L'Esperienza Etica Flashcards

1
Q

Che cosa s’intende con l’espressione “esperienza assiologica”?

A

= s’intende l’esperienza che fatti, oggetti, elementi del mondo presentano delle qualità assiologiche, ovvero di qualità che noi identifichiamo con i valori.
Nella vita quotidiana non facciamo esperienza diretta dei valori, ma le cose del mondo ci appaiono come giuste o sbagliate, buone o cattive = attraverso l’esperienza noi riusciamo a cogliere i valori che si danno oggettivamente nella loro immediatezza.

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2
Q

Come viene proposta l’analogia tra colori e valori da Scheler?

A

= sappiamo tutti dell’esistenza dei colori = nella vita quotidiana non esperiamo direttamente dei colori ma li riconosciamo ed essi diventano reali attraverso le cose in cui essi si manifestano
= allo stesso modo noi non esperiamo direttamente dei valori, ma esperiamo di cose concrete del mondo che si caricano di un valore assiologico.
I valori si rendono riconoscibili attraverso i beni dai quali vengono portati, e noi riconosciamo un atto come giusto o sbagliato in virtù di un valore a priori che non è identificabile con la cosa concreta.

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3
Q

In che senso i valori sono IN REBUS per Scheler?

A

Valori sono IN REBUS = NELLE COSE = i valori si rendono esperibili e riconoscibili attraverso le cose in cui si manifestano e che caricano di una valenza assiologica.

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4
Q

Il riconoscimento del valore di un fatto è sempre soggettivo o il valore può in qualche misura essere riconosciuto come un valore che non vale solo per quel soggetto e quindi essere dotato di una sorta di “oggettività”?

A

> > problema del soggettivismo nella valutazione dei valori.
MCDOWELL cerca di proporre una riflessione su questa questione: differenza tra
1) QUALITA’ PRIMARIE = tipicamente considerate oggettive (peso, misura, moto, quiete, estensione) = sono qualità che il mondo possiede indipendentemente dall’osservatore e nell’approccio naturalista sono sempre riconosciute come oggettive
approccio scientista e riduzionistico = qualità primarie oggettive/qualità secondarie soggettive
2) QUALITA’ SECONDARIE = implicano il riferimento al soggetto che valuta (colori, suoni, odori) = non si presentano come un fatto indipendente dall’osservatore, in quanto necessitano la sua esperienza, ma posso essere riconosciute da più soggetti = presentano un certo grado di oggettività.

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5
Q

In che modo i valori possono essere accomunati alle qualità secondarie?

A

I valori possono essere accomunati alle qualità secondarie perchè come esse si esprimono in un’esperienza particolare ma la TRASCENDONO, ovvero esistono al di là di quella esperienza particolare come qualità assiologiche a priori.

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6
Q

In che modo sia una visione naturalistica che una antinaturalistica appaiono semplicistiche ed inadeguate nell’espressione dell’esperienza etica?

A

VISIONE NATURALISTICA = pretende di astrarre dalle esperienze assiologiche della vita quotidiana = i valori vengono ridotti a qualcosa di meramente soggettivo ed arbitrario
VISIONE ANTINATURALISTICA = tende a confinare i valori in un mondo “al di fuori” dall’esperienza per preservarli dalla possibilità di corruzione e per esercitare un deferente rispetto (platonismo, primo Wittgenstein)

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7
Q

In che modo l’uomo può essere definito un ESSERE VALUTATIVO?

A

Nell’esperire la realtà il soggetto è continuamente chiamato ad esprimere valutazioni ma con diverse formulazioni possibili.
CHARLES TAYLOR= VALUTAZIONI FORTI VS VALUTAZIONI DEBOLI
1) DEBOLI = sono valutazioni di tipo contingente e di scarso valore morale nelle quali valutiamo sulla base degli esiti delle possibili azioni che vogliamo intraprendere = siamo mossi da desideri particolari e ci basta desiderare qualcosa per ritenerlo buono. (bere il caffè o l’acqua)
2) FORTI = chiamano in causa una valutazione di tipo morale, non basta che qualcosa sia desiderato perchè possa essere considerato buono (esistono anche desideri indegni) = queste valutazioni chiamano in causa l’integrità morale del soggetto che valuta e si esprimono attraverso “caratterizzazione contrastive”, ovvero tra alternative che non sono contingenti ma che sono caricate diversamente dal punto di vista morale.
» non ci si basa su meri calcoli dell’utile
» linguaggio usato è quello della differenza tra superiore/inferiore, giusto/sbagliato, degno/indegno

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8
Q

In che modo l’uomo può anche essere definito un ESSERE RIFLESSIVO?

A

> > la sorgente della valutazione morale è da CHRISTINE KORSGAARD indentificata nella RIFLESSIVITA’ = valutazione dei fatti, degli atti che compiamo, GIUSTIFICAZIONE E MOTIVAZIONE DEL NOSTRO AGIRE = siamo esseri sociali chiamati a motivare razionalmente le nostre scelte a noi stessi e agli altri.

