Q ch 3 Flashcards

pag 7 a 10

1
Q

Le immobilizzazioni

A

sono gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente all’interno
dell’azienda.
* Immobilizzazioni immateriali: elementi patrimoniali intangibili (brevetti, marchi, oneri pluriennali)
* Immobilizzazioni materiali: elementi patrimoniali tangibili (terreni, fabbricati, impianti)
* Immobilizzazioni finanziarie: elementi patrimoniali finanziari (titoli, finanziamenti concessi)

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2
Q

IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI

A

Le immobilizzazioni immateriali sono elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente e sono caratterizzati dalla mancanza di tangibilità. Si tratta di costi che
esauriscono la loro utilità lungo un arco temporale di più esercizi. Caratteristiche:
1. assenza di tangibilità;
2. utilità pluriennale intesa come beneficio economico futuro.

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3
Q

Iscrizione

IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI

A

al costo di acquisto o produzione, nel caso di ACQUISIZIONE esterna saranno iscritte al
costo d’acquisto comprensivo di tutti gli oneri accessori (costi notarili); nel caso di PRODUZIONE INTERNA verranno iscritte al costo di produzione, nel quale si includeranno tutti i costi direttamente imputabili e altri costi per la quota ragionevolmente imputabile (periodo di produzione, fino al momento nel quale l’immobilizzazione è pronta per essere utilizzata). I costi direttamente imputabili possono
essere diret, quando partecipano ad una specifica area di gestione di attività d’azienda (costo
materie prime); indiret, quando partecipano a più aree dell’azienda (costo dello stipendio del
direttore generale).
- Differenza immob. in corso e acquisite: le immobilizzazioni in corso di realizzazione si riferiscono generalmente agli elementi immateriali sviluppati internamente, prima che sia completata la loro ultimazione. In ragione di tale fatto, non può esservi ammortamento sulle immobilizzazioni in corso, ma solo un graduale processo di accumulo di costi e successiva capitalizzazione. Le immobilizzazioni acquisite esternamente in genere sono già pronte per essere utilizzate e sono soggette ad ammortamento.

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4
Q

ammortamento

A

L’ammortamento consiste nella ripartizione del costo dei vari esercizi al quale l’immobilizzazione offre un contributo ai processi produttivi. Il costo delle immobilizzazioni, la cui utilizzazione è limitata nel tempo, deve essere sistematicamente ammortizzato, in ogni esercizio, in relazione con la residua possibilità di impiego. Il processo di ammortamento inizia quando il cespite inizia a produrre benefici economici per l’impresa. Tale processo presuppone la definizione di tre elementi:
- Il valore da ammortizzare: costituito dalla differenza tra costo originario e valore residuo al termine
della vita utile del bene;
- La vita utile: periodo di tempo durante il quale l’impresa prevede di poter utilizzare
l’immobilizzazione;
- Il criterio di ripartizione del valore: tra cui, quello a quote costanti come metodo più immediato in
ragione della maggiore semplicità e in alcune circostanze il metodo a quote decrescenti (ipotesi che
l’immobilizzazione offre il contributo maggiore nei suoi primi esercizi di vita);

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5
Q

Contabilizzazione ammortamento

IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI

A

:La quota di ammortamento è riepilogato in CE nella voce B 10 b mentre
il fondo ammortamento è inserito nello SE a diretta rettifica della immobilizzazione cui si riferisce

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6
Q

valore recuperabile

IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI

A

Il valore d’iscrizione (al costo) delle immobilizzazioni immateriali non può eccedere il valore recuperabile, definito come il maggiore tra il suo valore d’uso e il suo fair value (valore equo): il primo è il valore dei flussi di cassa attesi dall’attività, il secondo è l’ammontare ottenibile dalla vendita di
un’attività in una transazione ordinaria tra operatori di mercato alla data di valutazione. Il valore
recuperabile coinciderà con il valore di realizzo indiretto se il bene destinato ad essere impiegato nei
processi produttivi interni, o con il valore di realizzo diretto se invece la destinazione è quella di una
cessione a terzi soggetti.

