Limiti oggetti e soggettivi del giudicato Flashcards

1
Q

Limiti oggettivi del giudicato

A

𝗟𝗶𝗺𝗶𝘁𝗶 𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼: ci chiediamo che cosa investa il giudicato sostanziale.

Il giudicato sostanziale 𝗶𝗻𝘃𝗲𝘀𝘁𝗲 𝗶𝗹 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝘃𝗮𝗹𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗮 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮 e non altri diritti che non
sono stati fatti valere con la domanda stessa.

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2
Q

Limiti oggettivi del giudicato

Coincidenza tra le domande

A

E’ corretto affermare che vi è una 𝗰𝗼𝗶𝗻𝗰𝗶𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮 tra 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮 𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗲 𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼, almeno in linea di principio, in quanto può anche darsi che questa coincidenza non si verifichi, magari anche per un errore del giudice.

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3
Q

Limiti oggettivi del giudicato

Il primo principio

A

Questo è il primo principio, il che significa dal punto di vista delle conseguenze derivanti da questo principio, che 𝗶𝗼 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼 𝗿𝗶𝗽𝗿𝗼𝗽𝗼𝗿𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗺𝗶𝗮 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮 𝗳𝗮𝗰𝗲𝗻𝗱𝗼 𝘃𝗮𝗹𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝘀𝘂 𝗰𝘂𝗶 𝗰’è 𝗴𝗶à 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗮 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗮 𝗶𝗻 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼.

Non lo posso fare nĂŠ riproponendo la stessa domanda allegando gli stessi fatti costitutivi della domanda e nĂŠ
allegando fatti costitutivi dimenticata di allegarli nel primo processo, e che avrei dovuto allegare
nel primo processo.

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4
Q

Limiti oggettivi del giudicato
Il primo principio
Il perchĂŠ

A

Perché la 𝘀𝘁𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁à 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 è garantita anche da un principio fondamentale, ovvero il 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗶𝗼 𝘀𝗲𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼 𝗰𝘂𝗶 𝗶𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗽𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗱𝗲𝗱𝗼𝘁𝘁𝗼 (fatti dedotti a fondamento della nostra domanda) 𝗺𝗮 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗹 𝗱𝗲𝗱𝘂𝗰𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 (fatti che avremmo potuto dedurre, ma che ci siamo dimenticati di far valere in quel processo, un esempio è la 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗰𝗿𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼).

E’ necessario dire che 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗻 𝗮𝘀𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗰𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗮 𝗶𝗻 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼, non potrei comunque proporre l’impugnazione della sentenza per far valere l’eccezione di prescrizione che non ho fatto valere prima.

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5
Q

Limiti oggettivi del giudicato

Attentato alla pratica precedente

A

Vi è un 𝘂𝗹𝘁𝗲𝗿𝗶𝗼𝗿𝗲 𝗽𝗿𝗲𝗰𝗹𝘂𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 che vi dice in sostanza che 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼 𝗻𝗲𝗺𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗼𝗿𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗮 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮 con la quale faccio valere un 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗶𝗻𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝘁𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 con quello oggetto della prima pronuncia al fine di 𝘃𝗮𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗿𝗶𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝟭° 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝟭° 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼.

Non posso, nel momento in cui, il diritto costituisca un vero e proprio 𝗮𝘁𝘁𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗽𝗿𝗮𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼, perché con il giudicato (sentenza di accoglimento) il giudice attribuisce un 𝗯𝗲𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 e quindi non si può con la proposizione di una nuova domanda che abbia ad oggetto un diritto diverso e incompatibile, vanificare la pronuncia passata in giudicato.

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6
Q

Limiti oggettivi del giudicato
Attentato alla pratica precedente
Come farlo valere il diritto incompatibile

A

Se voglio far valere un diritto incompatibile, devo farlo nell’ambito del 1° processo, nel processo in cui mi è stato richiesto quel bene della vita.

La preclusione riguarda 𝗶 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗱𝗼𝘁𝘁𝗶 𝗲 𝗱𝗲𝗱𝘂𝗰𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶 𝗲 𝗶 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗶 𝗶𝗻𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝘁𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝗶𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼 𝘂𝗻 𝗮𝘁𝘁𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗽𝗿𝗮𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼.

