Q ch 1 Flashcards

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1
Q

CLAUSOLA GENERALE DI BILANCIO

A
  • RAPPRESENTAZIONE CHIARA, VERITIERA E CORRETTA= Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve
    rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il
    risultato economico dell’esercizio.
    VERITA’= i redattori devono operare correttamente le stime e devono rappresentare il risultato senza
    falsificazioni malgrado il condizionamento dell’inevitabile soggettività. Il bilancio non potrà mai esprimere
    valori che aspirino all’esattezza matematica in quanto nelle valutazioni vi sono numerosi giudizi soggettivi,
    ciò nonostante gli amministratori devono presentare un bilancio attendibile che rispecchi la realtà
    gestionale.
    CORRETTEZZA= Da interpretarsi come onestà, neutralità ossia gli amministratori devono redigere il bilancio
    senza privilegiare nessuna categoria di soggetti particolare.
    CHIAREZZA=Da intendersi come sinonimo di comprensibilità del bilancio per un utente esterno.
    La rappresentazione veritiera e corretta deve essere intesa come una prescrizione di coerenza nella
    formulazione delle stime utilizzate nella formazione di bilancio.
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2
Q

PRINCIPIO DELLA CONTINUITÀ AZIENDALE

A

secondo questo postulato la redazione del bilancio deve essere eseguita secondo la prospettiva della continuità aziendale negli esercizi successivi; per cui tutte le
valutazioni vanno fatte tenendo presente le evoluzioni future a cui parteciperanno i beni oggetto di
valutazione. Il venir meno di questa prospettiva comporterebbe un cambiamento a monte nei criteri di
redazione del bilancio, il quale non sarebbe più proiettato alla continuazione dell’attività (going concern), ma alla cessazione della stessa (dying concern).
La valutazione circa l’esistenza o meno del principio di continuità rappresenta quindi una pre-condizione per
applicare le regole di redazione ed i criteri legali di valutazione del bilancio d’esercizio.
RAPPORTO CON LA CLAUSOLA GENERALE= Dall’impostazione del codice civile risulta chiaramente l’intenzione del legislatore di porre il principio di continuità, in un’ipotetica scala gerarchica, al secondo posto rispetto alla clausola generale dettata dall’art. 2423 c.c.. Tuttavia tale rigida impostazione gerarchica che vede al vertice l’articolo 2423 c.c. non appare del tutto condivisibile.

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3
Q

PRINCIPIO DI SIGNIFICATIVITÀ E RILEVANZA

A

Bisogna privilegiare nel processo di redazione del bilancio le informazioni più rilevanti e significative per i destinatari.
direttiva UE: “lo stato dell’informazione è rilevante quando la sua omissione potrebbe influenzare le
decisioni prese dagli utilizzatori sulla base del principio dell’impresa“. Questa direttiva il principio della
rilevanza viene considerato un principio di redazione del bilancio, similmente al principio della prudenza,
della competenza, della sostanza sulla forma.
codice civile: il legislatore nazionale inserito tale principio NON nell’elencazione dei principi di redazione
del bilancio (art.2423 bis) ma, invece, nell’articolo 2423 comma quattro: “non occorre rispettare gli
obblighi di rilevazione, valutazione, presentazione e informativa quando la loro osservanza non produca
effetti rilevanti al fine di una rappresentazione veritiera e corretta“
OIC 11 Considera il principio della rilevanza nell’ambito dei postulati sottostanti alla redazione del
bilancio di esercizio (prudenza, continuità aziendale, competenza, comparabilità…).
L’OIC precisa che bisogna tener conto sia di elementi qualitativi che quantitativi:
- i fattori QUANTITATIVI prendono in considerazione la dimensione degli effetti economici della transazione,
privilegiando gli elementi di bilancio che maggiormente interessano ai primary users;
- i fattori QUALITATIVI trascendono gli aspetti quantitativi dal momento che riguardano caratteristiche peculiari (particolari) dell’operazione la cui importanza è tale da poter ragionevolmente influenzare le decisioni economiche dei primary users del bilancio.

