I Sofisti Flashcards

1
Q

Quale tra i seguenti è il significato originario del termine “sofista”?
1. Persona capziosa
2. Persona sapiente
3. Persona nobile
4. Persona falsa

A

Persona sapiente.

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2
Q

Chi diede per primo un’accezione negativa al termine “sofista”?

A

Platone o, forse prima di lui, Socrate stesso.

Senofonte li definì addirittura “prostituti”.
Anche Aristotele, nel suo Confutazioni sofistiche, dice: “I sofisti parlano al fine di ingannare, scrivono per loro guadagno e non recano a nessuno alcun giovamento e, più avanti: “La sofistica è una sapienza apparente, ma non reale”.

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3
Q

Tutti i filosofi, da Talete in poi, chiedevano un compenso per comunicare le loro conoscenze e in questo i sofisti non fecero eccezione.
Vero o Falso?

A

Falso.
I Sofisti furono i primi a chiedere un compenso per istruire i loro discepoli.

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4
Q

Quali accuse venivano mosse ai Sofisti da parte degli altri filosofi?

A

Sostanzialmente due: 1] che lo sofistica è un sapere apparente e non reale e 2] che i Sofisti professavano la loro dottrina a scopo di lucro.

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5
Q

In genere, l’opinione pubblica era sfavorevole ai sofisti?

A

Sì.
Le maggiori preoccupazioni riguardavano la religione e la morale.

Naturalmente, il pericolo era rappresentato dal relativismo introdotto dalla sofistica.

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6
Q

I Sofisti introdussero un nuovo oggetto di studio, che era stato fino allora trascurato dai naturalisti.
Quale?

A

L’uomo e tutto ciò che è tipicamente umano.

Con i Sofisti inizia infatti quello che può essere definito il periodo umanistico della filosofia antica.

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7
Q

Lo spostamento dell’attenzione dei filosofi sull’uomo fu causato solamente dall’inaridimento della riflessione sulla natura, che non aveva più altro da offrire?

A

No, i fattori furono invece molteplici:
1. Crisi dell’aristocrazia/potere crescente del popolo
2. Crisi dell’idea che l’areté (virtù) fosse legata alla nascita e alle nobili origini
3. Ampliarsi del commercio e degli scambi culturali
4. Afflusso di meteci (specie in Atene)

Meteco: nell’antica Grecia, il forestiero libero, che risiedeva stabilmente in una città, escluso dalla partecipazione attiva alla politica e gravato di particolari imposte.
L’aristocrazia non perdonò ai Sofisti di aver contribuito alla loro perdita di potere, in quanto il loro insegnamento permetteva a chiunque di far carriera in base all’abilità personale in ambiti che eranoprecedentemente riservati ai nobili.

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8
Q

La conoscenza di nuovi costumi e tradizioni, oltre a spostare la riflessione dal cosmo all’uomo, arrecò un’ulteriore cambiamento di mentalità, che i Sofisti seppero cogliere abilmente. Quale?

A

La convinzione che ciò che era considerato fino ad allora eternamente valido, fosse invece relativo soltanto alla cultura greca.

La rottura del ristretto cerchio della polis convinse i Greci che usi e tradizioni ritenuti fino a quel momento universali, in realtà non appartenevano a tutti gli altri popoli.

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9
Q

Nonostante i giudizi negativi dei contemporanei e dei critici più recenti, oggi si pensa però che la sofistica sia stata molto utile alla filosofia.
In che modo?

A

Dando impulso alla riflessione sull’uomo.

D’altra parte, la physis, con tutte le teorie contraddittorie che aveva messo in campo e il fallito tentativo degli Eclettici di recuperare alcuni filosofi del passato, sembrava aver condotto la filosofia su un binario morto.
La sofistica contribuì a un cambio di paradigma della filosofia, e provocò una reazione da parte dei grandi filosofi che sarebbero subentrati a breve, come Socrate, Platone e successivi.

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10
Q

Quali furono i temi dominanti della speculazione sofistica?

A

L’etica, la politica, la retorica, l’arte, l’educazione e la religione.

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11
Q

I Sofisti estesero a tutti il loro insegnamento?

A

No, solo a chi poteva permettersi di retribuirli adeguatamente.

Il fatto di pretendere un compenso per il loro insegnamento restringeva l’accesso alle loro scuole solo ai più abbienti. Inoltre, l’insegnamento preminentemente pratico era orientato alla formazione di coloro che erano destinati alla guida dello Stato e perciò generalmente di ceto sociale più alto.