Affrontiamo ora i casi in cui ci siano 2 processi, il primo dei quali abbia ad oggetto un diritto o un rapporto pregiudiziale e il secondo dei quali abbia per oggetto un diritto dipendente da quello oggetto del 1°processo.

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7
Q

Limiti oggettivi del giudicato
Attentato alla pratica precedente
Come farlo valere il diritto incompatibile
Esempio

A

Ci poniamo il problema del giudicato in relazione a 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶 𝘀𝘂𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝘃𝗶 𝗲𝗱 𝗶𝘀𝘁𝗶𝗻𝘁𝗶 che abbiano ad oggetto diritti o rapporti collegati 𝗱𝗮 𝘂𝗻 𝗻𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗲𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗮𝗹𝗶𝘁à 𝗱𝗶 𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮.

𝗘𝘀𝗲𝗺𝗽𝗶𝗼: 𝘴𝘶𝘱𝘱𝘰𝘯𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘪𝘭 𝘤𝘢𝘴𝘰 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘪𝘭 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢 𝘢𝘥 𝘰𝘨𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰, 𝘶𝘯 𝘳𝘢𝘱𝘱𝘰𝘳𝘵𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘻𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘦 𝘪𝘭 𝘴𝘦𝘤𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘶𝘯 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘪𝘱𝘦𝘯𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘢𝘭 1° 𝘱𝘳𝘰𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰. 𝘚𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘯𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘮𝘣𝘪𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘰 𝘪 𝘴𝘰𝘨𝘨𝘦𝘵𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘪 2 𝘱𝘳𝘰𝘤𝘦𝘴𝘴𝘪. 𝘚𝘦 𝘯𝘦𝘭 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘵𝘳𝘢 𝘈 𝘦 𝘉 𝘷𝘪𝘦𝘯𝘦 𝘦𝘮𝘦𝘴𝘴𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘶 𝘶𝘯 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘰 𝘶𝘯 𝘳𝘢𝘱𝘱𝘰𝘳𝘵𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘻𝘪𝘢𝘭𝘦, 𝘪𝘭 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘤𝘦 𝘥𝘦𝘭 2° 𝘱𝘳𝘰𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘷𝘪𝘦𝘯𝘦 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘮𝘢𝘵𝘰 𝘢
𝘱𝘳𝘰𝘯𝘶𝘯𝘤𝘪𝘢𝘳𝘴𝘪 𝘴𝘶𝘭 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘱𝘦𝘯𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 è 𝘷𝘪𝘯𝘤𝘰𝘭𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭’𝘢𝘤𝘤𝘦𝘳𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘳𝘪𝘷𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘢𝘭 1° 𝘱𝘳𝘰𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘰 𝘯𝘰𝘯 è
𝘷𝘪𝘯𝘤𝘰𝘭𝘢𝘵𝘰? 𝘓𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘳𝘪𝘷𝘢 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼 𝟯𝟰 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗼𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗱𝗶 𝗣𝗿𝗼𝗰𝗲𝗱𝘂𝗿𝗮 𝗰𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲.

𝘓𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 è 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘦 𝘯𝘦𝘭 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘪𝘭 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘤𝘦 𝘴𝘪 è 𝘱𝘳𝘰𝘯𝘶𝘯𝘤𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘴𝘶𝘭 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘰 𝘴𝘶𝘭 𝘳𝘢𝘱𝘱𝘰𝘳𝘵𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘻𝘪𝘢𝘭𝘦, 𝘯𝘦𝘭 2° 𝘱𝘳𝘰𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘪𝘭 𝘴𝘦𝘤𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘤𝘦, 𝘰𝘷𝘷𝘦𝘳𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘢 𝘤𝘶𝘪 𝘮𝘪 𝘳𝘪𝘷𝘰𝘭𝘨𝘰 𝘥𝘰𝘱𝘰 𝘪𝘭 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘪𝘯 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 è 𝘷𝘪𝘯𝘤𝘰𝘭𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘯𝘶𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦.

Supponiamo che nell’ambito del primo processo si richiede al giudice l’accertamento circa l’esistenza di un rapporto di parentela fra due parti, se il giudice nel primo processo accerta che io sono la figlia di Caio e questa decisione passa in giudicato. Nel momento in cui mio padre si rivolge a me perché ritiene di aver diritto ad una somma a titolo di alimenti, il rapporto di
parentela esistente e giĂ  giudicato nel primo processo, non potrĂ  piĂš essere messo in discussione.

