Visione Flashcards

1
Q

Cosa si intende per “visione” e qual è il suo scopo?

A

La visione è il processo che permette di interpretare e comprendere gli stimoli visivi provenienti dall’ambiente. Essa include l’elaborazione della luce e di altri stimoli elettromagnetici per riconoscere oggetti e determinare la loro posizione, essenziale per orientarsi e rispondere all’ambiente

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2
Q

Quali sono le principali aree coinvolte nella visione e nella percezione visiva?

A

La retina, il talamo (nucleo genicolato laterale), e le cortecce collegate al talamo visivo. Questi processi consentono la trasformazione della luce in percezione

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3
Q

Qual è la differenza tra sensazione e percezione nella visione?

A

La sensazione è il processo biologico e fisico legato all’attivazione del sistema nervoso (es. retina). La percezione, invece, è l’elaborazione che permette di comprendere e interpretare lo stimolo sensoriale

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4
Q

Quali sono i tre livelli di spiegazione della visione secondo Marr?

A

David Marr descrive la visione attraverso tre livelli: (1) il livello computazionale, che definisce lo scopo della visione; (2) il livello algoritmico, che riguarda i processi psicologici usati per interpretare gli stimoli visivi; e (3) il livello implementativo, che analizza i meccanismi neurali e le strutture coinvolte

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5
Q

Da che cosa deriva il processo percettivo visivo?

A

1)Da un lato le mie aspettative/regole (prior/bias) /=/ 2)dall’altro lo stimolo visivo, ovvero quello che veramente c’è nel mondo esterno. Dall’interazione del prior con l’evidenza sensoriale nasce la percezione. Vedere è un processo attivo di costruzione (=bidirezionale)

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6
Q

Come si struttura il sistema visivo?

A

Il sistema visivo è organizzato in modo gerarchico, parallelo e distribuito. È seriale perché va dalla retina (livello più semplice), fino ad arrivare alla via visiva ventrale. È parallelo perché ci sono diversi canali che operano simultaneamente. È distribuito perché ciascuna regione analizza un aspetto di un oggetto nella scena visiva–>dividi et impera.

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7
Q

Come elabora gli stimoli il sistema visivo?

A

Partendo dalla retina, l’elaborazione prosegue verso strutture come il nucleo genicolato laterale (LGN), fino ad arrivare alla corteccia infero-temporale (via visiva ventrale)

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8
Q

Qual è il ruolo delle vie dorsale e ventrale nel sistema visivo?

A

La via dorsale è specializzata nella localizzazione spaziale degli oggetti (“dove”), mentre la via ventrale è coinvolta nel riconoscimento degli oggetti (“cosa”). Questo sistema permette di distinguere e localizzare rapidamente ciò che vediamo per rispondere in modo adeguato all’ambiente

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9
Q

Cosa sono le emiretine e qual è la loro funzione?

A

Le emiretine sono le due metà di ciascuna retina. L’emiretina nasale e quella temporale di ciascun occhio captano immagini dall’emicampo visivo opposto, trasmettendo poi le informazioni al cervello, consentendo una visione completa e integrata

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10
Q

Cosa vedono l’emiretina sinistra e l’emiretina destra?

A

In ogni occhio io ho un’emiretina di sinistra e un’emiretina di destra. Ad esempio, le due emiretine sinistre vedono l’emicampo visivo opposto /=/ le emiretine destre vedono l’emicampo visivo sinistro

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11
Q

Che cos’è il campo visivo e in che parti si divide?

A

Il campo visivo è la parte di spazio visibile quando fisso un punto. Si divide in emicampo visivo destro e emicampo visivo sinistro. Tutto quello che accade nell’emicampo visivo sinistro io lo vedo con le due emiretine destre, viceversa nell’emicampo visivo destro

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12
Q

Come avviene la trasmissione delle informazioni visive attraverso le emiretine?

A

Le informazioni raccolte dalle emiretine vengono convogliate attraverso i nervi ottici e si incrociano nel chiasma ottico. Questo incrocio permette alle emiretine nasali/temporali di proiettare verso il lato opposto del cervello, essenziale per elaborare le informazioni visive in modo integrato

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13
Q

Perché il cervello tende a separare, sopratutto nei due occhi?

