Controllo cognitivo Flashcards

1
Q

Cos’è il controllo cognitivo e perché è fondamentale?

A

Il controllo cognitivo è la capacità di regolare i pensieri e i comportamenti per raggiungere obiettivi. È fondamentale per adattarsi a situazioni nuove e per inibire risposte automatiche inappropriate.

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2
Q

Quali processi cognitivi dipendono dal controllo cognitivo?

A

Processi come il problem-solving, la pianificazione, l’attenzione selettiva e la memoria di lavoro richiedono controllo cognitivo per coordinare e integrare informazioni.

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3
Q

Quali sono le principali regioni della corteccia prefrontale (PFC)?

A

La PFC include la corteccia dorsolaterale, mediale, orbitofrontale e ventrolaterale. Ogni area ha funzioni specifiche nel controllo cognitivo e nella regolazione emotiva.

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4
Q

Quali sono le connessioni principali della PFC?

A

La PFC è fortemente connessa con l’ippocampo, l’amigdala, il talamo e le aree sensoriali, formando una rete che integra memoria, emozioni e controllo comportamentale.

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5
Q

Qual è il ruolo della corteccia prefrontale laterale?

A

La PFC laterale è coinvolta nel controllo cognitivo, nella memoria di lavoro, nella pianificazione e nell’inibizione delle risposte automatiche.

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6
Q

Come differisce la funzione della PFC orbitofrontale?

A

La PFC orbitofrontale regola le emozioni, il processo decisionale basato su ricompense e punizioni e l’elaborazione di stimoli sociali, integrando segnali emotivi e sensoriali.

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7
Q

Come si è evoluta la PFC negli esseri umani rispetto ad altre specie?

A

La PFC si è notevolmente espansa negli esseri umani, costituendo una proporzione maggiore del cervello rispetto a primati non umani. Questa espansione è associata all’aumento delle capacità cognitive complesse.

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8
Q

Qual è l’importanza evolutiva dell’espansione della PFC?

A

L’espansione della PFC ha permesso lo sviluppo di funzioni avanzate come il linguaggio, il pensiero astratto, la regolazione sociale e la pianificazione a lungo termine, cruciali per l’adattamento umano.

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9
Q

Come la PFC è legata all’intelligenza?

A

La PFC supporta l’intelligenza fluida (risoluzione di problemi nuovi) e l’intelligenza cristallizzata (conoscenze acquisite), integrando informazioni da diverse aree cerebrali.

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10
Q

Qual è il ruolo della PFC nella working memory?

A

La PFC dorsolaterale è cruciale per mantenere e manipolare informazioni nella working memory, supportando compiti complessi come il ragionamento e la pianificazione.

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11
Q

Cos’è la sindrome prefrontale disesecutiva?

A

È un disturbo causato da lesioni alla PFC dorsolaterale, caratterizzato da difficoltà nel pianificare, organizzare, mantenere obiettivi e inibire comportamenti inappropriati.

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12
Q

Quali sintomi sono associati alla sindrome disesecutiva?

A

Include difficoltà nel multitasking, perseverazione (ripetizione di risposte inappropriate), incapacità di risolvere problemi e scarsa flessibilità cognitiva.

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13
Q

Cos’è la leucotomia e quali sono le sue implicazioni storiche?

A

La leucotomia (o lobotomia) è un intervento neurochirurgico storico che interrompeva le connessioni nella PFC per trattare disturbi psichiatrici. Fu ampiamente criticata per i gravi effetti collaterali, tra cui apatia, deficit cognitivi e perdita di personalità.

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14
Q

Cos’è lo Stroop Task e cosa misura?

A

Lo Stroop Task è un test cognitivo in cui ai partecipanti viene chiesto di nominare il colore dell’inchiostro con cui sono scritte parole di colori. Misura il controllo cognitivo e l’inibizione delle risposte automatiche.

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15
Q

Quali sono le aree cerebrali coinvolte nello Stroop Task?

A

La corteccia prefrontale dorsolaterale (PFCdl) e il giro del cingolo anteriore (ACC) sono coinvolti nell’inibizione delle risposte automatiche e nella gestione del conflitto cognitivo.

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16
Q

Cos’è il Wisconsin Card Sorting Test (WCST)?

A

Il WCST è un test che valuta la flessibilità cognitiva e la capacità di adattarsi a regole che cambiano. I partecipanti devono associare carte secondo criteri di colore, forma o numero, che variano senza preavviso.

