Oneri di prova Flashcards
Onere di prova
La qualificazione di un fatto come fatto costituivo, estintivo, impeditivo o modificativo è una distinzione rilevante nel senso che in base alla qualificazione che io attribuisco a quel determinato fatto una della parti avrà l’onere di dimostrare il fatto stesso.
Questo discorso ci permette di capire il concetto secondo cui se voglio fare causa a qualcuno devo valutare quanto sono in grado di 𝗱𝗶𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝗺𝗶𝗲 𝗿𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗶 in quanto la 𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗼𝗻𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗮 è una regola fondamentale che definisce la 𝗿𝗶𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗼𝗻𝗲𝗿𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 fra attore e convenuto definendo quale è la parte che deve provare l’esistenza di un
determinato elemento del processo.
Infatti io posso anche essere nel giusto ma se non riesco a dimostrarlo ho perso.
Principio di acquisizione
Tale regola ha anche delle 𝗿𝗶𝗱𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 nella misura in cui nel processo civile vige il principio di acquisizione.
Ovvero il principio secondo cui anche se la dimostrazione di un fatto spetta a una parte quel fatto può essere acquisito dal processo anche attraverso una parte diversa da quella onerata.
𝗘𝘀𝗲𝗺𝗽𝗶𝗼: 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘶𝘯 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘰𝘵𝘵𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘱𝘢𝘨𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘶𝘯𝘢 𝘴𝘰𝘮𝘮𝘢.
𝘓𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘰𝘯𝘦 𝘭’𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘷𝘦 𝘥𝘪𝘮𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘴𝘵𝘪𝘱𝘶𝘭𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘰. 𝘛𝘶𝘵𝘵𝘢𝘷𝘪𝘢 𝘵𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘪𝘮𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘱𝘶ò 𝘢𝘷𝘷𝘦𝘯𝘪𝘳𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘷𝘦𝘯𝘶𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘦 𝘱𝘶ò 𝘥𝘪𝘮𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘴𝘵𝘪𝘱𝘶𝘭𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦
𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘭 𝘱𝘢𝘨𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘦𝘳𝘢 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘰𝘱𝘰𝘴𝘵𝘰 𝘢 𝘥𝘦𝘵𝘦𝘳𝘮𝘪𝘯𝘢𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪.
Inoltre possono essere 𝗽𝗿𝗶𝘃𝗶 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮𝘁𝗶. Secondo l’articolo 115 del Codice di Procedura civile
‘𝘚𝘢𝘭𝘷𝘪 𝘪 𝘤𝘢𝘴𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘷𝘪𝘴𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘭𝘦𝘨𝘨𝘦 , 𝘪𝘭 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘤𝘦 𝘥𝘦𝘷𝘦 𝘱𝘰𝘳𝘳𝘦 𝘢 𝘧𝘰𝘯𝘥𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘭𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘰𝘴𝘵𝘦 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪 𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘱𝘶𝘣𝘣𝘭𝘪𝘤𝘰 𝘮𝘪𝘯𝘪𝘴𝘵𝘦𝘳𝘰 𝘯𝘰𝘯𝘤𝘩é 𝘪 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘪
𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘱𝘦𝘤𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘴𝘵𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘪𝘵𝘶𝘪𝘵𝘢. 𝘐𝘭 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘤𝘦 𝘱𝘶ò 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘢𝘷𝘪𝘢, 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪
𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢, 𝘱𝘰𝘳𝘳𝘦 𝘢 𝘧𝘰𝘯𝘥𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘭𝘦 𝘯𝘰𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘥𝘪 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘦𝘯𝘵𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘦 𝘦𝘴𝘱𝘦𝘳𝘪𝘦𝘯𝘻𝘢’.
Quindi se la parte costituita non contesta i fatti posti a fondamento della domanda attorea tali fatti non deve essere sottoposti a dimostrazione.
Non tutte le fattispecie di prova sono chiare
Come detto, durante il processo, abbiamo un attore che agisce per far valere un suo diritto e un convenuto che si difende allegando dei fatti che rendono la pretesa infondata.
Questo schema di azione ci può fare pensare a un’applicazione semplice del principio dell’onere della prova anche se in realtà non è cosi.
Questo perché non in tutte le fattispecie è cosi 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗮 𝗹’𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗼𝗻𝗲𝗿𝗮𝘁𝗮 a dimostrare un determinato fatto.
