Q ch 4 Flashcards

pag 11 a 14

1
Q

IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI

A

rappresentano beni che cedono la loro utilità economica per più periodi.
Le immobilizzazioni materiali contribuiscono alla produzione del reddito di più esercizi, tra i quali va
ripartito il costo sostenuto per la loro acquisizione. Tale caratteristica non dipende dalla natura del bene, ma dalla destinazione che gli viene attribuita. Il trattamento contabile delle immobilizzazioni materiali è contenuto nello IAS 16. Il principio ha ad oggetto quei beni tangibili che soddisfano contemporaneamente le
seguenti condizioni:
— i beni sono detenuti per essere utilizzati nel corso della produzione per la fornitura di beni o servizi
— da essi ci si attende che siano utilizzati per più di un esercizio.

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2
Q

ISCRIZIONE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI

A

ISCRIZIONE= al costo di acquisto o produzione, nel caso di ACQUISIZIONE esterna saranno iscritte al
costo d’acquisto comprensivo di tutti gli oneri accessori (costi notarili); nel caso di PRODUZIONE INTERNA verranno iscritte al costo di produzione, nel quale si includeranno tutti i costi direttamente imputabili (periodo di produzione, fino al momento nel quale l’immobilizzazione è pronta per essere utilizzata).
I costi direttamente imputabili possono essere diretti, quando partecipano ad una specifica area di
gestione di attività d’azienda (costo materie prime); indiret, quando partecipano a più aree
dell’azienda (costo dello stipendio del direttore generale).
- capitalizzazione oneri accessori: è obbligatoria per la registrazione; andranno ad accrescere il valore
dell’immobilizzazione e poi andranno a partecipare al processo di ammortamento

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3
Q

ONERI FINANZIARI

A

Rappresentano componenti negativi di reddito non straordinari e di competenza
dell’esercizio, al netto dei risconti;
SI CAPITALIZZANO QUANDO: * sono stati effettivamente sostenut e oggettivamente determinabili; *costituiscono
costi direttamente imputabili al bene, ovvero presi a prestito specificatamente per finanziare la costruzione del bene; * se riguardano un bene con un periodo di costruzione significativo, ossia da quando iniziano le costruzioni fino a quando si arriva al pronto utilizzo.
NON SI CAPITALIZZANO QUANDO: * il periodo di costruzione risulta prolungato per cause estranee all’attività di costruzione; * lo sviluppo del bene viene volontariamente interrotto.

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4
Q

ammortamento

A

= L’ammortamento consiste nella ripartizione del costo dei vari esercizi al quale l’immobilizzazione offre un contributo ai processi produttivi. Il costo delle immobilizzazioni, la cui utilizzazione è limitata nel tempo, deve essere sistematicamente ammortizzato, in ogni esercizio, in relazione con la residua possibilità di impiego. Il processo di ammortamento inizia quando il cespite inizia a produrre benefici economici per l’impresa. Tale processo presuppone la definizione di tre elementi:
- Il valore da ammortizzare: costituito dalla differenza tra costo originario e valore residuo al termine
della vita utile del bene;
- La vita utile: periodo di tempo durante il quale l’impresa prevede di poter utilizzare
l’immobilizzazione;
- Il criterio di ripartizione del valore: tra cui, quello a quote costanti come metodo più immediato in
ragione della maggiore semplicità e in alcune circostanze il metodo a quote decrescenti (ipotesi che
l’immobilizzazione offre il contributo maggiore nei suoi primi esercizi di vita);

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5
Q

Contabilizzazione ammortamento

A

La quota di ammortamento è riepilogato in CE nella voce B 10a
mentre il fondo ammortamento è inserito nello SE a diretta rettifica della immobilizzazione cui si riferisce

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6
Q

MANUTENZIONE E RIPARAZIONI

A

ORDINARIA: manutenzione o riparazione di natura ricorrente. Non sono capitalizzabili e vengono rilevati a CE nell’esercizio in cui sono sostenuti.
STRAORDINARIA: ampliamenti, modifiche, sostituzioni e altri miglioramenti riferibili al bene che producono un aumento significativo o di produttività o di sicurezza o un prolungamento della vita utile del cespite. Sono capitalizzabili e dunque entrano a far parte del processo di ammortamento delle immobilizzazioni a cui si riferiscono. Il processo di ammortamento andrà quindi rivisto e rivalutato.

