscere le cellule tumorali?

A

Riconoscendo la presenza di marcatori MHC anormali

91
Q

Qual è la causa del rigetto degli organi trapiantati?

A

I linfociti T citotossici e NK, perché riconoscono come estranei i marcatori MHC del donatore. Il rigetto inizia con un’infiltrazione di globuli bianchi nel tessuto trapiantato, seguita da lesioni dei capillari, fino alla totale distruzione del tessuto.

92
Q

Come si fa a evitare che un organo trapiantato venga rigettato?

A

Ai pazienti trapiantati si somministrano farmaci immunosoppressori, come la ciclosporina

93
Q

Cosa succede quando la risposta immunitaria non è più necessaria?

A

Intervengono linfociti T soppressori a spegnere con messaggeri chimici le cellule attivate

94
Q

Quanto ci vuole perché si attivi l’immunità primaria? e l’immunità secondaria?

A

Per l’immunità primaria ci vogliono dai 3 ai 14 giorni, per la secondaria serve meno tempo, meno antigeni per attivarla e vengono prodotti più anticorpi