Riconoscimento degli oggetti visivi Flashcards

1
Q

Cos’è l’agnosia visiva e quali tipi principali esistono?

A

L’agnosia visiva è l’incapacità di riconoscere oggetti, volti o colori, pur avendo una normale funzione visiva. I tipi principali includono l’agnosia appercettiva, dove è compromessa la percezione, e l’agnosia associativa, dove manca l’associazione semantica.

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2
Q

Come si distingue l’agnosia associativa dall’agnosia appercettiva?

A

Nell’agnosia associativa il soggetto percepisce correttamente gli oggetti ma non può attribuire loro un significato, mentre nell’agnosia appercettiva il soggetto non riesce a formare una rappresentazione visiva integrata dell’oggetto.

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3
Q

Qual è la funzione della corteccia infero-temporale (IT)?

A

IT è l’area finale della via visiva ventrale ed è coinvolta nel riconoscimento degli oggetti, integrando caratteristiche elementari come colore e forma per creare rappresentazioni complesse. È un punto di connessione tra percezione visiva e cognizione

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4
Q

Quali sono le peculiarità funzionali di IT?

A

IT è organizzata per rispondere a oggetti complessi e mostra una gerarchia di rappresentazioni. I neuroni rispondono a caratteristiche specifiche di oggetti piuttosto che all’intero oggetto, supportando il riconoscimento anche in presenza di variazioni prospettiche

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5
Q

Cos’è l’agnosia pura e quali deficit comporta?

A

L’agnosia pura è un disturbo neuropsicologico caratterizzato dall’incapacità di riconoscere visivamente gli oggetti, nonostante la percezione visiva e altre funzioni cognitive rimangano intatte. I pazienti possono descrivere gli oggetti ma non identificarli

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6
Q

Qual è la differenza tra agnosia pura e agnosia associativa?

A

Nell’agnosia pura, il paziente percepisce correttamente gli stimoli ma non li riconosce come oggetti noti. Nell’agnosia associativa, invece, il riconoscimento è compromesso perché manca il collegamento tra la percezione visiva e la memoria semantica

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7
Q

Cosa si intende per invarianza percettiva?

A

L’invarianza percettiva è la capacità del sistema visivo di riconoscere un oggetto come identico nonostante variazioni di dimensione, orientamento, illuminazione o prospettiva. Questo fenomeno è essenziale per l’identificazione degli oggetti in contesti diversi

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8
Q

Quali aree corticali supportano l’invarianza percettiva?

A

L’invarianza percettiva è sostenuta dalla corteccia infero-temporale (IT), dove i neuroni integrano informazioni visive per generare rappresentazioni stabili degli oggetti, indipendenti dalle variazioni percettive

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9
Q

Qual è stato un classico esperimento sull’invarianza percettiva?

A

Un esperimento classico consiste nel presentare immagini di un oggetto a diverse angolazioni e chiedere ai partecipanti di riconoscerlo. I risultati mostrano che il cervello riesce a identificare l’oggetto grazie alla generalizzazione delle sue caratteristiche visive

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10
Q

Come dimostrano i neuroni di IT l’invarianza percettiva?

A

I neuroni nella corteccia infero-temporale rispondono a caratteristiche specifiche di un oggetto, indipendentemente dalla sua posizione o orientamento. Questa risposta generalizzata permette il riconoscimento dell’oggetto in diverse condizioni percettive

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11
Q

Cos’è la teoria distribuita nella percezione visiva?

A

La teoria distribuita suggerisce che il riconoscimento degli oggetti non avviene in una singola area cerebrale, ma attraverso l’attivazione simultanea di molte aree corticali. Queste regioni lavorano in modo coordinato per costruire una rappresentazione dell’oggetto

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12
Q

Quali evidenze supportano la teoria distribuita?

A

Studi di neuroimaging hanno mostrato che il riconoscimento visivo attiva contemporaneamente diverse aree del cervello, come V4 per il colore, MT per il movimento e IT per la forma. Questa distribuzione rende il sistema visivo più robusto e flessibile

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13
Q

In cosa consiste la teoria unitaria del riconoscimento visivo?

