Platone e l'Accademia Flashcards

1
Q

In quali anni visse Platone?

A

Platone nacque ad Atene nel 428/7 e muore ad Atene nel 348/7 a.C.

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2
Q

Qual era il vero nome di Platone?

A

Aristocle.

Venne soprannominato Platone dal suo maestro di ginnastica Aristone per il suo vigore fisico.

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3
Q

Quale filosofo americano disse che l’intera storia della filosofia occidentale non è altro che una serie di note in calce al pensiero di Platone?

A

Alfred North Whitehead (1861-1947).

Con ciò, Whitehead non afferma che il pensiero occidentale non conti nulla rispetto a Platone, ma che tutti i pensatori dopo di lui sono stati costretti a prendere posizione nei riguardi del suo pensiero.

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4
Q

Platone fu il filosofo che introdusse la metafisica così come la intendiamo oggi.

A

Vero.

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5
Q

A differenza di Socrate, Platone ritiene che l’espressione piena del pensiero sia nelle cose scritte e non nel metodo dialettico.

A

Falso.

Platone stesso, nel Fedro, ci dice che gli scritti non sono in grado di comunicare al lettore alcune cose essenziali, sia dal punto di vista del metodo, sia del contenuto.

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6
Q

Di Platone ci sono giunti solo alcuni scritti.

A

Falso.
Ci sono invece pervenuti tutti quelli che gli antichi citano come suoi.

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7
Q

Platone si occupò solo di metafisica.

A

Falso.

Platone si occupò di quasi tutti gli ambiti della filosofia e su ciascuno ha fornito un contributo fondamentale nella storia del pensiero.

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8
Q

In quale periodo inizia a scrivere Platone?

A

Subito dopo la morte di Socrate, avvenuta nel 399.

All’epoca, Platone aveva circa 29 anni.

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9
Q

Quando Platone nacque, la Guerra del Peloponneso era terminata.
Vero o Falso?

A

Falso.

Platone nasce durante la Guerra del Peloponneso (iniziata nel 431 a.C.; Platone nasce invece nel 427 a.C.).

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10
Q

Platone aderì alle dottrine sofistiche?

A

No, anzi, cercò di discostarsene il più possibile.

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11
Q

In quale importante testo Platone dà una prima prospettazione e dimostrazione dell’esistenza di una realtà soprasensibile?

A

Nel Fedone.

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12
Q

Quali problemi filosofici di fondo vengono affrontati nel Fedone?

A

“Perché le cose si generano, perché si corrompono, perché sono?”

i principali filosofi che si posero queste stesse domande prima di Platone, senza trascurare gli altri, furono sicuramente Eraclito e Parmenide.

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13
Q

Platone non era competente in matematica.

A

Falso.

Tra l’altro, alcune teorie platoniche non potrebbero essere spiegate senza ricorrere al pensiero di Pitagora.
Inoltre, bisogna dire che i concetti matematici sono “teorici” e dunque c’è correlazione tra tali concetti e il Mondo delle Idee platonico.

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14
Q

Per quali motivi Platone era convinto che il testo scritto non potesse soppiantare l’insegnamento orale?

A
  1. Perché il testo scritto non può dare risposte alle domande che suscita
  2. Perché il testo scritto può finire nelle mani di coloro che non sono idonei o che sono indegni

La seconda motivazione è anche dovuta alla provenienza aristocratica di Platone.

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15
Q

Secondo Platone, il testo scritto è inutile.

A

No, è utile però solo a chi ha già potuto ascoltare un insegnamento dato.

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16
Q

Forma e Idea indicano lo stesso concetto platonico.

A

Vero.

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17
Q

Ciò che per i Filosofi della natura era “il principio” per Platone è …

A

L’Idea.

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18
Q

Perché, secondo Platone, spiegare il mondo fisico con principi fisici è contraddittorio?

A

Perché la causa deve avere natura superiore rispetto a ciò a cui essa dà origine.