A

Perché poi dall’informazione visiva dei due occhi, separatamente, ottiene la profondità della scena (tridimensionale)

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14
Q

Qual è la struttura del nucleo genicolato laterale e qual è il suo ruolo?

A

Il nucleo genicolato laterale (LGN) è una struttura lamellare situata nel talamo, con strati magnocellulari e parvocellulari che processano rispettivamente informazioni di contrasto e di dettaglio. È una tappa fondamentale per l’elaborazione visiva, collegando la retina alla corteccia visiva primaria

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15
Q

Qual è la funzione degli strati magnocellulari e parvocellulari del genicolato laterale?

A

Gli strati magnocellulari del LGN rispondono a stimoli di contrasto, processando informazioni su movimento e profondità, mentre gli strati parvocellulari processano dettagli più fini e informazioni cromatiche, essenziali per una visione precisa e dettagliata

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16
Q

Dove si trova e quale ruolo svolge la corteccia visiva primaria (V1)?

A

La corteccia visiva primaria (V1), situata intorno alla scissura calcarina, è l’area principale dove le informazioni visive arrivano dalla retina, permettendo l’elaborazione iniziale di forma, movimento e colore. Rappresenta la scena visiva in modo topografico, con una particolare attenzione alla fovea

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17
Q

Qual è l’organizzazione topografica della corteccia visiva primaria?

A

In V1, la rappresentazione visiva è ordinata e topografica, con una maggiore rappresentazione corticale della fovea rispetto alla periferia. Questa “magnificazione corticale” permette una visione dettagliata degli oggetti centrali, ottimizzando l’elaborazione dei dettagli visivi

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18
Q

Cos’è il campo recettivo di un neurone e come si definisce?

A

Il campo recettivo di un neurone è la specifica area del campo visivo in cui uno stimolo visivo può attivare quel neurone. Nei neuroni della corteccia visiva primaria (V1), i campi recettivi sono piccoli e dettagliati, ma nelle aree visive superiori si espandono per coprire una porzione più ampia del campo visivo

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19
Q

Qual è l’importanza dei campi recettivi nella percezione visiva?

A

I campi recettivi sono fondamentali per distinguere stimoli visivi specifici come forma e movimento. La combinazione dei campi recettivi nei neuroni consente una visione completa e dettagliata, con il cervello che integra le informazioni raccolte da ogni singolo campo recettivo

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20
Q

In base a che cosa varia la dimensione del campo recettivo nella scena visiva?

A

1)La dimensione del campo recettivo varia in base alla posizione dei neuroni lungo la via visiva (più mi avvicino alla retina e più il campo recettivo diventa piccolo). 2)All’aumentare dell’eccentricità, cioè mi sposto dal centro dove l’animale fissa, aumentano anche le dimensioni del campo recettivo

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21
Q

Cosa si intende per retinotopia nella corteccia visiva?

A

La retinotopia è l’organizzazione spaziale della corteccia visiva, dove ogni punto del campo visivo corrisponde a un’area specifica sulla retina e, quindi, a una regione precisa nella corteccia visiva primaria. Questa mappa spaziale permette una rappresentazione precisa degli stimoli visivi. Essa è si una rappresentazione topografica+retinotopica, tuttavia c’è una distorsione. In particolare, nella zona foveale c’è più corteccia per la porzione che io fisso rispetto alle altri parti della periferia

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22
Q

Perché la retinotopia è importante per la visione?

A

La retinotopia consente di mantenere una rappresentazione accurata della posizione degli oggetti nel campo visivo. Questa mappa spaziale supporta l’elaborazione dettagliata e coordinata della scena visiva, facilitando la percezione della struttura e della localizzazione degli oggetti

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23
Q

Quali sono le principali aree extra-striate e quale ruolo svolgono?

A

Le aree extra-striate includono V2, V3, V4 e MT/V5, situate attorno alla corteccia visiva primaria (V1). Queste aree elaborano caratteristiche più complesse degli stimoli visivi, come colore (V4) e movimento (MT/V5), e sono specializzate per il processamento delle informazioni visive in modo gerarchico

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24
Q

Come interagiscono le aree extra-striate con V1 nella percezione visiva?

A

Le aree extra-striate ricevono input dalla corteccia visiva primaria e lavorano in modo integrato per analizzare caratteristiche specifiche. Ad esempio, V4 è implicata nella percezione del colore e MT/V5 nella percezione del movimento, collaborando per una comprensione completa della scena visiva

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25
Q

Cosa sono le colonne funzionali nella corteccia visiva?