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4
Q

PRINCIPIO DELLA PRUDENZA

A

Secondo l’articolo 2423 bis del codice civile: “La valutazione delle voci di bilancio deve essere fatta secondo prudenza, quindi adottando una ragionevole cautela delle stime in condizioni di incertezza“.
Di fatto il legislatore impone un evidente asimmetria nel trattamento dei componenti economici con prevalenza del principio della prudenza su quello della competenza: “nel bilancio devono essere rappresentati solo gli utili realizzati alla data di chiusura dell’esercizio mentre deve
essere tenuto conto dei rischi e delle perdite di competenza anche se palesati dopo la chiusura dell’esercizio e non definitivi“.
- differenze tra OIC e IAS =

Nell’OIC (come nel codice civile) abbiamo una visione ASIMMETRICA del principio di prudenza secondo la quale gli utili sperati non devono essere inviati al conto economico ad influire sul reddito d’esercizio, mentre i costi anche se non effettivamente sostenuti ma solo temuti devono devono trovarvi collocazione;
Lo IASB, invece, ha un impostazione SIMMETRICA secondo la quale la prudenza è l’esercizio della
cautela nell’emettere un giudizio su tutto condizioni di incertezza. Si implica che gli assets (attività) e i ricavi non debbano essere sovrastimati e le passività e i costi non debbano essere sottostimati.
- eccesso di prudenza= gli eccessi di prudenza rendono il bilancio inattendibile e non corretto. Il
principio di prudenza pertanto, non deve rappresentare l’arbitraria riduzione di reddito e di patrimonio, bensì quella qualità di giudizi a cui deve ispirarsi il procedimento valutativo di formazione del bilancio. Inoltre un’altra possibile problematica potrebbe riguardare l’esistenza la difformità dei principi contabili che genera problemi a livello comparativo e, quindi, anche in fase di analisi.
- Conservatism = Valutazione asimmetrica di perdite e utili che comporta una sistematica sottostima
del patrimonio netto :
* CONDITIONAL CONSERVATISM: In seguito al manifestarsi di eventi sfavorevoli (ex post) (es. La
rilevazione di un accantonamento per perdite future e presunte successivo al verificarsi di un
evento che impatta negativamente sull’azienda).
* UNCONDITIONAL CONSERVATISM: Prima e indipendentemente dal fatto che si verifichi un evento
negativo (ex ante) (es. la predisposizione di un piano di ammortamento accelerato
indipendentemente dall’effettivo svolgimento della vita dell’azienda).
C’è una relazione negativa tra il Conditional Conservatism e l’Unconditional Conservatism: essendo l’unconditional conservatism un approccio ex ante conservativo, anticipa e limita il conditional conservatism, approccio adottato ex post e dunque solo successivamente. All’aumentare dell’unconditional conservatism, il conditional conservatism diminuisce.

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5
Q

SOSTANZA SULLA FORMA

A

nel codice civile, la rilevazione e la presentazione delle voci deve essere effettuata tenendo conto della sostanza dell’operazione o del contratto. Con ciò si vuole dire
che si deve guardare più all’aspetto economico delle operazioni che all’aspetto formale. Nell’OIC, molto
similmente, il trattamento contabile dei fatti aziendali deve basarsi sulla reale sostanza economica dell’operazione più che sugli aspetti formali.
ESEMPIO: un contratto di vendita con un patto di riscatto che giuridicamente consiste in una vendita e in un
successivo riacquisto a prezzo prestabilito, ma nella realtà è un’operazione di finanziamento garantita da
titoli.
ECCEZIONE: NON è applicato al leasing. Se la forma dice che il bene diventa di proprietà solo al momento del
riscatto, la sostanza dice che il bene è già giuridicamente dell’impresa al momento della sottoscrizione del
contratto perché esso si conclude sempre con il riscatto del bene.

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6
Q

COMPETENZA ECONOMICA

A

si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizio, indipendentemente dalla data di incasso o di pagamento. Il postulato della competenza economica da sempre costituisce il fondamentale principio di redazione di bilanci.
È necessario focalizzarsi su modelli di determinazione del reddito di esercizio, che rappresenta “l’incremento
o decremento subito dal capitale dell’impresa in capo ad un certo periodo amministrativo per effetto della
gestione“, abbiamo due modelli:

  • MODELLO DEI CICLI CONCLUSI: “sono di competenza dell’esercizio i ricavi finanziariamente conseguiti
    nel periodo e i ricavi per i quali è intervenuto lo scambio di beni o la prestazione del servizio”. Il reddito si palesa al momento della conclusione di un ciclo produttivo. Deve quindi valere il principio della correlazione intendendo cioè: riconoscimento dei ricavi (critical event), correlazione dei costi. I ricavi pertanto saranno considerati di competenza quando sono realizzati cioè quando il processo produttivo dei beni è stato completato. Una volta riconosciuti i ricavi di competenza si procede ad individuare i costi correlativi, ovvero quelli che sono stati sostenuti ed utilizzati per conseguire quei
    ricavi, questi sono definiti di competenza; gli altri, se in grado di contribuire a futuri ricavi, vengono
    sospesi.
  • MODELLO DEI CICLI IN CORSO DI SVOLGIMENTO: valorizza i processi in corso di svolgimento, considerando la ricchezza creata o distrutta nel periodo, assegnando al periodo anche le quote di ricchezza maturata nei cicli in corso. In questo modello l’obiettivo è una rappresentazione quanto più realistica delle realtà aziendale. Le attività e le passività, infatti, vengono valutate al fair Value
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7
Q

