Ragione e Sentimento in Etica Flashcards

1
Q

Coordinate storiche di Eward Moore

A

> > 1873/1958
studente e professore a Cambridge
collega di Russel, le sue lezioni vengono seguite da Wittgenstein = uno dei padri della metaetica analitica
propone una riflessione chiarificatrice sui termini utilizzati dall’etica all’interno dei “Principia Ethica” (1903) = bisogna indagare e definire il linguaggio morale e i termini propri della riflessione etica

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2
Q

Cosa s’intende per nozione di “buono” secondo Moore?

A

La nozione di buono è la nozione più propria dell’etica, ciò che è buono è il solo oggetto di pensiero che appartenga peculiarmente all’etica

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3
Q

La nozione di “buono” è definibile per Moore?

A

No, il predicato “buono” non può essere definito in quanto si tratta di una nozione semplice. Altre nozioni, cosiddette complesse, possono essere scomposte nelle loro parti fino a giungere alle nozioni semplici, le quali però non possono essere a loro volta definite.
Il predicato “buono” può essere utilizzato per definire altri oggetti, ma non può essere a sua volta definito = non c’è modo di spiegare cosa sia il bene a qualcuno che già non conoscesse il significato.

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4
Q

Che cosa s’intende per “fallacia naturalistica”?

A

Errore compiuto ogni volta che si cerca di definire il concetto di “bene” riconducendolo ad una realtà empirica (un oggetto di esperienza collocato nel tempo) o ad una realtà soprasensibile.
Errore consiste nel non riconoscere l’autonomia, la specificità dell’etica.

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5
Q

Quali teorie etiche incappano nella fallacia naturalistica secondo Moore?

A

1) le teorie etiche naturalistiche = cercano di identificare, di definire il bene attraverso oggetti naturali, empirici, esistenti nel tempo. Esempi: edonismo (identificazione bene-piacere), evoluzionismo (identificazione bene-evoluzione finalizzata al raggiungimento di un fine buono), egoismo (identificazione bene-massima felicità), utilitarismo (identificazione bene-utile collettivo)
2) metafisiche = identificazione del bene con una realtà soprasensibile. Esempi: le teorie etiche di Spinoza, Kant, degli stoici, di Hegel.

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6
Q

Che cosa stabilisce la legge di Hume?

A
  • non formulata in questi termini da Hume ma codificata, analizzata e definita da Hare e Nowell-Smith nel Novecento.
  • Hume nel “trattato sulla natura umana” fa notare questo: tutti i pensatori nella trattazione delle proprie teorie avanzano inizialmente proposizioni all’indicativo (proposizioni descrittive); ad un certo punto iniziano invece ad usare proposizioni legate da copule ought, ought not (si deve, non si deve) = vi è un passaggio dall’indicativo all’imperativo
  • mette in guardia! ragionamento illegittimo quello che fa derivare proposizioni imperative da premesse all’indicativo = la conclusione non deve includere nulla che non sia già presente nelle premesse
    » Hare e Nowell-Smith riformulano: NON è POSSIBILE TRARRE CONCLUSIONI DI CARATTERE PRESCRITTO (SI DEVE/NON SI DEVE) DA PREMESSE DI CARATTERE DESCRITTIVO E ASSERTIVO = le premesse dovrebbero contenere almeno una proposizione all’imperativo
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7
Q

Che visione ha Moore dei predicati morali?

A
  • Non possono derivare in nessun modo da elementi empirici o metafisici
  • Hanno valore assoluto ed oggettivo, sono indipendenti dal soggetto, MORALE COMPLETAMENTE AUTONOMA.
  • Rintracciabili attraverso il metodo dell’“Isolamento assoluto” = identificare ciò che ha un valore in sé, ciò che riconosciamo come intrinsecamente buono
  • Valori morali: godimento estetico e affetto per le persone
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8
Q

Quali due piani della riflessione etica distingue Moore?

