Le scuole ellenistiche: Scetticismo, Stoicismo ed Epicureismo Flashcards

1
Q

In quale anno si può dire che termini l’età classica?

A

Nel 323 a.C., alla morte di Alessandro Magno.

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2
Q

Quale periodo copre, grosso modo, l’età ellenistica e delle filosofie ellenistiche?

A

Dalla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) fino a circa il 27 a.C. (fondazione dell’Impero Romano).

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3
Q

Fin dove si era spinto con le sue conquiste Alessandro Magno?

A

Fino alla Sogdiana (attuale Uzbekistan) e la Batriana (attuale Pakistan e India).

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4
Q

Per quale motivo si crearono delle monarchie assolute, subito dopo la morte di Alessandro Magno?

A

Perché l’Impero di Alessandro fu smembrato e diviso tra i suoi luogotenenti e generali, che governarono il territorio loro assegnato per diritto di forza.

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5
Q

Quali difficoltà di partecipazione politica sorsero e perché, durante il periodo ellenistico?

A

Si stabilirono delle monarchie assolute che resero difficile la partecipazione alla vita politica.
Le città-stato (polis) non esistevano più e di conseguenza venne meno anche il rapporto dei cittadini con il potere centrale.
L’assolutismo monarchico mise in discussione sia le libertà politiche sia quelle civili.

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6
Q

Quali monarchie si erano stabilite, dopo la morte di Alessandro Magno?

A

I Lagidi e i Tolomei in Egitto, i Seleucidi in Siria.

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7
Q

In che modo la filosofia stoica entra in gioco nel panorama dell’età ellenistica?

A

Il problema della libertà e degli altri problemi sorti a causa dei cambiamenti repentini dell’epoca fu affrontato filosoficamente.
Lo stoicismo si pose essenzialmente come una cura ai mali dell’anima provocati dai tanti sovvertimenti politici e sociali dell’epoca.

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8
Q

Cosa significa il termine Εἱμαρμένη?

A

Heimarmene era una dea del fato.
Lo stoicismo si proponeva quale protezione contro le determinazioni avverse del fato.

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9
Q

Da cosa deriva il termine stoicismo?

A

Da στοά, “portico”.

La ἡ ποικίλη στοά (portico variopinto) era la sede della Scuola degli stoici.
Zenone, una volta trasferitosi ad Atene, non essendo cittadino ateniese, non potè acquistare un luogo per la sua scuola. Per questo motivo tenne le sue lezioni in un “Portico” che era stato dipinto dal celebre pittore Polignoto.

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10
Q

Da chi fu fondato lo stoicismo?

A

Da Zenone di Cizio (Cipro).

Zenone nacque a Cizio, nell’isola di Cipro, città greca che aveva avuto coloni fenici, intorno al 333/332 a.C.

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11
Q

Quale stoico fu anche un grandissimo logico?

A

Crisippo.

Crisippo nacque a Soli (Cilicia) nel 281 o 277 a.C. e morì ad Atene nel 208 o nel 204 a.C.

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12
Q

Quante opere scrisse Crisippo?

A

Circa 700.

Purtroppo, di queste opere ci è rimasto solo qualche frammento e qualche testimonianza.

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13
Q

Quale grande filosofo romano fu uno stoico?

A

Seneca.

Lucio Anneo Seneca nacque a Corduba (Cordova) nel 4 a.C. e morì a Roma nell’aprile del 65 d.C.
Seneca fu l’unico tra gli stoici a scrivere in latino.

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14
Q

Lo stoicismo fu abbracciato in modo esclusivo dalle classi più agiate.

A

Falso.

A testimonianza del fatto che fu una filosofia apprezzata da tutte le classi sociali, sappiamo che sia un liberto (Epitteto) sia un imperatore (Marco Aurelio) furono entrambi degli stoici.

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15
Q

A cosa si deve, soprattutto, la fortuna della filosofia stoica?

A

All’idea che permettesse di giungere ad una sorta di imperturbabilità (ἀταραξία).

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16
Q

In quali correnti si sviluppò lo scetticismo?

A
  1. Quella di Pirrone
  2. Quella dell’Accademia di Arcesilao
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17
Q

Quale caratteristiche aveva la scuola scettica di Pirrone?