Altra cosa è la causa e altra cosa è ciò che consente alla causa di poter essere causa.
In altre parole, ciò che i Fisici supponevano fossero le cause, sono, in realtà, solo dei mezzi.

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19
Q

Cosa intende Platone con l’espressione “seconda navigazione”?

A

La navigazione che subentra quando cessano i venti.

Platone si serve di questa metafora per dire che era ormai necessario fare lo sforzo di superare le speculazioni dei filosofi naturalistici.

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20
Q

In quale testo Platone parla della seconda navigazione?

A

Nel Fedone.

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21
Q

Nel Fedone, Platone si serve di un esempio per dimostrare come il corporeismo sia contraddittorio.
Qual è l’esempio fatto?

A

La prigionia di Socrate.

Se si tentasse di spiegarla in prospettiva corporeistica, si dovrebbe concludere che Socrate si trovi in carcere a causa della capacità motoria del suo corpo e non a causa dell’ingiustizia di chi lo ha condotto in giudizio.

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22
Q

Con quale esempio Platone dimostra che chi definisce un uomo alto oppure basso non lo fa mediante criteri corporeistici?

A

Dire che un uomo è più alto di una testa, oppure che un uomo è più basso di una testa rispetto alla norma, è come dire che la testa di un uomo rende contemporaneamente più alto o più basso l’uomo al quale si fa riferimento.

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23
Q

Il rapporto di causazione che dalle Idee dà origine alle cose è:
1. Materiale
2. Efficiente
3. Paradigmatica
4. Finale
5. Formale

A

Paradigmatica.

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24
Q

Come possiamo cogliere il mondo delle Idee?

A

Tramite l’intelletto.

E non, ovviamente, tramite i sensi.

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25
Q

Sagoma e Forma sono la stessa cosa per Platone?

A

No.

La Forma è per Platone l’essenza o la natura di qualcosa.

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26
Q

Platone mette in relazione la Forma delle cose con il loro fine.

A

Falso.

Questo è ciò che farà invece Aristotele.
La Forma di una sedia (cioè l’essenza di una sedia; non la sagoma, che è diversa per ogni sedia), ad esempio, è in relazione con il suo fine, che è quello di permettere la posizione seduta.

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27
Q

Platone riteneva che concetti come “perfezione” e “uguaglianza” avessero origine dall’osservazione delle cose.

A

Falso.

Al contrario, dato che tali concetti non sussistono in alcunché di visibile, Platone afferma che è l’anima ad averne una conoscenza previa.

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28
Q

In quale dialogo Platone parla per la prima volta della sua teoria delle Idee?

A

Nell’Eutifrone.

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29
Q

In quale dialogo Platone si rende conto di alcune contraddizioni della sua Teoria delle Idee?

A

Nel Protagora.

Ad esempio, l’Idea di Freddo e di Colore dovrebbero possedere proprietà sensibili (la freddità e la coloreità), cosa impossibile, dato che le Idee sono incorporee.

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30
Q

Il concetto platonico di Idea corrisponde a quello aristotelico di …

A

Sostanza.

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31
Q

Le Idee hanno diverse parti.

A

No.

Secondo Platone, le Idee sono assolutamente omogenee, pure e non hanno parti.

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32
Q

L’assoluta omogeneità e unità delle Idee hanno qualcosa a che vedere con Parmenide?

A

Sì.

Parmenide aveva attribuito le stesse proprietà all’Essere. Platone ricategorizza l’essere parmenideo nella molteplicità delle sue Idee.
In modo simile Linneo classificherà, secoli dopo, le diverse specie dei viventi.

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33
Q

Cosa significa il termine greco χωρισμός (chorismos)?

A

Separazione.

Platone utilizza questo termine per indicare la separazione tra il mondo del Sensibile e quello dell’Intellegibile.

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34
Q

Perché il Mondo delle Idee e quello Sensibile devono essere necessariamente separati, secondo Platone?