A

1) piano di carattere fondamentale o metaetico = la riflessione riguarda ciò che ha valore in sè, ciò che è riconosciuto come intrinsecamente dotato di valore = piano pre-razionale = l’intrinseco valore e l’intrinseca bontà di queste verità etiche può essere colto per intuizione

2) piano normativo e applicativo = riguarda l’agire pratico, ciò che è giusto e doveroso compiere. Piano basato sulla razionalità, sull’oggettività, sulla norma

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9
Q

Come affronta il piano della riflessione etica normativa e applicativa Moore?

A
  • necessità di attenersi alle leggi, al punto di vista della società = visione conformistica che include la paura della sanzione nei deterrenti dal non agire eticamente (è meglio non svolgere una determinata azione che incorrere nella punizione)
  • punto di vista in cui la finalità buona giustifica i mezzi adottati per raggiungerla
  • importanza per il soggetto di seguire il costume stabilito
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10
Q

Quali sono gli obiettivi di Scheler nella sua opera “Il formalismo nell’etica e l’etica materiale dei valori”?

A
  • opera del 1916
  • come dal titolo, intende criticare il formalismo (capostipite Kant), combattere la visione dualistica dell’individuo (ragione/sentimento), fondare una nuova etica materialistica ed un personalismo etico (importanza della persona nell’etica)
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11
Q

In che modo Scheler critica la visione dualistica dell’ individuo?

A

Vecchio pregiudizio di separazione tra ragione e sentimento, in cui una delle due parti va privilegiata = questa antropologia dualistica porta ad un’etica fredda, impersonale, repressiva come quella kantiana.
Rifiuto di una visione di razionalità-a priori-kantiana da un lato e sensibile-a posteriori-materiale dall’altra. La sua etica
si propone di essere materiale (contenutistica) e di integrare i due elementi della ragione e del sentimento, non vedendoli come contrapposti.

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12
Q

Come è possibile fondare un’etica materiale secondo Scheler?

A
  • Bisogna utilizzare il metodo fenomenologico.
  • Dubitare e sospende il giudizio nei confronti di tutto ciò che ci giunge in modo immediato, non riflessivo dal mondo circostante.
  • Riduzione fenomenologica = ciò che rimane quando dubitiamo di tutte le conoscenze che traiamo immediatamente dal mondo esterno è la COSCIENZA, la quale non è formale ma è contenutistica, è coscienza di qualcosa.
  • Quel qualcosa che si manifesta alla coscienza sono i fenomeni, le essenza in forma pura che si manifestano alla coscienza e rendono possibile l’esperire del mondo circostante.
  • Tra i fenomeni, alla coscienza si presentano anche dei contenuti materiali, DELLE QUALITA’ ASSIOLOGICHE = DEI VALORI che possono essere colti attraverso un’intuizione diretta ed emotiva.
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13
Q

Che cosa sono i valori per Scheler?

A

Qualità assiologiche (ciò che viene immediatamente riconosciuto come avente un valore in sè) che vengono colte dalla coscienza attraverso intuizione diretta e non attraverso riflessione o ragionamento logico.
I valori sono oggettivi e a priori, non si identificano con i beni materiali dei quali facciamo esperienza, ma si manifestano nel mondo e si rendono esperibili attraverso di essi. Non sono però irriducibili alle cose materiali, non possono essere colti per generalizzazione che assume ciò che c’è in comune tra una serie di beni simili.

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14
Q

Per Scheler che cosa accade quando si identificano i beni attraverso i quali i valori si manifestano con i valori stessi?

A

Si cade del fariseismo = si attribuiscono qualità assiologiche ad elementi extra - assiologici. Si può ritenere un gruppo, una persona, un comportamento come intrinsecamente buono, cadere negli estremismi, nel razzismo, nell’ideologia.

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15
Q

Che cosa significa il detto di Gesù: “Nessuno è buono se non Dio stesso” secondo Scheler?

