osteoartrosi Flashcards

1
Q

definizione osteoartrosi

A

Malattia cronica caratterizzata da lesioni degenerative e produttive della cartilagine delle articolazioni diartrodiali. Costituita verosimilmente da un insieme di malattie distinte, che possono avere diversa eziologia, ma che hanno risultati biologici, morfologici e clinici simili. La progressione della malattia interessa non solo la cartilagine articolare, ma l’intera articolazione, compreso l’osso subcondrale, i legamenti, la capsula e la membrana sinoviale.

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2
Q

LASSIFICAZIONE DELL’O

A

artrosi primaria, localizzata,artrosi secondaria, generalizzata, erosiva delle dita

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3
Q

artrosi primaria localizzata

A

A.interfalangee distali (noduli di Heberden) – A.interfalangee prossimali (noduli di Bouchard) – Rizoartrosi del pollice – altre 
Nell’ambito della forma primaria distinguiamo:
􀁸 Una forma localizzata: soprattutto forme di artrosi che interessano le articolazioni della mano.
􀁸 Una forma diffusa.
􀁸 Una forma particolare che viene definita artrosi erosiva della dita cioè una forma di artrosi che
presenta interesse delle articolazioni interfalangee prossimali e che si caratterizza per una componente
flogistica generalmente più accentuata rispetto a quelle che si trovano nella forma classica di
osteoartrosi della mano, cioè una via di mezza tra l’osteoartrosi e una forma infiammatoria similreumatoide.

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4
Q

artrosi secondaria

A

 Traumatismi  Anomalie di sviluppo  Turbe biomeccaniche  Alterazioni della struttura ossea  Malattie endocrinometaboliche  Malattie ereditarie del connettivo  Malattie ematologiche  Artriti  Artrosi endemiche

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5
Q

EPIDEMIOLOGIA DELL’OA

A

E’ l’artropatia più frequente nella popolazione ed è la principale causa di dolore e disabilità nell’anziano.  E’ diffusa in tutti i paesi con una maggiore prevalenza in quelli economicamente più sviluppati  Difficile stabilirne l’esatta prevalenza per la discrepanza tra i differenti metodi di rilevazione usati (radiologico, clinico, chirurgico, autoptico)  La prevalenza dell’OA aumenta progressivamente con l’età: >30% degli individui >65 anni ha artrosi del ginocchio  Almeno il 30% dei pazienti con un artrosi radiologicamente evidente è sintomatico

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6
Q

EPIDEMIOLOGIA dell’OA in ITALIA

A

AMICA (2005) in pazienti affetti da OA in varie sedi OA sintomatica ginocchio 54% OA sintomatica anca 24% • STUDIO MAPPING (2005) condotto sulla popolazione generale > 18 anni: OA sintomatica ginocchio 5,39% OA sintomatica mano 1,95% OA sintomatica anca 1,6%

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7
Q

OA: Fattori di rischio

A

Fattori genetici Età Sesso Fattori meccanici Obesità ed endocrinopatie Infiammazione

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8
Q

OA: Fattori di rischio Fattori genetici

A

Possono avere responsabilità diretta:  Studi su gemelli MZ o DZ hanno dimostrato un’influenza dei fattori genetici nel 39-65% dei casi di osteoartrosi della mano e del ginocchio nella donna, nel 60% dell’OA dell’anca e del 70% dell’OA della colonna  Sono state ipotizzate alterazioni genetiche del collagene di tipo II, IX, XI, della CRTM (cartilage matrix protein), della CRTL (cartilage link protein), di IGF-1, di TGFbeta Possono avere responsabilità indiretta:  Malattie ereditarie che alterano le proprietà meccaniche della cartilagine articolare come l’ocronosi, l’emocromatosi, la condrocalcinosi, le displasie, l’ipermobilità articolare

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9
Q

OA: Fattori di rischio Età

A

Aumento della frequenza della malattia con l’avanzare dell’età  La fisiologica perdita di elasticità e resistenza al carico della cartilagine può favorire nell’anziano l’azione dannosa di altri fattori  Graduale perdita di elasticità dei tendini, dei muscoli e dei legamenti che determina instabilità articolare