𝗘𝘀𝗲𝗺𝗽𝗶𝗼: 𝗹’𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼 𝟭𝟰𝟵𝟭 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗼𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗖𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲
‘𝘕𝘰𝘯 è 𝘥𝘰𝘷𝘶𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘨𝘢𝘳𝘢𝘯𝘻𝘪𝘢 𝘴𝘦 𝘢𝘭 𝘮𝘰𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦𝘷𝘢 𝘪 𝘷𝘪𝘻𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘴𝘢; 𝘱𝘢𝘳𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘯𝘰𝘯 è 𝘥𝘰𝘷𝘶𝘵𝘢, 𝘴𝘦 𝘪 𝘷𝘪𝘻𝘪 𝘦𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘧𝘢𝘤𝘪𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪, 𝘴𝘢𝘭𝘷𝘰, 𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘤𝘢𝘴𝘰, 𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘭 𝘷𝘦𝘯𝘥𝘪𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢 𝘥𝘪𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘴𝘢 𝘦𝘳𝘢 𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘢 𝘷𝘪𝘻𝘪.’
Il diritto alla garanzia è escluso nel momento in cui il compratore conosceva i vizi o nel caso in cui tali vizi erano facilmente riconoscibili. Il problema consiste nel capire chi deve dimostrare che i vizi erano conosciuti o facilmente riconoscibili.
La norma in questione non indica chi deve dimostrare la conoscibilità e la conoscenza e quindi ci permette di capire che la ripartizione dell’onere probatorio non è sempre cosi semplice.
Criterio della vicinanza della prova
La giurisprudenza opera per quanto riguarda le fattispecie in cui si ha difficoltà nell’individuare il soggetto su cui ricade l’onere della prova applicando il criterio della vicinanza della prova ponendo l’onere di dimostrazione in capo alla parte che ha più facilità nell’accedere alle informazioni
𝗘𝘀𝗲𝗺𝗽𝗶𝗼: 𝘯𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘮𝘣𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘥𝘪𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘯 𝘤𝘢𝘴𝘰 𝘥𝘪 𝘭𝘪𝘤𝘦𝘯𝘻𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰
𝘪𝘯𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘩𝘢 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘳𝘦𝘪𝘯𝘵𝘦𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘯𝘦𝘭 𝘤𝘢𝘴𝘰 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘪𝘭 𝘯𝘶𝘮𝘦𝘳𝘰 𝘥𝘪 𝘥𝘪𝘱𝘦𝘯𝘥𝘦𝘯𝘵𝘪 è 𝘴𝘶𝘱𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘦 𝘢 15. 𝘚𝘦 𝘪𝘯𝘷𝘦𝘤𝘦 𝘪 𝘥𝘪𝘱𝘦𝘯𝘥𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘮𝘦𝘯𝘰 𝘰 15 𝘪𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘩𝘢 𝘴𝘶𝘣𝘪𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘭𝘪𝘤𝘦𝘯𝘻𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰
𝘪𝘯𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘰 𝘢 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘦𝘤𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘳𝘢𝘱𝘱𝘰𝘳𝘵𝘰 𝘰𝘱𝘱𝘶𝘳𝘦 𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘪𝘯𝘥𝘦𝘯𝘯𝘪𝘵à. 𝘐𝘭 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘳𝘪𝘭𝘦𝘷𝘢𝘯𝘵𝘦 è 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰
𝘯𝘶𝘮𝘦𝘳𝘰 𝘥𝘪 15 𝘥𝘪𝘱𝘦𝘯𝘥𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘢 𝘤𝘶𝘪 𝘥𝘦𝘳𝘪𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘵𝘦𝘳𝘮𝘪𝘯𝘢𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘦𝘨𝘶𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘭𝘦𝘨𝘢𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘶𝘵𝘦𝘭𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘥𝘪𝘱𝘦𝘯𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘪𝘯𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘭𝘪𝘤𝘦𝘯𝘻𝘪𝘢𝘵𝘰. 𝘚𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭’𝘪𝘮𝘱𝘳𝘦𝘴𝘢 𝘤𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 18 𝘥𝘪𝘱𝘦𝘯𝘥𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘱𝘰𝘵𝘳à 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘳𝘦𝘪𝘯𝘵𝘦𝘨𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘮𝘦𝘯𝘵𝘳𝘦 𝘴𝘦 𝘴𝘰𝘯𝘰 12 𝘪𝘭 𝘥𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘱𝘶ò 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘴𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘴𝘦𝘨𝘶𝘪𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘳𝘢𝘱𝘱𝘰𝘳𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘰𝘱𝘱𝘶𝘳𝘦 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦𝘳𝘨𝘭𝘪 𝘶𝘯’𝘪𝘯𝘥𝘦𝘯𝘯𝘪𝘵à. 𝘐𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘤𝘢𝘴𝘰 𝘭’𝘰𝘯𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢 𝘴𝘶𝘭 𝘯𝘶𝘮𝘦𝘳𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘥𝘪𝘱𝘦𝘯𝘥𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘴𝘶 𝘤𝘩𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘢𝘥𝘦? 𝘚𝘶𝘭 𝘥𝘪𝘱𝘦𝘯𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘪𝘯𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘭𝘪𝘤𝘦𝘯𝘻𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘰 𝘪𝘭 𝘥𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰? 𝘚𝘶𝘭𝘭𝘢 𝘣𝘢𝘴𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗶𝗰𝗶𝗻𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗮 𝘭’𝘰𝘯𝘦𝘳𝘦 𝘳𝘪𝘤𝘢𝘥𝘦 𝘴𝘶𝘭 𝘥𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘩𝘢 𝘱𝘪ù 𝘧𝘢𝘤𝘪𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘤𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰
𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘪𝘯𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘯𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘪𝘦 𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘤𝘢𝘴𝘰.
