Ematologia Flashcards
Traslocazione linfoma di Burkitt
t (8;14)
Traslocazione linfoma follicolare
t (14,18)
Traslocazione linfoma mantellare
t (11;14)
Traslocazione linfoma MALT
t (11;18)
Cause prurito acquagenico
Policitemia vera o linfoma di Hodgkin
Segno di Hoster
Dolore ai linfonodi dopo l’assunzione di alcool
-> Hodgkin
Emocromatosi: criteri diagnostici
Sovraccarico di ferro (ferritina >200 ng/mL + TSAT >45%) + genotipo concorde con HH
Emocromatosi: manifestazioni cliniche
In ordine di frequenza:
● SINTOMI SISTEMICI: astenia, affaticamento, letargia (sintomi precoci)
● FEGATO: Alterazione LFTs, Epatomegalia, Cirrosi epatica, HCC
● CUTE: Iperpigmentazione cutanea
● GHIANDOLE ENDOCRINE: Diabete mellito, Ipogonadismo, Ipotiroidismo
● OSSO e ARTICOLAZIONI: Artropatie
● CUORE: Cardiomiopatia e insufficienza cardiaca, Disturbi di conduzione
● + aumento suscettibilità ad alcune infezioni
● + aumento suscettibilità ad altri tumori
Indicazioni, controindicazioni, target per salassi in caso di emocromatosi
INDICAZIONI: ferritina > 500/1000 ng/mL, evidenza clinica o strumentale di danno tissutale o di depositi di ferro
CONTROINDICAZIONI: condizioni di anemia o di compromissione emodinamica
ALTERNATIVE: eritrocitoaferesi, ferrochelazione
TARGET: ferritina < 50 ng/mL
MGUS: criteri definizione
1.5 > CM < 3g/dL
Plasmacellule midollari <
10%
No CRAB o criteri
di malignità
Mieloma multiplo asintomatico
CM > 3g/dL
Plasmacellule midollari >
10%
No CRAB o criteri
di malignità
Classica pentade della PTT e diagnosi
Porpora trombotica trombocitopenica
* Anemia emolitica microangiopatica
* Piastinopenia
* Alterazione neurologiche
* Insufficienza renale acuta
* Febbre
Diagnosi con dimostrazione di anemia emolitica microangiopatica e piastrinopenia, in assenza di altre cause evidenti
Terapia linfoma di Hodgkin
La terapia del linfoma di Hodgkin si basa su RT locale e chemioterapia secondo schema ABVD: la RT può essere l’unico trattamento eseguito nei casi di malattia molto localizzata (I/IE), mentre negli altri casi è preferita chemioterapia sistemica (4-6 cicli ABVD) con eventuale RT finale. In questo tipo di linfoma è fondamentale rivalutare la malattia dopo 2 cicli di ABVD con PET2-interim, che permette di decidere se continuare la terapia o cambiare schema di trattamento in caso di mancata risposta.
Nelle forme più aggressive BEACOPP (bleomicina, etoposide, adriamicina, ciclofosfamide, oncovin (vincristina), prednisone, procarbazina)
Terapia target nei pz resistenti con recidive -> Brentuximab (anti CD30) nello schema A-AVD
*Nella forma a prevallenza linfocitaria nodulare (CD20+): R-CHOP *
Emoglobinuria parossistica notturna
Patologia delle staminali ematopoietiche dovuta ad una mutazione somatica a carico del gene PIG-A, che determina deficit di recettori di membrana (CD55 e CD59) coinvolti nell’inibizione dell’emolisi attivata dal complemento: questo rende le staminali più suscettibili alla lisi complemento-mediata. Essendo la mutazione somatica, la patologia non è congenita ma acquisita. I pazienti affetti manifestano crisi emolitiche che possono essere innescate da vari trigger; è frequente la trombosi a livello delle vene epatiche e addominali. Agli esami di laboratorio si riscontra anemia con segni di emolisi intravascolare e test di COOMBS negativo. La lisi cellulare non interessa solo i precursori eritrocitari, ma anche le altre cellule staminali midollari, e può portare ad una vera e propria aplasia midollare. Il trattamento di scelta è l’eculizumab, anticorpo monoclonale anti-C5 che impedisce la lisi complemento-mediata; nei pazienti con aplasia midollare si effettua trapianto di cellule staminali ematopoietiche.