A

Le colonne funzionali sono gruppi di neuroni disposti verticalmente nella corteccia visiva che rispondono a orientamenti specifici degli stimoli visivi. Queste colonne, organizzate in base alla preferenza di orientamento o alla dominanza oculare, consentono di elaborare dettagli visivi con alta precisione. Tutte insieme per un punto del campo recettivo si definiscono ipercolonne

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26
Q

Qual è l’importanza delle colonne funzionali per l’elaborazione visiva?

A

Le colonne funzionali permettono un’elaborazione selettiva e dettagliata di caratteristiche visive specifiche, come l’orientamento delle linee. Questo sistema consente alla corteccia visiva di rispondere in modo preciso e selettivo a diversi aspetti degli stimoli, migliorando la percezione delle forme e dei movimenti

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27
Q

Cosa sono i blob?

A

I blob sono cellule in V1 che rispondono al colore. In particolare, V1 sarebbe costituita da migliaia e migliaia di cubetti, ciascuno costituito da blob per un occhio e per un altro occhio

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28
Q

Sotto quali livelli si analizza la scena visiva?

A

L’analisi elementare della scena visiva coinvolge la retina, il nucleo genicolato laterale e alcuni neuroni di V1. La scena visiva viene analizzata sotto 3 livelli: 1.analisi di basso livello (dove la scena viene decomposta in unità funzionali più semplici). 2.Il livello intermedio è il livello in cui si dà la forma all’oggetto. 3.Al livello più alto l’immagine prende contatto con il significato

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29
Q

Qual è la funzione della retina nel sistema visivo?

A

La retina è la membrana sensoriale dell’occhio, che trasforma la luce in segnali elettrici inviati al cervello. I fotorecettori della retina (coni e bastoncelli) rilevano stimoli visivi e trasmettono queste informazioni alle cellule gangliari, che poi inviano il segnale tramite il nervo ottico

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30
Q

Come si differenziano le aree periferiche e centrali della retina?

A

La retina centrale, o fovea, è specializzata nella visione dettagliata e a colori, con un’alta concentrazione di coni. La periferia, invece, contiene più bastoncelli e supporta la visione notturna e il rilevamento dei movimenti, ma con minore dettaglio visivo

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31
Q

Qual è il ruolo delle cellule gangliari nella retina?

A

Le cellule gangliari trasmettono le informazioni visive raccolte dai fotorecettori al cervello. Con assi che formano il nervo ottico, queste cellule elaborano input di base come contrasto e movimento, formando il primo stadio di integrazione delle informazioni visive

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32
Q

Come influenzano le cellule gangliari il contrasto e la percezione dei bordi?

A

Le cellule gangliari rispondono principalmente a cambiamenti di contrasto, migliorando la percezione dei bordi degli oggetti. Divise in cellule ON e OFF, esse si attivano rispettivamente con un incremento o una riduzione della luce, contribuendo a distinguere figure e sfondo

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33
Q

Qual è la differenza principale tra coni e bastoncelli nella retina?

A

I coni sono responsabili della visione a colori e funzionano meglio in condizioni di luce elevata (visione diurna), mentre i bastoncelli sono specializzati nella visione in condizioni di scarsa illuminazione (visione notturna) e non distinguono i colori. Entrambi i tipi di fotorecettori sono essenziali per una visione completa in diversi ambienti di luce

34
Q

Dove si trovano i coni e i bastoncelli e come contribuiscono alla visione?

A

I coni sono concentrati principalmente nella fovea, l’area centrale della retina, e forniscono alta acuità visiva e visione a colori. I bastoncelli sono distribuiti soprattutto nella periferia della retina e forniscono sensibilità alla luce, permettendo la visione notturna e la rilevazione del movimento

35
Q

Come vengono suddivise le cellule gangliari retiniche?

A

1.La maggioranza delle cellule gangliari retiniche si chiamano P perché escono dalla retina e vanno a finire negli strati parvocellulari di LGN. 2.Le cellule M (10%) escono dalla retina per andare a collegarsi con i 4 strati parvo. 3.Le cellule K (10%) sono collegate agli strati koniocellulari di LGN.

36
Q

Qual’è la distinzione fondamentale delle cellule gangliari retiniche?