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9
Q

Secondo la KORSGAARD in che modo la riflessività può essere autolegislatrice?

A

= la riflessività può essere legislatrice, attraverso di essa l’uomo può imporsi da sè le leggi e gli obblighi da rispettare = soggetto autonomo con legge morale autonoma = ripresa da Kant
» morale non intensa in senso soggettivistico (ognuno definisce una legge assolutamente particolare e soggettiva) MA attraverso la riflessività il soggetto può trarre da sè gli obblighi che deve rispettare in quanto uomo = valorizzare e riconoscere la propria umanità e quella altrui

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10
Q

In che modo l’uomo può essere considerato un ESSERE DESIDERATIVO?

A

L’uomo nella sua esperienza etica è sempre sospinto da una dimensione emotiva ed affettiva che lo spinge ad agire&raquo_space; sospinto da un DESIDERIO (non un desiderio particolare, contingente ma da OREXIS/CONATUS di Spinoza)
» aspirazione alla vita buona, tensione verso la felicità, desiderio di realizzare sè stessi = siamo esseri che desiderano e che desiderano cose buone (rischio di confondersi ed inseguire cose che appaiono come buone ma non lo sono)

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11
Q

Questa dimensione desiderativa dell’uomo si può estirpare o annullare?

A

NO!
Secondo etica stoica le passioni andavano estirpate perchè contrarie al logos e causa di turbamento dell’anima che distolgono dalla vita virtuosa = IMPOSSIBILE = DESIDERIO è ELEMENTE FONDANTE DELLA NATURA UMANA (Aristotele/Spinoza) = l’esperienza contraddice idea che esse possano essere estirpate.

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12
Q

In che modo gli studi di DAMASIO e delle neuroscienze mettono in luce lo stretto legame tra la dimensione cognitiva e quella desiderativa?

A

> > studi di Damasio a partire dal caso di Phineas Gage (1948) = a seguito dell’incidente gravi cambiamenti nel carattere = comportamenti ANTISOCIALI ed INCAPACITA’ DI PRENDERE DECISIONI SENSATE e di MANIFESTARE CORRETTAMENTE LE EMOZIONI
sottolinea intreccio tra la dimensione cognitiva e quella desiderata = un danno all’area del cervello designata per le funzioni emotive provoca un’incapacità di prendere decisioni sensate sul piano dell’agire
NO DISTINZIONE TRA CONOSCENZA ED EMOZIONI = noi conosciamo ed esperiamo il mondo anche attraverso le emozioni = crollo del dualismo antropologico tra razionalità anaffettiva e calcolatrice e parte desiderativa irrazionale

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13
Q

In che modo l’uomo per Aristotele è visto come un intreccio di desiderio e ragione?

A

Uomo come «desiderio pensante e pensiero desiderante» = Etica nicomachea. = uomo guidato da un desiderio di fondo, dalla tensione per la vita buona, per la felicità&raquo_space; questo desiderio guidato, consigliato, rientrato dalla ragione = portano all’insorgere delle virtù grazie all’esercizio del giusto mezzo (mesotes) della passione (posto a metà tra due estremi egualmente viziosi)

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14
Q

Che cosa ci spinge ad agire moralmente? Quale è il movente dell’azione morale per Hume e Kant?

A

1) HUME = PASSIONI > ELEMENTO RAZIONALE
“la ragione è e deve solo essere schiava delle passioni” = primato delle passioni e totale FIDUCIA, OTTIMISMO nei confronti delle passioni&raquo_space; non sono cieche, non sono irrazionali, dobbiamo lasciarci guidare da esse
» ragione mette in luce infondatezza di alcuni desideri o falsi presupposti ma non può contrastare il desiderio
» se seguiamo le passioni esse ci permettono di CONVIVERE grazie al sentimento di SIMPATIA reciproca che accomuna tutti gli uomini
2) KANT = RAGION PURA PRATICA > movente RAGIONE!
Obiezione = ragione debole nel passaggio tra riconoscimento della moralità di un’azione e sua effettiva realizzazione
» entra in gioco il concetto del RISPETTO = la legge morale presentandosi all’anima dell’uomo ha un duplice effetto
- UMILIAZIONE = mostra al soggetto la sua limitatezza nei confronti della legge morale
- suscita RISPETTO nei confronti della legge morale e nei confronti delle persone, che meritano rispetto in quanto SOGGETTI MORALI capaci di porsi davanti alla legge stessa
» rientra in campo l’aspetto del SENTIMENTO.

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15
Q

In che modo il dibattito sul movente morale viene ripreso nella discussione contemporanea?

A

> > WILLIAMS = propone un agire morale basato sulla FORZA DEI DESIDERI rispetto alle credenze, che si presentano come deboli
Problema = come scegliere tra tanti desideri diversi? Perchè assecondarne uno rispetto ad un altro?
KORSGAARD = primato delle CREDENZE COGNITIVE rispetto ai desideri = importanza della riflessività pratica e della necessità di discernere tra i vari desideri (opporsi a desideri impropri e verificare la congruità dei desideri rispetto alla ragione pratica del soggetto.
Problema = come passare dalla consapevolezza della moralità di un’azione alla sua messa in atto?