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17
Q

Quali deficit emergono nei pazienti con lesioni alla PFC nel WCST?

A

I pazienti con lesioni prefrontali mostrano perseverazione (continuano a seguire vecchie regole nonostante siano errate) e difficoltà nell’aggiornare le strategie, indicando un deficit nel controllo esecutivo.

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18
Q

Qual è la differenza tra processi automatici e controllati?

A

I processi automatici sono rapidi, inconsci e richiedono poche risorse cognitive (es. leggere una parola), mentre i processi controllati sono consapevoli, lenti e richiedono attenzione (es. risolvere un problema).

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19
Q

Come interagiscono processi automatici e controllati nel comportamento?

A

I processi controllati possono modulare o inibire risposte automatiche inappropriate, soprattutto in situazioni nuove o complesse, come nello Stroop Task.

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20
Q

Quali sono le componenti principali del modello di Shallice-Norman?

A

Il modello distingue due sistemi: il contention scheduling, che gestisce routine automatiche, e il supervisory attentional system (SAS), che interviene in situazioni nuove o conflittuali per esercitare controllo esecutivo.

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21
Q

In quali situazioni il SAS è particolarmente attivo?

A

Il SAS entra in gioco in situazioni che richiedono pianificazione, inibizione delle risposte automatiche, flessibilità cognitiva o soluzione di problemi complessi.

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22
Q

Quali sono i requisiti funzionali per un efficace controllo cognitivo?

A

Sono necessari: 1.mantenimento degli obiettivi + 2.inibizione delle risposte inadeguate + 3.flessibilità cognitiva per adattarsi a nuovi contesti e 4.gestione delle risorse attentive

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23
Q

Qual è il ruolo del PFC nel controllo cognitivo?

A

Il PFC coordina il controllo cognitivo mantenendo rappresentazioni di obiettivi, inviando segnali di biasing alle aree sensoriali e motorie e inibendo comportamenti non rilevanti.

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24
Q

Come si misura la memoria di lavoro nei test cognitivi?

A

La memoria di lavoro si misura chiedendo ai partecipanti di mantenere e manipolare informazioni (es. ricordare e riordinare una sequenza di numeri o parole) per brevi periodi di tempo.

25
Q

Quali aree cerebrali supportano la memoria di lavoro?

A

La corteccia prefrontale dorsolaterale (PFCdl) e aree parietali posteriori sono coinvolte nella memoria di lavoro, coordinando il mantenimento e la manipolazione delle informazioni.

26
Q

Cos’è il compito di memoria associativa e cosa misura?

A

Questo compito valuta la capacità di associare due elementi, come un volto e un nome. È usato per studiare la memoria episodica e il ruolo dell’ippocampo nelle associazioni complesse.

27
Q

Quali deficit emergono nei pazienti con danni all’ippocampo durante questo compito?

A

I pazienti con lesioni ippocampali mostrano difficoltà nel creare nuove associazioni tra elementi, evidenziando un ruolo cruciale dell’ippocampo nella memoria relazionale.

28
Q

Cosa mostrano gli studi neurofisiologici sulla memoria di lavoro nelle scimmie?

A

Gli studi dimostrano che i neuroni della corteccia prefrontale dorsolaterale rimangono attivi durante il ritardo tra uno stimolo e una risposta, indicando il loro ruolo nel mantenimento delle informazioni nella memoria di lavoro.

29
Q

Quali compiti sono utilizzati per studiare la memoria di lavoro nelle scimmie?

A

Uno dei compiti più comuni è il delayed response task, in cui le scimmie devono mantenere nella memoria la posizione di uno stimolo per rispondere correttamente dopo un intervallo.

30
Q

Quali tecniche sono utilizzate per studiare la memoria di lavoro nell’uomo?

A

Tecniche come la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e l’elettroencefalografia (EEG) sono utilizzate per identificare l’attività delle aree corticali, in particolare della PFC, durante i compiti di memoria di lavoro.

31
Q

Quali sono le principali differenze nell’attività cerebrale tra compiti semplici e complessi di memoria di lavoro?

A

Nei compiti più complessi, si osserva un’attivazione più diffusa che coinvolge la PFC dorsolaterale, il giro cingolato anteriore e le aree parietali, indicando una maggiore integrazione tra le reti.

