Q ch 8 Flashcards
pag 19 a 21
TITOLI OBBLIGAZIONARI/TITOLI DI DEBITO
I titoli di debito sono titoli che attribuiscono al possessore il diritto di ricevere un flusso di liquidità senza attribuire il diritto di partecipazione diretta o indiretta alla gestione dell’entità che li ha emessi (creditore e non socio). Non si ammortizzano.
Iscrizione
TITOLI OBBLIGAZIONARI/TITOLI DI DEBITO
I titoli di debito sono contabilizzati alla data di regolamento, ossia alla consegna del titolo.
Una prima possibilità, nel caso si voglia mantenerli nel patrimonio aziendale per un tempo relativamente
lungo, è di collocarli nell’attivo dello SP classe B.3 (immobilizzazioni finanziarie);
Una seconda possibilità, nel caso lo scopo sia rivenderli sul mercato, è di collocarli nell’attivo dello SP classe C.3 (attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni).
L’ OIC 20 prevede che i titoli di debito, sia immobilizzati sia circolanti, sono valutati titolo per titolo (per tipologia), ossia attribuendo a ciascun titolo il costo specificamente sostenuto.
L’iscrizione avviene al costo di acquisto, includendo in esso gli oneri accessori direttamente imputabili
(spese di consulenza, imposte di bollo), alla data di regolamento con contabilizzazione immediata.
L’unica eccezione sono gli zero coupon Bond (titoli privi di cedola che attribuiscono la differenza tra prezzo di emissione e valore rimborsato; sono emessi ad un valore molto più basso di quello nominale ma al
rimborso conferiscono all’acquirente il valore nominale) in cui si registra il costo e non il valore nominale.
Per i titoli obbligazionari con cedola l’acquisto avviene al corso tel quel, ossia pagando al venditore non solo
il valore in linea capitale del titolo ma anche la cedola in corso di maturazione, che poi l’acquirente incasserà
la prima data di godimento successiva. Tale costo aggiuntivo non fa parte del costo del titolo, ma deve
essere rilevato in conto separato, denominato “rateo interessi“.
Valutazione
TITOLI OBBLIGAZIONARI/TITOLI DI DEBITO
il Codice Civile dispone che i titoli immobilizzati sono rilevati in bilancio con il criterio del costo ammortizzato, ove applicabile, mentre i titoli non immobilizzati si valutano al minore tra costo di
acquisto e valore di mercato.
Tuttavia, l’OIC 20 sostiene che tutti i titoli obbligazionari debbano essere valutati al costo ammortizzato (indipendentemente se rappresentano immobilizzazioni o attività circolanti). Il COSTO AMMORTIZZATO è una metodologia che consente di tutte le eventuali plusvalenze e minusvalenze che derivano dall’acquisto di un titolo oggi ad un valore più alto o più basso rispetto al valore al termine. Esso richiede di calcolare un nuovo tasso di interesse (TIR) ed applicare una differenza tra l’interesse effettivamente pagato e l’interesse calcolato con il TIR. Questa differenza che va ad incrementare o a decrementare il valore dei titoli, e di anno
in anno è come se si ripartisse la plusvalenza “spalmata“ sulla durata del possesso dei titoli stessi.
Applicando poi l’interesse calcolato con il TIR al costo storico o al valore del costo di anno in anno, si è in
grado di ottenere un interesse effettivo e di capire se c’è un incremento o decremento del valore del titolo.
Questo metodo viene impiegato per eliminare la pratica passata che prevedeva l’iscrizione di tutti i vari costi di transizione al bilancio dell’ultimo esercizio.
Svalutazione
TITOLI OBBLIGAZIONARI/TITOLI DI DEBITO
Il valore derivante dall’applicazione del metodo del costo ammortizzato o del costo semplice
può dover essere ridotto per svalutazioni. Ciò avviene in presenza di PERDITA DUREVOLE; la durevolezza della perdita emerge da indizi di deterioramento duraturo della situazione di solvibilità dell’emittente. Gli indicatori di una situazione di deterioramento duraturo sono: ristrutturazione del debito; default
(insolvenza); ammissione a procedure concorsuali; principali indici economico-finanziari negativi.
La svalutazione va rilevata a CE con contestuale riduzione di valore del titolo nello SP.