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12
Q

I Sofisti furono rimproverati dagli altri filosofi di essere dei girovaghi.
Vero o Falso?

A

Vero.

Secondo la mentalità di allora, l’uomo greco doveva sentirsi legato alla propria città natale. Se da una parte questo era sicuramente il modo migliore per mantenere le tradizioni locali, dall’altra ciò indusse ad una forte rivalità tra le polis e a impedire ai Greci di sentirsi parte di una sola nazione.
I Sofisti, al fine di ottenere ulteriori guadagni, passavano invece di città in città.

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13
Q

Da dove è preso questo celebre passo di Platone?

A

Dal Teeteto.

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14
Q

Quando Protagora afferma che “l’uomo è misura di tutte le cose” intende il singolo individuo oppure l’umanità nel suo insieme?

A

Il singolo individuo.

Meglio ancora, si può dire che la misura di tutte le cose è data dalla relazione che esiste tra ciascun individuo e la cosa sulla quale ciascun individuo emette un giudizio.

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15
Q

La verità, secondo i sofisti, dipende dalla capacità di ciascuno di rendere ragione della sua verità.
Vero o Falso?

A

Vero.

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16
Q

Definiresti la sofistica una corrente coerente di pensiero?

A

No.

La sofistica ebbe uno sviluppo che, da dottrina orientata ai principi dell’antropologia filosofica e all’etica la portò a esasperare i tecnicismi della retorica e all’immoralismo.

17
Q

Qual è l’etimologia del termine “eristica”? Chi furono gli eristi?

A

Eristica proviene dal greco εριζειν (“battagliare”). Gli eristi furono quei sofisti che applicarono tecniche retoriche persuasive per ottenere vantaggi politici.

Eris era la divinità della contesa.
Gli eristi non tenevano in alcuna considerazione il contenuto etico del discorrere, pur di conseguire obiettivi di carattere politico.

18
Q

Nonostante tutto, sia Platone, sia Aristotele, consideravano i sofisti dei veri filosofi.

A

Falso.

Sia Platone nel Teeteto, sia Aristotele nella Metafisica, non considerano i sofisti filosofi in senso stretto, dato che, anziché occuparsi di ciò che è, i sofisti si occupano di ciò che non è. Non si occupano infatti dell’essere e del non-essere, né del vero o del falso e dunque per i sofisti le cose non hanno una propria consistenza ontologica.

19
Q

Se i sofisti non ricercavano la verità né erano interessati alla contemplazione della realtà, qual era il loro obiettivo?

A

L’utilità pratica del loro insegnamento.
Il vero sapiente non è colui che ritiene di conoscere presunti valori assoluti, ma colui che sa riconoscere questo relativo “più utile”, “più conveniente” e perciò “più opportuno”.

L’obiettivo dei sofisti era formare alle scienze pratiche (etica, morale) e a quelle produttive (retorica, politica).
L’utilità, in un certo senso, era per i sofisti l’obiettivo che per i filosofi della natura e per la scuola eleatica era rappresentato invece dalla ricerca delle cause che governano il cosmo e dalla verità di ciò che è e che può essere conosciuto tramite la ragione.

20
Q

I sofisti erano in genere persone virtuose.
È corretto?

A

Sì, se con “virtù” s’intende la capacità di attuare tecniche sofisticate.

Il significato tradizionale di virtù (ἀρετη), cioè quella facoltà di agire in modo retto, è soppiantato dai sofisti con quello di capacità di produrre e inventare secondo tecniche sofisticate.
Anche oggi, il termine virtuosismo è inteso nel significato di esercizio tecnico di elevata complessità compiuto con maestria.

21
Q

Cos’hanno in comune il pensiero diIppia e Antifonte in quanto sofisti?

A

Entrambi contrappongono la legge (νόμος) alla natura (φύσις).

Sostanzialmente, sia Ippia, sia Antifonte, vedono nel νόμος ciò che divide e nella φύσις, ciò che unisce gli uomini.
Le leggi vengono considerate frutto di pura convenzione e di arbitrio e che solo la legge naturale sia in fondo valida per l’uomo.

22
Q

Cos’hanno in comune i sofisti Crizia e Trasimaco?

A

Possono essere entrambi annoverati tra i sofisti politici e paladini del diritto positivo.

Crizia riteneva che gli antichi legislatori avessero introdotto la credenza negli dèi per incutere negli uomini quella paura della trasgressione che la legge non poteva raggiungere con i soli propri mezzi.
Trasimaco giunse ad affermare che il “giusto” non è nient’altro che l’utile del più potente.