PCOS Flashcards

1
Q

EPIDEMIOLOGIA,

A

La sindrome dell’ovaio policistico (POCS) è la causa più frequente di iperandrogenismo nella donna in età fertile e di anovulatorietà cronica (5-10%).

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2
Q

DEFINIZIONE PCOS

A

La definizione di PCOS attualmente è quella adottata dal PCOS Consensus Workshop Bnoep di Rotterdam (2003) secondo cui la diagnosi si basa sulla presenza di almeno due di questi sintomi o segni,
1 iperandrogenismo clinico e o biochimico
2 oligoanovulazione cronica
3 ecostruttura policistica dell’ovaio mono bilaterale,

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3
Q

IPERANDROGENISMO CLINICO E O BIOCHIMICO , PRINCIPALE INDICATORE CLINICO ECCESSO ANDROGENI

A

il principale indicatore clinico dell’eccesso di androgeni è la presenza di irsutismo, mentre la sola presenza di acne o alopecia non costituisce un marker specifico

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4
Q

OLIGOANOVULAZIONE CRONICA , COME SI ESPRIME CLINICAMENTE OLIGO ANOVULAZIONE

A

espressa clinicamente da oligomenorrea/amenorrea presente da almeno due anni, secondaria ad alterazione della follicologenesi (con aumento di LH, Luteinizing Hormone, e de-ficit di FSH, Follicle Stimulating Hormone) e della steroidogenesi ovarica;

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5
Q

ECOSTRUTTURA POLICISTICA OVAIO MONO O BILAT

A

dell’ovaio mono/bilaterale (volume ovarico >10 mL e/o presenza di 12 o più fol-licoli nell’ovaio compresi tra 2 e 9 mm di diametro) ed esclusione di altre eziologie (iperplasia surrenale congenita, tumori androgeno-secerenenti, sindrome di Cushing)

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6
Q

CARATTERISTICHE CLINICHE SDR DI LEVENTHAL

A

La sindrome di Leventhal, descritta nel 1935, corrisponde al quadro di ovaio policistico caratterizzato clinica-mente da quattro sintomi:
- Amenorrea oppure oligomenorrea
- Sterilità
- Irsutismo
- obesità

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7
Q

EPIDEMIOLOGIA PCOS

A

Questa sindrome eterogenea è andata assumendo una crescente importanza per la frequenza con la quale viene riscontrata (5-10% della popolazione in età riproduttiva), tanto da essere oggi considerata l’alterazione endocrina più comune durante gli anni della vita riproduttiva

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8
Q

EZIOLOGIA E PATOGENESI PCOS

A

L’eziologia è ancora oggi sconosciuta. Considerando che un tipico aspetto policistico delle ovaie si manifesta ogni volta che esiste uno stato anovulatorio cronico, indipendentemente dall’origine, si può ipotizzare che, come vi sono diverse cause dell’assenza di ovulazione, bisogna riconoscere diverse cause della sindrome dell’ovaio policistico.

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9
Q

FATTORI DI RISCHIO PER SDR DI OVAIO POLICISTICO

A

familiarità per la PCOS, probabilmente autosomica dominante con penetranza variabile, con coinvolgimento del gene CYP11a, di un locus del gene del recettore insulinico e iperattività enzimatica del citocromo P450c17: quest’ultimo stimola la steroidogenesi a livello ovarico e surrenalico (con conseguente iperandrogenismo). L’iperfosforilazione a livello dei recettori per l’insulina determina un’attenuazione del segnale endocrino dell’ormone con conseguente insulino-resistenza. La base genetica condizionerebbe un’iperproduzione di androgeni da parte delle cellule tecali.
- modificazioni nella secrezione insulinica Altri fattori che intervengono sono le modificazioni nella secrezione insulinica e un certo grado di insulino-resistenza. Il 20% delle donne affette da POCS è obeso e presenta intolleranza al glucosio o diabete mellito di tipo II.
- disordine corticosurrenalico, Altri ipotizzano che la sindrome possa essere la conseguenza di un disordine corticosurrenalico, stabilitosi all’inizio della maturazione sessuale (adrenarca precoce), consistente in una eccessiva secrezione di andro-geni da parte della zona reticularis del surrene, con conseguente continua formazione extraghiandolare di estrogeni, che a loro volta inducono una eccessiva secrezione di LH, che a livello ovarico provoca una iperin-crezione di androgeni. Man mano che la pubertà progredisce, l’ovaio si sostituisce alla corteccia del surrene nel mantenere l’iperincrezione di androgeni.
- Altri pensano che la sindrome possa essere la conseguenza di deviazioni nel corso del normale processo ma-turativo che si verifica nell’adolescenza. Queste anomalie sarebbero capaci di indurre un aumento esagerato dell’LH e forse una riduzione dell’FSH. La causa prima di queste alterazioni funzionali non è stata ancora pre-cisata, ma molte prove sembrano localizzarla nel sistema nervoso centrale.