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10
Q

OA: Fattori di rischio Sesso femminile

A

OA primaria si manifesta più frequentemente nelle donne oltre i 50 anni rispetto agli uomini della stessa età Minore prevalenza di OA tra le donne che fanno terapia estrogenica sostitutiva OA secondaria più frequente nel maschio sotto i 45 anni

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11
Q

OA: Fattori di rischio Fattori meccanici e Traumi

A

Fattori meccanici  Malformazioni articolari – Coxo-femorali (sublussazione congenita, malattia di Legg-Calvè-Perthes, displasia) – Ginocchio (genu valgum,varum)  Instabilità articolare  Iperlassità articolare

Traumi  Diretti (contusione della cartilagine)  Indiretti (instabilità articolare) – OA del ginocchio dopo meniscectomia o dopo lesione completa dei legamenti crociati anteriori,attività sportive, attività professionali

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12
Q

attività sportive

A

OA dell’anca nei maratoneti  OA dell’anca e del ginocchio nei calciatori  OA delle spalle dei tennisti e dei golfisti  OA delle IFD nei judoisti

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13
Q

attività professionali predisponenti inattività professionali

A

OA delle spalle, gomiti e mani in chi usa strumenti vibranti  OA dell’anca e del ginocchio nei contadini  OA del ginocchio nei minatori  OA del rachide lombare negli autisti

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14
Q

fattori di rischio, malattie endocrino metaboliche

A

Malattie da deposizione di microcristalli (gotta, condrocalcinosi) – Deposizione di cristalli nella cartilagine articolare – Sinovite microcristallina – Invasione tofacea dell’osso subcondrale  Diabete mellito – Glicosilazione proteica – Interferenza nel metabolismo glucidico della cartilagine  Acromegalia

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15
Q

Sollecitazioni biomeccaniche eccessive su una cartilagine normale

A

Macrotrauma •Microtraumi ripetuti (attività lavorative, sport) •Eccesso ponderale •Malallineamento articolare

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16
Q

Sollecitazioni biomeccaniche normali su una cartilagine anormale

A

Difetto della matrice (alterazioni genetiche del collagene) •Alterazione intrinseca del condrocita
CONDROCITA
Metalloproteasi
Degradazione cartilaginea
Rilascio di frammenti cartilaginei
Amplificazione del processo Rilascio di IL-1b
Reazione sinoviale alla fagocitosi dei frammenti cartilaginei

17
Q

OA: Anatomia patologica

A

Cartilagine – perdita della levigatezza – comparsa di erosioni ed ulcerazioni fino alla denudazione dell’osso subcondrale – fenomeni produttivi ossificazione encondrale osteofiti  Osso subcondrale – sclerosi (nelle zone sottoposte a carico) – pseudocisti o geodi (per l’infiltrazione di liquido sinoviale) – eburneizzazione (dove scompare la cartilagine)  Membrana sinoviale – edema e congestione – sinovite-ipertrofia dei villi

18
Q

quadro clinico oa

A

Dolore , profondo e sordo, risvegliato dal movimento e attenuato dal riposo; il dolore notturno, assente nelle fasi iniziali, può essere presente nelle fasi tardive

Rigidità mattutina, o dopo immobilità prolungata, di breve durata (<20-30 minuti) Limitazione funzionale presente solo negli stadi più avanzati

Tumefazione dura ( osteofiti)

Tumefazione molle (in caso di versamento

19
Q

quadro clinico artrosi delle mani

A

Caratterizzata da  noduli di Heberden (IFD)  noduli di Bouchard (IFP)  rizoartrosi del pollice (articolazione trapezio-metacarpale)

Artrosi erosiva: forma con spiccata componente flogistica  donne di mezza età  andamento episodico con tumefazione e dolore di una o più articolazioni interfalangee  aspetti radiologici erosivi dei capi ossei

20
Q

quadro clinico artrosi dell’anca

A

Predilige il sesso femminile (predominanza delle forme di displasia congenita coxo-femorale) Il dolore è condizionato dal movimento e nelle fasi tardive è continuo, anche notturno Il dolore è riferito nella regione inguinale I movimenti sono sempre più limitati e dolorosi fino alla completa impotenza funzionale