A

La teoria unitaria propone che specifiche aree corticali, come la corteccia infero-temporale, siano responsabili del riconoscimento degli oggetti. Secondo questa teoria, singole regioni corticali contengono rappresentazioni univoche e complete degli oggett

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14
Q

Quali sono i limiti della teoria unitaria?

A

La teoria unitaria non spiega pienamente come il cervello riesca a integrare informazioni visive complesse e variabili. Inoltre, studi recenti indicano che il riconoscimento visivo è meglio spiegato da un modello distribuito e interconnesso

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15
Q

Come il neuroimaging ha contribuito allo studio della percezione visiva?

A

Il neuroimaging, come fMRI e PET, ha permesso di identificare le aree cerebrali attive durante il riconoscimento visivo. Ha rivelato, ad esempio, che la corteccia fusiforme è cruciale per il riconoscimento dei volti, mentre la corteccia occipito-temporale è attiva per oggetti e scene

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16
Q

Qual è il vantaggio dell’uso del neuroimaging nello studio della visione?

A

Il neuroimaging consente di osservare l’attività cerebrale in tempo reale, offrendo una mappa precisa delle aree coinvolte in diversi aspetti della percezione visiva. Questo ha migliorato la comprensione delle connessioni funzionali tra le aree visive

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17
Q

Cos’è il complesso occipito-laterale (LOC) e qual è il suo ruolo nella percezione visiva?

A

Il LOC è una regione della corteccia visiva extrastriata coinvolta nel riconoscimento delle forme e degli oggetti. È specializzato nel processare configurazioni visive complesse, indipendentemente dal contesto o dalla categoria dell’oggetto

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18
Q

Quali sono le caratteristiche dell’attivazione del LOC?

A

Il LOC si attiva in risposta a contorni e forme tridimensionali, mostrando una preferenza per stimoli che rappresentano oggetti concreti piuttosto che frammenti casuali o schemi bidimensionali. È una regione chiave nella via ventrale del “cosa”

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19
Q

Qual è il ruolo dell’area fusiforme delle facce (FFA)?

A

La FFA è una regione della corteccia infero-temporale coinvolta nel riconoscimento dei volti. Si attiva preferenzialmente in risposta a stimoli facciali, contribuendo all’identificazione e al riconoscimento delle caratteristiche individuali di un volto

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20
Q

La FFA risponde esclusivamente ai volti?

A

Sebbene la FFA risponda principalmente ai volti, può attivarsi anche in risposta ad altri stimoli familiari o a oggetti per i quali si è esperti, suggerendo che l’area possa codificare configurazioni complesse di cui si ha esperienza frequente

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21
Q

Qual è il ruolo della PPA (Parahippocampal Place Area) nella percezione visiva?

A

La PPA è un’area della corteccia temporale mediale coinvolta nella percezione di scene e luoghi. Si attiva specificamente in risposta a stimoli visivi rappresentanti ambienti spaziali, come stanze o paesaggi, supportando la navigazione e l’orientamento

22
Q

Cosa caratterizza l’EBA (Extrastriate Body Area)?

A

L’EBA è un’area della corteccia visiva extrastriata che risponde selettivamente alle immagini del corpo umano o delle sue parti. È coinvolta nel riconoscimento delle pose e del movimento corporeo, distinguendosi dalla FFA che si occupa principalmente dei volti

23
Q

Cosa si intende per effetto di inversione dei volti?

A

L’effetto di inversione dei volti si riferisce alla maggiore difficoltà nel riconoscere volti quando sono presentati capovolti. Questo fenomeno indica che il riconoscimento facciale si basa su processi specializzati che richiedono l’orientamento corretto del volto

24
Q

Quali implicazioni ha l’effetto di inversione dei volti per il riconoscimento visivo?

A

L’effetto dimostra che il riconoscimento dei volti coinvolge un’elaborazione “configurale”, in cui l’orientamento spaziale delle caratteristiche facciali è cruciale. Questo lo distingue dal riconoscimento di oggetti, che è meno influenzato dall’orientamento

25
Q

Cos’è l’illusione di Thatcher e cosa rivela sul riconoscimento dei volti?