A

Perché altrimenti anche le Idee sarebbero soggette all’incessante divenire e a corruzione.

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35
Q

Per quale motivo solo l’intelletto - e non i sensi - è capace di conoscere ciò che è sempre uguale a se stesso?

A

Perché i sensi ci fanno conoscere le cose in modo sempre diverso in base alle condizioni soggettive ed esterne, mentre l’intelletto è capace di astrazione e di fare a meno dei sensi nel giudicare.

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36
Q

In che cosa consisterebbe ciò che Platone definisce “il parricidio di Parmenide”?

A

Il rendere ragione dei fenomeni (o σῶζειν τὰ φαινόμενα, “salvare i fenomeni”).

Platone stesso si dichiara autore del parricidio di Parmenide

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37
Q

Platone distingue tra il “non essere assoluto” e il “non essere”.
Vero o Falso?

A

Vero.

L’essere-assoluto, secondo Platone, sono le Idee e, in accordo con Parmenide, il non-essere-assoluto non è.
Tuttavia, non tutto si identifica con l’essere-assoluto delle Idee, e dunque è essere-altro, che è la realtà sensibile.

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38
Q

In che senso si può dire che Platone declini l’essere parmenideo nelle Idee?

A

Le Idee, come l’essere parmenideo, sono incorporee, immutabili, omogenee, uniche (ve n’è una per ogni essenza).

Secondo Platone, esiste una sola idea di albero, di cerchio, di giustizia, di uomo, eccetera.

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39
Q

In quale testo Platone definisce Iperuranio il Mondo delle Idee?

A

Nel Fedro.

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40
Q

Cosa significa Iperuranio?

A

“Sopra il cielo”.

In realtà, quella dell’Iperuranio è solo un’immagine, in quanto le Idee non si trovano in un luogo in senso spaziale.

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41
Q

In che modo Platone tenta di mettere insieme Eraclìto e Parmenide?

A

Al pari di Eraclìto, Platone considera il mondo sensibile come il mondo del divenire e, come Parmenide, considera le caratteristiche delle Idee quali una declinazione dell’Essere.

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42
Q

Qual è la qualità che rende le Idee intelligibili?

A

La loro stabilità.

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43
Q

La conoscenza delle cose sensibili, secondo Platone, è …

A

Opinione.

Ed è dunque opinabile.

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44
Q

In quale libro Aristotele critica le posizioni di Platone circa le Idee?

A

Nel I Libro della Metafisica.

45
Q

Qual è il problema che sorge dal porre una separazione (χωρισμός) tra il mondo sensibile e quello intellegibile delle Idee?

A

Il problema nasce dal fatto che le Idee, dalle quali hanno origine gli oggetti sensibili, hanno caratteristiche del tutto opposte a quelle della realtà sensibile.

46
Q

Cosa significa il termine ἀσφάλεια e a che proposito lo usa Platone?

A

ἀσφάλεια significa “stabile”, “immutabile” e Platone lo utilizza per indicare la stabilità e l’immutabilità delle Idee.

47
Q

Platone, si riferisce alle Idee come all’essere per sé.

A

Falso.

Sarà Aristotele a parlare della sostanza in questi termini.

48
Q

Cosa significa il termine greco ἀσώματα?

A

Incorporeo.

Platone attribuisce alle Idee questa caratteristica.

49
Q

In quale libro, in particolare, Platone parla dell’anima e della sua incorruttibilità?

A

Nel Fedone.

50
Q

Che cosa sono le agrapha dogmata di cui parla Aristotele a proposito di Platone?

A

Sono le Dottrine non scritte di Platone.

Secondo Aristotele, Platone avrebbe tenuto nell’Accademia una serie di lezioni che non sono state riportate per iscritto.

51
Q

Secondo Aristotele, negli agrapha dogmata, Platone avrebbe parlato di due principi fondativi.
Quali sono?