21
Q

quadro clinico artrosi del ginocchio

A

Ruolo eziologico spesso costituito dalle deviazioni in varismo e in valgismo Sintomo fondamentale è il dolore, condizionato dal carico, dalla deambulazione (in particolare discesa/salita) Frequente è la comparsa di versamento articolare

22
Q

caratteristiche radiologiche oa

A

Riduzione della rima articolare  Osteofitosi  Irregolarità del margine osseo  Sclerosi e cisti subcondrali  Calcificazioni periarticolari  Tumefazione dei capi articolari

23
Q

laboratorio oa

A

Esami di routine nella norma Markers di turnover cartilagineo (non sufficientemente validati da studi clinici) keratan solfato, condroitin solfato propeptide del collageno tipo II Cellule nel liquido sinoviale < 2000 mm3

24
Q

terapia dell’osteoartrosi, no farmacologica

A

Programmi educativi  Informazione  Aiuto sociale Terapie fisiche  Terapia con energie fisiche  Chinesi  Terapia termale Terapie occupazionali Calo ponderale

25
terapia oa, farmacologica sistemica
Farmaci ad azione sintomatica rapida  Analgesici  FANS Farmaci ad azione sintomatica lenta  Glucosamina solfato  Condroitin-solfato  Diacereina  S-adenosil-metionina Farmaci “condrometabolici”  Glucosamina solfato  Diacereina
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terapia oa, locale
intraarticolare, cotticosteroidi, viscosupplementazione, topica, fans, capsaicina, salicilati
27
fisiopatologia oa
Nei pazienti che sviluppano una forma di osteoartrosi possono avvenire essenzialmente due condizioni: 1. In un soggetto sono presenti delle sollecitazioni biomeccaniche in eccesso rispetto ad una cartilagine che invece è normale e può svolgere una funzione normale, come avviene in tutte quelle condizioni di attività sportive e lavorative che determinano un sovraccarico funzionale, una sollecitazione eccesiva della cartilagine in determinate articolazioni. 2. Un altro aspetto è quello di una cartilagine che può essere geneticamente meno resistente agli insulti e quindi anche una attività normale può determinarne una alterazione e quindi l’innesco del processo artrosico. Il processo artrosico inizia con un’enorme sollecitazione del condrocita. Il condrocita si trova sparso nella matrice cartilaginea e ne regola il suo metabolismo ma svolge un ruolo nello sviluppo di questa patologia. La sollecitazione anomala determina uno stimolo all’attività catabolica del condrocita e quindi all’innesco del processo di degradazione della cartilagine stessa, che va avanti con la comparsa prima di fissurazione con possibile distacco di frammenti cartilagine e detriti che vengono fagocitati dalla sinovia con formazione di una reazione di tipo flogistico e quindi una sinovite con rilascio di citochine condrolesive che portano ad amplificazione del processo ed amplificazione del processo e perpetuazione del danno
28
alterazioni anatomopatologiche oa
Si presenta una cartilagine che si assottiglia, con comparsa di erosioni e ulcerazioni fino a mettere a nudo l’osso subcondrale. Un altro aspetto molto rilevante è la comparsa degli osteofiti fenomeni proliferativi ai margini della superficie articolare; sono osteofiti marginali da non confondere con tutte le forme proliferative dell’osso che abbiamo visto nelle forme infiammatorie, i sindesmofiti. La reazione dell’osso subcondrale manifesta essenzialmente con: aumento dell’osso, l‘osso diventa sclerotico denso e questo da una parte dovrebbe conferire una resistenza maggiore però dall’altra rende anche l’osso più rigido e quindi più facilmente si possono realizzare delle microfratture; le microfratture sono rappresentate da formazioni che prendono il nome di pseudocisti in quanto non hanno parete, sono delle cavità che si formano nell’osso subcondrale e sono caratteristiche di questa patologia. A livello della membrana sinoviale proliferativo del panno sinoviale però si trova spessore, con edema e congestione, sinovite e iperplasia dei villi. In una articolazione normale la testa del femore appare con una cartilagine traslucida, liscia e priva di irregolarità. In una artrosi molto avanzata possono presentarsi solo brandelli di cartilagine avanzata con l’osso subcondrale messo a nudo. Questo è il momento in cui la testa del femore dovrà essere sostituita.
29
quadro clinico oa