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10
Q

IPOTESI PATOGENETICI PCOS

A

Dal punto di vista patogenetico le ipotesi formulate nel corso degli anni possono essere ricondotte ad
- una, più vecchia, che vede l’ovaio alterato per effetto di vari stimoli endocrini extra-ovarici
- un’altra che riconosce nell’ovaio il responsabile delle varie alterazioni endocrine tipiche della sindrome stessa.

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11
Q

PRIMA IPOTESI, OVAIO

A

L’OVAIO SAREBBE ALTERATO PER EFFETTO DI VARI STIMOLI ENDOCRINI EXTRAOVARICI, Secondo la prima ipotesi la POCS sarebbe la conseguenza di una condizione cronica di feedback improprio (iperestrogenismo) che può riconoscere varie origini.

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12
Q

SECONDA IPOTESI PCOS

A

LOCALIZZA NELL’OVAIO L’ALTERAZIONE PRIMITIVA DELLA PCOS, La seconda ipotesi localizza nell’ovaio l’alterazione primitiva della POCS: il disordine delle gonadotropine e degli androgeni sarebbe secondario al disturbo primitivo ovarico.

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13
Q

CAUSE DI UN DISTURBO OVARICO PRIMITIVO CHE PUO’ DETERMINARE PCOS

A

Per quanto riguarda le cause del primitivo disturbo ovarico sono state proposte diverse:
- prolungata e precoce esposizione agli estrogeni
- lunga fase di anovularietà perimenarcale
- fattori paracrini intraovarici
- alterazioni da cause genetiche della steroidogenesi ovarica

La patogenesi non è ancora chiarita è probabile che la sindrome sia l’espressione finale di un ampio spettro di condizioni patologiche endocrine di diversa origine.
Flamigni nel 1996 ha proposto una classificazione [a lato]

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14
Q

ORMONI PCOS

A

Sotto l’aspetto ormonale la micropolicistosi ovarica vera è ca-ratterizzata da un’aumentata produzione giornaliera di andro-geni ed estrogeni e dalla dissociazione tra i tassi plasmatici delle gonadotropine con LH generalmente elevato e FSH normale o basso, con un rapporto LH/FSH che nelle forme tipiche è supe-riore a 2,5.

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15
Q

ORMONI NEL SANGUE DELLE PZ CON PCOS

A

Nel sangue di queste pazienti sono presenti elevati livelli di:
* testosterone
* Androastenedione
* Deidroepiandrosterone (DHEA)
* Deidroepiandrosterone solfato (DHEA-S)
* 17-idrossiprogesterone

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16
Q

CLASSIFICAZIONE DELLE MICROPOLICISTOSI OVARICHE

A

MICROPOLICISTOSI PRIMITIVE, o vere o sindrome dell’ovaio micropolicistico
- PRIMO TIPO
- Iperandrogenismi ovarici puri
- iperandrogenismi misti, ovarici e surrenalici, con deidroepiandrosterone solfato aumentato
- SECONDO TIPO
- Iperandrogenismi ovarici associati ad iperinsulinemia
- MICROPOLICISTOSI SECONDARIE,
- Conseguenti ad iperandrogenismi surrenalici non tumorali
- conseguenti a neoplasie androgeni secernenti

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17
Q

ORIGINE ORMONI ELEVATI IN PCOS

A

Il testosterone, l’androstenedione e il DHEA sono di origine ovarica, mentre il DHEA-S, che è elevato in circa il 50% delle pazienti, è esclusivamente di origine corticosurrenalica. Nel ristretto numero di casi nei quali le concentrazioni plasmatiche totali degli androgeni sono comprese nei limiti normali, le frazioni libere biologicamente attive (testosterone, diidrotestosterone, Δ-4 androstenedione) sono sempre elevate, a causa della riduzione dei livelli di SHBG.