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7
Q

Svalutazione

IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI

A

In ogni momento della vita utile, il valore al quale l’immobilizzazione è iscritta in contabilità
non può superare il valore recuperabile. Le immobilizzazioni devono essere svalutate in caso di perdita durevole emergente alla data di chiusura dell’esercizio. Per perdita “durevole” intesa come priva di segnali che lasciano presagire un eventuale futuro recupero di valore. Le cause di svalutazione devono assumere carattere di straordinarietà e di gravità altrimenti ricadrebbero nell’ordinario processo di ammortamento.
SVALUTO SE VALORE RECUPERABILE < VALORE NETTO CONTABILE .
CE B10c “altre svalutazioni delle
immobilizzazioni” e SP fondo svalutazione a detrazione diretta del valore dell’immobilizzazione.

**- processo di svalutazione= **per rilevare le perdite durevoli di valore bisogna innanzitutto verificare se esiste un indicatore di perdita, nel caso esso esista bisogna verificare se il fair value è superiore al valore netto contabile; se la risposta è sì non si procede a effettuare ulteriori verifiche, se la risposta è no bisogna verificare se il valore d’uso è superiore al valore netto contabile; nel caso esso è
inferiore si svaluta, invece nel caso esso sia superiore non si svaluta.
- rivalutazione di immobilizzazioni = se le cause che avevano determinato la svalutazione vengono meno, il codice civile stabilisce che si deve stanziare una rivalutazione a conto economico. Serve per riportare il valore dell’immobilizzazione fino al massimo del costo residuo prima della svalutazione.
Non si può effettuare sugli oneri pluriennali e sull’avviamento in quanto per queste immobilizzazioni
non può verificarsi il presupposto della variazione degli elementi che ne avevano determinato la
svalutazione.

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8
Q

CALCOLO DEL VALORE D’USO

A

= È determinato in base a 2 approcci:
1.APPROCCIO ORDINARIO: calcolo del valore d’uso basato sul VALORE ATTUALE DEI FLUSSI FINANZIARI FUTURi che si prevede abbiano origine da un’attività. Tale logica prevede che siano individuati e stimati i flussi di cassa In entrata e uscita che derivano dall’uso continuativo dell’attività e della sua dismissione finale e, in seguito, applicare il tasso di attualizzazione, che è il tasso al lordo delle imposte che riflette le valutazioni correnti nel mercato del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell’attività per i quali le stime dei flussi finanziari futuri non sono state rettificate. Se non è possibile stimare il valore recuperabile della singola immobilizzazione, la società determina il valore recuperabile della CGU alla quale l’immobilizzazione appartiene. Se si usano le CGU e dal calcolo emerge che il valore recuperabile sia inferiore al valore contabile si deve svalutare.

2.APPROCCIO SEMPLIFICATO: per le aziende di minori dimensioni, il calcolo del valore d’uso si basa, non più sui flussi di cassa futuri, ma sulla CAPACITÀ DI AMMORTAMENTO, intesa come il margine economico che la gestione mette a disposizione per la copertura degli ammortamenti. La capacità di ammortamento è determinata sottraendo al risultato economico dell’esercizio, gli ammortamenti delle immobilizzazioni.

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9
Q

CGU (CASH GENERATING UNIT)

A

É l’unità generatrice di flussi di cassa. Lo IAS 36 definisce il CGU “Il più piccolo gruppo identificabile di attività che genera flussi finanziari in entrata che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi di attività”.
- ESEMPIO PRESO DALLO IAS 36: una società di autobus fornisce per contratto servizi a un Comune, il quale richiede un servizio minimo su ciascuno di cinque distinti percorsi. Le attività impiegate in ciascun percorso e i flussi finanziari derivanti da ciascun percorso possono essere identificati separatamente. Uno di questi percorsi opera con una significativa perdita.
Poiché l’entità non ha la facoltà di chiudere uno qualsiasi dei percorsi degli autobus, il livello più basso di flussi finanziari in entrata identificabili, che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti dalle altre attività o gruppi di attività, è il flusso finanziario in entrata generato dai cinque percorsi insieme. L’unità generatrice di flussi finanziari per ciascun percorso è la società di autobus nel suo insieme.