A

Sottolinea l’importanza di non scambiare i portatori di un determinato valore (la bontà/il bene) con il valore in sè. Al mondo vi possono essere persone, atti o cose che sono buone in quanto manifestano il valore del bene, ma non sono essere stesse il bene.

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16
Q

Quale ruolo giocano il sentimento e la vita emotiva nella riflessione di Scheler?

A

Ruolo fondamentale = combattere dicotomia ragione/sentimento.
Nel riconoscimento dei valori come a priori e dotati di valore intrinseco l’intuizione si basa su una percezione di tipo affettivo ed emozionale. Percepiamo un immediato legame emotivo, un’immediata percezione affettiva che ci permette di riconoscere i valori come tali e che precede la nostra rappresentazione, comprensione e i nostri giudizi sulla realtà.

17
Q

Come si classificano i valori per Scheler?

A

1) valori del piacevole
2) valori tecnici (utili per la società)
2) valori vitali (nobile, coraggioso, magnanimo)
4) valori spirituali (valori estetici, filosofici, giuridici, culturali)
5) valori sacri (basati sui rapporti interpersonali e sugli atti di amore tra gli uomini e tra gli uomini e Dio)

18
Q

Cosa è il bene per Scheler?

A

Bene è riconoscere la giusta importanza ai valori, collocarli in modo gerarchicamente adeguato e scegliere sempre un valore più elevato rispetto ad uno meno elevato.

19
Q

Che cosa afferma l’emotivismo etico?

A

Afferma il non-cognitivismo proprio degli enunciati morali = gli enunciati morali non hanno valenza conoscitiva perchè legati a modalità differenti da quelle conoscitive e sono invece strettamente correlate con le forme della raccomandazione, del consiglio, del comando, dell’opinione.
Gli enunciati morali non concernono ambiti della conoscenza ma gli ambiti del sentimento, dell’emotività, della raccomandazione.
Possono essere usati per influenzare il comportamento di altri soggetti.

20
Q

Quale visione ha Hare dell’etica?

A

L’etica per Hare è PRESCRITTIVA, NORMATIVA. Etica come insieme di norme, obbligazioni, doveri, comandi che i soggetti sono tenuti a rispettare. L’etica non ha carattere del consiglio, della raccomandazione ma concerne l’agire dell’uomo, e in particolare fornisce norme prescrittive su come agire adeguatamente.

21
Q

Quali sono le tre caratteristiche dell’etica per Hare?

A

1) PRESCRITTIVA
2) UNIVERSALE = un giudizio deve valere per tutti i casi simili a quello in cui il giudizio viene formulato, deve valere per tutti gli uomini che si trovino in una situazione simile a quella di colui che definisce il giudizio.
3) PREDOMINANTE = deve avere il carattere di predominanza e autorevolezza su altri giudizi morali. Se entra in conflitto con altri giudizi non universalizzabili o dotati di inferiore autorevolezza deve essere in grado di predominare sugli altri giudizi.

22
Q

In che modo Hare integra l’utilitarismo nella sua visione etica di fondamento kantiano?

A

Integra l’utilitarismo mettendo in risalto il criterio di imparzialità, fondamentale nel giudicare se l’utile ricercato sia quello collettivo o quello individuale. Secondo Mill l’imparzialità era fondamentale nel giudizio morale di un’azione, allo stesso modo è fondamentale per Hare nel formulare dei giudizi etici che possano essere universalizzati.

23
Q

Quali sono i tre livelli del pensiero morale per Hare?

A

1) livello intuitivo = insieme del bagaglio morale di ogni individuo, conoscenze e istanze che trae dalla famiglia, dalla società, dall’educazione, dalla socialità. Fondamentale nel formulare giudizi nella vita quotidiana, entra in crisi davanti a conflitti morali = situazione in cui due principi etici si scontrano, il dovere si scontra con il dovere.
2) livello del pensiero critico = entra in gioco per dirimere conflitti morali, assumendo un carattere di imparzialità che possa permettere la formulazione di giudizi razionalmente fondati che non dipendano da interessi personali e che possano risolvere il conflitto.
3) livello della riflessione metaetica = livello della riflessione sul linguaggio della morale

24
Q

Cosa è e a cosa serve la figura dell’arcangelo introdotta da Hare?