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8
Q

Limiti oggettivi del giudicato
Attentato alla pratica precedente
Come farlo valere il diritto incompatibile

Situazione in cui nel primo processo si si occupa del rapporto del diritto dipendente e il secondo rapporto pregiudiziale

A

Diverso è il discorso nel momento in cui il 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝘀𝗶 𝗼𝗰𝗰𝘂𝗽𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼, 𝗱𝗲𝗹 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲 𝗶𝗹 𝘀𝗲𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼 𝘀𝗶 𝗼𝗰𝗰𝘂𝗽𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗼 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝗽𝗿𝗲𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗮𝗹𝗲.

Qui è necessario leggere 𝗹’𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼 𝟯𝟰 il quale asserisce che: “𝘐𝘭 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘤𝘦, 𝘴𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘦𝘨𝘨𝘦 𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘦𝘴𝘱𝘭𝘪𝘤𝘪𝘵𝘢 𝘥𝘰𝘮𝘢𝘯𝘥𝘢 𝘥𝘪 𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪 è 𝘯𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘦𝘧𝘧𝘪𝘤𝘢𝘤𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘻𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘤𝘩𝘦
𝘢𝘱𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘦𝘯𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘮𝘢𝘵𝘦𝘳𝘪𝘢 𝘰 𝘷𝘢𝘭𝘰𝘳𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘦𝘵𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘤𝘦 𝘴𝘶𝘱𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘦, 𝘳𝘪𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘢 𝘢
𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵’𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘰, 𝘢𝘴𝘴𝘦𝘨𝘯𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪 𝘶𝘯 𝘵𝘦𝘳𝘮𝘪𝘯𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘦𝘯𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘳𝘪𝘢𝘴𝘴𝘶𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘢 𝘥𝘢𝘷𝘢𝘯𝘵𝘪
𝘢 𝘭𝘶𝘪.”

Sembra che sia una disposizione che intende risolvere un problema attinente alla competenza, in particolare all’esistenza di una controversia che pone un problema riguardante una questione di cui il giudice adito non si può occupare in quanto non rientra nell’ambito della sua sfera di competenza.

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9
Q

Limiti oggettivi del giudicato
Attentato alla pratica precedente
Come farlo valere il diritto incompatibile

Questioni pregiudiziali esempio

A

E’ necessario sapere che da questa norma si ricava che normalmente le 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗽𝗿𝗲𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗮𝗹𝗶 che si presentano in un processo, non vengono decise dal giudice, ma solamente 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝗲 a meno che non ci sia una richiesta delle parti o se per legge debbano essere decise con efficacia di giudicato.

𝗘𝘀𝗲𝗺𝗽𝗶𝗼 𝗽𝗿𝗲𝗰𝗲𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲: Supponiamo che la causa abbiamo ad oggetto il diritto agli alimenti, quindi il giudice mi riconosce sulla base di presupposti che mi consentono di accedere a questo beneficio, il giudice decide sulla mia domanda di alimenti e nel deciderlo affronta la questione pregiudiziale relativa all’esistenza di un rapporto di parentela tra me e il soggetto a cui mi rivolgo per chiedere la condanna al pagamento di una somma a titolo di alimenti.

Questo rapporto di parentela è un presupposto per ottenere la somma a titolo di alimenti. Il giudice del 1° processo condanna al pagamento degli alimenti A nei confronti di B. Il problema che noi ci poniamo
nell’ambito dei limiti oggettivi del giudicato, è che se nel 2°processo, la questione relativa all’esistenza del rapporto di parentela possa essere decisa dal giudice come unica questione di un 2° processo.

La soluzione che ricaviamo dall’articolo 34 è che nel 2° processo, riguardante il rapporto di parentela, ci può essere una decisione secondo cui il giudice stabilisce che tale rapporto di parentela non esiste. Perché la regola ricavabile dall’articolo 34 è che sulle questioni
pregiudiziali che il giudice affronta al fine di decidere sulle questioni principale, cioè sulla questione oggetto del processo, sulle questioni pregiudiziali non si forma il giudicato.

