Parmenide Flashcards

1
Q

Dove e quando nacque Parmenide?

A

Parmenide nacque ad Elea nella seconda metà del VI secolo.

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2
Q

Pamenide fu avviato alla filosofia da un Pitagorico?

A

Sì, da Aminia.

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3
Q

Parmenide espone la sua filosofia in un poema.
Vero o Falso?

A

Vero.

Il poema è intitolato Della Natura.

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4
Q

Chi è la protagonista del poema Della Natura?

A

Una dèa rivelatrice della verità.

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5
Q

Parmenide fu il vero iniziatore della filosofia intesa come o–o–o–a.

A

“Ontologia”.

In altre parole, Parmenide fu il vero iniziatore della filosofia dell’essere in quanto essere.

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6
Q

Perché Aristotele prese posizione contro l’idea di Filosofia dell’essere di Parmenide?

A

Perché Parmenide escludeva dall’indagine filosofica tutti quegli aspetti che non sono comuni a tutti gli enti, che considerava illusori.

Secondo Aristotele, la Metafisica non è solo la scienza dell’essere in quanto essere, ma degli enti in quanto enti.
La filosofia, in altre parole, non deve tenere in considerazione solo ciò che è massimamente comune (l’essere), ma anche ciò che è particolare nei vari enti (gli accidenti e i fenomeni).

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7
Q

Nel suo Della Natura, quante vie di ricerca indica Parmenide?

A

Tre.

Di queste tre vie, solo una è considerata assolutamente verace. Una seconda via è considerata fallace e una terza verosimile.

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8
Q

Qual è, concisamente, la via della verità, secondo Parmenide?

A

Il grande principio della verità parmenideo è il seguente: l’essere è e non può non essere; il non essere non è e non può in alcun modo essere.

L’essere, dunque, è e va affermato, il non -essere non è e va negato.

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9
Q

Secondo Parmenide, pensare ed essere non coincidono in alcun modo.
Vero o Falso?

A

Falso.

Anzi, non c’è pensiero che non esprima l’essere. Invece. il non-essere è del tutto impensabile e, dunque, impossibile.

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10
Q

Il principio parmenideo rappresenta una prima formulazione del principio di non contraddizione.
Vero o Falso?

A

Vero.

I due contraddittori sono, appunto, l’essere e il non-essere, che non possono coesistere.

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11
Q

Secondo Parmenide, l’essere è stato generato ed è perciò corruttibile.
Vero o Falso?

A

Falso.

Parmenide afferma invece che se l’essere fosse derivato da qualcosa, sarebbe dovuto derivare dal non-essere o dall’essere.
Dal non-essere, è impossibile perché non è, dall’essere è altrettanto impossibile perché in questo caso già sarebbe.

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12
Q

Parmenide si contrapponeva ad Eraclìto, nel formulare la sua tesi?

A

In passato si credeva di sì, ma oggi gli studiosi non lo ritengono probabile.

Naturalmente, rimane vero il fatto che la filosofia di Parmenide, fondata sull’immobilità e immutabilità dell’essere, si trova agli antipodi del principio dell’eterno divenire di Eraclito.

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13
Q

L’essere parmenideo non ha né un passato né un futuro.
Vero o Falso?

A

Vero.

L’essere è, infatti, presente eterno senza inizio né fine.
Se avesse un passato non sarebbe più e se avesse un futuro non sarebbe ancora.

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14
Q

L’essere parmenideo è a) infinito e b) indivisibile.
Vero o Falso?

A

Solo b) è vero.

L’essere parmenideo è un continuo tutto uguale e indivisibile, ma è anche finito. La finitezza, secondo gli antichi filosofi, era attributo proprio della perfezione delle cose.
Parmenide non spiega cosa ci fosse oltre i “confini” dell’essere, visto che considerava tutto ciò che è necessariamente al suo interno.

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15
Q

L’essere di Parmenide non aveva forma.
Vero o Falso?

A

Falso.

Secondo Parmenide l’Essere era, invece, sferiforme.

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16
Q

Ma se oltre all’essere non vi è nulla, ed esso è immutabile ed immobile, come definisce Parmenide il nascere, il morire, il muoversi o il cambiare aspetto?

A

“Puri nomi”.

In altre parole, gli uomini attribuiscono a tali cose dei nomi, ma si ingannano coloro che li considerino reali.

17
Q

Che cosa induce gli uomini all’errore, ritenendo vero ad un tempo l’essere e il non-essere come, ad esempio, il mutare delle cose, il nascere e il morire, il movimento?

A

I loro sensi fisici e corporei.

18
Q

Parmenide tenta comunque di spiegare i fenomeni.
In che modo?

A

Includendoli in un’unità superiore, quella dell’essere.

Ad esempio, parlando del giorno e della notte, Parmenide dice che esse sono uguali e che sono ambedue “essere”, perché con nessuna delle due c’è il nulla o il non-essere.

19
Q

La doxa (opinione) è per Parmenide qualcosa di assolutamente inaccettabile?

A

No.

L’opinione rappresenta proprio quella terza via verosimile di cui parla nel suo Della Natura.

20
Q

Se l’opinione è per Parmenide una via verosimile per comprendere la realtà, in cosa sbaglierebbero gli uomini nel dar conto ai fenomeni, che sembrano indicare che l’essere non sia immutabile?

A

Nel considerare i fenomeni come entità distinte, non riconducibili tutti all’unico essere.

Ad esempio, Parmenide dice che “giorno” e “notte” sono uguali, perché nessuno dei due è non-essere (la realtà continua ad esistere sia di giorno, sia di notte). Bisogna dunque dire che sono ambedue “essere”.

21
Q

Come riesce Parmenide a conciliare tutti i fenomeni osservabili, se essi devono essere considerati identici nella superiore unità dell’essere?

A

Non vi riesce.

Parmenide non riesce a superare l’aporia di un essere sempre identico a se stesso con i mutamenti osservabili nelle cose attraverso i sensi, neppure riconducendo tutto all’unità superiore rappresentato dall’essere.

22
Q

Perché, secondo Parmenide, non è possibile definire le cose?

A

Perché la definizione è un giudizio, e il giudizio è predicare qualcosa di un ente.

Qualsiasi giudizio su un qualsivoglia ente, implica necessariamente un passaggio dal massimamente comune e generale (l’essere) al particolare e al molteplice.
Ad esempio, dicendo “I gatti sono felini, la “felinità” è una particolarità dell’essere, comune a tutte le cose specifico per i soli gatti (e gli altri felini).