Tutto questo serve per dire che abbiamo una regola generale dell’onere della prova, dei casi in cui tale regola viene attenuata e dei casi in cui l’applicazione di questa regola richiede il criterio della vicinanza della prova basato su quello che è il 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲𝘃𝗼𝗹𝗲𝘇𝘇𝗮.
Onere di prova:
Le eccezioni di prescrizione
Il convenuto può difendersi con delle mere difese o con delle 𝗲𝗰𝗰𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶. Bisogna fare una distinzione tra le:
- 𝗲𝗰𝗰𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗶𝗻 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗼 𝘀𝘁𝗿𝗲𝘁𝘁𝗼
- 𝗲𝗰𝗰𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗶𝗻 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗼 𝗹𝗮𝘁𝗼
Eccezioni di prescrizione:
Le eccezioni in senso stretto
Quando il giudice può tenerne conto solo in presenza di una istanza delle parti.
𝗘𝘀𝗲𝗺𝗽𝗶𝗼: 𝘭’𝘦𝘤𝘤𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘤𝘳𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 è 𝘳𝘪𝘴𝘦𝘳𝘷𝘢𝘵𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪 𝘦 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘪𝘭 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘤𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘶ò 𝘳𝘪𝘭𝘦𝘷𝘢𝘳𝘭𝘢
𝘥’𝘶𝘧𝘧𝘪𝘤𝘪𝘰 𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘵𝘢𝘭𝘦 𝘦𝘤𝘤𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 è 𝘳𝘪𝘴𝘦𝘳𝘷𝘢𝘵𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘰𝘵𝘳à 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘴𝘦 𝗲𝗰𝗰𝗲𝗽𝗶𝗿𝗲(contestare) 𝘰 𝘮𝘦𝘯𝘰 𝘭’𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘷𝘦𝘯𝘶𝘵𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘤𝘳𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦. 𝘜𝘯𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘰𝘭𝘭𝘦𝘷𝘢𝘳𝘦 𝘵𝘢𝘭𝘦 𝘦𝘤𝘤𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩è 𝘵𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘷𝘪𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘳𝘢𝘨𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘥𝘦 𝘥𝘪 𝘢𝘤𝘤𝘢𝘯𝘵𝘰𝘯𝘢𝘳𝘦 𝘵𝘢𝘭𝘦 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪𝘵à (𝘴𝘶𝘤𝘤𝘦𝘥𝘦 𝘥𝘢𝘷𝘷𝘦𝘳𝘰 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘳𝘢𝘳𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦) 𝘰 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩è 𝘭’𝘢𝘷𝘷𝘰𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘪𝘧𝘦𝘯𝘥𝘦 𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘪 𝘢𝘤𝘤𝘰𝘳𝘨𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘰𝘱𝘳𝘢𝘷𝘷𝘦𝘯𝘶𝘵𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘤𝘳𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦.
Eccezioni di prescrizione:
Le eccezioni in senso lato
Le eccezioni in senso lato, invece, sono rilevabili anche dal giudice.
𝗘𝘀𝗲𝗺𝗽𝗶𝗼: 𝘭’𝘦𝘤𝘤𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘱𝘢𝘨𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 è 𝘳𝘪𝘭𝘦𝘷𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦 𝘥’𝘶𝘧𝘧𝘪𝘤𝘪𝘰. 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘦 𝘥𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘵𝘵𝘪 𝘳𝘪𝘴𝘶𝘭𝘵𝘢
𝘶𝘯’𝘦𝘤𝘤𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘱𝘢𝘨𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘤𝘦 𝘱𝘰𝘵𝘳à 𝘳𝘪𝘭𝘦𝘷𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘶𝘧𝘧𝘪𝘤𝘪𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘭𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘩𝘪𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪.