Fatti intervenuti dopo la chiusura dell’esercizio

A

Sono quei fatti che modificano condizioni già esistenti alla data di riferimento del bilancio ma che si
manifestano solo dopo la chiusura e RICHIEDONO MODIFICHE ai valori delle attività e passività in bilancio in conformità del principio di competenza (OIC 29)
* La definizione dopo la chiusura dell’esercizio di una causa legale per un importo diverso da quello
prevedibile a tale data;
* fallimento di un debitore dopo la data di chiusura;
* La vendita di prodotti giacenti in magazzino a fine anno a prezzi inferiori rispetto al costo corrispettivo di
attività vendute, prima della data di chiusura dell’esercizio di riferimento;
* La determinazione, dopo la chiusura dell’esercizio, di un premio da corrispondere a dipendenti quale
ricompensa per le prestazioni relative all’esercizio chiuso;
* La scoperta di un errore o di una frode;

Sono quei fatti che indicano situazioni sorte dopo la data di bilancio, che NON RICHIEDONO MODIFICHE dei
valori di bilancio in quanto competenza dell’esercizio successivo:
* La diminuzione del valore di mercato di strumenti finanziari in periodo successivo alla chiusura
dell’esercizio;
* La perdita derivante dalla variazione dei tassi di un cambio con valuta esterne;
* La distruzione di impianti di produzione causata da calamità.
* La sostituzione di un prestito a breve con uno a lungo termine conclusasi nel periodo tra la data di
chiusura dell’esercizio e quello di formazione del bilancio.

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8
Q

CAMBIAMENTO STIME CONTABILI E PRINCIPI CONTABILI

A

il legislatore impone il divieto del cambiamento dei criteri di valutazione adottati; l’OIC è intervenuto sulla questione con OIC 29 nel quale viene imposta la distinzione tra:
1. CAMBIAMENTO DEI PRINCIPI CONTABILI:
* variazione del principio contabile adottato rispetto all’esercizio precedente: questo processo deve avere
effetto retroattivo, salvo i casi in cui non sia possibile calcolare ragionevolmente l’effetto pregresso di questo principio;
* è ammesso solo se validamente motivato e se adottato per una migliore rappresentazione in bilancio dei fatti e delle operazioni della società.
2. CAMBIAMENTO DI STIME CONTABILI:
riguardano l’aggiornamento delle previsioni sulla realizzabilità futura di elementi patrimoniali, fanno parte del normale processo di redazione di bilancio. Le stime possono riguardare:
* le caratteristiche di elementi presenti alla data di bilancio (es. incidenza di spese che concorrono alla
formazione del costo d’acquisto di un bene);
* l’evolversi di eventi futuri che potrebbero influenzare il valore da assegnare ad una determinata voce di bilancio (es. la stima del valore di futuro realizzo di un credito o di un prodotto in magazzino, la vita utile futura di un impianto produttivo o di un bene immateriale).

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9
Q

COMPARABILITÀ FORMALE E SOSTANZIALE

A

Costanza nel tempo di applicazione sia degli aspetti
sostanziali, come applicazione dei principi contabili ed in particolare dei criteri di valutazione, sia nella
struttura formale, come, oltre alla struttura dei prospetti contabili componenti il bilancio, l’obbligo di
mostrare per ogni voce il corrispondente importo dell’esercizio precedente e se le voci non sono
comparabili, quelle relative all’esercizio precedente devono essere adattate.

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10
Q

LIMITI DEL BILANCIO

A

Uno dei limiti del bilancio e che si esprime attraverso poste monetarie, invece molti aspetti della gestione non sono esprimibili in termini monetari, se non con rilevanti incertezze. Non si può definire il bilancio un documento oggettivo ma un documento che viene interpretato sia da chi ha il compito di redigerlo, sia dei soggetti che lo leggono. Il redattore di bilancio deve fornire le informazioni in modo chiaro, veritiero e corretto ma il problema sta nell’attitudine dell’analista di fornire tali informazioni. “La discrezionalità insita nel processo valutativo non dovrebbe essere utilizzata da parte di chi redige il bilancio al fine di “gestire“ le informazioni, per propri scopi specifici o per conto di chi governa l’impresa“. Questa discrezionalità assume un aspetto negativo rispetto alla funzione di informazione del bilancio di fornire nozioni utili ai soggetti esterni, dato che è utilizzata per delle valutazioni “non corrette“ ovvero per favorire gli interessi aziendali.

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