A

Pirrone tentò di attuare uno scetticismo votato a superare il dolore e le altre passioni.

Pirrone partecipò alla spedizione di Alessandro Magno in India, dove fece la conoscenza dei cosiddetti γυμνοσοφισταί, filosofi nudi (perché non indossavano indumenti) e che si esercitavano nelle pratiche di sopportazione del dolore.

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18
Q

Quali caratteristiche aveva la scuola scettica dell’Accademia?

A

La svolta scettica data all’Accademia da Arcesilao fu dovuta ad una sua interpretazione socratica di Platone, in base alla quale ciò che era veramente importante del pensiero platonico era la forma dialogica, la quale però non portava - secondo Arcesilao - ad alcuna conclusione certa.
Ciò comportava anche un’epoché, cioè ad una sospensione del giudizio sulle varie opinioni.

Ogni conclusione a cui si arrivava, doveva essere sottoposta a ulteriore discussione, e così ad libitum.

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19
Q

In quale modo furono riorganizzate le diverse discipline filosofiche, durante l’età ellenistica?

A

In tre branche:
1. Logica
2. Fisica
3. Etica

La Logica includeva la Dialettica e la Retorica.

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20
Q

Quale immagine veniva usata in età ellenistica per descrivere la filosofia?

A

Quella di un giardino coltivato.

Ce lo riferisce Sesto Empirico.
La Logica era rappresentata da un muro di cinta, la Fisica dalle piante, l’Etica dai frutti.

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21
Q

In generale, quali sono le caratteristiche principali delle filosofie ellenistiche?

A

Sono corporeistiche, antimetafisiche e immanentistiche.

In altre parole, sono filosofie che rigettano il sovrasensibile e il trascendente.

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22
Q

A quale filosofia antica si rifanno le filosofie ellenistiche?

A

Alla filosofia della natura (o della φύσις).

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23
Q

Le filosofie ellenistiche rigettano il culto religioso?

A

No.

Il divino e l‘anima sono però anch’essi considerati corporei.

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24
Q

Quale filosofo antecedente fu particolarmente preso di mira dalle filosofie ellenistiche.

A

Platone, in quanto riteneva che le Idee fossero separate dai corpi.

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25
Q

Gli stoici parlano di due principi presenti nella natura.
Quali?

A

Il principio attivo o Logos divino ed eterno, e un principio passivo (sostanza senza qualità o materia).

Il principio passivo, secondo gli stoici, è un principio atto a ricevere i semi (σπερματικοί) di quello attivo.

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26
Q

Gli stoici ritenevano che il cosmo fosse stato generato (e quindi non eterno).

A

Vero.

Sono tra i pochi filosofi antichi a credere ad una origine del cosmo.

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27
Q

Il principio passivo e il principio attivo di cui parlano gli stoici sono entrambi corporei?

A

Sì.

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28
Q

Cosa rappresentano gli avvenimenti, secondo gli stoici?

A

Tutti gli avvenimenti sono una manifestazione del Logos divino.

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29
Q

Quale importante commentatore di Aristotele trovò alquanto “strana” l’idea che due corpi potessero compenetrarsi tra loro?

A

Alessandro di Afrodisia (II-III secolo d.C.).

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30
Q

Gli stoici credevano negli dèi della mitologia?

A

No, ma credevano che anche gli dèi della mitologia fossero la manifestazione dell’unico dio o logos (la ragione divina).

In alcuni testi stoici si trovano nomi come Zeus, o il fuoco oppure pneuma (soffio vitale) sempre per indicare la divinità.
Tutti erano considerati elementi corporei.

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31
Q

Cosa significava, tecnicamente, destino, per gli stoici?

A

“Catena di cause” che determina necessariamente ciò che accade (determinismo).

Ciò è coerente con l’idea di una Intelligenza divina che governa il mondo.

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32
Q

Il dio degli stoici è personale?

A

No.

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33
Q

È possibile accostare l’idea di destino degli stoici alla provvidenza cristiana?

A

In parte sì.
Il destino è ciò che procura un bene complessivo al cosmo.

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34
Q

Si può conciliare la provvidenza degli stoici con il libero arbitrio?

A

No.

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35
Q

Quale celebre frase di Cleante riporta Seneca parlando del fato?