PARTECIPAZIONI
Sono investimenti nel capitale di altre imprese, rappresentate sia da azioni sia da quote, che attribuiscono diritti patrimoniali (come diritto ai dividendi) e diritti non patrimoniali (come il diritto di voto in assemblea). Non si ammortizzano
Iscrizione
PARTECIPAZIONI
Il codice civile prevede due possibili collocazioni bilancio di tali elementi:
Una prima possibilità, nel caso si voglia mantenerle durevolmente nel patrimonio aziendale, è di collocarle
nell’attivo dello SP classe B.3 (immobilizzazioni finanziarie);
Una seconda possibilità, nel caso lo scopo sia scambiarle sul mercato, è di collocarle nell’attivo dello SP classe C.3 (attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni).
C’è da sottolineare che, indipendentemente da che siano immobilizzate o non, la plusvalenza/minusvalenza da alienazione finirà sempre in C15 (plusvalenza) o C17 (minusvalenza) nel CE.
Valutazione
PARTECIPAZIONI
La rilevazione iniziale sia per le partecipazioni immobilizzate, sia per quelle circolanti, è al
costo comprensivo anche degli oneri accessori (spese notarili). L’OIC 21 afferma che per le partecipazioni, si
deve preferire, per quanto ammesso, l’utilizzo di valori medi quali il LIFO, il FIFO o il CMP (questo perché
sono beni fungibili, che si comportano proprio come le rimanenze).
* Per effettuare le valutazioni successive si deve distinguere la valutazione delle partecipazioni circolanti da
quelle immobilizzate:
PARTECIPAZIONI CIRCOLANTI= Per le partecipazioni non immobilizzate valgono le stesse regole dei titoli non immobilizzati (si valutano al minore tra costo di acquisto e valore di realizzazione desumibile
dall’andamento del mercato). È diversa solo la collocazione delle svalutazioni nel CE delle partecipazioni circolanti che avviene per effetto della differenza negativa tra costo d’acquisto e valore di realizzo desumibile dall’andamento di mercato.
PARTECIPAZIONI IMMOBILIZZATE= le partecipazioni immobilizzate in imprese controllate e collegate possono essere valutate sia con il metodo del costo sia con quello del patrimonio netto (o equity Method), dato che il codice civile consente entrambe le possibilità. In imprese che non sono né controllate né collegate possono essere valutate al costo comprensivo di oneri accessori.
METODO DEL COSTO
PARTECIPAZIONI
Si applica quando la partecipante ha dei limiti sul controllo della gestione della partecipata dovuti a fattori politici o stato di liquidazione della partecipata; si iscrive la partecipazione al costo e il valore può essere modificato solo successivamente a svalutazioni per perdita durevole che portano il valore recuperabile della partecipazione al di sotto del valore contabile o per rivalutazioni da ripristino.
METODO DEL PATRIMONIO NETTO (EQUITY METHOD)
PARTECIPAZIONI
È un metodo di valutazione delle partecipazioni
iscritte come immobilizzazioni finanziarie oppure nell’attivo circolante. L’OIC17 lo definisce il criterio di
valutazione di una partecipazione con il quale il costo originario della partecipazione si modifica nei periodi
successivi all’acquisizione per tener conto delle variazioni del patrimonio netto della partecipata. Si applica nel caso in cui la partecipante abbia una notevole influenza sulla gestione della partecipata e consiste nel valutare le partecipazioni per un importo pari alla corrispondente frazione del patrimonio netto risultante dall’ultimo bilancio della partecipata detratti i dividendi e operate le rettifiche del caso.
Differenza da annullamento
PARTECIPAZIONI METODO DEL PATRIMONIO NETTO (EQUITY METHOD)
quando il costo d’acquisto della partecipazione è diverso dalla corrispondente quota di patrimonio netto alla data di acquisizione si determina una differenza iniziale che può essere sia positiva che negativa.
POSITIVA: costo di acquisto della partecipazione maggiore della quota di patrimonio netto della partecipata
1) Deriva da MAGGIORI VALORI DELL’ATTIVO PATRIMONIALE DELLA PARTECIPATA o dalla presenza di AVVIAMENTO DELLA
SOCIETÀ PARTECIPATA, che hanno origine dalle attese di sovraredditi futuri in relazione al contesto in cui la
partecipata opera. La partecipazione è iscritta al costo di acquisto senza rilevare a sé l’avviamento che poi
deve essere ammortizzato insieme agli altri beni ammortizzabili per rettificare l’utile o perdita dei successivi
bilanci della partecipata;
*2) *PERDITA, qualora non vi siano le suddette aspettative di sovraredditi. In tal caso si ha un cattivo affare poiché si paga la partecipazione ad un prezzo superiore alla quota corrispondente del patrimonio netto. Bisogna svalutare addebitando un costo in CE voce D19 “Svalutazione delle partecipazioni”.