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10
Q

IMPAIRMENT TEST

A

l’impairment test verifica che le attività in bilancio siano inscritte a un valore non superiore a quello effettivamente recuperabile.
Tale esame avviene mediante il confronto del valore contabile con il valore recuperabile. Il valore d’uso è determinato attraverso la metodologia del DISCAUNTED CASH FLOW ossia l’attualizzazione dei flussi di cassa operativi futuri generati dalla CASH GENERATING UNIT (CGU).

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11
Q

ONERI PLURIENNALI

A

Consistono in costi aventi utilità pluriennale. Possono essere iscritti nell’attivo dello SP se: è dimostrata la loro utilità futura; esiste una correlazione oggettiva con i relativi benefici futuri di cui godrà la società; è stimabile con ragionevole certezza la loro recuperabilità rispettando il principio
della prudenza.

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12
Q

DIFFERENZA TRA ONERI PLURIENNALI

A

Costi di impianto e ampliamento= Con l’espressione “costi di impianto e di ampliamento” si indicano alcuni
oneri che vengono sostenuti in modo non ricorrente dall’azienda in precisi e caratteristici momenti della vita dell’impresa. I costi di impianto e di ampliamento comprendono:
- I COSTI PRE-OPERATIVI sia di tipo legale che di tipo più prettamente operativo. Capitalizzabili.
- I COSTI PER GLI AMPLIAMENTI SUCCESSIVI, come costi per l’aumento di capitale sociale o per l’ammissione alla quotazione in borsa. Capitalizzabili.
Costi di ricerca e sviluppo = Costi pluriennali il cui scopo è quello di far acquisire nuove conoscenze
all’impresa al fine di migliorarne i processi produttivi o i prodotti. L’ OIC 24 distingue tali costi in tre
categorie:
- SPESE PER LA RICERCA DI BASE: si tratta di studi e ricerche che non hanno una finalità definita, ma sono
da considerarsi di utilità generica all’impresa e non sono capitalizzabili;
- SPESE PER LA RICERCA APPLICATA: si tratta di studi e ricerche collegati alla realizzazione di uno specifico
progetto, sono capitalizzabili;
- SPESE PER LO SVILUPPO: consiste nell’applicare i risultati della ricerca prima della produzione o
dell’utilizzazione. è la fase di applicazione dei risultati di ricerca o di altre conoscenze acquisite
prima dell’inizio della produzione. È la fase successiva alla ricerca poiché in quest’ultima non sono
dimostrabili i probabili benefici futuri. Sono capitalizzabili.

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13
Q

Ammortamento di Oneri Pluriennali

A

riferiti a costi di ampliamento è massimo 5 anni; riferito invece a costi di sviluppo e ricerca l’ammortamento è legato alla loro vita utile e nel caso non sia stimabile sarà comunque 5 anni.

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14
Q

i costi di sviluppo possono essere capitalizzati?

A

I costi di sviluppo sono capitalizzabili solamente se
ricorrono i seguenti requisiti:
1) si riferiscono ad un prodotto o ad un processo chiaramente definito
2) il progetto deve essere tecnicamente fattibile, quindi realizzabile
3) devono essere recuperabili tramite i ricavi del progetto
Sono capitalizzabili, ad esempio, i costi del personale impegnato nell’attività di sviluppo, i costi dei materiali
e servizi impiegati nell’attività di sviluppo ecc..

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15
Q

DIFFERENZA BENI IMMATERIALI E ONERI PLURIENNALI

A

Gli ONERI PLURIENNALI generalmente hanno caratteristiche più difficilmente determinabili, con riferimento alla loro utilità pluriennale. Essi comprendono i costi di impianto e di ampliamento, i costi di sviluppo e altri costi simili. Sono capitalizzabili se hanno una finalità definita.

I BENI IMMATERIALI sono beni non monetari, individualmente identificabili, privi di consistenza fisica e sono, di norma, rappresentati da diritti giuridicamente tutelati. Essi sono brevetti, marchi, concessioni, licenze ecc.. ; sono diritti giuridicamente tutelati e vengono iscritti in SP solo se sono individuabili separatamente dall’azienda (quindi anche cedibili o locabili) e se il loro costo di acquisizione è stimabile con attendibilità.
Sono capitalizzabili solo i costi sostenuti per l’acquisto o la produzione di nuovi beni immateriali e per
migliorare, modificare o rinnovare beni immateriali già esistenti, purché tali costi producano un incremento
significativo e quindi ne prolunghino la vita utile. Non capitalizzabili se ricevuti a titolo gratuito.