Eccezioni di prescrizione:
Come facciamo a distinguere le eccezioni in senso stretto e le eccezioni in senso lato?
Sul 𝗰𝗿𝗶𝘁𝗲𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝘀𝘁𝗶𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 c’è stato un dibattito che ha portato a una conclusione secondo cui se non c’è una qualificazione espressa che definisce l’eccezione come eccezioni espressamente riservate alle parti il giudice può rilevare tale eccezione in ufficio.
La domanda riconvenzionale
Con la domanda riconvenzionale si ha l’𝗶𝗻𝘁𝗿𝗼𝗱𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝘁𝗲𝗺𝗮 nell’oggetto della decisione.
𝗘𝘀𝗲𝗺𝗽𝗶𝗼: 𝘴𝘦 𝘪𝘰 𝘢𝘨𝘪𝘴𝘤𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘶𝘯 𝘴𝘰𝘨𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘶𝘯 𝘴𝘪𝘯𝘪𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘥𝘢𝘭𝘦 𝘪𝘮𝘱𝘶𝘵𝘢𝘯𝘥𝘰𝘨𝘭𝘪 𝘭𝘢 𝘳𝘦𝘴𝘱𝘰𝘯𝘴𝘢𝘣𝘪𝘭𝘪𝘵à
𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘪𝘭 𝘳𝘪𝘴𝘢𝘳𝘤𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘥𝘢𝘯𝘯𝘪. 𝘐𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘷𝘦𝘯𝘶𝘵𝘰 𝘱𝘰𝘵𝘳à 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘢𝘳𝘴𝘪 𝘪𝘯 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘦 𝘥𝘪𝘧𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘴𝘪
𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗻𝘃𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲. 𝘐𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘷𝘦𝘯𝘶𝘵𝘰 𝘱𝘰𝘵𝘳à 𝘯𝘦𝘨𝘢𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘳𝘦𝘴𝘱𝘰𝘯𝘴𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦 𝘦 𝘢𝘤𝘤𝘶𝘴𝘢𝘳𝘦 𝘮𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘴𝘪𝘯𝘪𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘦 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘦 𝘢 𝘮𝘦 𝘥𝘪 𝘳𝘪𝘴𝘢𝘳𝘤𝘪𝘳𝘨𝘭𝘪 𝘪 𝘥𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘴𝘶𝘣𝘪𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘢𝘶𝘵𝘰𝘷𝘦𝘵𝘵𝘶𝘳𝘢. 𝘐𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘤𝘢𝘴𝘰 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘷𝘦𝘯𝘶𝘵𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘪 𝘭𝘪𝘮𝘪𝘵𝘢 𝘢 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘳𝘪𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘰𝘮𝘢𝘯𝘥𝘢 𝘢𝘵𝘵𝘰𝘳𝘦𝘢 𝘮𝘢 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘦 𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢 𝘪𝘭 𝘳𝘪𝘴𝘢𝘳𝘤𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰.
La domanda riconvenzionale è dunque una domanda posta dal convenuto che serve per allargare il tema oggetto della decisione.
La domanda riconvenzionale:
Quando lo si può chiedere
Il convento però non può proporre qualsiasi domanda
ma posso proporre una domanda riconvenzionale solo se, secondo 𝗹’𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼 𝟯𝟲 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗼𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗱𝗶 𝗣𝗿𝗼𝗰𝗲𝗱𝘂𝗿𝗮 𝗰𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲 ‘𝘐𝘭 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘤𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘦𝘵𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘯𝘤𝘪𝘱𝘢𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘪𝘱𝘦𝘯𝘥𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘵𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 𝘥𝘦𝘥𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰 𝘥𝘢𝘭𝘭’𝘢𝘵𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘰 𝘥𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘨𝘪à 𝘢𝘱𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘦𝘯𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘮𝘦𝘻𝘻𝘰 𝘥𝘪 𝘦𝘤𝘤𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦’
Se l’attore chiede l’adempimento del contratto il convenuto non può chiedere il risarcimento dei danni legati a un sinistro stradale che ha visto come soggetti l’attore ed il convenuto.
La possibilità di porre una domanda riconvenzionale è 𝘀𝘂𝗯𝗼𝗿𝗱𝗶𝗻𝗮𝘁𝗮 alla esistenza di un 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗲𝗴𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝘁𝗿𝗮 𝗹𝗮 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗼𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗮𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝘁𝗲𝗺𝗮.
Esempio: io chiedo l’adempimento di un contratto e il convenuto si difende dicendo che il contratto va annullato.