A

“Ducunt volentem fata, nolentem trahunt”

“Il fato conduce colui che vuole lasciarsi guidare, trascina colui che non vuole”.

36
Q

Con quale immagine gli stoici descrivono colui che si lascia guidare dal destino?

A

Con un carro che conduce un cane.

In questa immagine, il cane può muoversi ma lasciandosi guidare. Se si opponesse al movimento, sarebbe comunque trascinato dal movimento del carro.

37
Q

In che modo il fuoco avrebbe fatto terminare il cosmo?

A

Con una conflagrazione o una combustione.
Ma il logos e il principio passivo avrebbero ripristinato il cosmo esattamente come prima.

Il ciclo della generazione e fine del cosmo si sarebbe ripetuto poi infinite volte.

38
Q

Cos’è la palingenesi?

A

È il concetto di rinascita del cosmo (secondo gli stoici, alla quale succede la ekpyrosis o conflagrazione e l’apocatastasi o ricostituzione nello stesso stato che il cosmo aveva assunto dopo la prima generazione).

La particolarità di questa rigenerazione del cosmo è che, secondo gli stoici, ogni singolo dettaglio del cosmo “precedente” si ripeterà nuovamente nel nuovo, e così all’infinito.
Gli stoici vedevano in questa continua rinascita del cosmo un’analogia con la fenice, il mitico uccello capace di rinascere dalle proprie ceneri.

39
Q

Heimarmene (o “Destino”) e Provvidenza cristiana hanno qualcosa che le accomuna?

A

Sia il Destino (personificato nella dèa Heimarmene), sia la Provvidenza sono guidati da un’intelligenza, impersonale nella dottrina stoica, personale in quella cristiana.

Pur essendo principi molto diversi, sia gli stoici, sia i cristiani assumono che il mondo non potrebbe essere più perfetto di come è.
Gli uni perché nella logica intrinseca alle sequenze di cause ed effetti vi scorgono una razionalità che è anche ineluttabilità, gli altri perché credono in un Dio che provvede incessantemente all’uomo, anche se secondo piani che all’uomo possono apparire di non immediata comprensione, proprio perché guidati da un’Intelligenza superiore alla sua.
Bisogna inoltre ricordare che la provvidenza degli stoici non riguarda il singolo individuo, ma il cosmo.

40
Q

Qual è il termine che gli stoici utilizzano per indicare la provvidenza?

A

πρόνοια.

41
Q

La filosofia stoica è monistica?

A

Sì.

Il principio razionale di cui sono imbevute le cose è infatti immanente alle cose stesse.

42
Q

Cosa significa il termine οἰκείωσις?

A

“Appropriazione” o “attrazione”.

In latino: conciliatio

43
Q

Qual è il senso attribuito dagli stoici al termine οἰκείωσις in riferimento ai viventi?

A

Riferito agli animali, esso indicava l’istinto primigenio (di conservazione, ad esempio).
Riferito all’uomo, questo impulso è ulteriormente sorretto dall’intervento della ragione.

44
Q

Quale altro termine veniva utilizzato dagli stoici per descrivere la consapevolezza che l’uomo ha di se stesso?

A

συναίσθησις (o “percezione interna”).

45
Q

Cosa indica il termine εὐαρεσησις?

A

Compiacimento.

Gli stoici utilizzano questo termine per spiegare che il compiacimento o amore di sé spinge l’uomo all’autoconservazione.

46
Q

La dottrina dell’οἰκείωσις stoica si contrappone a quella epicurea secondo la quale il bene è il p—–e.

A

Piacere.

47
Q

Quali sono le cose che, secondo gli stoici, giovano all’uomo?

A

Quelle che realizzano e incrementano la natura umana, che è razionale.

48
Q

Quali cose giovano all’uomo?
Quali cose nuocciono all’uomo, secondo gli stoici?

A

I beni e i mali morali.

Solo i beni e i mali morali giovano o nuocciono al logos umano, alla sua razionalità e alla sua peculiare natura.

49
Q

Cosa sono gli ἀδιάφορα?

A

Le cose che non giovano né rendono peggiori l’uomo.

Ἀδιάφορα significa “indifferenti”.

50
Q

Secondo gli stoici, la razionalità umana e quella che presiede al mondo è la stessa cosa.

A

Vero.

La razionalità umana è lo stesso logos divino che governa il cosmo.