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16
Q

AVVIAMENTO

A

L’avviamento può essere definito come quel plusvalore attribuito ad un azienda, nel
momento in cui deve essere acquistata da un’ altra azienda, rispetto all’ordinaria somma di tutti i singoli
beni aziendali. Rappresenta la differenza tra il capitale economico e il capitale netto di bilancio. In linea
generale i fattori che determinano l’avviamento sono: la fidelizzazione della clientela, il prestigio, la
reputazione dell’azienda. È costituito da costi a utilità differita nel tempo, i quali si prevede che vengano
recuperati con il beneficio economico futuro derivante dagli stessi elementi patrimoniali acquisiti.
L’ Avviamento può essere:
—INTERNAMENTE GENERATO —> frutto di una gestione aziendale efficiente;
—ACQUISITO A TITOLO ONEROSO —> originato dall’acquisizione di un’azienda o di un ramo d’azienda.
L’AVVIAMENTO È ISCRITTO TRA LE IMMOBILIZZAZIONI, con il consenso del collegio sindacale, se:
* è acquistato a titolo oneroso;
* ha un valore quantificabile;
* è costituito all’origine da oneri e costi che garantiscono nel tempo benefici economici futuri;
* è soddisfatto il principio della recuperabilità del relativo costo

17
Q

ISCRIZIONE

AVVIAMENTO

A

Prima di tutto c’è da dire che l’avviamento può essere iscritto solo se acquistato a titolo
oneroso e NON se internamente generato. Innanzitutto bisogna valutare se la differenza tra costo sostenuto e valore corrente dei beni acquisiti è dovuto ad un beneficio economico futuro, poi si iscrive a SP nelle immobilizzazioni immateriali voce B dell’attivo, se invece la differenza è dovuta ad altre motivazioni come cattivo affare o motivazioni personali allora non verrà capitalizzato ma verrà addebitato a CE.

18
Q

AMMORTAMENTO

AVVIAMENTO

A

deve essere ammortizzato secondo la sua vita utile stabilita dalla società in base al piano di recupero tramite ricavi. Nel processo di stima di tale periodo possono rappresentare utili punti di
riferimento: il periodo di tempo entro il quale la società si attende dei benefici economici addizionali legati alle prospettive reddituali della società.

differenza norma civilistica e fiscale (TUIR)
La norma fiscale (TUIR) disciplina che il valore
dell’avviamento iscritto nell’attivo del bilancio sia deducibile in misura non superiore a 1/18 dello
stesso (18 anni). Secondo la norma civilistica l’avviamento deve essere ammortizzato secondo la sua
vita utile; nei casi eccezionali, in cui non è possibile stimare in modo attendibile la vita utile, esso è
ammortizzato in un periodo non superiore a 10 anni, anche se l’OIC dice 20
per quale motivo risulta conveniente aumentare la vita utile dell’avviamento
Le condizioni che
possono giustificare l’adozione di un periodo superiore sono ricollegabili direttamente alla realtà e
alla tipologia dell’impresa in cui l’avviamento si riferisce, ad esempio imprese la cui attività
necessita di lunghi periodi di tempo per essere portata a regime, oppure imprese i cui cicli operativi
sono di lungo periodo. Se si decide di effettuare l’ammortamento in un periodo superiore ai 10 anni
i motivi di tale scelta devono essere spiegati in Nota integrativa.
Teorie Amedeo e Amaduzzi: Amaduzzi ritiene che l’avviamento sia dato dalla differenza tra capitale
economico e capitale di funzionamento espresso a valori CORRENTI; mentre Amodeo ritiene che
l’avviamento sia dato dalla differenza tra capitale economico e capitale di funzionamento espresso a
valori CONTABILI. Secondo Amaduzzi l’avviamento risente delle relazioni che intercorrono tra gli
elementi del capitale