A

L’Uno e la Diade.

Questi principi sarebbero fondativi anche delle Idee.
Platone si sarebbe avvicinato alle teorie pitagoriche.

52
Q

In quale testo, in particolare, Platone parla delle Idee?

A

Ne parla soprattutto nella Repubblica.

Altri testi in cui riporta la sua teoria delle Idee sono: il Fedone, il Simposio e il Parmenide.

53
Q

A quale Idea viene associato l’Uno, in Platone?

A

All’Idea di Bene.

54
Q

L’Idea di Bene in Platone è intesa in senso etico?

A

Non propriamente.

L’Uno o il Bene rappresentano anzitutto l’idea di unità, di compiutezza e quindi di perfezione.

55
Q

La Diade, è una sorta di materia indeterminata, secondo Platone.

A

Vero.

È l’Uno a dare determinazione alla Diade. Anche le Idee vengono determinate da questi due Principi.

56
Q

In quale libro della Repubblica Platone si pone il problema della fondazione delle Idee?

A

Nel VI Libro.

In questo libro Platone parla non dell’Uno, ma del Bene come principio fondativo di tutto. Da Aristotele sappiamo che nelle sue agrapha dogmata Platone identificherà il Bene con l’Uno.

57
Q

Con cosa paragona Platone il Bene, nel VI Libro della Repubblica?

A

Con il Sole.

Come il Sole sta al mondo sensibile, così il Bene sta al mondo intelligibile.
Come il Sole garantisce l’esistenza, la vita, e la visione delle cose così il Bene è garanzia dell’essere e della conoscenza.
In conclusione, sia l’essere, sia la conoscenza sono fondati sul Bene.

58
Q

Cosa significa l’espressione epekeina tes ousias (ἐπέκεινα της ουσιας)?

A

Al di sopra dell’essere.

Il Bene, secondo Platone.

59
Q

L’idea di Bene platonico ha veicolato la cosiddetta Teologia apofatica o Teologia negativa?

A

Sì, in quanto l’Idea di Bene platonica posta al di sopra dell’essere, ha indotto alcuni teologi a ritenere che neppure di Dio si possa predicare qualcosa.

Maestro Eckart è uno dei teologi della Teologia negativa.

60
Q

Nel ‘500-‘600 alcuni autori (ad esempio Tommaso Campanella), svilupperanno un’importante tematica ricavata dalla Repubblica di Platone.
Quale?

A

Sulla “Città Ideale.

61
Q

In quale dialogo Platone ci parla di una sua cosmogonia?

A

Nel Timèo.

Timèo viene presentato in questa opera come un matematico.

62
Q

Quali sono le tre cause che avrebbero dato origine all’universo, secondo Platone?

A
  1. Il demiurgo
  2. Le Idee
  3. Una sorta di “materia”
63
Q

Il cosmo è considerato da Platone una realtà generata e commista di caratteristiche provenienti da un padre e una madre?

A

Sì, il padre del cosmo sarebbe il Demiurgo e la madre una sorta di materia.

64
Q

Come si può tradurre in italiano il sostantivo “demiurgo”?

A

“Artefice”.

“Arte” in greco si dice “techne”.

65
Q

In base a quale modello il Demiurgo genera il cosmo?

A

In base al modello delle Idee.

Le Idee sono stabili, immutabili. Il Demiurgo, per poter contemplare le Idee, deve essere anche un Intelletto, dato che le Idee sono entità intelligibili e non appartengono al mondo delle cose sensibili.

66
Q

Il Demiurgo e il Bene sono la stessa cosa.

A

Falso.
Il Demiurgo è buono, ma non è il Bene.

Platone dirà che in Dio non vi è traccia di invidia.

67
Q

Il Dio platonico non è personale.

A

Vero, sebbene Il Demiurgo sia dotato sia di un intelletto, sia di una volontà.