A

1)Cellula centro on–>sono cellule attivate dalla presenza della luce nel centro del campo recettivo. Le attivi quando c’è luce. 2)Centro off–>se c’è la luce si inibiscono /=/ se c’è il buio si attivano.

37
Q

Come funzionano le cellule centro on e centro off?

A

Sono come due canali di informazione: 1)la cellula centro on trasferisce informazioni sulla quantità di luce superiore alla media di illuminazione della scena. 2)La cellula centro off trasferisce informazioni sulla quantità di luce inferiore all’illuminazione media della scena. La condizione migliore per la cellula centro on è che ci sia la luce al centro e il buio attorno /=/ la condizione migliore per la cellula centro off è che ci sia il buio al centro e la luce attorno

38
Q

Cosa sono le cellule gangliari di tipo transient e di tipo sustained?

A

Alcune cellule hanno una risposta persistente e continua (dall’inizio alla fine dello stimolo). Queste cellule servono sopratutto per stimoli statici. /=/Le cellule transient danno una risposta solo appena viene presentato lo stimolo, poi tacciono. Queste cellule sono utili per stimoli che si muovono continuamente lungo la retina–>cellule gangliari generiche che rispondono sia alla luce che al buio

39
Q

Quali sono le proprietà dei neuroni retinici nella corteccia visiva primaria (V1)?

A

I neuroni di V1 sono sensibili a specifici orientamenti di linee e bordi e rispondono preferenzialmente a stimoli che si trovano all’interno del loro campo recettivo. Questa selettività consente di analizzare dettagli visivi come contorni, forme e orientamenti degli oggetti

40
Q

Come contribuiscono i neuroni di V1 alla percezione del movimento?

A

I neuroni di V1 possiedono campi recettivi orientati che permettono di rilevare direzione e movimento. Alcuni neuroni di V1 rispondono solo a movimenti in una direzione specifica, facilitando l’elaborazione dei movimenti visivi e aiutando a distinguere oggetti in movimento nel campo visivo

41
Q

Cos’è la sensibilità spaziale nel sistema visivo e come viene percepita?

A

La sensibilità spaziale si riferisce alla capacità del sistema visivo di rilevare dettagli fini e variazioni nel contrasto. È influenzata dalla frequenza spaziale dello stimolo: frequenze alte permettono di vedere dettagli piccoli, mentre frequenze basse rappresentano forme globali e meno dettagliate

42
Q

Come varia la sensibilità spaziale in base alla frequenza spaziale?

A

La sensibilità è maggiore per le frequenze spaziali medie e diminuisce per le frequenze molto alte (dettagli molto fini) o molto basse (strutture generali). Questa selettività consente di percepire dettagli nitidi e contemporaneamente distinguere forme generali, ottimizzando la visione

43
Q

In che modo viene misurata la sensibilità visiva tramite il contrasto?

A

La sensibilità al contrasto si misura identificando la soglia minima di contrasto necessaria per distinguere uno stimolo. I test di contrasto presentano stimoli a diversi livelli di luminosità e dettaglio, permettendo di quantificare la capacità di rilevare differenze tra aree chiare e scure

44
Q

Perché il contrasto è importante nella percezione visiva?

A

Il contrasto facilita la percezione dei contorni e delle forme, migliorando la capacità di identificare oggetti e distinguere figure sullo sfondo. È un elemento essenziale per la visione in condizioni di illuminazione variabile e per il riconoscimento visivo di oggetti e volti

45
Q

Quali meccanismi neurali supportano la sensibilità spaziale nel sistema visivo?

A

I meccanismi neurali della sensibilità spaziale includono l’integrazione delle informazioni tra neuroni a campi recettivi differenti, che rispondono a diverse frequenze spaziali. I neuroni di V1, ad esempio, sono specializzati per frequenze spaziali specifiche e contribuiscono alla percezione dettagliata delle forme

46
Q

Come si sviluppa la sensibilità spaziale nelle diverse aree della corteccia visiva?

A

La sensibilità spaziale si sviluppa progressivamente, con V1 che risponde a frequenze spaziali più fini e le aree extra-striate (come V2 e V4) che integrano le informazioni per rappresentare forme complesse. Questa gerarchia consente una percezione dettagliata e strutturata degli oggetti nel campo visivo

47
Q

Come funzionano i neuroni in V1 rispetto all’orientamento degli stimoli?