51
Q

Secondo gli stoici, per conservare massimamente noi stessi in quanto uomini, dobbiamo conformare la nostra vita alle —-ù.

A

Virtù.

52
Q

Che cosa indica l’acronimo S.V.F. che si trova nella catalogazione degli scritti degli stoici?

A

Stoicorum Veterum Fragmenta.

Frammenti degli stoici antichi.

L’acronimo è stato dato dal filogo Hans von Arnim (1859 – 1931).

53
Q

Gli stoici si consideravano i veri saggi.

A

Falso.

Gli stoici si chiedono, anzi, se mai sia esistito veramente un uomo saggio, capace di vivere una vita così virtuosa come essi stessi l’avevano descritta.

54
Q

L’etica stoica è piena di precetti.

A

Falso.

Non precetti, ma modelli. Inoltre, lo stoicismo è una filosofia introiettata, per cui non è tanto importante ciò che si fa, ma come lo si fa.

55
Q

Riguardo alla virtù gli stoici hanno una posizione vicina a quella di Socrate.

A

Vero.

Anche gli stoici ritengono, come Socrate, che è decisiva la conoscenza delle cose, affinché si possa vivere secondo virtù.

56
Q

Gli stoici furono i primi, tra i filosofi greci, a parlare della volontà umana.

A

Falso.

Anche gli stoici non considerano l’uomo del tutto libero, e quindi non considerano questa fondamentale facoltà umana.

57
Q

Gli stoici parlano di una pluralità di virtù.

A

Falso.

L’unico che parla di molteplicità di virtù è Crisippo, il quale però aggiunge che tutte fanno capo all’unica vera virtù, cioè la scienza dei beni e dei mali.

58
Q

Quali erano, secondo gli stoici, le quattro virtù cardinali?

A

Saggezza, temperanza, fortezza e giustizia.

Saggezza: φρόνησις, temperanza: σοφροσύνη. fortezza: ἀνδρέια, giustizia: δικαιοσύνη.

59
Q

Gli stoici introdussero alcune forme di sillogismo.

A

Vero.

Ad esempio, il modus ponens e il modus tollens.
Modus ponens: dato che p → q e p sono entrambe vere, si deduce che anche q è vera (modus ponens);
Modus tollens: dato che p → q e ¬q sono entrambe vere, si deduce che anche ¬p è vera

60
Q

Gli epicurei erano corporeisti?

A

Sì.

Tra l’altro, recuperano l’atomismo democriteo.

61
Q

Anche Epicuro, come Democrito, riteneva che gli atomi si distinguessero per alcune caratteristiche.
Quali?

A

Per peso, forma e grandezza.

Democrito invece li distingueva per figura, ordine e posizione.

62
Q

Epicuro affermava che il cosmo fosse mosso da una causa finale.

A

Falso.

L’impostazione epicurea era invece meccanicistica. Il cosmo sussiste in ragione di leggi fisiche

63
Q

Gli epicurei credevano in una sorta di provvidenza come gli stoici.

A

Falso.

Essendo il cosmo regolato da leggi meccanicistiche, gli epicurei non potevano credere ad una provvidenza divina, neppure a quella impersonale degli stoici.

64
Q

Quale impulso, secondo gli epicurei, è alla base di tutti gli esseri viventi?

A

Il piacere.

65
Q

Quali tipi di piaceri esistono, secondo gli epicurei?

A

Due: il piacere catastematico (assenza di dolore) e il piacere cinetico (del movimento o alterazione dell’animo).

66
Q

Qual è il termine con il quale Epicuro si riferisce all’assenza di dolore?

A

ἀπονία.

67
Q

In che modo vengono classificati i piaceri dagli epicurei?

A
  1. Piaceri naturali e necessari
  2. Piaceri naturali e non necessari
  3. Piaceri non naturali (e perciò non necessari)
68
Q

Fai un esempio di piacere naturale e necessario.

A

Il piacere che si prova nel nutrimento, cioè quello necessario a vivere.

69
Q

Fai un esempio di piacere naturale e non necessario.

A

Il piacere che si prova nel cibarsi di alimenti ricercati.

Epicuro richiedeva moderazione nel soddisfare questo tipo di piacere.

70
Q

Quali sono i piaceri cinetici?