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10
Q

Limiti oggettivi del giudicato
Attentato alla pratica precedente
Come farlo valere il diritto incompatibile
L’art 34 eccezioni

A

Con delle 𝗲𝗰𝗰𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 però: ovvero c’è una domanda di parte, quindi nell’ambito del processo in cui chiedo gli alimenti, chiedo anche l’accertamento con efficacia di giudicato del rapporto di parentela che costituisce rapporto pregiudiziale rispetto al mio diritto degli alimenti. Oppure nel caso in cui ci sia una previsione di legge che impone al giudice di decidere con efficacia di giudicato anche la questione pregiudiziale che gli serve ai fini della decisione.

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11
Q

Limiti oggettivi del giudicato
Attentato alla pratica precedente
L’accertamento incidentale per volontà di legge

A

L’esempio per quanto concerne 𝗹’𝗮𝗰𝗰𝗲𝗿𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗶𝗻𝗰𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝘃𝗼𝗹𝗼𝗻𝘁à 𝗱𝗶 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲 è 𝗹’𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼 𝟭𝟮𝟰 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗼𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗖𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲 il quale asserisce che: ‘‘𝘐𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘪𝘶𝘨𝘦 𝘱𝘶ò 𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘶𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘪𝘮𝘱𝘶𝘨𝘯𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘮𝘢𝘵𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘰 𝘰 𝘭’𝘶𝘯𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘤𝘪𝘷𝘪𝘭𝘦 𝘵𝘳𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘴𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘭𝘵𝘳𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘪𝘶𝘨𝘦; 𝘴𝘦 𝘴𝘪 𝘰𝘱𝘱𝘰𝘯𝘦 𝘭𝘢 𝘯𝘶𝘭𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘭 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘰 𝘮𝘢𝘵𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘰, 𝘵𝘢𝘭𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘷𝘦 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘷𝘦𝘯𝘵𝘪𝘷𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘢.”

𝗟𝗮 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗿𝗲𝗹𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗻𝘂𝗹𝗹𝗶𝘁à 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝗺𝗮𝘁𝗿𝗶𝗺𝗼𝗻𝗶𝗼 non può essere solo conosciuta, ma su di essa ci deve essere una 𝗱𝗲𝗰𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲.

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12
Q

Limiti oggettivi del giudicato
Attentato alla pratica precedente
Come farlo valere il diritto incompatibile

L’ipotesi in cui il primo processo si occupa del rapporto pregiudiziale

A

Nell’ipotesi in cui il giudice di primo processo si occupi del diritto o rapporto pregiudiziale, il 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝘀𝗲𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗱𝗼𝘃𝗿à 𝗮𝘁𝘁𝗲𝗻𝗲𝗿𝘀𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗲𝗰𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼.

Al contrario, se venga affrontata prima la questione riguardante il diritto o il rapporto pendente,
nel secondo processo si 𝗽𝗼𝘁𝗿à 𝗱𝗲𝗱𝘂𝗿𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝗼 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗿𝗲𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗮𝗹𝗲 senza che ciò sia precluso dall’esistenza della prima pronuncia.

In presenza di questa regola generale, per cui in assenza di una domanda di parte, in assenza di
una previsione di legge, il giudicato non si estende al diritto o al rapporto pregiudiziale 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝗿𝗶𝘁𝗶𝗲𝗻𝗲 𝗮𝗽𝗽𝗹𝗶𝗰𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗻𝗲𝗶 𝗰𝗮𝘀𝗶 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝘀𝗶𝗱𝗱𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗽𝗿𝗲𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗮𝗹𝗶𝘁à 𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮.

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13
Q

Limiti oggettivi del giudicato

Il concetto di pregiudizialitĂ  logica

A

Per comprendere 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗻𝗰𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗲𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗮𝗹𝗶𝘁à 𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮 basta far riferimento ai contratti.
Quando ci poniamo un problema di individuazione dei limiti oggettivi del giudicato nelle ipotesi di pregiudizialità logica da distinguersi rispetto alla pregiudizialità in senso tecnico, facciamo riferimento ai 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝘂𝗮𝗹𝗶 da cui derivino una serie di diritti e ci chiediamo se fatto valere uno degli effetti derivanti dal contratto su uno dei singoli diritti azionati sulla base di un certo contratto comporti una decisione sulla validità del rapporto fondamentale.

La questione pregiudiziale in senso logico è rappresentata nelle ipotesi 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮, 𝘃𝗮𝗹𝗶𝗱𝗶𝘁à 𝗱𝗲𝗹 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲.