68
Q

Platone non parla mai di materia. Il primo a farlo sarà Aristotele.

A

Falso.

Nel Timeo, Platone parla infatti di una χώρα (regione) e di una ὑποδοχή (ricettacolo) come di una realtà amorfa, cioè priva di una struttura formale in proprio che riceve forma dal Demiurgo (il quale ha come modello le Idee).
In alcuni testi parla di questa struttura anche come di una madre (mater ->materia) e del Demiurgo come del padre di tutto.

69
Q

Nel Timéo, Platone parla della materia come di un principio che resiste all’azione del Demiurgo.

A

Vero.

70
Q

Il cosmo per Platone non è una realtà viva.

A

Falso.

Anzi, il cosmo ha un’anima. Più precisamente, è l’anima che avvolge l’intero cosmo.

71
Q

Platone non considera il tema della provvidenza divina.

A

Falso.

La provvidenza platonica è però un’entità distinta dal Demiurgo. In sostanza, la provvidenza è la stessa anima divina del mondo.

72
Q

Il Timéo è la continuazione de La Repubblica.

A

Vero.

I due testi sono in continuità tra loro sia dal punto di vista compositivo che drammaturgico, in quanto i personaggi che discutono nella Repubblica si ritrovano nel Timeo.

73
Q

In quale libro viene presentata la teoria della retta? Di che cosa si tratta?

A

Nel libro VI della Repubblica.

È la teoria con cui Platone divide la realtà in due piani: la dimensione del Visibile e quella dell’Intelligibile.

La teoria è una sorta di anticipazione del Mito della caverna.

74
Q

La Teoria della retta è anche una descrizione dei diversi gradi di conoscenza?

A

Sì.

Il mondo del Visibile è il piano in cui la conoscenza è al grado di opinione (δόξα), quello dell’Intellegibile la conoscenza è al grado di ἐπιστήμη.

75
Q

Cosa significa εἰκασία in greco?

A

Rappresentazione o immaginazione.

È il grado più basso di conoscenza del visibile e quindi della δόξα (opinione).
Quando rappresentiamo qualcosa con delle immagini, oppure le stesse immagini riflesse e le ombre sono conoscibili tramite l’εἰκασία.

76
Q

Quali sono gli oggetti di conoscenza della πίστις (credenza)?

A

I corpi visibili e percepibili con i sensi.

La πίστις è pur sempre parte della δόξα, opinione.

77
Q

Quali sono gli oggetti di conoscenza della διάνοια (pensiero)?

A

Gli enti matematici.

La διάνοια è parte dell’ἐπιστήμη, scienza.

78
Q

Cosa coglie la conoscenza an-ipotetica?

A

Le Idee.

È il più alto grado di conoscenza (conoscenza del vero e dell’assoluto).

79
Q

Perché gli enti matematici hanno un minor grado di certezza rispetto alle Idee?

A

Perché richiedono una dimostrazione, a differenza delle Idee, che sono colte dal pensiero puro o intellezione.

80
Q

Il termine πίστις (credenza) ha lo stesso significato e la stessa funzione in Platone come nel cristianesimo?

A

Ha significato simile, ma funzione diversa.

Per Platone la πιστις ha come oggetto gli enti sensibili, mentre nel cristianesimo ha come oggetto le realtà invisibili e sovrasensibili.

81
Q

In quale opera, in particolare, Platone tratta delle anime particolari?

A

Nel Fedro.

82
Q

Nel Fedro Platone dice che le anime si trovano al di sopra dei cieli (cioè nell’Iperuranio), cioè in un luogo preciso.

A

Falso: l’Iperuranio non è un luogo in senso proprio.

Iperuranio o al di sopra dei cieli è un’espressione che vuol significare “non soggetto al divenire”.

83
Q

L’esperienza sensibile, secondo Platone, provoca nell’anima un’anamnesi.

A

Vero.