La malattia resta asintomatica per lungo tempo poi si caratterizza per: 􀁸 Dolore profondo e sordo, che in genere ha le caratteristiche del del dolore infiammatorio: assente a riposo, inizia con la sollecitazione dell’articolazione il movimento dell’articolazione stessa e in genere regredisce con il progredire del movimento quindi è un dolore che in fase inziale ha un andamento che si potrebbe definire a assenza di dolore, comparsa del dolore, scomparsa di dolo caratteristiche possono decisamente cambiare e il dolore può diventare più vivo, in genere riferito in sede articolare ma può essere anche irradiato in sedi differenti rispetto alla articolazione interessata. Rigidità articolare presente anche nel dolore infiammatorio, è una rigidità che si presenta dopo un periodo prolungato di inattività, all esame obiettivo si può rilevare una tumefazione articolare, tumefazione dura e molle
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articolazioni frequentemente interessata
mano, noduli di bouchard, noduli di heberden, anca, ginocchio
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interessamento mano
In questa mano artrosica abbiamo molto evidenti gli osteofiti, i noduli di Heberden a carico delle articolazioni interfalangee distali. Vediamo anche un interessamento delle articolazioni interfalangee prossimali. palpazione sono decisamente duri possono avere delle fasi flogistiche e allora la parte sarà arrossata con dolore maggiore, però sono delle fasi transitorie, quella che vediamo è invece la manifestazione cronica tipica della osteoartrosi della mano con interessamento delle articolazioni interfalangee distali. Una delle caratteristiche della malattia è tumefazioni hanno una distribuzione casuale, non rispetta le simmetrie che sono invece presenti nell’artrite reumatoide. Noduli di Bouchard a carico delle articolazioni prossimali, anche in questo caso vi è asimmetria con una morfologia delle due articolazioni completamente diversa. Altra localizzazione molto importante per la funzionalità della mano è rappresentata dalla dell’articolazione trapezio-metacarpale sollecitiamo molto questa articolazione con tutta serie di movimenti della mano, movimenti di prensione, quindi è una condizione spesso molto dolorosa e anche invalidante. È sicuramente la localizzazione, tra quelle della mano, che comporta maggiori problemi in chi ne è affetto. In questo caso c’è anche una componente di tipo flogistico che potete vedere dal rossore che interessa l’articolazione uarda tumefazione articolare tumefazione dura a seconda che dipenda dalla presenza degli stadi più avanzati terfalangee Alla teoartrosi l’asimmetria: le rticolazioni rizoartrosi o artrosi metacarpale. In genere noi una
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anca oa
Il quadro clinico è caratterizzato dal dolore che generalmente è riferito alla regione inguinale, però può avere altre localizzazioni: può essere un dol irradia lungo i muscoli anteriori o posteriori della coscia fino ad arrivare al ginocchio. In qualche raro caso il paziente con coxartrosi avverte dolore al ginocchio e non alla articolazione non vi è un’alterazione funzionale ma con il progredire della malattia invece viene persa tutta una serie di movimenti, come l’abduzione e quindi il paziente generalmente ha l’arto inferiore addotto ed extra ruotato, assumendo poi una andatura particolare: Ginocchio È la localizzazione più frequente, anche in questo caso la sintomatologia varia in rapporto allo stadio della malattia: in genere inizialmente compare durante la deambulazione, in particola terreni particolari, dapprima in discesa poi compare anche in salita. Il paziente riferirà difficoltà prima a scendere le scale poi a scendere e a salire, fino a che il dolore non diventa continuo. È l’articolazione in cui più frequentemente possiamo ritrovare un versamento all’interno che verrà messo in evidenza con manovra del ballottamento rotuleo. In genere la presenza dell’artrosi comporta un atteggiamento di varismo del ginocchio perché l’asse di carico non è perfettamente centrato al centro dell’articolazione ma è generalmente più mediale quindi il carico è maggiore sul lato tibiale mediale, se a questo si aggiunge il fatto che generalmente abbiamo un leggero ginocchio varo capiamo perché la cartilagine venga consumata maggiormente nella parte interna e quindi il ginocchio tenda ad assumere sempre un atteggiamento più varo, a volte anche con una componente di tipo flogistico. DIAGNOSI
