I riti del processo di cognizione Flashcards

1
Q

I riti del processo di cognizione

A

All’interno del nostro sistema esistono 3 riti ai quali si riconducono anche gli altri fatta salva
l’esistenza di particolarità per determinati procedimenti.

  • 𝗜𝗹 𝗿𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗴𝗻𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲
    Regolato dagli articolo 163 e seguenti, è il rito ordinario
  • 𝗜𝗹 𝗿𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼
    Articolo 409 e seguenti del Codice di Procedura civile, utilizzato in materia di lavoro e locatizia
  • 𝗜𝗹 𝗿𝗶𝘁𝗼 𝘀𝗼𝗺𝗺𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗴𝗻𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲
    Disciplinato dagli articolo 702 e seguenti del Codice di Procedura civile, che nasce come strumento di risoluzione di controversie di carattere meno complesse.
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2
Q

Le condizioni per la pronuncia/provvedimento di merito

A

lo stato è 𝗼𝗯𝗯𝗹𝗶𝗴𝗮𝘁𝗼 a predisporre gli strumenti
processuali ovvero gli 𝘀𝘁𝗿𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝗲𝗹𝗮 𝗴𝗶𝘂𝗿𝗶𝘀𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 e affinché le norme del diritto sostanziale siano effettive.

Lo stato è anche obbligato a 𝗽𝗿𝗼𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗮𝗿𝘀𝗶 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗶𝘁𝘂𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗲 che io gli sottopongo.

Questo 𝗻𝗼𝗻 significa che una volta che io proponga la mia domanda avrò diritto ad avere 𝗹’𝗮𝗰𝗰𝗼𝗴𝗹𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗮 ma significa che io sottopongo al giudice la mia fattispecie concreta e ho diritto ad avere la regola giuridica del caso concreto e
quindi 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗮 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗶𝘁𝘂𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮.

Questo diritto di ottenere una pronuncia, di accoglimento o di rigetto, è condizionata da due 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶:

  • 𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗮𝗱 𝗮𝗴𝗶𝗿𝗲
  • 𝗹𝗲𝗴𝗶𝘁𝘁𝗶𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗱 𝗮𝗴𝗶𝗿𝗲
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3
Q

Le condizioni per la pronuncia/provvedimento di merito:

𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗮𝗱 𝗮𝗴𝗶𝗿𝗲

A

E’ disciplinato dall’articolo 100 del Codice di Procedura civile che asserisce che‘𝘗𝘦𝘳 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘰𝘳𝘳𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘰𝘮𝘢𝘯𝘥𝘢 𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘥𝘥𝘪𝘳𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘢 è 𝘯𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘢𝘷𝘦𝘳𝘷𝘪 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘦𝘴𝘴𝘦’.

L’interesse di agire va considerato in 𝗺𝗼𝗱𝗼 𝗱𝗶𝘀𝘁𝗶𝗻𝘁𝗼 a seconda del tipo di azione ed è un istituto che ha la sua vera rilevanza con riferimento alle 𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗮𝗰𝗰𝗲𝗿𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼.

Nell’ambito delle azioni di accertamento l’interesse ad agire sussiste quando io dimostro in giudizio che su quel diritto esiste una 𝘀𝗶𝘁𝘂𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝗰𝗲𝗿𝘁𝗲𝘇𝘇𝗮.

𝗘𝘀𝗲𝗺𝗽𝗶𝗼: nel caso dell’accertamento negativo della servitù devo dimostrare in giudizio che sull’inesistenza di quel diritto esiste una situazione di incertezza

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4
Q

Posso rivolgermi al giudice per chiedere l’accertamento di un diritto di proprietà quando nessuno lo contesta?

A

𝗡𝗼, non posso e nel caso in cui io mi rivolga al giudice per chiedere l’accertamento di un diritto
di proprietà che non mi è contestato da nessuno il giudice dovrà emettere una pronuncia in cui dirà che io non ho interesse ad agire.

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5
Q

Le condizioni per la pronuncia/provvedimento di merito:

L’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗮𝗱 𝗮𝗴𝗶𝗿𝗲 riguardo le azioni costituzionali e azioni di condanna

A

In questo concetto di interesse di agire ha una rilevanza molto marginale.

Per potere agire in condanna, salvo casi eccezionali, occorre che l’inadempimento sia attuale mentre per quanto riguarda le azioni costitutive lo scarso interesse si ha nel momento in cui mi rivolgo al giudice per richiedere l’instaurazione di un diritto di servitù che è già esistente.

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6
Q

Le condizioni per la pronuncia/provvedimento di merito:

L’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗮𝗱 𝗮𝗴𝗶𝗿𝗲 e il rapporto con la 𝗹𝗲𝗴𝗶𝘁𝘁𝗶𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗱 𝗮𝗴𝗶𝗿𝗲

A

L’interesse ad agire è accomunato alla legittimazione ad agire proprio per quanto riguarda l’esito del giudizio, se manca una delle due condizioni il giudice dovrà emettere una sentenza dove dichiarerà la 𝗰𝗮𝗿𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲.

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7
Q

Le condizioni per la pronuncia/provvedimento di merito:

La 𝗹𝗲𝗴𝗶𝘁𝘁𝗶𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗱 𝗮𝗴𝗶𝗿𝗲

A

Nell’articolo 81 del Codice di Procedura civile che asserisce che ‘𝘍𝘶𝘰𝘳𝘪 𝘥𝘦𝘪 𝘤𝘢𝘴𝘪 𝘦𝘴𝘱𝘳𝘦𝘴𝘴𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘷𝘪𝘴𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘭𝘦𝘨𝘨𝘦, 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘱𝘶ò 𝘧𝘢𝘳 𝘷𝘢𝘭𝘦𝘳𝘦 𝘯𝘦𝘭 𝘱𝘳𝘰𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘪𝘯
𝘯𝘰𝘮𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘰 𝘶𝘯 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘶𝘪’.

Per quanto riguarda la verifica della sussistenza della
legittimazione ad agire possiamo dire che nel caso in cui io agisca per avere il diritto di credito che non appartiene a me dovrò scrivere nell’atto di citazione che chiedo la condanna di tizio allo svolgimento di una data azione.

In questo caso io agisco in giudizio per far valere un diritto di un soggetto altrui.

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8
Q

Come faccio a capire se un soggetto è legittimato ad agire oppure no?

A

Lo devo fare sulla base delle affermazioni contenute nella domanda del soggetto che agisce.

Esempio: se io agisco in giudizio nei confronti di Tizio perché mi ha procurato un danno, esso
può difendersi dicendo che il danno me l’ha procurato un altro. In questo caso la legittimazione
ad agire risulta soddisfatta perché io propongo la domanda nei confronti del soggetto che ritengo obbligato a risarcimento. La giurisprudenza parla di carenza di legittimazione quando io mi rivolgo a un soggetto per richiedere il risarcimento del danno ma esso si difende dicendo che in realtà il responsabile è un’altro soggetto.

Esempio: se io chiamo in giudizio il debitore di mio marito senza però dichiarare il fatto che il
diritto in questione non appartiene a me ma a mio marito, in questo caso, non avrò una
violazione del principio di legittimità di agire. Il soggetto chiamato in giudizio potrà difendersi dicendo che non ha mai stipulato un contratto con me e quindi io non sono titolare di quel diritto.
Questo caso però non avremo a che fare con il principio di legittimità di agire in quanto io non
ho detto al giudice che sto agendo facendo valere un diritto che non è di mia proprietà.
Nel momento in cui io mi affermo titolare di un diritto la condizione della legittimità di agire deve definirsi soddisfatta.

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