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14
Q

Limiti oggettivi del giudicato
Il concetto di pregiudizialitĂ  logica
Esempio

A

𝗘𝘀𝗲𝗺𝗽𝗶𝗼: supponiamo che sin un primo processo agisca il venditore nei confronti del compratore per ottenere il pagamento del bene venduto.

Potrebbe esserci un secondo processo in cui, il compratore che chiede al venditore di consegnare il bene si senta opporre l’invalidità del
contratto su cui si è pronunciato il giudice del primo processo? Nel secondo processo si potrà difendere il venditore facendo valere l’invalidità del contratto? No, non è possibile perché si
perverrebbe ad un risultato inaccettabile che comporterebbe una disarticolazione dei nessi di
collegamento del rapporto unitario di cui la figura del contratto costituisce una figura di coordinamento.

𝗜𝗻 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝗰𝗮𝘀𝗶 𝘀𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗹𝗮 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗲𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗮𝗹𝗶𝘁à 𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗶𝗰𝗮.

Quindi se applicassimo queste 𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗲𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗮𝗹𝗶𝘁à 𝗶𝗻 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗼 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗶𝗰𝗼 dovremmo dire
che ci potrebbe essere una 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗮 che condanni il compratore al pagamento del
bene sulla base della domanda effettuato dal compratore e un 𝘀𝗲𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 che rigetti la domanda del compratore alla consegna del bene sulla base della invalidità del contratto.

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15
Q

Limiti oggettivi del giudicato
Il concetto di pregiudizialitĂ  logica
Eccezioni della regola

A

Abbiamo delle eccezioni a questa 𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗮 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗲 come, ad esempio, il caso in cui il giudice si sia pronunciato sul singolo diritto senza occuparsi della questione relativa all’esistenza e alla qualificazione del rapporto fondamentale nel momento in cui momento in cui venga sollevata una eccezione di prescrizione.

In questo caso, in applicazione del 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗿𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗶ù 𝗹𝗶𝗾𝘂𝗶𝗱𝗮, il giudice non si occupa del rapporto ma decide respingendo la domanda relativa al diritto scaturendo dal contratto sulla base della fondatezza dell’eccezione di prescrizione.

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16
Q

Limiti oggettivi del giudicato

TLDR

A

Quindi ricapitolando possiamo dire che 𝗹𝗶𝗺𝗶𝘁𝗶 𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶 significa indicare cosa è investito dal giudicato.

Viene investito dal giudicato il 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 in quanto non si può riproporre una domanda facendo valere dei fatti che erano deducibili al momento del processo, non si può riproporre 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮 𝗮𝗱 𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝘂𝗻 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗶𝗻𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝘁𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 al solo fine di attentare la portata pratica del giudicato e infine ci siamo occupati del problema dei 𝗹𝗶𝗺𝗶𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 nel caso di due processi diversi collegati da un 𝗻𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗲𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗮𝗹𝗶𝘁à-𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮.

Qui abbiamo detto che la soluzione cambia a seconda che il primo processo, che si è concluso con
una decisione passata in giudicato, abbia ad oggetto il diritto o rapporto pregiudiziale piuttosto
che il diritto o rapporto dipendente. Se tra A e B viene risolta una controversia che abbia ad
oggetto un diritto pregiudiziale nel momento in cui fra A e B, passata in giudicato tale sentenza,
inizi una seconda controversia su un rapporto dipendente in questo processo il giudice dovrĂ 
risolvere la questione sul rapporto o diritto pregiudiziale esattamente come ha fatto il primo
giudice e quindi è vincolato dal primo accertamento.

17
Q

Limiti oggettivi del giudicato

TLDR 2 pregiudizialitĂ 

A

Nel caso in cui la situazione sia capovolta e quindi ci sia un primo processo riguardante il rapporto dipendente su cui agisca il giudicato e un secondo processo su un diritto pregiudiziale allora il giudice del secondo processo non sarĂ  vincolato alla soluzione che il giudice del primo processo ha adottato circa il rapporto pregiudiziale (esempio della sentenza che mi condanna al pagamento degli alimenti)

Da questa ipotesi di pregiudizialità in senso stretto va distinta la figura della 𝗽𝗿𝗲𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗮𝗹𝗶𝘁à 𝗶𝗻 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗼 𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗼 che si ha nel campo dei 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝘂𝗮𝗹𝗶 𝘀𝗶𝗻𝗮𝗹𝗹𝗮𝗴𝗺𝗮𝘁𝗶𝗰𝗶 da cui derivano una serie di diritti che sono collegati da un nesso funzionale a tale contratto.