A

L’illusione di Thatcher si verifica quando un volto è presentato capovolto con alcune caratteristiche, come occhi o bocca, invertite. Questo rende difficoltosa la percezione delle anomalie, dimostrando che il riconoscimento facciale dipende fortemente dall’orientamento corretto

26
Q

Quali meccanismi spiegano l’illusione di Thatcher?

A

L’illusione è spiegata dal fatto che il cervello elabora i volti attraverso un’elaborazione olistica e configurale. Quando un volto è capovolto, il processamento diventa più analitico, rendendo difficile cogliere anomalie locali come la posizione invertita di occhi o bocca

27
Q

Qual è una delle principali critiche alla specificità della FFA per i volti?

A

Una critica sostiene che la FFA non sia specifica per i volti ma risponda a qualsiasi configurazione complessa con cui si abbia familiarità, come oggetti o scene per cui si è esperti. Questo è supportato da studi che mostrano l’attivazione della FFA anche per oggetti in cui si ha una competenza specifica, come scacchi o automobili

28
Q

Come la teoria dell’esperienza mette in discussione il ruolo della FFA?

A

La teoria dell’esperienza propone che l’attivazione della FFA sia guidata dall’esposizione e dall’apprendimento, piuttosto che da una predisposizione innata al riconoscimento facciale. Questo implica che la specializzazione per i volti potrebbe essere un prodotto dello sviluppo e dell’esperienza, più che una funzione predefinita

29
Q

Come i risultati di imaging sollevano dubbi sulla specificità della FFA?

A

Studi di fMRI mostrano che la FFA si attiva per oggetti complessi e familiari, suggerendo che non sia esclusivamente responsabile del riconoscimento facciale. Inoltre, altre aree, come il complesso occipito-temporale (LOC), sono coinvolte nel processamento delle caratteristiche visive

30
Q

Quali alternative teoriche esistono al modello della FFA come centro per i volti?

A

Alcune teorie suggeriscono che il riconoscimento facciale emerga dall’interazione di più aree corticali, piuttosto che essere localizzato esclusivamente nella FFA. Ad esempio, la rete visiva distribuita include anche la corteccia prefrontale e l’area occipitale, che collaborano per elaborare informazioni complesse

31
Q

Qual è il ruolo della via visiva dorsale?

A

La via dorsale, nota come “via del dove”, elabora informazioni spaziali e sul movimento degli oggetti. Essa si estende dalla corteccia visiva primaria alle aree parietali, permettendo di localizzare e interagire con gli oggetti nell’ambiente

32
Q

Quali sono le caratteristiche della via dorsale rispetto alla via ventrale?

A

La via dorsale è più sensibile alla posizione, velocità e direzione degli oggetti in movimento, mentre la via ventrale si occupa del riconoscimento e della categorizzazione degli oggetti. Questa divisione funzionale consente un’elaborazione parallela e specializzata

33
Q

Cos’è l’area V5 e quale funzione svolge?

A

L’area V5, nota anche come MT (Middle Temporal), è una regione specializzata nel rilevamento e nell’elaborazione del movimento. Si attiva in risposta a stimoli in movimento e contribuisce alla percezione della direzione e velocità degli oggetti

34
Q

Quali tipi di stimoli attivano V5?

A

V5 risponde preferenzialmente a stimoli visivi dinamici, come oggetti in movimento lineare o radiale. È particolarmente sensibile alla coerenza del movimento, distinguendo traiettorie uniformi da quelle casuali

35
Q

Cos’è il problema dell’apertura nel contesto della visione del movimento?

A

Il problema dell’apertura si verifica quando un neurone visivo vede solo una parte limitata di un oggetto in movimento attraverso il proprio campo recettivo. Questo può portare a una percezione ambigua della direzione del movimento

36
Q

Come risolve il cervello il problema dell’apertura?

A

Il cervello risolve il problema dell’apertura integrando le informazioni provenienti da molti neuroni con campi recettivi diversi, come in V5 e aree superiori, che combinano le traiettorie locali per determinare il movimento globale

37
Q

Quali aree corticali analizzano il movimento visivo?

A

L’area V5/MT è la principale responsabile dell’analisi del movimento. Essa riceve input da V1 e altre aree, elaborando velocità, direzione e coerenza del movimento. Aree superiori, come MST, elaborano movimenti più complessi

38
Q

Come vengono elaborate le informazioni sul movimento radiale e rotatorio?