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18
Q

ESTROGENI IN PCOS

A

livelli circolanti di estradiolo corrispondono a quelli di una fase follicolare precoce e questo ormone non viene prodotto in quantità aumentata dalle ovaie. Il modesto iperestrogenismo è dovuto all’aumentata conversione periferica nel tessuto grasso di androstenedione in estrone.
L’SHBG (sex hormone binding globulin) presenta una riduzione del 50% per effetto dell’aumento del testo-sterone circolante e nelle pazienti con iperinsulinemia, anche per un effetto dell’insulina sul fegato. Risultano aumentati l’estradiolo libero e il testosterone.

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19
Q

GONADOTROPINE IN PCOS

A

Le gonadotropine presentano una dissociazione nella loro secrezione testimoniata dai livelli normali o bassi di FSH a fronte di livelli elevati di LH.

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20
Q
A
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21
Q

CAUSA DEL TIPICO ANDAMENTO DELLA SECREZIONE GONADOTROPINICA

A

Questo tipico andamento della secrezione gonadotropinica è il risultato, molto probabilmente, o di un’aumentata sensibilità dell’ipofisi al GnRH ipotalamico oppure di un’alterata secrezione ipotalamica di GnRH, in particolare un aumento della sua pulsatilità, che potrebbe essere il risultato di una dissociazione dei mecca-nismi inibitori dopaminergici e oppioergici che modulano l’attività secretoria dei neuroni ipotalamici GnRH secernenti. Entrambe le situazioni si associano con un aumento dell’ampiezza e della frequenza delle pulsa-zioni dell’LH, a sua volta correlato con l’iperestrogenismo esistente, determinato dall’aumento dell’E1 e dall’aumento dell’estradiolo libero, conseguente alla riduzione dei livelli SHBG.
La parziale soppressione dell’FSH, oltre che alla maggiore sensibilità di questa gonadotropina al feedback negativo degli estrogeni e alla relativa insensibilità dell’FSH al GnRH, è dovuta almeno in parte all’azione dell’inibina, la cui attività aumentata nei follicoli ovarici per effetto della presenza di un eccesso di androgeni.

I bassi, ma costanti livelli di FSH stimolano la crescita di nuovi follicoli, che non raggiungono la completa maturazione e non vanno incontro all’ovulazione, ma all’atresia.
Questo processo continuo porta alla formazione nell’ovaio di multiple cisti follicolari del diametro di 2-4 mm, ma anche di 15 mm circondate da cellule tecali iperplastiche.
La conseguenza della presenza nelle ovaie di follicoli in fase maturativa, in risposta alla continua stimolazione gonadotropinica, è un’aumentata e relativamente costante produzione di steroidi.

I follicoli che vanno incontro alla atresia continuano ad arricchire la quota stromale ovarica che secerne, sotto la stimolazione dell’LH, consistenti quantità di androgeni (androstenedione e testosterone).
A loro volta gli elevati livelli androgenici, attraverso la conversione periferica extraghiandolare e la riduzione dei livelli circolanti di SHBG, contribuiscono ad aumentare le concentrazioni plasmatiche di estrogeni. Questo eccesso di androgeni, di origine duplice, ovarica e surrenalica, rappresenta l’elemento ormonale distintivo.
La presenza intrafollicolare di elevate quantità di androgeni è la responsabile della condizione di persistente anovulazione, come dimostra il fatto che la caduta di livelli androgenici, che si ottiene con la resezione cunei-forme delle ovaie con il drilling ovarico è seguita dal ritorno dell’ovulazione. Un certo numero di donne pre-senta elevati livelli plasmatici di prolattina e una risposta esagerata della prolattina dopo stimolazione con TRH.

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22
Q

RISPOSTA DELL’ASSE IPOTALAMO IPOFISARIO

A

La risposta dell’asse ipotalamo-ipofisario è appropriata al clima iperestrogenico di fondo. Le modificazioni che ne risultano (elevati livelli di LH e tassi normali di FSH) portano ad un’alterazione funzionale caratterizzata dall’accumulo di notevoli quantità di androgeni. A livello intrafollicolare, per effetto di un blocco della risposta all’FSH, non si verifica la trasformazione del microambiente follicolare da androginico in estrogenico, cambiamento essenziale per la continuazione della crescita e dello sviluppo follicolare fino all’ovulazione, come sembra dimostrare la riduzione dell’attività dell’IGF1 e 2, cui consegue una limitazione dell’attività aro-matasica e una ridotta capacità di trasformazione degli androgeni prodotti dalle cellule tecali in estrogeni ad opera delle cellule della granulosa per cui nel liquido follicolare prevalgono cronicamente gli androgeni.