NEGATIVA: costo di acquisto della partecipazione minore della quota di patrimonio netto della partecipata
1) ESISTENZA DI UN BADWILL (si prevede perdita futura), ossia un avviamento negativo inteso come aspettativa di risultati economici sfavorevoli per la partecipata. In tal caso la partecipazione sarà iscritta per un valore pari al costo sostenuto e la differenza con il costo darà origine ad un fondo per rischi ed oneri nel passivo patrimoniale della partecipante da utilizzare quando la partecipata manifesta tali perdite. (es. azienda che andava bene prima del COVID e che ora fa presagire risultati economici sfavorevoli).
2) ESISTENZA DI UNO SCONTO SUL PREZZO D’ACQUISTO (si è pagato meno del prezzo reale), la partecipazione sarà iscritta al maggior valore del patrimonio netto rettificato della partecipata rispetto al prezzo di costo, iscrivendo quale contropartita, all’interno della voce “Altre Riserve”, una “riserva per plusvalori di partecipazioni acquisite”, non distribuibile.
Svalutazione
PARTECIPAZIONI
- (per perdita durevole) *
va inserita in voce D19 “svalutazioni delle partecipazioni” come costo a fronte di un “fondo svalutazioni“. Per individuare il carattere durevole della perdita l’OIC 21 richiede la verifica di perdite d’esercizio strutturali della partecipata tali da intaccare la sua consistenza patrimoniale provocata da situazioni negative frequenti. La perdita deve considerarsi durevole se non è dimostrabile che
nel breve periodo la partecipata possa sovvertirla con risultati economici positivi. Nel caso in cui venga
Rivalutata, per questioni di prudenza, si potrà rivalutare entro i limiti di quello che è il costo storico e va inserita in D18 “rivalutazioni di partecipazione”.
Contabilizzazione azioni proprie dell’impresa
PARTECIPAZIONI
il D. Lgs. del 2015 ha eliminato l’iscrizione delle azioni
proprie nell’attivo patrimoniale, per cui la società acquista azioni proprie, l’operazione è contabilizzata come una riduzione di patrimonio netto, dal momento che in sostanza l’operazione è un rimborso di capitale ai soci. In contropartita all’uscita di liquidità si dovrà movimentare un’apposita riserva chiamata “RISERVA NEGATIVA PER AZIONI PROPRIE” (negativa proprio perché è una riduzione di patrimonio netto). Le azioni proprie sono poi eliminate dal bilancio a seguito di vendita o di annullamento. Lo scopo di questa riserva è proprio quello di fornire al lettore terzo del bilancio una visione del capitale dell’azienda in quel determinato momento: permette di rettificare il valore del capitale aziendale e capirne il reale valore.
STOCK OPTIONS
Le Stock Option sono contratti di incentivazione che vengono solitamente concessi al top management e ai membri del CDA di un’azienda. Tali piani assegnano al dipendente la facoltà di acquistare, nel caso si utilizzino azioni emesse in precedenza, o di sottoscrivere, nel caso si utilizzino azioni di nuova
emissione, titoli rappresentativi del capitale di rischio della società. Le stock option sono tecnicamente
assimilabili alle opzioni call di tipo americano: Il manager avrà diritto ad acquistare un determinato titolo ad un determinato prezzo entro un determinato periodo di tempo.
VANTAGGI PIANI STOCK OPTIONS
- Comportano costi contenuti per l’impresa che li pone in atto;
- Se le azioni in opzione ai dipendenti derivano da un aumento di capitale, il piano di stock option garantisce all’impresa un ulteriore canale di raccolta del capitale proprio;
- I piani di stock option costituiscono un modo per rendere variabili i costi del personale;
- I piani di stock option vengono valutati positivamente dagli analisti finanziari
SVANTAGGI PIANI STOCK OPTION
- Possibilità che il prezzo delle azioni diminuisca notevolmente riducendo così la convenienza del diritto di opzione per il dipendente;
- Possibilità che il prezzo delle azioni salga notevolmente per il corso del periodo di esercizio, rendendo estremamente gravoso per l’impresa il costo del piano.