L’esperienza sensibile evoca nell’anima il ricordo delle Idee contemplate prima di precipitare nel corpo.

84
Q

Il ricordo delle Idee è il ricordo di un luogo, secondo Platone?

A

No.

È il ricordo di quanto delle Idee si è sedimentato nella nostra anima. Si tratta perciò di una conoscenza che si può definire innata.

85
Q

Per esprimere il concetto di “anima”, Platone ricorre ad una metafora.
Quale?

A

Quella del carro alato.

86
Q

Che cosa sta a significare la metafora del carro alato?

A

Platone parla dell’anima come di un auriga alla guida di una biga con due cavalli.
L’auriga è la facoltà razionale dell’anima.
Uno dei cavalli è la parte irascibile dell’anima (l’impeto).
L’altro cavallo è la parte concupiscibile dell’anima (il desiderio).

87
Q

In quale parte del corpo Platone pone la razionalità?
E Aristotele?

A

Platone la pone nella testa (encefalocentrismo).
Aristotele nel cuore (cardiocentrismo).

88
Q

Quale delle tre facoltà dell’anima è quella più difficile da domare, secondo Platone?

A

La concupiscibile.

La parte irascibile è invece descritta come facoltà positiva.
Naturalmente, l’auriga, cioè la facoltà razionale che guida le altre due, è quella più importante e positiva delle tre.

89
Q

La descrizione dell’anima con il mito della biga alata dà anche una spiegazione del perché le anime si incarnano?

A

Sì.

I due cavalli, cioè la parte irascibile e quella concupiscibile, tendono a scontrarsi e a far precipitare l’anima in un corpo.

90
Q

Che cos’è il mito di Er?

A

È un mito narrato nella Repubblica in cui ad un soldato morto in battaglia (Er), viene data la possibilità di raccontare l’esperienza vissuta prima che si incarnasse in un corpo.

In questo mito, Er racconta che alle anime viene data la possibilità di scegliere in quale “tipo di individuo” incarnarsi. Questa scelta iniziale determina tutte le scelte che ciascuno di noi fa poi in vita.
Una delle anime di cui parla Er aveva scelto di incarnarsi in un despota pensando fosse la vita migliore di tutte, salvo accorgersi che ciò lo porterà a uccidere i propri figli. Quando si rende conto di aver fatto questa scelta sciagurata, non accuserà se stesso, ma una sorta di dèmone che guida ciascuno di noi nelle sue decisioni.

91
Q

Secondo Platone, esiste una sorta di anima individuale?

A

Sì, Platone è uno dei pochi filosofi che sembra ammetterne l’esistenza.

92
Q

L’anima di cui parla Platone è corruttibile?

A

No.
È incorruttibile e immortale.

L’incorruttibilità è dovuta al fatto che l’anima è affine (di natura simile) alle Idee, che è in grado di conoscere prima di incarnarsi. Inoltre, siccome le Idee hanno delle relazioni tra di loro (solo con quelle affini a ciascuna) e dato che l’Idea di anima deve avere una relazione con l’Idea di Vita (in quanto anima, cioè muove l’uomo), l’anima individuale non può morire.

93
Q

Quale tipo di vita è perfetto, secondo Platone?

A

La vita contemplativa.

Anche la tradizione filosofica e religiosa successiva ha sempre dato il primato alla contemplazione sull’azione. La contemplazione ha sempre avuto il primato sulla vita attiva e deve essere sempre anteposta all’azione.
Dio è anzitutto pensiero e contemplazione e quindi l’uomo deve diventare simile (ὁμοιόειν) a Dio.

94
Q

Platone evitò l’impegno politico come il suo Maestro Socrate.

A

Falso.

Anzi, per gran parte della vita, Platone tentò di realizzare un progetto politico.
Platone, infatti, nasce e vive durante la Guerra del Peloponneso e ciò gli diede occasione di meditare sul fallimento della democrazia ateniese e, proprio per questo, tentò per molto tempo di elaborare un progetto politico, senza mai riuscirvi.