A

Sia i piaceri naturali e necessari, quelli naturali e non necessari e quelli contro natura.

Naturalmente, per minimizzare l’effetto cinetico (turbamento) dell’animo umano, si devono evitare gli ultimi due, mentre il primo non può né deve essere evitato, anche se causa un minimo turbamento.

71
Q

Cosa significa “λάθε βιώσας”?

A

“Vivi nascostamente”.

72
Q

Perché Epicuro consigliava di “vivere nascostamente”?

A

Per evitare i turbamenti dell’animo.

Vivere nascostamente significa non partecipare alla vita politica e pubblica e non rivestire incarichi pubblici.

73
Q

Che cos’è il tetrafarmaco?

A

Sono quattro indicazioni che, se rispettate, possono facilitare il perseguimento della felicità.

Le quatttro indicazioni sono:
1. non aver paura del dolore perché, se intenso, in genere ha breve durata
2. non aver timore della morte, in quanto è solo disgregazione di atomi
3. non aver timore degli dèi, perché non si curano delle vicende umane
4. La facilità nel raggiungere il piacere, che è lo scopo della nostra vita

74
Q

Chi fu Pirrone e quale scuola fondò?

A

Pirrone fu il filosofo, nato a Elide tra il 365 e il 360 a.C., che fondò lo scetticismo.

75
Q

Pirrone conobbe Alessandro Magno?

A

Sì, e lo seguì in India nelle sue spedizioni militari.

La filosofia di Pirrone risente dell’influenza della spiritualità orientale.

76
Q

La scuola scettica può essere divisa in due parti: quella pirroniana e quella a——–a.

A

Accademica.

Accademica perché nacque all’interno dell’Accademia platonica.

77
Q

Quale filosofo diede vita allo scetticismo accademico?

A

Arcesilao, scolarca dell’Accademia platonica.

78
Q

Cosa significa σκέπτομαι in greco?

A

Il verbo greco “skeptomai” ha vari significati:
1. Guardare intorno a sé
2. Considerare con attenzione
3. Osservare
4. Congetturare

Chi osserva e considera con attenzione la realtà, dubita.

79
Q

Per gli scettici, tutti gli altri filosofi erano i
δ——–ι

A

δογματικοί

80
Q

.
Secondo gli scettici, era necessario astenersi dal formulare qualsiasi
——–

A

Giudizio (in greco la sospensione del giudizio era detta ἐποχή).

81
Q

Perché giudicare la realtà era, secondo gli scettici, controproducente?

A

Perché nessun giudizio definitivo può essere dato sulla realtà.

82
Q

In che cosa consiste l’afasia degli scettici?

A

Nel tacere sulla natura e sull’essere delle cose.

Afasia significa letteralmente “rimanere in silenzio”, ma è evidente che tale atteggiamento non sarebbe possibile in senso assoluto.

83
Q

Gli scettici affermavano esplicitamente che la verità non esiste.

A

Falso.

Anche affermare che “la verità non esiste” è un dogma e affermarlo avrebbe indotto in contraddizione uno scettico.
Gli scettici riportavano invece solo le posizioni filosofiche dei dogmatikoi, evidenziandone le contraddizioni.

84
Q

Qual era l’unico riferimento della realtà che fosse in certo modo anche la traccia sulla quale si muoveva il pensiero degli scettici?

A

Il fenomeno, cioè l’apparire delle cose.

I fenomeni non erano però dati che potessero in alcun modo dare alle cose uno statuto ontologico.

85
Q

Quale discepolo mise per iscritto gli insegnamenti di Pirrone?

A

Timone di Fliunte.

Pirrone, essendo il fondatore dello scetticismo, avrebbe contraddetto il suo stesso pensiero (epoché e afasia), esplicitando - in qualsiasi modo - il proprio pensiero.

86
Q

Qual era lo scopo dell’epoché, secondo gli scettici?

A

Quello di evitare il turbamento.

Il giudizio che diamo alle cose e agli eventi turba il nostro animo, ed è quindi controproducente per rimanere indifferenti alle cose.

87
Q

Per gli scettici, l’epoché era ordinata a scopi logici-conoscitivi o pratico-etici?

A

A scopi pratico-etici.

epoché (sospensione del giudizio) -> afasia (silenzio) -> atarassia (imperturbabilità).