A

I neuroni di V1 sono sensibili a orientamenti specifici di linee e bordi. Questa selettività permette a V1 di rappresentare dettagli come contorni e angoli, essenziali per la percezione delle forme. I neuroni orientati rispondono preferenzialmente a determinati angoli rispetto ad altri

48
Q

In che modo i neuroni di V1 contribuiscono alla percezione visiva?

A

I neuroni di V1 elaborano caratteristiche visive come orientamento, colore e movimento, permettendo al cervello di costruire una rappresentazione iniziale degli oggetti. Questa rappresentazione viene successivamente affinata nelle aree visive superiori, che integrano le informazioni per una visione complessa

49
Q

Cos’è il modello gerarchico di Hubel e Wiesel e come descrive il funzionamento di V1?

A

Hubel e Wiesel hanno proposto un modello gerarchico in cui i neuroni della corteccia visiva primaria (V1) rispondono a stimoli visivi semplici come linee orientate. Questi neuroni poi inviano informazioni a livelli superiori, dove l’elaborazione continua in modo più complesso e astratto, permettendo una percezione più dettagliata

50
Q

Qual è l’importanza del modello di Hubel e Wiesel per la comprensione della visione?

A

Il modello di Hubel e Wiesel ha rivoluzionato la comprensione della visione, dimostrando che l’elaborazione visiva avviene in modo sequenziale e gerarchico, dai dettagli semplici alle strutture complesse. Questo modello ha anche evidenziato come la percezione visiva si costruisca progressivamente attraverso livelli di elaborazione neurale

51
Q

Qual è la funzione della via dorsale nel sistema visivo?

A

La via dorsale, nota come la “via del dove”, è specializzata nell’elaborazione della posizione spaziale e del movimento degli oggetti. Questa via passa dalla corteccia visiva primaria (V1) attraverso le aree parietali, supportando la localizzazione spaziale e l’interazione con l’ambiente

52
Q

Come contribuisce la via dorsale al controllo motorio?

A

La via dorsale è cruciale per il controllo motorio, poiché integra informazioni visive con l’azione motoria. Essa permette di coordinare i movimenti in risposta agli stimoli visivi, facilitando azioni come afferrare un oggetto o evitare ostacoli, grazie alla percezione accurata della posizione e del movimento

53
Q

Qual è il ruolo della via ventrale nel sistema visivo?

A

La via ventrale, detta “via del cosa”, è specializzata nel riconoscimento e identificazione degli oggetti. Essa si estende dalla corteccia visiva primaria (V1) fino alla corteccia temporale inferiore, permettendo di distinguere caratteristiche come forma, colore e dimensioni degli oggetti

54
Q

Come interagiscono la via dorsale e la via ventrale nella percezione visiva?

A

Le vie dorsale e ventrale lavorano in parallelo e in modo complementare. La via dorsale si occupa di dove sono localizzati gli oggetti, mentre la via ventrale si concentra su cosa sono, permettendo al sistema visivo di costruire una rappresentazione completa della scena

55
Q

In che modo differiscono la via dorsale e la via ventrale in termini di elaborazione visiva?

A

La via dorsale elabora la posizione e il movimento degli oggetti (“dove”), ed è orientata verso il controllo motorio. La via ventrale, invece, si occupa del riconoscimento degli oggetti e delle loro caratteristiche (“cosa”), facilitando la categorizzazione e il riconoscimento visivo

56
Q

Quali aree corticali sono coinvolte nella via dorsale e nella via ventrale?

A

La via dorsale coinvolge principalmente la corteccia parietale, mentre la via ventrale si estende verso la corteccia temporale inferiore. Questa divisione consente a ciascuna via di elaborare aspetti specifici degli stimoli visivi, ottimizzando la percezione e l’interazione con l’ambiente

57
Q

Chi era il paziente D.F. e quale deficit visivo presentava?

A

D.F. era una paziente con agnosia visiva causata da un danno alla via ventrale. Questo deficit le impediva di riconoscere oggetti tramite la vista, pur conservando la capacità di afferrarli correttamente, dimostrando la separazione tra riconoscimento degli oggetti e percezione della posizione

58
Q

Cosa ha rivelato il caso di D.F. sul sistema visivo?