18
Q

Limiti oggettivi del giudicato

TLDR 3 diritti scaturenti

A

Quello che ci chiediamo è se, una volta assunta dal giudice del primo processo la decisione relativa a uno dei singoli diritti scaturenti dal contratto, il giudice del secondo processo sia 𝘃𝗶𝗻𝗰𝗼𝗹𝗮𝘁𝗼 ad assumere una decisione sul rapporto fondamentale conforme a quella derivante dalla prima decisone sul singolo diritto derivante dal contratto.

Rispetto a questa ipotesi la soluzione è quella secondo cui quando è dedotto il singolo diritto derivante da un contratto è come se io deducessi il rapporto fondamentale e quindi anche la questione relativa alla validità del rapporto fondamentale passa in giudicato vincolando cosi il giudice del secondo processo
che si deve pronunciare su un altro diritto derivante da quel contratto salvo alcune eccezioni.

19
Q

I limiti soggettivi del giudicato

A

Quando ci poniamo un problema di 𝗹𝗶𝗺𝗶𝘁𝗶 𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶 del giudicato ce lo poniamo assumendo che ci siano due processi e che le parti di tali processi siano le stesse e ci chiediamo quali siano le situazioni investite dal giudicato, e che quindi non possono essere nuovamente decise in un secondo processo, mentre quando ci poniamo di 𝗹𝗶𝗺𝗶𝘁𝗶 𝘀𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 ci chiediamo nei confronti di quali soggetti abbia effetto al sentenza passata in giudicato.

20
Q

I limiti soggettivi del giudicato

La regola fondamentale

A

La regola fondamentale prevede che 𝗹’𝗮𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲 e il 𝗰𝗼𝗻𝘃𝗲𝗻𝘂𝘁𝗼 sono 𝘃𝗶𝗻𝗰𝗼𝗹𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼.

Quindi le parti sono i naturali destinatari degli effetti, favorevoli o sfavorevoli, della sentenza.
Questa regola generale, che limita gli effetti della pronuncia ai soggetti che hanno partecipato
al processo, opera perché estendere l’efficacia di una decisione ad oggetti che non abbiano partecipato al processo significa violare la 𝗴𝗮𝗿𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝗱𝗱𝗶𝘁𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼.

21
Q

I limiti soggettivi del giudicato

Ipotesi in cui l’effetto si estende art 2909 del C.C.

A

𝗟’𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼 𝟮𝟵𝟬𝟵 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗼𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗖𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲 menziona oltre alle parti processuali anche gli eredi e gli aventi causa tra i soggetti nei confronti dei quali la sentenza produce i suoi effetti.
Quindi in linea generale la sentenza ha effetto tra le parti ma ci sono delle ipotesi in cui l’efficacia della sentenza si estende a dei soggetti che non hanno partecipato al processo come il caso degli eredi e degli aventi causa.

𝗘𝘀𝗲𝗺𝗽𝗶𝗼: se c’è una controversia relativa alla proprietà di un bene ed il bene viene venduto. Se io, dopo il passaggio in giudicato della sentenza che accerti la proprietà di quel bene, acquisto quel bene e la sentenza ha stabilito che il bene è di proprietà della controparte del mio venditore questa sentenza sarà ritenuta vincolante anche nei confronti della parte che ha acquistato il bene controverso a titolo derivativo dopo il passaggio in giudicato.

Questo significa che se acquisto il bene prima della litispendenza della causa sarò assoggettato agli effetti di quella sentenza.

22
Q

I limiti soggettivi del giudicato
Ipotesi in cui l’effetto si estende art 2909 del C.C.
In cosa trova fondamento la regola

A

Questa regola trova il suo fondamento in 𝗿𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗶 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗶 𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝘂𝗮𝗹𝗶 in quanto se non ci fosse questa regola dopo il passaggio in giudicato della decisone o nel corso del processo basterebbe vendere il bene a un soggetto per vanificare la tutela processuale ottenuta mediante tale processo.