A

Movimenti radiali (es. avvicinamento o allontanamento) e rotatori vengono elaborati nell’area MST (Medial Superior Temporal), che integra i segnali provenienti da V5 e altre regioni per creare una rappresentazione del movimento complessivo

39
Q

Quali informazioni sul movimento sono elaborate dall’area V5?

A

L’area V5 (MT) elabora informazioni sulla direzione e velocità degli oggetti in movimento. Risponde sia a stimoli locali che a movimenti globali coerenti, integrando i dati per generare una rappresentazione unitaria del movimento

40
Q

Come si differenzia l’elaborazione del movimento tra V5 e MST?

A

V5 è specializzata in movimenti lineari locali, mentre MST (Medial Superior Temporal) elabora movimenti più complessi, come rotazioni e espansioni radiali. MST integra i segnali di V5 per rappresentare il movimento globale e rispondere a cambiamenti dinamici nella scena

41
Q

Qual è il ruolo dell’area MST nel sistema visivo?

A

L’area MST è coinvolta nell’elaborazione del movimento globale e nella percezione di movimenti complessi, come espansioni radiali, rotazioni e traiettorie curve. Gioca un ruolo cruciale nell’orientamento e nella navigazione spaziale

42
Q

Quali differenze esistono tra i sottotipi di neuroni in MST?

A

MST è divisa in MSTd (dorsale) e MSTl (laterale). MSTd elabora movimenti complessi come flussi ottici, essenziali per la navigazione, mentre MSTl si concentra su movimenti locali e inseguimenti di oggetti in movimento

43
Q

Quali caratteristiche distinguono l’area V5 nel processamento visivo?

A

V5 è altamente specializzata nella percezione del movimento. I suoi neuroni rispondono in modo specifico a direzioni e velocità del movimento, contribuendo alla discriminazione dei movimenti coerenti rispetto a quelli casuali

44
Q

Come V5 contribuisce alla percezione dinamica?

A

V5 integra informazioni da campi recettivi multipli per costruire una rappresentazione coerente del movimento. Questa area fornisce dati fondamentali per attività motorie come seguire oggetti in movimento o valutare traiettorie

45
Q

Cos’è il Motion After Effect (MAE)?

A

Il MAE è un’illusione in cui, dopo aver osservato un movimento continuo in una direzione, si percepisce un movimento opposto quando lo stimolo scompare. È dovuto all’adattamento neurale nelle aree visive come V5/MT

46
Q

Qual è il meccanismo neurale alla base del MAE?

A

Durante l’osservazione di un movimento prolungato, i neuroni specifici per quella direzione si adattano e riducono la loro risposta. Al cessare dello stimolo, i neuroni non adattati, che codificano movimenti opposti, dominano la percezione, causando l’illusione

47
Q

Cosa si intende per “implied emotion” nella percezione visiva?

A

“Implied emotion” si riferisce alla capacità di percepire emozioni implicite in immagini statiche che suggeriscono movimento o azione, come pose corporee o configurazioni facciali. Questo fenomeno coinvolge aree come V5 e la corteccia temporale superiore

48
Q

Qual è il ruolo di V5 nell’elaborazione di emozioni implicite?

A

V5, sebbene responsabile del movimento reale, risponde anche a stimoli che suggeriscono movimento implicito, come posture dinamiche. Questa risposta contribuisce all’interpretazione delle emozioni comunicate da pose e gesti

49
Q

Cos’è l’akinetopsia e quali sono i sintomi principali?

A

L’akinetopsia è un disturbo neurologico caratterizzato dall’incapacità di percepire il movimento, nonostante la visione statica rimanga intatta. I pazienti vedono il mondo come una serie di immagini statiche, senza continuità temporale

50
Q

Qual è la causa dell’akinetopsia e quali aree cerebrali sono coinvolte?

A

L’akinetopsia è causata da danni bilaterali all’area V5/MT. Questo compromette la capacità del cervello di elaborare le informazioni temporali sul movimento, rendendo impossibile percepire il flusso dinamico della scena