A

Il caso di D.F. ha fornito prove della distinzione funzionale tra la via ventrale (cosa) e la via dorsale (dove), mostrando che il riconoscimento degli oggetti può essere compromesso senza influenzare la capacità di interagire spazialmente con essi. Ciò ha supportato il modello delle vie separate nel sistema visivo

59
Q

Cosa caratterizza le cellule semplici nella corteccia visiva?

A

Le cellule semplici di V1 rispondono a specifici orientamenti di linee o bordi all’interno dei loro campi recettivi. La loro risposta è determinata dalla posizione precisa dello stimolo, permettendo una rappresentazione dettagliata dell’orientamento delle linee nel campo visivo

60
Q

Quali sono le caratteristiche delle cellule complesse rispetto alle cellule semplici?

A

Le cellule complesse, anch’esse situate in V1, rispondono a stimoli orientati ma non sono sensibili alla posizione esatta del bordo all’interno del campo recettivo. Ciò permette loro di rispondere a stimoli di movimento, favorendo la percezione del movimento e delle forme complesse

61
Q

Quali sono le differenze fra la via visiva dorsale e la via visiva ventrale?

A

Una differenza è che i campi recettivi dei neuroni della via visiva dorsale sono localizzati su tutta la scena visiva. Al contrario, tutti i neuroni della via visiva visiva ventrale includono sempre la regione foveale, perché quando io riconosco un oggetto devo fissarlo. Con la via visiva dorsale io devo selezionare qualunque parte della scena /=/ con la via ventrale invece seleziono le regioni foveali, sulle quali deve andare il mio occhio per poter riconoscere nel dettaglio lo stimolo che sto fissando. Quindi la via visiva dorsale serve per le rappresentazioni spaziali e per guidare l’azione /=/ la via visiva ventrale serve a riconoscere l’identità dell’oggetto.

62
Q

Qual è il ruolo dell’area V2 nel sistema visivo e come contribuisce all’elaborazione visiva?

A

L’area V2 è un’area extra-striata situata subito dopo V1 e rappresenta un livello successivo di elaborazione visiva. Essa integra informazioni di base ricevute da V1, come contorni e orientamenti, per costruire rappresentazioni più complesse di forme e texture, contribuendo alla percezione dettagliata della scena visiva

63
Q

In che modo l’area V2 risponde a stimoli visivi più complessi rispetto a V1?

A

A differenza di V1, che risponde principalmente a orientamenti e bordi, i neuroni di V2 rispondono a configurazioni più complesse, come angoli e bordi curvi. Questa complessità consente a V2 di contribuire alla percezione di forme più articolate e preparare le informazioni visive per aree superiori come V4 e MT

64
Q

Qual è la funzione principale dell’area V4 nel sistema visivo?

A

L’area V4 è specializzata nella percezione del colore e nella discriminazione delle forme. I neuroni di V4 rispondono a variazioni cromatiche e alla geometria degli oggetti, supportando il riconoscimento degli oggetti e la costanza percettiva del colore, che consente di identificare i colori anche in condizioni di luce variabile

65
Q

Come contribuisce V4 alla percezione della forma e del colore?

A

V4 elabora dettagli specifici della forma, come bordi curvi e contorni, e combina queste informazioni con la percezione del colore. Questa elaborazione integrata consente di identificare gli oggetti visivi in modo stabile, contribuendo alla via ventrale del “cosa” per il riconoscimento

66
Q

Cos’è la costanza del colore e perché è importante per la percezione visiva?

A

La costanza del colore è il fenomeno per cui percepiamo il colore degli oggetti come stabile nonostante le variazioni di illuminazione. Questo meccanismo, elaborato in parte dall’area V4, è fondamentale per mantenere una percezione coerente e affidabile dei colori indipendentemente dalle condizioni ambientali

67
Q

Quali processi neurali supportano la costanza del colore?

A

La costanza del colore è sostenuta dall’integrazione di informazioni provenienti dalle aree visive che rispondono a lunghezze d’onda specifiche. I neuroni di V4 contribuiscono confrontando l’illuminazione dell’ambiente con i colori relativi degli oggetti, mantenendo una percezione del colore stabile nonostante i cambiamenti di luce

68
Q

Come avviene la percezione dei colori nella retina e nella corteccia visiva?