Bortezomib
l bortezomib (Velcade) appartiene alla classe degli inibitori del proteasoma, nuova classe di farmaci che negli ultimi 10/15 anni ha migliorato la terapia del mieloma. Il meccanismo d’azione si basa sull’inibizione del proteaosoma, che determina accumulo di metaboliti cellulari e inibizione del pathway di NFkB, con conseguente apoptosi cellulare. La terapia del mieloma si fonda su tante classi di diversi farmaci che spesso vengono combinati fra loro in triplette (per chi le riesce a tollerare) e doppiette, in cui lo steroide (desametasone) è praticamente sempre presente. Inoltre, in prima linea si tende a dividere i pazienti in due grandi gruppi: il gruppo dei pazienti fit e giovani, che possono essere sottoposti a trapianto autologo (preceduto da alte dosi di Melphalan) in prima linea, e il gruppo dei pazienti unfit o anziani. Il bortezomib in entrambi i gruppi è comunque spesso usato come prima linea. È un farmaco che viene somministrato sottocute e i suoi effetti collaterali principali sono la neuropatia periferica, la stipsi ostinata e il rischio di infezione e trombosi. L’altra classe di farmaci ad oggi molto popolare nel mieloma sono gli immunomodulanti (talidomide e lenalidomide), anche spesso utilizzati in prima linea. Sono farmaci orali e i loro principali effetti collaterali principali sono la citopenia, il rischio infettivo e trombotico (anche di più del bortezomib), per cui spesso viene eseguita la profilassi anticoagulante. Gli anticorpi monoclonali disponibili oggi per il mieloma (primo fra tutti il Daratumumab, l’antiCD38) si usano in linee successive di terapia, sono di solito ben tollerati ma vanno sempre somministrati endovena
Per permettere una profilassi delle localizzazioni SNC, quale chemioterapico dovrebbe essere necessariamente incluso nei cicli terapeutici ddel linfoma di Burkitt?
I pochi chemioterapici in grado di attraversare la BEE integra sono il metotrexate e la citarabina ad alte dosi, che permettono di ottenere buone percentuali di remissioni complete nei soggetti adulti affetti da linfoma di Burkit
Sindrome di Evans
Anemia emolitica autoimmune + trombocitopenia autoimmune
Ombre di Gumprecht allo striscio venoso periferico
Macchie cellulari (ombre nucleari) sintomatiche della leucemia linfatica cronica
LLC (citogenetica e prognosi)
- Delezione 13q - buona prognosi
- Delezione 17p - prognosi negativa
Sintomi B
FACS
- Febbe ≥ 38°C
- Astenia
- Calo ponderale del 10% in 6 mesi
- Sudorazione notturna
Necrosi cutanea diffusa dopo 4 giorni dall’utilizzo della TAO
Una rara complicanza derivante dal trattamento con anticoagulanti dicumarolici è la necrosi cutanea. Le proteine C ed S sono degli anticoagulanti fisiologicamente presente nell’organismo che, come i tutti i fattori procoagulanti che il warfarin inibisce (II, VII, IX, X), richiedono la carbossilazione vitamina K-dipendente per il loro corretto funzionamento. A seguito della somministrazione di warfarin la rapida diminuzione della proteina C non compensata dalla concomitante riduzione dei fattori Vitamina K-dipendenti ad emivita più lunga e con decadenza d’effetto quindi meno rapida, può indurre la comparsa di necrosi cutanea, dovuta ad una massiccia trombosi di venule e capillari nel grasso sottocutaneo che insorge 3-8 giorni dopo l’inizio del trattamento, particolarmente nei pazienti con deficit congenito di proteina C ed S