A

Serve a dirimere conflitti morali. Assume un punto di vista totalmente imparziale, esterno, in modo da non essere in nessun modo influenzato da interessi personali che possano pregiudicare l’universalizzabilità del giudizio emesso.

25
Q

Rawls distingue tra due tipologie di etiche. Quali?

A

ETICHE TELEOLOGICHE = si basano sull’assunzione di un TELOS, di un fine dell’agire che viene identificato con il bene&raquo_space; le azioni sono indirizzate al raggiungimento di tale fine, non si esclude che per raggiungerlo si debba violare la libertà di alcuni o non si debba tenere conto del concetto di giustizia. = UTILITARISMO
ETICHE DEONTOLOGICHE = si basano sul primato del GIUSTO, il bene viene stabilito in relazione al concetto di giustizia, rispetto a ciò che è giusto. Il bene rispetto alla giustizia ha carattere subordinato = necessario perseguire il bene, ma bisogna sempre riconoscere il primato assoluto della giustizia = se qualcosa va contro giustizia non va perseguito

26
Q

Quali principi di giustizia stabilisce Rawls?

A

1) massimizzazione della libertà di ogni individuo compatibilmente con una simile libertà per gli altri = ogni individuo ha diritto al massimo della libertà di parola, espressione, politica
2) consapevolezza della presenza di disuguaglianze economiche e sociali all’interno di una comunità o di uno stato MA necessità di distribuzione corretta di redditi e ricchezze (beneficio per i meno avvantaggiati) e corretta distribuzione di cariche politiche, amministrative e di responsabilità

27
Q

Come vengono stabiliti i due principi di giustizia da Rawls?

A

> > astrazione mentale = si immagina una POSIZIONE ORIGINARIA in cui due soggetti debbano stabilire gli accordi secondo i quali regolare i loro rapporti su un piano di libertà e parità e per distribuire costi e benefici prodotti dalla loro cooperazione.
soggetti posti dietro un VELO DI IGNORANZA = non sanno nulla del loro status sociale, della loro età, delle loro competenze, della loro ricchezza etc&raquo_space; non possono scegliere secondo un criterio che possa portare al loro vantaggio sull’altro individuo
importanza di garantire IMPARZIALITA’ = i soggetti devono scegliere le condizioni sì più vantaggiose per entrambi ma non devono essere influenzati dalla scelta da nessun tipo di fattore = non altruismo ma nemmeno sfruttamento egoistico dell’altro
i due soggetti non esprimono nemmeno concezioni riguardo all’idea del bene
i soggetti porrebbero alla base della loro cooperazione i due principi di giustizia formulati da Rawls.

28
Q

Quali sono secondo Habermas le pretese di validità avanzate in ogni comunicazione?

A

> > verità (correttezza dell’informazione)
veridicità (buonafede dell’emittente)
comprensibilità (uso di un linguaggio adeguato)
giustezza
- istanze avanzate sia dall’emittente che dal ricevente, anche valutazioni di carattere negativo sulla comunicazione riguardano una di queste istanze
- L’AGIRE COMUNICATIVO RICERCA INTESA tra soggetti; VI è UN’ETICA DISCORSIVA (ognuno è chiamato a giustificare e argomentare le proprie affermazione, ognuno è chiamato ad ascoltare gli altri)

29
Q

In che modo cambia il paradigma etico con Habermas?

A

Paradigma etico non più coscienziale ed individuale (soggetto che elabora da sè le istanze morale, i giudizi valoriali = morale ancorata alla ragione del soggetto) ad un paradigma intersoggettivo basato sul modello della comunicazione (obbligazione morale scaturisce dall’interrelazione tra gli individui, nel dialogo intersoggettivo che permette di riconoscere una norma come moralmente obbligante in quanto riconosciuta da tutti come tale)

30
Q

Che cosa s’intende per principio D nell’etica discorsiva di Habermas?