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16
Q

Quale soluzione propone McDowell nei confronti della riflessione sul movente morale?

A

> > importanza di una sintesi tra credenze cognitive e desideri
una persona virtuosa ha il desiderio di compiere un’azione moralmente giusta in quanto ha maturato una credenza sulla giustezza di quell’atto = ha saputo guardare alla realtà in cui si colloca tale atto esaminandola e comprendendola in tutti i suoi aspetti. (attenzione Murdoch)

17
Q

In che modo la credenza per McDowell può essere definita un habitus?

A

> > Credenza come habitus perchè non basta adottare una credenza per cambiare immediatamente il proprio agire pratico. La credenza deve essere accompagnata dal desiderio del soggetto di modificare la propria vita, ma nemmeno questo basa = necessario esercizio e disciplina costante nell’agire, bisogna ripetere costanti atti buoni sulla base della credenza che si è voluta adottare fino ad apparire quasi un atto “spontaneo”
la credenza deve lentamente radicarsi nella vita del soggetto, non essere semplicemente adottata sul piano intellettuale&raquo_space; deve diventare un habitus buono attraverso un lungo lavoro su di sè.

18
Q

In che modo si può parlare di una duplice riflessività?

A

> > i due compiti di cura di sé e comprensione dell’ethos come insieme di usi vigenti richiedono l’uso di una riflessività che si caratterizza da un lato come riflessività del singolo, dall’altro come riflessività dell’etica.
RIFLESSIVITA’ DEL SINGOLO = sul piano personale il soggetto riflette sul proprio agire e rileva uno scarto tra il piano dell’essere e del dover essere, tra il piano descrittivo e quello prescrittivo (cioè tra come i comportamenti si presentano in quello che sono e dome dovrebbero essere per essere definibili morali)
RIFLESSIVITA’ DELL’ETICA = dallo scarto sul piano personale si passa al piano della teoria etica, la quale rielabora questa tensione mettendola in relazione con teorie etiche passate, attuali e rielaborandola.
IMPORTANTE! = LA TEORIA ETICA è STRETTAMENTE LEGATA ALLA RIFLESSIVITA’ DEL SINGOLO&raquo_space; dal soggetto si passa alla teoria

19
Q

In che modo il legame tra autoriflessività e teoria etica viene espresso e tematizzato da Hannah Arendt?

A

> > constatazione di un collasso della morale nella Germania nazista ad opera di gente ordinaria = da cosa può essere dovuto?
poche persone riescono a resistere e a continuare ad operare una distinzione tra legalità e moralità = di fronte alla possibilità di commettere atti immorali avvertono la presenza di PROPOSIZIONI MORALI AUTOEVIDENTI, che non assumono l’obbligazione del tipo: non devi, ma del tipo NON PUOI.
A cosa è dovuto questo?&raquo_space; annullamento e perdita dell’autoriflessività, del “dialogo silenzioso” interiore tra sé = il pensare è un’attività che richiede cura e determina il proprio agire pratico&raquo_space; nella mancanza di dialogo interiore si perde la capacità di riflettere sulle proprie azioni, sulle proprie scelte e sulla moralità di esse&raquo_space; si cade facile preda del conformismo e si possono commettere atti tremendi non perchè si sia intrinsecamente malvagi ma perchè NON SI PENSA. = MALE SENZA RADICI CHE PUO’ COLPIRE CHIUNQUE

20
Q

Come riprende la Arendt il Gorgia di Platone?

A

> > Riprende affermazione socratica all’interno del Gorgia = “è meglio subire ingiustizia che compierla” = perchè?
SOGGETTO PERCIPESCE SE STESSO COME UNO-IN-DUE = se compisse un atto malvagio dovrebbe convivere tutta la vita con un malfattore che gli ricorderebbe costantemente il suo crimine&raquo_space; ECCO PERCHE’ IL SOGGETTO NON PUO’ SOTTRARSI ALL’AUTOEVIDENZA DELLE PROPOSIZIONI MORALI = se lo facesse non riconoscerebbe l’alterità in sè e sarebbe costretto a convivere con il ricordo del suo crimine

21
Q

In che modo il male per la Arendt può essere definito BANALE?

A

VS MALE RADICALE KANTIANO
» non vi è nessun male radicale (solo il bene può essere radicale), il male è dato dalla perdita del pensiero, dalla mancanza di riflessività su di sè e sull’ethos che ci circonda, dal conformismo morale che è semplice adesione all’ethos.

22
Q

L’ethos vigente va sempre superato?

A

No, non è detto che un ethos sia buono solo perchè nuovo. Non bisogna sempre cercare di soppiantare l’ethos attuale, al contrario bisogna sempre mostrarsi critici nei suoi confronti, metterlo in discussione e saggiarlo sulla base del proprio punto di vista morale = interrogarsi sulla maggiore o minore pertinenza morale dei vari tipi di ethos chiamati in causa in una discussione e giudicarli.