A

La percezione dei colori inizia nella retina, dove i coni sensibili a diverse lunghezze d’onda (rosso, verde, blu) rilevano la luce colorata. L’informazione cromatica viene poi inviata alla corteccia visiva, inclusa V4, dove viene elaborata per distinguere i colori in modo dettagliato e interpretare le relazioni cromatiche nell’ambiente

69
Q

Qual è il ruolo della corteccia visiva nell’elaborazione della percezione dei colori?

A

Nella corteccia visiva, l’area V4 è particolarmente coinvolta nella percezione e discriminazione dei colori. Essa riceve input dai coni retinici e crea rappresentazioni stabili del colore, permettendo di riconoscere i colori indipendentemente dalle condizioni di luce

70
Q

Cosa sono i processi opponenti nella percezione del colore?

A

I processi opponenti descrivono il modo in cui i colori vengono percepiti in termini di coppie opposte: rosso-verde, blu-giallo e bianco-nero. Questo sistema opponente permette al cervello di discriminare i colori in modo più efficiente e di produrre percezioni cromatiche più stabili

71
Q

Come funzionano i processi opponenti nella retina?

A

Nella retina, i neuroni gangliari rispondono a stimoli colorati tramite processi opponenti: alcuni neuroni si attivano per il rosso e si inibiscono per il verde, altri per il blu o il giallo. Questo sistema codifica il colore in modo relativo, facilitando la distinzione cromatica e la percezione precisa dei colori

72
Q

Cos’è l’opponenza cromatica e quali colori lavorano in antagonismo?

A

L’opponenza cromatica è un fenomeno per cui alcuni colori lavorano in coppie antagoniste, come rosso-verde e blu-giallo, e non possono essere percepiti simultaneamente. Questo effetto è mediato da neuroni che rispondono in modo opposto a specifiche lunghezze d’onda

73
Q

Cosa sono le cellule ad opponenza singola/doppia?

A

Le cellule ad opponenza singola si attivano ognuna per il rosso, per il verde, per il blu ecc… /=/Le cellule ad opponenza doppia ci permettono di percepire il contrasto cromatico e la costanza del colore

74
Q

Dove si trovano i neuroni che gestiscono l’opponenza cromatica?

A

I neuroni coinvolti nell’opponenza singola si trovano nella retina, nel genicolato laterale e nella corteccia visiva primaria (V1). Inoltre, cellule a doppia opponenza compaiono in V1 e soprattutto in V4, contribuendo alla percezione dei bordi e al fenomeno della costanza del colore

75
Q

Cos’è l’affaticamento neurale e come influenza la percezione dei colori?

A

L’affaticamento neurale si verifica quando i neuroni che rispondono a un colore specifico si stancano dopo un’esposizione prolungata, rendendo visibile il colore opposto in una scena grigia. Questo fenomeno è noto come “immagine postuma”

76
Q

Quali meccanismi neurali sono coinvolti nell’affaticamento?

A

L’affaticamento è mediato sia dai fotorecettori della retina che dai neuroni corticali in aree come V4, dove processi cognitivi più complessi possono contribuire alla percezione del colore residuo

77
Q

Cosa si intende per costanza del colore?

A

La costanza del colore è la capacità del sistema visivo di percepire un colore come invariato nonostante i cambiamenti nell’illuminazione ambientale. Questo fenomeno è reso possibile grazie a cellule a doppia opponenza che confrontano il colore dell’oggetto con quello dello sfondo

78
Q

Quali aree corticali supportano la costanza del colore?

A

L’area V4 gioca un ruolo chiave nella costanza del colore. Dopo una lesione in V4, si può perdere questa capacità, pur mantenendo la discriminazione tra tinte. La corteccia utilizza informazioni sullo sfondo per attribuire i colori in modo stabile

79
Q

Qual è il ruolo della separazione tra la via dorsale e la via ventrale?

A

La via dorsale (“dove”) si occupa dell’elaborazione visuospaziale e del movimento, mentre la via ventrale (“cosa”) è responsabile del riconoscimento di oggetti e volti.

80
Q

Quali sono le differenze tra la rappresentazione topografica e retinotopica nel sistema visivo?

A

La rappresentazione topografica mantiene una relazione spaziale precisa tra stimoli e posizione retinica, mentre la rappresentazione retinotopica può distorcere le proporzioni spaziali per ottimizzare la risoluzione nei centri visivi.