32
Q

Come la memoria di lavoro è correlata alla capacità attentiva?

A

La memoria di lavoro e l’attenzione condividono risorse cognitive. La capacità di focalizzare l’attenzione su informazioni rilevanti è cruciale per mantenere le rappresentazioni nella memoria di lavoro.

33
Q

Quali differenze emergono nella memoria di lavoro in pazienti con lesioni alla PFC?

A

I pazienti con lesioni alla PFC mostrano difficoltà nel mantenimento e nella manipolazione delle informazioni, con un impatto significativo sulla capacità di risolvere problemi complessi.

34
Q

Qual è il ruolo della corteccia prefrontale nel mantenimento degli obiettivi?

A

La corteccia prefrontale dorsolaterale mantiene le rappresentazioni degli obiettivi durante i compiti, inviando segnali di controllo alle aree motorie e sensoriali per guidare il comportamento.

35
Q

Come il mantenimento del goal è essenziale per il controllo cognitivo?

A

Permette di monitorare il progresso verso un obiettivo, adattando le strategie in caso di cambiamenti nel contesto o di errori, garantendo flessibilità cognitiva.

36
Q

Cosa sono i biasing signals e qual è il loro ruolo?

A

I biasing signals sono segnali inviati dalla PFC per modulare l’attività di altre aree corticali e subcorticali, migliorando l’elaborazione degli stimoli rilevanti per il compito.

37
Q

Qual è l’impatto dei biasing signals sulla selezione degli stimoli?

A

I segnali di bias rendono più probabile che le aree sensoriali rispondano a stimoli rilevanti, sopprimendo quelli irrilevanti, migliorando così l’attenzione selettiva e l’efficienza cognitiva.

38
Q

Cos’è il reversal learning e quale area cerebrale è coinvolta?

A

Il reversal learning è la capacità di invertire le associazioni apprese quando le contingenze cambiano. Coinvolge la corteccia orbitofrontale, responsabile dell’aggiornamento delle decisioni basate sulle ricompense.

39
Q

Quali deficit si osservano nel reversal learning in pazienti con lesioni alla PFC?

A

I pazienti con lesioni alla corteccia orbitofrontale mostrano perseverazione nelle scelte errate, indicando difficoltà nel modificare il comportamento in base a nuove informazioni.

40
Q

Quali sono le principali proprietà dei neuroni della corteccia prefrontale?

A

I neuroni della PFC mostrano attività persistente durante il mantenimento delle informazioni, flessibilità nel rispondere a stimoli diversi e capacità di integrare segnali provenienti da più aree cerebrali.

41
Q

Come queste proprietà supportano il controllo cognitivo?

A

L’attività persistente permette il mantenimento degli obiettivi, mentre la flessibilità neuronale consente di adattarsi a cambiamenti contestuali, supportando la pianificazione e la risoluzione di problemi.

42
Q

Cos’è la teoria dell’attivazione guidata?

A

La teoria dell’attivazione guidata descrive come la PFC mantenga attive le rappresentazioni rilevanti per il compito attraverso segnali di controllo che modulano l’attività di altre aree corticali e subcorticali.

43
Q

Qual è il ruolo dei segnali di feedback nella teoria dell’attivazione guidata?

A

I segnali di feedback provenienti dalla PFC permettono di rinforzare o aggiornare le rappresentazioni mantenute, adattando il comportamento agli obiettivi e alle condizioni mutevoli.

44
Q

In che modo la teoria dell’attivazione guidata spiega la memoria di lavoro?

A

Secondo questa teoria, la PFC utilizza segnali persistenti per mantenere attive le informazioni temporanee, essenziali per la memoria di lavoro e per il controllo cognitivo in compiti complessi.

45
Q

Quali evidenze neurofisiologiche supportano questa teoria?

A

Studi su scimmie e umani mostrano che i neuroni della PFC mantengono un’attività persistente durante compiti di memoria di lavoro, anche in assenza dello stimolo originale, confermando il loro ruolo nel mantenimento attivo.

46
Q

Qual è il ruolo della dopamina nel controllo cognitivo?

A

La dopamina modula l’attività della PFC, migliorando il segnale-rumore e regolando il mantenimento e l’aggiornamento delle informazioni nella memoria di lavoro.

47
Q

Cosa accade quando c’è uno squilibrio dopaminergico?

