Parmenide Flashcards
Dove e quando nacque Parmenide?
Parmenide nacque ad Elea nella seconda metà del VI secolo.
Parmenide fu avviato alla filosofia da un Pitagorico?
Sì, da Aminia.
Parmenide espone la sua filosofia in un poema.
Vero o Falso?
Vero.
Il poema è intitolato Della Natura.
Chi è la protagonista del poema Della Natura?
Una dèa rivelatrice della verità.
Parmenide fu il vero iniziatore della filosofia intesa come o–o–o–a.
“Ontologia”.
In altre parole, Parmenide fu il vero iniziatore della filosofia dell’essere in quanto essere.
Perché Aristotele prese posizione contro l’idea di Filosofia dell’essere di Parmenide?
Perché Parmenide escludeva dall’indagine filosofica tutti quegli aspetti che non sono comuni a tutti gli enti, che considerava illusori.
Secondo Aristotele, la Metafisica non è solo la scienza dell’essere in quanto essere, ma degli enti in quanto enti.
La filosofia, in altre parole, non deve tenere in considerazione solo ciò che è massimamente comune (l’essere), ma anche ciò che è particolare nei vari enti (gli accidenti e i fenomeni).
Nel suo Della Natura, quante vie di ricerca indica Parmenide?
Tre.
Di queste tre vie, solo una è considerata assolutamente verace. Una seconda via è considerata fallace e una terza verosimile.
Qual è, concisamente, la via della verità, secondo Parmenide?
Il grande principio della verità parmenideo è il seguente: l’essere è e non può non essere; il non essere non è e non può in alcun modo essere.
L’essere, dunque, è e va affermato, il non -essere non è e va negato.
Secondo Parmenide, pensare ed essere non coincidono in alcun modo.
Vero o Falso?
Falso.
Anzi, non c’è pensiero che non esprima l’essere. Invece. il non-essere è del tutto impensabile e, dunque, impossibile.
Il principio parmenideo rappresenta una prima formulazione del principio di non contraddizione.
Vero o Falso?
Vero.
I due contraddittori sono, appunto, l’essere e il non-essere, che non possono coesistere.
Secondo Parmenide, l’essere è stato generato ed è perciò corruttibile.
Vero o Falso?
Falso.
Parmenide afferma invece che se l’essere fosse derivato da qualcosa, sarebbe dovuto derivare dal non-essere o dall’essere.
Dal non-essere, è impossibile perché non è, dall’essere è altrettanto impossibile perché in questo caso già sarebbe.
Parmenide si contrapponeva ad Eraclìto, nel formulare la sua tesi?
In passato si credeva di sì, ma oggi gli studiosi non lo ritengono probabile.
Naturalmente, rimane vero il fatto che la filosofia di Parmenide, fondata sull’immobilità e immutabilità dell’essere, si trova agli antipodi del principio dell’eterno divenire di Eraclito.
L’essere parmenideo non ha né un passato né un futuro.
Vero o Falso?
Vero.
L’essere è, infatti, presente eterno senza inizio né fine.
Se avesse un passato non sarebbe più e se avesse un futuro non sarebbe ancora.
L’essere parmenideo è a) infinito e b) indivisibile.
Vero o Falso?
Solo b) è vero.
L’essere parmenideo è un continuo tutto uguale e indivisibile, ma è anche finito. La finitezza, secondo gli antichi filosofi, era attributo proprio della perfezione delle cose.
Parmenide non spiega cosa ci fosse oltre i “confini” dell’essere, visto che considerava tutto ciò che è necessariamente al suo interno.
L’essere di Parmenide non aveva forma.
Vero o Falso?
Falso.
Secondo Parmenide l’Essere era, invece, sferiforme.
Ma se oltre all’essere non vi è nulla, ed esso è immutabile ed immobile, come definisce Parmenide il nascere, il morire, il muoversi o il cambiare aspetto?
“Puri nomi”.
In altre parole, gli uomini attribuiscono a tali cose dei nomi, ma si ingannano coloro che li considerino reali.
Che cosa induce gli uomini all’errore, ritenendo vero ad un tempo l’essere e il non-essere come, ad esempio, il mutare delle cose, il nascere e il morire, il movimento?
I loro sensi fisici e corporei.
Parmenide tenta comunque di spiegare i fenomeni.
In che modo?
Includendoli in un’unità superiore, quella dell’essere.
Ad esempio, parlando del giorno e della notte, Parmenide dice che esse sono uguali e che sono ambedue “essere”, perché in nessuna delle due vi è il nulla o il non-essere.
La doxa (opinione) è per Parmenide qualcosa di assolutamente inaccettabile?
No.
L’opinione rappresenta proprio quella terza via verosimile di cui parla nel suo Della Natura.
Se l’opinione è per Parmenide una via verosimile per comprendere la realtà, in cosa sbaglierebbero gli uomini nel dar conto ai fenomeni, che sembrano indicare che l’essere non sia immutabile?
Nel considerare i fenomeni come entità distinte, non riconducibili tutti all’unico essere.
Ad esempio, Parmenide dice che “giorno” e “notte” sono uguali, perché nessuno dei due è non-essere (la realtà continua ad esistere sia di giorno, sia di notte). Bisogna dunque dire che sono ambedue “essere”.
Come riesce Parmenide a conciliare tutti i fenomeni osservabili, se essi devono essere considerati identici nella superiore unità dell’essere?
Non vi riesce.
Parmenide non riesce a superare l’aporia di un essere sempre identico a se stesso con i mutamenti osservabili nelle cose attraverso i sensi, neppure riconducendo tutto all’unità superiore rappresentato dall’essere.
Perché, secondo Parmenide, non è possibile definire le cose?
Perché la definizione è un giudizio, e il giudizio è predicare qualcosa di un ente e qualsiasi giudizio su un qualsivoglia ente, implica necessariamente un passaggio dal massimamente comune e generale (l’essere) al particolare e al molteplice.
Ad esempio, dicendo “I gatti sono felini, la “felinità” è una particolarità dell’essere, comune a tutte le cose specifico per i soli gatti (e gli altri felini).