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diagnosi oa
Caratteristiche radiologiche 􀁸 Riduzione della rima articolare 􀁸 Osteofitosi 􀁸 Irregolarità del margine osseo 􀁸 Sclerosi e cisti subcondrali 􀁸 Calcificazioni periarticolari 􀁸 Tumefazione dei capi articolari Possiamo mettere in evidenza anche forme più gravi come una forma molto più grave di coxartrosi con la rima articolare completamente dolore trocanterico, un dolore gluteo e può essere un dolore che si coxofemorale. Nella fase iniziale mendo andatura anserina. emente trato mente usurata prende il nome di polare superiore perché interessa la parte superiore della articolazione. Esami di laboratorio Il laboratorio non aggiunge nessuna informazione, se non in presenza di un versamento: l’aspetto del liquido sinoviale è quello di un liquido non infiammatorio, quindi con una viscosità normale e un numero di cellule basso. Questo è l’unico elemento che ci è utile per differenziare un versamento per patologia degenerativa rispetto a quello dovuto a patologia di tipo infiammatorio.
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diagnosi differenziale oa
Le sedi di localizzazione dell’artrosi son differenti rispetto a quelle dell’artrite reumatoide. Per quanto riguarda la mano, l’artrite reumatoide colpisce la metacarpo-falangea e interfalangea prossimale e risparmia le interfalangee distali. Invece il contrario succede nell’osteoartrosi dove sono interessate le interfalangee prossimali distali, mentre le metacarpo-falangee sono in genere sono illese. La caratteristica più importante è la localizzazione a livello del rachide. In realtà a livello del rachide non si trova cartilagine ialina articolare quindi per definizione, almeno a livello delle articolazione disco è strettamente corretto parlare di osteoartrosi. Le uniche articolazioni che hanno cartilagine ialina e sinovia (perché sono diartrosi) sono quelle interapofisarie che possono andare incontro a un processo artrosico vero e proprio, mentre invece nell’altro caso si parla di patologia degenerativa del disco intervertebrale e le interfalangee lo disco-somatiche, non intervertebrale.
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terapia oa
Esistono diverse possibilità dal punto di vista sintomatico ma non abbiamo ancora a disposizione dei farmaci che abbiano la dimostrata capacità di modificare la storia naturale della malattia. Curiamo i sintomi, possiamo eliminare il dolore, togliere l’infiammazione quando è presente, però non possiamo fare nulla su quella che è l’evoluzione della malattia, almeno farmacologicamente. È possibile intervenire in altre maniere: per esempio se un soggetto è in sovrappeso e ha la gonartrosi dobbiamo consigliare un calo ponderale in modo da far lavorare meno le articolazioni. Per quanto riguarda le terapie fisiche soprattutto la terapia chinesi, la mobilizzazione, gli esercizi che sono vari in rapporto a quella che è la localizzazione della patologia. Altre forme di termoterapia, esogena o endogena, che in genere hanno la funzione solo di togliere la sintomatologia dolorosa. Alcuni farmaci hanno un’azione ancora da dimostrare invece i farmaci sintomatici sono quelli che usiamo di più; quando non c’è la componente infiammatoria daremo dei farmaci analgesici che hanno solamente un’azione antidolorifica mentre quando c’è la componente flogistica utilizzeremo preferenzialmente i FANS. Ancora si può fare una terapia locale intra-articolare, per la quale oggi abbiamo a disposizione due tipologie di farmaci: i corticosteroidi con una azione prevalentemente locale che hanno un’azione antiflogistica, in genere nell’artrosi non si danno per via generale, per bocca o parenterale; la “viscosupplementazione” che prevede l’infiltrazione con acido ialuronico che dovrebbe vicariare il deficit presente a livello articolare. Sulla reale efficacia di questa tipologia si discute molto, anche se sta diventando sempre più diffuso il suo uso. Per uso topico si possono usare dei preparati come creme e gel antinfiammatori o altri farmaci come la capsaicina, un derivato del peperoncino con azione vasodilatatrice che quindi accelera il processo di risoluzione.