A

Principio D = principio del discorso pratico
Necessità di tenere in considerazione tutte le pretese e tutti gli interessi degli individui chiamati a formulare un giudizio di tipo morale

31
Q

Che cosa s’intende per principio U nell’etica discorsiva di Habermas?

A

Principio U = principio di universalizzazione che completa il principio D
Il giudizio morale è valido quando gli effetti e le conseguenze scaturite dall’universalizzazione di tale norma sono riconosciute e accettate da tutti i partecipanti al discorso etico senza costrizione

32
Q

Quale catastrofe si immagina McIntyre?

A

Immagina una completa distruzione del sapere scientifico; in seguito un tentativo di ripresa e restaurazione dell’antico sapere, ma frammentario e sconclusionato, caratterizzato da parole ormai svuotate del loro significato originario, concetti mistificati ed utilizzati in modo arbitrario, teorie soggettive e contraddittorie.

33
Q

Quale significato da la catastrofe di McIntyre?

A

Rappresenta la condizione attuale della riflessione sulla morale, caratterizzata da un uso improprio dei termini, di frammenti privati del loro significato globale.
Il sapere distrutto dalla catastrofe è la concezione etica aristotelica, che aveva nella virtù e nella vita buona il suo concetto cardine = essa è stata manipolata, ripresa, al punto che se ne è perso il suo significato originale.

34
Q

Quale è l’errore della concezione morale post illuministica secondo McIntyre?

A

L’Illuminismo ha portato alla dissoluzione della concezione morale aristotelica, nella quale l’uomo aveva un fine, uno scopo, una vita buona da realizzare.
L’Illuminismo ha sostituito il finalismo con una visione dell’etica orientata deontologicamente, basata sulle norme da seguire, sul dovere da rispettare, sul = cosa si deve fare? quali regole bisogna seguire? e non sul = perchè devo seguire le regole? quale genere di persona voglio diventare?

35
Q

Quali sono le due vie che si prospettano all’etica secondo McIntyre?

A

Il progetto illuminista, con la supremazia dell’aspetto normativo, razionale, oggettivo della morale ha fallito = crollo dei valori, disgregazione della riflessione sull’etica&raquo_space; sorgono pensieri come l’emotivisimo, che non attribuisce nessuna valenza razionale e conoscitiva al giudizio morale, considerandolo mera espressione del sentimento e dell’emotività umana = legittimità di ogni giudizio morale.
Due vie: 1) NIETZSCHE = accettare il crollo dei valori, prendere atto dell’impossibilità di ricostruire la morale oggi così disgregata.
2) RITORNO ALLA CONCEZIONE ARISTOTELICA = ripresa della visione finalistica dell’uomo, come essere capace di realizzare pienamente sè stesso, di coltivare la propria virtù = l’uomo secondo Aristotele presenta due poli: come egli è per cause contingenti e come egli potrebbe essere se realizzasse pienamente sè stesso. L’uomo ha quindi in nuce la possibilità della piena realizzazione della sua natura, la possibilità di divenire pienamente sè stesso attraverso la cura delle proprie virtù (molteplici, non solamente il dovere)

36
Q

In che modo la visione di McIntyre sfugge alla accusa di fallacia naturalistica?

A

Fallacia naturalistica = indebita identificazione del bene come valore con un elemento del mondo sensibile o soprasensibile.
Per McIntyre l’uomo presenta nella propria natura il proprio fine, il raggiungimento del bene, ovvero della felicità. Non vi è uno scarto tra il piano descrittivo e il piano prescrittivo = il piano prescrittivo del dover essere (ciò che l’uomo è chiamato a realizzare) è insito nel piano dell’essere (la natura dell’uomo)