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23
Q

CARATTERISTICHE FORME DI SECONDO TIPO DI POLICISTOSI OVARICA

A

Nelle forme di secondo tipo la policistosi ovarica è associata ad una condizione di iperinsulinemia. Queste-forme sono caratterizzate, rispetto a quelle del primo tipo, da:
- livelli circolanti di lh più bassi e da un minor rapporto di LH FSH
- Più elevati livelli di estrone
- Bassi livelli di SHBG,
- Prolattina meno frequentemente elevata
- La risposta dell’lh allo stimolo con Gn RH è per lo più normale o ai limiti superiore della norma

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24
Q

MANIFESTAZIONE PCOS

A

In queste pazienti per lo più obese (obesità androide), l’ipersulinemia e l’iperandrogenismo sono qualche volta associati all’acanthosis nigricans, un’alterazione della pelle, localizzata al collo, all’inguine o nelle ascelle, che presenta un colorito grigio scuro con aspetto vellutato. Può essere ritenuta l’acantosi come un marcatore della resistenza all’insulina

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25
Q

DA CHE COSA DIPENDE IPERINSULINEMIA IN PCOS

A

L’iperinsulinemia in queste pazienti dipende, oltre che dalla resistenza periferica all’insulina, dalla diminuita clearance epatica dell’insulina e dall’aumentata sensibilità pancreatica. In queste pazienti sarebbe l’iperinsu-linemia a provocare l’iperandrogenismo. L’insulina agirebbe attivando i recettori per l’IF1 con conseguente aumentata produzione di androgeni da parte del tessuto tecale. L’insulina inibisce la sintesi epatica di SHBG e la produzione epatica e della insulin like growth factor binding protein I.

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26
Q

ANATOMIA PATOLOGICA PCOS

A
  • ovaie ingrossate, anche se non necessariamente.
  • Il volume è aumentato da due a cinque volte.
  • Ovaie sono rivestite da una capsula albuginea ispessita e fibrotica che conferisce questo aspetto madreperlaceo e liscio.
  • alla sezione si osserva la presenza di numerosi follicoli (alcuni atresici, altri con teca interna luteinizzata) e di tante piccole cisti disposte alla periferia a corona di rosario e l’ispessimento della zona mi-dollare.
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27
Q

MICROSCOPIA PCOS

A

All’indagine microscopica colpiscono l’ipertrofia e la luteinizzazione delle cellule della teca che rive-stono i follicoli, mentre lo stroma ovarico evidenzia note di iperplasia

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28
Q

CLINICA PCOS , TIPI DI SINTOMI

A

Si manifesta clinicamente con due gruppi di sintomi:
* Quelli determinati dall’iperandrogenismo (acne, irsutismo, alopecia, obesità)
* Quelli legati allo stato di anovulatorietà (oligomenorrea, polimenorrea, amenorrea, menorragia, steri-lità).

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29
Q

FREQUENZA MANIFESTAZIONI CLINICHE DELLA SINDROME

A

Le diverse manifestazioni cliniche della sindrome possono presentarsi variamente associate e con diversa frequenza, a definire quadri di varia gravità da lieve ad intensa:
❖La sterilità è presente nel 60-70% dei casi
- Irsutismo che può presentarsi prima e dopo il menarca nel 65% dei casi
❖L’amenorrea secondaria si riscntra in più del 50% dei casi, rare le pazienti con amenorrea primitiva
❖Meno-metrorragie disfunzionali presenti nel 30% dei casi
- L’obesità è presente in percentuale estremamente variabile,
- Acne è presente nel 10 20%

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30
Q

TEMPISTICA DI MANIFESTAZIONE SINTOMATOLOGIA

A

La sintomatologia compare di solito precocemente per lo più in età perimenarcale.
Con il passare degli anni la sindrome tende a peggiorare specie sotto l’aspetto delle caratteristiche mestruali. Solo una piccolissima percentuale vede il normalizzarsi del ciclo mestruale.

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31
Q

REMISSIONE PCOS, INCIDENZA

A

Sono possibili delle remissioni parziali e temporanee dei disturbi specie dopo una gravidanza.

