T ch 1-3 Flashcards

pag 29 a 30

1
Q

l’analisi di bilancio

A

serve a comprendere la gestione economica, finanziaria e patrimoniale di un’azienda. Si basa sul bilancio di esercizio e ne riporta i dati. Vi sono contenuti i profitti e le perdite di un’azienda e serve quindi a ricavare l’andamento generale dell’impresa. In sintesi in questo documento si analizzano gli aspetti importanti della gestione aziendale, confrontando i bilanci della stessa azienda, così da
poter valutare la situazione attuale dell’azienda, ma anche quella futura. L’analisi di bilancio risulta perciò
utile anche per convincere futuri investitori della validità del proprio progetto.

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2
Q

RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO

A

serve a far emergere risultati intermedi diversi o degli
effetti diversi, che portano poi a comprendere la performance dell’azienda in un determinato momento della vita dell’impresa. Riclassificare non significa cambiare la realtà dell’azienda ma significa rappresentare la realtà aziendale in maniera differente

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3
Q

A COSTO DEL VENDUTO (prima riclassificazione)

RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO

A

È un metodo di riclassificazione del conto
economico. La sua caratteristica è quella di distinguere i costi per aree funzionali (produzione,
progettazione, commerciale, eccetera). Risponde al bisogno di misurare quanto pensano i costi delle
differenti aree rispetto al costo complessivo.
Questo metodo è utilizzato per le analisi delle imprese produttive. Queste ultime hanno la necessità di monitorare i costi sostenuti nelle differenti aree gestionali:
— GESTIONE CARATTERISTICA, cioè il reddito operativo in questo caso è un reddito vero ed epurato da tutte le quelle componenti positive o negative di reddito che però non riguardano l’attività caratteristica;
— GESTIONE EXTRA-CARATTERISTICA, dove si aggiunge (o sottrae) la somma di tutte quelle componenti positive e negative di reddito che sottendono alla gestione extra-caratteristica, cioè ad una situazione che non è tipica
dell’attività dell’impresa.
— GESTIONE STRAORDINARIA, ovvero la differenza o la somma tra i ricavi straordinari e i costi straordinari;
— GESTIONE FINANZIARIA, cioè oneri o proventi;
— REDDITO LORDO, rappresenta la differenza A(Val. Prod) — B(Costo Prod.) +/— C(On. e Prov) +/—
D(Rettifiche) dell’impresa;
— GESTIONE TRIBUTARIA, cioè si sottraggono gli oneri tributari e si ottiene il reddito.

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4
Q

A VALORE AGGIUNTO (più usata)

RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO

A

È il metodo di riclassificazione del conto economico più utilizzato;
la logica si basa sulla suddivisione dei costi tra:
* costi interni, ovvero relativi alle risorse interne e sostenuti al momento dell’avvio della produzione(quote di ammortamento, spese di personale);
* costi esterni, ovvero acquisiti da terze economie (spese di utilizzo materie, altre spese operative).

Il CE a valore aggiunto prevede che l’area operativa contenga* tre* margini intermedi:

1. il VALORE AGGIUNTO (differenza tra ricavi operativi e costi esterni), mette in evidenza il valore che l’impresa, con i propri fattori (interni), aggiunge a quello delle risorse periodicamente ottenute
dall’esterno. Si può affermare che un elevato valore aggiunto e la sua costante crescita sono sintomi di
ottimali scelte poste in essere dall’impresa e di soddisfacente grado di originalità dei prodotti venduti;
2. EBITDA (margine operativo lordo), è la ricchezza che residua dopo aver retribuito il personale e rappresenta una prima misura dell’autofinanziamento operativo. È il risultato intermedio al lordo di ammortamenti e accantonamenti operativi. Ha valenza finanziaria. Si può definire come la variazione di circolante prodotta dalla gestione caratteristica nel periodo: se positivo vuol dire che tale gestione ha prodotto risorse finanziarie, se negativo vuol dire che le ha assorbite;
3. EBIT, è il margine epurato dei costi non monetari (ammortamenti e accantonamenti), quindi dopo aver remunerato tutte le componenti che hanno partecipato al ciclo produttivo. Esprime il reddito che l’azienda è in grado di generare prima della remunerazione del capitale, comprendendo con questo termine sia il capitale di terzi (indebitamento) sia il capitale proprio (patrimonio netto). L’EBIT
ricomprende gli oneri e i proventi derivanti da gestioni accessorie, nonché i proventi finanziari derivanti
dalla cosiddetta gestione finanziaria attiva.
In aziende che non hanno né gestioni accessorie né una gestione finanziaria attiva, l’EBIT coincide con il
reddito operativo o margine operativo netto (MON); in questo caso consente di poter valutare, sulla base
di un riferimento non influenzato da imposte o altri eventi straordinari, concentrandosi esclusivamente
sulla capacità di generare profitti dalle operazioni caratteristiche.
Sottraendo i costi esterni si ottiene il valore aggiunto, sottraendo i costi interni si ottiene il reddito
operativo.

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