95
Q

Quali opere definiscono maggiormente l’ideale politico di Platone?

A

Soprattutto La Repubblica, ma anche Il Politico e alcune parti del Gorgia.

96
Q

Qual è il sottotitolo che si legge ne La Repubblica?

A

Περί τή διακοσούνη (Perì té diakosoùne, Sulla giustizia).

97
Q

In quanti libri è divisa La Repubblica?

A

In dieci libri.

98
Q

Quanti libri de La Repubblica sono dedicati al tema della giustizia?

A

I primi due.

99
Q

Come viene chiamata la Città ideale da Platone?

A

Callipolis.

Callipolis significa “Città bella”. La città ideale di Platone è bella in quanto ordinata al bene e alla giustizia.

100
Q

In che modo la Città ideale si aggancia all’antropologia platonica?

A

Platone scrive nella Repubblica che la Città ideale deve essere tripartita, analogamente all’anima umana.

101
Q

A chi Platone assegna ciascuna delle tre parti in cui dovrebbe essere ripartita la città ideale?

A
  1. Ai filosofi il governo
  2. Ai militari o custodi la difesa
  3. Ai commercianti e ai produttori la parte produttiva.

Questa tripartizione corrisponde a quella in cui aveva suddiviso l’anima umana: la parte razionale (filosofi), la parte rascibile (o impetuosa, custodi), quella concupiscibile (produttori).

102
Q

Nella sua Callipolis, Platone concepiva vi fosse la proprietà privata?

A

No, se non per i Produttori.

Secondo Platone, i Governanti e i Custodi avrebbero dovuto avere tutto in comune, compresi le mogli e i figli.
I Produttori erano considerati esenti in quanto avere proprietà private, secondo Platone, avrebbe permesso una maggiore efficienza e produttività.

103
Q

Per quale motivo nella Città ideale tutto doveva essere messo in comune?

A

Per evitare i conflitti e perché tutti fossero rivolti al bene comune e non al proprio.

104
Q

Che cosa significa il termine greco φυλάκιος?

A

Difensore.

I φυλάκιοι sono i guerrieri di Callipolis.

105
Q

In base a che cosa Platone immaginava si dovesse assegnare a ciascuno l’incarico, nella città di Callipolis?

Platone descrive la città ideale Callipolis nella Repubblica.

A

In base alla predisposizione naturale di ciascuno.

In altri termini, coloro che avessero dimostrato una propensione per le materie razionali e la filosofia e dotati di sapienza, avrebbero dovuto occupare le funzioni di governo, quelli spinti dall’impeto e dall’ira, la funzione di difensore, quelli spinti soprattutto dalla parte concupiscibile dell’anima, il ruolo di produttori.

106
Q

Quali sono le classi che devono vivere in più stretta collaborazione, secondo Platone?

A

Quella dei Governanti e quella dei Difensori.

La facoltà razionale e quella irascibile sono anche le due più positive nella descrizione che Platone fa dell’anima.
I Difensori, secondo Platone, non devono semplicemente essere dei buoni atleti per difendere dalle aggressioni la Città, ma anche ben educati nell’arte musicale e nelle materie che irrobustiscano la parte razionale dell’anima.

107
Q

Le classi che Platone concepisce per la sua Città Ideale sono analoghe a quelle che noi chiamiamo caste?

A

No, perché, a differenza delle caste, non sono chiuse.

Platone ammette infatti che chi appartiene ad una determinata classe politica possa passare alla classe superiore o inferiore, a seconda delle sue attitudini.

108
Q

Le donne, secondo Platone, non dovrebbero ricoprire alcun incarico all’interno di Callipolis.

A

Falso.

Platone non preclude alcuna funzione alle donne, compresa quella di Difensore. Naturalmente, è necessario in questo caso che abbia capacità fisiche almeno uguali a quelle di un uomo.