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7
Q

RICAMBI E IMBALLAGGI

A

Possono distinguersi tra:

PREZZI DI BASSO COSTO UNITARIO E DI USO RICORRENTE: assumono le caratteristiche dei veri e propri beni di consumo. Sono rilevati come costi al momento dell’acquisto (es. bulloni);

PEZZI DI RICAMBIO DI ALTO COSTO UNITARIO E USO NON RICORRENTE: costituiscono dotazione necessaria dell’impianto. Sono classificati tra le immobilizzazioni materiali e ammortizzati;

PEZZI DI ALTO COSTO UNITARIO DI USO RICORRENTE: sono utilizzati in breve tempo e hanno normalmente un valore globale significativo alla chiusura dell’esercizio. Sono inclusi tra le rimanenze di magazzino.

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8
Q

CONTRIBUTI PUBBLICI

A

Un contributo si definisce come una qualsiasi somma di denaro ricevuta dall’erario per una determinata funzione e destinazione. Nel caso delle immobilizzazioni materiali sono contributi
pubblici quelle somme di denaro ricevute per alleggerire I costi di acquisizione sostenuti dalle imprese.
Distinguiamo tre tipi di contributi:
1. Contributi in conto esercizio (regolamentati dall’OIC 12) -> aiuti destinati a fronteggiare le esigenze di
gestione, ossia rivolti alla copertura dei costi o all’integrazione dei ricavi. Vengono registrati in Conto
Economico nella voce A5 come credito verso lo stato o entrata di cassa.
2. Contributi in conto capitale (regolamentati dall’OIC 16) -> aiuti, rivolti a potenziare, accrescere o
ristrutturare il patrimonio aziendale
**3. **Contributi in conto impianti (regolamentati dall’OIC 16) -> aiuti volti a fornire I mezzi per l’acquisizione di
specifici beni ammortizzabili.
I contributi in conto capitale e in conto impianti fanno riferimento a investimenti durevoli, sono quindi aiuti
erogati per accrescere la capacità delle imprese come, ad esempio, per ottenere impianti oppure per
invogliare comportamenti ecosostenibili.

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9
Q

Contabilizzazione CONTRIBUTI IN CONTO ESERCIZIO

A

Sono dovuti sia in base alla legge sia in base a disposizioni contrattuali, rilevati interamente come ricavi di competenza dell’esercizio, da riportare nella sottovoce della voce A5 (CE) indipendentemente dalla data di accredito sul conto corrente (manifestazione finanziaria).
Deve trattarsi di contributi che abbiano natura di integrazione dei ricavi delle attività caratteristiche o delle attività accessorie diversa da quella finanziaria o di riduzione dei relativi costi ed oneri.
Per contabilizzarli possiamo utilizzare due metodologie, che sono anche le metodologie caratteristiche della contabilizzazione dei contributi stessi:
* Registra il ricavo dal contributo in A5 e lo sottrae al costo per intero: la differenza è il costo
rimanente (È LA METODOLOGIA PREFERITA)
* Vengono utilizzati i conti per movimentare le differenze e a conto economico si registra solo il costo già rettificato del contributo

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10
Q

Contabilizzazione CONTRIBUTI IN CONTO CAPITALE

A

I contributi in conto capitale rappresentano dei trasferimenti a fondo perduto destinato a finanziare beni ad uso durevole per l’impresa o comunque a potenziarne la disponibilità patrimoniale.
Tali contributi presentano natura di ricavi e sono di solito riepilogati nella voce A5 (CE).
Come facciamo a capire se un contributo in conto capitale è un contributo di competenza?
Così come si ripartisce in più anni un costo, così si ripartirà anche il contributo che fa riferimento a un bene durevole. Infatti, il ricavo registrato in A5 nel CE verrà ripartito per l’importo di competenza tenuto conto della vita utile del bene.
In che modo si può ripartire il ricavo dato dal contributo?
Per contabilizzarli possiamo utilizzare due metodologie:
➢ Metodo del risconto passivo (o indiretto) -> i contributi imputati al conto economico tra gli “altri ricavi e proventi” (voce A5), vengono rinviate per competenza esercizi successivi attraverso l’iscrizione dei risconti passivi. Si calcola la quota di competenza (tramite vita utile), si contabilizza il contributo per intero e al 31/12 si rettifica il rinvio al futuro tramite risconto passivo la quota non di competenza.
con questo metodo la quota di ammortamento è calcolata al lordo del contributo ricevuto mentre la quota di contributo di competenza imputata ogni anno al conto economico.
**➢ Metodo della riduzione del costo (o diretto) -> **i contributi vengono portati a riduzione del costo dei
cespiti a cui si riferiscono
Quindi:
1. Si iscrive nell’Attivo patrimoniale il bene a fronte del debito
2. Una volta ottenuto il contributo si iscrive il credito nell’attivo dello stato patrimoniale
3. Si riduce il valore del bene per il valore del contributo, quindi diminuirà anche l’ammortamento
con questo metodo la quota di ammortamento è calcolata al netto del contributo ricevuto di conseguenza non appare alcun valore di contributo tra le componenti positivi di reddito.
Confronto tra i due metodi: Si tratta di due metodi alternativi: ai fini economici cambiano i valori interni al
conto economico delle voci A e B, ma i risultati finali e dunque l’utile (o perdita) non cambiano. Il primo
metodo inoltre rappresenta uno SP più alto e di conseguenza un diverso impatto sugli indicatori di bilancio, mentre il secondo metodo presenta un attivo patrimoniale più basso, poiché parte da un valore inferiore del cespite acquistato. Ovviamente l’impiego di un metodo piuttosto che dell’altro è a discrezione dell’azienda