23
Q

I limiti soggettivi del giudicato

Ipotesi in cui l’effetto si estende art 1595 C.C.

A

Un’altra eccezione al principio generale per cui il giudicato vincola solo le parti del processo in
cui la decisione è stata resa è rappresentata 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼 𝟭𝟱𝟵𝟱 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗼𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗖𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲 che indica come soggetti vincolati dalla sentenza anche senza partecipare al processo 𝗶 𝘁𝗲𝗿𝘇𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗶𝗮𝗻𝗼 𝘁𝗶𝘁𝗼𝗹𝗮𝗿𝗶 𝗱𝗶 𝘀𝗶𝘁𝘂𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗲 𝗴𝗶𝘂𝗿𝗶𝗱𝗶𝗰𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 come, ad esempio, il rapporto tra locatore e sub-conduttore.

Questo articolo prevede che ‘𝘚𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘳𝘢𝘨𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘴𝘶𝘣𝘤𝘰𝘯𝘥𝘶𝘵𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘪𝘭 𝘴𝘶𝘣𝘭𝘰𝘤𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦, 𝘭𝘢 𝘯𝘶𝘭𝘭𝘪𝘵à 𝘰 𝘭𝘢 𝘳𝘪𝘴𝘰𝘭𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘭𝘰𝘤𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘩𝘢 𝘦𝘧𝘧𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘳𝘰𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘴𝘶𝘣𝘤𝘰𝘯𝘥𝘶𝘵𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘦 𝘭𝘢 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘯𝘶𝘯𝘤𝘪𝘢𝘵𝘢 𝘵𝘳𝘢 𝘭𝘰𝘤𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘶𝘵𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘩𝘢 𝘦𝘧𝘧𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘥𝘪 𝘭𝘶𝘪’.

Questo articolo si riferisce all’ipotesi di un contratto di locazione e che il conduttore dell’appartamento sub-affitti l’appartamento che conduce in locazione.

24
Q

I limiti soggettivi del giudicato

Ipotesi in cui l’effetto si estende art 1306 C.C.

A

Tale norma regola le obbligazioni solidali ovvero obbligazioni in cui il creditori può agire in giudizio nei confronti dei singolo debitore sulla base della 𝗹𝗲𝗴𝗶𝘁𝘁𝗶𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶𝘀𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝗶𝘃𝗮.

𝗟𝗮 𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗮 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗲 per cui ciascun debitore può essere costretto all’adempimento per la totalità, viene tradotta sul piano sostanziale in un 𝗿𝗲𝗴𝗶𝗺𝗲 𝗱𝗶 𝗹𝗲𝗴𝗶𝘁𝘁𝗶𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶𝘀𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝗶𝘃𝗮 nell’esercizio delle azioni.

Questo significa che io posso agire in giudizio citando soltanto uno dei debitori in solido.

25
Q

I limiti soggettivi del giudicato
Ipotesi in cui l’effetto si estende art 1306 C.C.
La disciplina

A

𝗟’𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼 𝟭𝟯𝟬𝟲 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗼𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗖𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲 asserisce che ‘𝘓𝘢 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘯𝘶𝘯𝘻𝘪𝘢𝘵𝘢 𝘵𝘳𝘢 𝘪𝘭 𝘤𝘳𝘦𝘥𝘪𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘦 𝘶𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘥𝘦𝘣𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘪𝘯 𝘴𝘰𝘭𝘪𝘥𝘰, 𝘰 𝘵𝘳𝘢 𝘪𝘭 𝘥𝘦𝘣𝘪𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘦 𝘶𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘤𝘳𝘦𝘥𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘪𝘯 𝘴𝘰𝘭𝘪𝘥𝘰, 𝘯𝘰𝘯 𝘩𝘢 𝘦𝘧𝘧𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪 𝘥𝘦𝘣𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪 𝘤𝘳𝘦𝘥𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪’.

Quindi sul piano processuale c’è una regola di legittimazione disgiuntiva dalla quale non può derivare pregiudizio per il debitore che non ha partecipato al
giudizio proprio perché quest’ultimo non è stato coinvolto.

Quindi l’estensione del giudicato si ha solamente nel caso in cui il giudicato sia favorevole al debitore.