A

Uno squilibrio nella dopamina può causare deficit nel controllo cognitivo, come difficoltà nel mantenere gli obiettivi o nell’adattarsi a nuove informazioni, problemi osservati in disturbi come il Parkinson e la schizofrenia.

48
Q

Cos’è il controllo reattivo?

A

Il controllo reattivo è un processo cognitivo che si attiva in risposta a una difficoltà incontrata durante l’esecuzione di un compito. Si manifesta quando il sistema cognitivo registra segnali di lentezza, conflitto o errori, e di conseguenza aumenta l’allocazione di risorse attentive per far fronte alla situazione. Il controllo reattivo è caratterizzato da un’attivazione tardiva e localizzata delle regioni prefrontali

49
Q

Cos’è il controllo proattivo?

A

Il controllo proattivo è un processo cognitivo che anticipa le richieste di un compito e prepara il sistema cognitivo in modo da affrontare le potenziali difficoltà. Si manifesta con un’attivazione anticipatoria delle regioni prefrontali, che permette di allocare risorse attentive in modo efficiente prima che si verifichi la necessità. Il controllo proattivo è particolarmente utile in situazioni in cui sono prevedibili delle difficoltà o quando è necessario mantenere un alto livello di attenzione per un periodo prolungato

50
Q

Qual è il ruolo del giro del cingolo anteriore (ACC) nel controllo cognitivo?

A

L’ACC è coinvolto nel monitoraggio dei conflitti cognitivi, nella rilevazione di errori e nel reindirizzamento dell’attenzione verso obiettivi prioritari.

51
Q

Come l’ACC interagisce con la PFC?

A

L’ACC segnala la necessità di un maggiore controllo cognitivo alla PFC dorsolaterale, che regola l’elaborazione e la risposta agli stimoli rilevanti.

52
Q

Cos’è la Conflict Monitoring Theory?

A

La Conflict Monitoring Theory propone che il cingolo anteriore (ACC) abbia un ruolo fondamentale nel monitoraggio del conflitto cognitivo. Quando si presentano situazioni di conflitto, come nel compito di Stroop, l’ACC si attiva e invia segnali alla corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC) per aumentare il controllo cognitivo e risolvere il conflitto

53
Q

Quali sono le due componenti principali della Conflict Monitoring Theory?

A

Le due componenti principali sono: 1)componente valutativa: Il cingolo anteriore (ACC) valuta la presenza di conflitto e invia segnali di errore o di riduzione della ricompensa. 2)Componente regolativa: La corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC) riceve i segnali dall’ACC e implementa le strategie necessarie per risolvere il conflitto e migliorare la performance

54
Q

Cos’è l’Error Related Negativity (ERN)?

A

L’ERN è un’onda negativa che si osserva nella risposta elettroencefalografica circa 100 millisecondi dopo aver commesso un errore. L’ERN riflette l’attivazione del cingolo anteriore in risposta all’errore e segnala al cervello che è necessario correggere il comportamento

55
Q

Qual è il significato dell’ERN?

A

L’ERN indica che il cervello ha rilevato un errore e sta avviando i processi per correggerlo. L’assenza di ERN in pazienti con lesioni al cingolo suggerisce che questa regione è cruciale per il monitoraggio degli errori e per l’apprendimento da essi

56
Q

Cos’è il Feedback Related Negativity (FRN)?

A

Il FRN è un’onda negativa simile all’ERN che si osserva in risposta a un feedback negativo, come una perdita o un risultato inferiore alle aspettative. Il FRN riflette l’attivazione del cingolo anteriore in risposta a eventi negativi e segnala la necessità di adattare il comportamento futuro

57
Q

Qual è la differenza tra ERN e FRN?

A

L’ERN è elicitata specificamente dagli errori, mentre il FRN è elicitato da qualsiasi evento negativo, incluso un feedback negativo. Entrambi riflettono l’attivazione del cingolo anteriore e segnalano la necessità di adattare il comportamento

58
Q

In che modo il Wisconsin Card Sorting Test misura la flessibilità cognitiva?

A

Il test valuta la capacità di cambiare strategia cognitiva in risposta a nuove regole, riflettendo il funzionamento della corteccia prefrontale

59
Q

Qual è il ruolo della corteccia cingolata anteriore secondo il modello di Botvinick?

A

La corteccia cingolata anteriore rileva conflitti cognitivi e segnala la necessità di maggiore controllo esecutivo