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11
Q

Fasi di contabilizzazione

CONTRIBUTI IN CONTO CAPITALE

A

La contabilizzazione del contributo e del bene per cui ha ricevuto, prevede tre fasi ben precise:
1. RICEZIONE DEL BENE: si iscrive il bene nello SP a fronte del Debito
2. RICONOSCIMENTO RISCOSSIONE DEL CONTRIBUTO: non è detto che il contributo sia riconosciuto subito;
3. PAGAMENTO DEL BENE: che si sdoppia in base a quale metodo di contabilizzazione dei contributi si
impiega:
→ epilogo dei componenti negativi e positivi e chiusura dei conti (con il metodo del risconto passivo)
→ epilogo dei componenti negativi e chiusura dei conti (con il metodo della riduzione del costo)

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12
Q

LEASING

A

È un contratto di locazione finanziaria, per mezzo del quale il locatore trasferisce al locatario, in
cambio di un canone, il diritto all’utilizzo di un bene per un periodo di tempo prestabilito. Difatti il bene non viene ceduto in vendita, bensì in locazione finanziaria. In altre parole, rappresenta un contratto di locazione finanziaria attraverso il quale un soggetto si impegna al pagamento di un determinato canone prestabilito in cambio della disponibilità di beneficiare di un certo bene. È una forma di finanziamento ma non un finanziamento

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13
Q

leasing operativo e finanziario

A

*Un leasing è classificato come OPERATIVO (per godimento) se non trasferisce, sostanzialmente tutti rischi e benefici derivanti dalla proprietà del bene al locatario. Deve essere contabilizzato dal locatario solo a conto economico evidenziando tra i costi i canoni corrisposti al locatore.Il locatore deve invece rilevare i canoni tra i ricavi e ammortizzare il bene in conformità a quanto previsto dagli standard relativi al bene locato.
*Un leasing è classificato come FINANZIARIO (per l’acquisto) se trasferisce, sostanzialmente, tutti i rischi e i benefici derivanti dalla proprietà del bene al locatario. Il diritto di proprietà può essere o meno trasferito al termine del contratto. Tale carattere può essere individuato in presenza di alcune condizioni:
1. Trasferimento della proprietà: trasferimento automatico al termine del contratto;
2. Opzione di acquisto: opzione di acquisto da parte del locatario a un prezzo che si presume inferiore al fair value del bene alla data in cui l’opzione potrà essere considerata;
3. Durata del contratto: la durata del leasing copre la maggior parte della “Vita economica” del bene;
4. Valore attuale dei canoni: il valore attuale dei corrispettivi previsti dal contratto di leasing equivale
almeno al fair value del bene locato;
5. Natura del bene: bene locato di natura così particolare che solo il locatario può utilizzarli senza apportare importanti modifiche

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14
Q

METODI DI CONTABILIZZAZIONE

leasing operativo e finanziario

A

La classificazione tra leasing finanziario e operativo deve essere fatta all’inizio del rapporto, perché le due
tipologie di leasing hanno delle modalità di contabilizzazione diverse:
METODO PATRIMONIALE(OIC)= In questo caso il bene viene considerato di proprietà della società di leasing.
PER IL LOCATORE nello SP apparirà il bene iscritto al suo valore netto contabile: costo di acquisto al netto degli ammortamenti; Nel CE vi saranno le quote di ammortamento del bene, relative ad ogni esercizio e i canoni leasing riscossi; PER IL LOCATARIO, nello SP non viene riportato niente perché il bene si trova nello SP del locatore essendo di sua proprietà; nel CE invece verranno registrati periodicamente i canoni di leasing pagat, a fronte di un’uscita di denaro, ovvero di un debito, a SP.
METODO FINANZIARIO(IASB)= In questo caso il bene viene considerato già di proprietà del locatario.
PER IL LOCATORE nello SP va indicato il credito v/locatario di un valore uguale all’investimento netto nel leasing; PER IL LOCATARIO nell’attivo dello SP va indicato il bene in leasing a fronte di un debito di
finanziamento v/società di leasing; e nel CE riportato il canone di anno in anno.

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