32
Q

DIAGNOSI PCOS , CONDIZIONI NECESSARIE

A

Perché vi sia diagnosi di POCS, secondo la convenzione di Rotterdam del 2003, è necessario riscontrare al-meno due delle tre seguenti condizioni:
1. Anovulazione, con conseguenti amenorrea e infertilità anovulatoria
2. Eccesso di ormoni androgeni, che può manifestarsi con irsutismo ed acne
3. Presenza di cisti ovariche

33
Q

FENOTIPI DELLA PCOS

A

All’interno della medesima denominazione di PCOS possono esservi presentazioni cliniche diverse, i cosiddetti fenotipi della PCOS:
✓classico, quando sono presenti oligo/anovulazione e iperandro-genismo, con o senza l’aspetto micropolicistico dell’ovaio,

✓ovulatorio, quando vi sono iperandrogenismo e aspetto micro-policistico

✓normoandrogenico, in presenza di oligoanovulazione e aspetto micropolicistico

✓completo, iperandrogenismo più anovulazione più ovaio con morfologia PCOS

34
Q

CARATTERISTICHE FENOTIPO CLASSICO

A

Il fenotipo classico e completo sembrano essere gravato da maggiore rischio per disordini metabolici e car-diovascolari a lungo termine. La PCOS presenta infatti spesso con una serie di comorbidità legate all’obesità, all’insulino-resistenza e all’iperandrogenismo, con aumentato rischio di sindrome metabolica anche nei sog-getti giovani.

35
Q

RISCHIO AUMENTATO IN DONNE CON PCOS

A

Nelle donne con POCS, che mostrano anovulatorietà cronica e livelli di estrogeni costantemente elevati e non bilanciati dal progesterone, è aumentato il rischio di carcinoma endometriale e della mammella.

36
Q

DIAGNOSI COME ORIENTARSI

A
  • L’iter diagnostico prevede un’ecografia trans vaginale: se il volume ovarico risulta aumentato (>10 mL) e/o sono presenti almeno 10 follicoli con diametro 2-9 mm, valutati in scansione longitudinale e trasversale.
    La loro distribuzione periferica e l’ipertrofia dello stroma ovarico, anche se presenti, da sole non sono diagno-stiche di PCOS.
  • Laboratorio PCOS
37
Q

LABORATORIO PCOS

A

Le indagini di laboratorio evidenziano nel 70-80% delle pazienti affette da tale patologia:
➢aumento dell’LH con rapporto LH/FSH maggiore di 2 o 3 volte alla norma nel 60% dei casi; questo produce l’iperplasia dello stroma e della teca ovarica, con iperandrogenismo secondario, responsabile a sua volta dell’aromatizzazione a estrogeni che perpetua, così, un incremento tonico dell’LH e l’anovulazione cro-nica
➢iperandrogenismo da aumento di androgeni circolanti (testosterone libero, androstenedione, deidroe-piandrosterone, DHEA) di origine ovarica; aumento del diidrotestosterone; aumento del DHEA-S di ori-gine surrenalica
- Aumento dell’estrone e del rapporto estrone estradiolo
➢ridotti livelli di SHBG, quindi testosterone totale normale o aumentato
➢prolattina normale o lievemente aumentata
➢iperinsulinemia con indici di insulino-resistenza. In circa il 50-70% dei casi è presente una profonda insu-lino-resistenza con iperinsulinemia secondaria indipendente dal peso. L’insulino-resistenza dovuta alla riduzione della funzione recettoriale insulinica intracellulare determina una diminuita stimolazione del trasporto del glucosio e l’inibizione della lipolisi negli adipociti.

38
Q

EZIOPATOGENESI PCOS

A

L’iperinsulinemia secondaria aumenta la stimolazione (da parte dell’LH) della secrezione androgenica da parte delle cellule della teca ovarica, inibisce la sintesi epatica di SHBG (con aumento del testosterone libero) e favorisce l’ar-resto prematuro dello sviluppo del follicolo (arresto dell’ovulazione).
In queste pazienti, il menarca si verifica all’epoca attesa, i cicli mestruali sono imprevedibili: è già presente l’iperan-drogenismo con segni evidenti di irsutismo; dopo un periodo di cicli regolari compare dapprima oligoamenorrea, poi amenorrea.
La malattia potrebbe derivare da un adrenarca eccessivo in ragazze obese: la combinazione di elevate concentra-zioni di androgeni surrenalici e obesità determinerebbe un’aumentata produzione periferica extraghiandolare di estrogeni, con conseguente iperproduzione di LH e diminuzione di FSH (feedback positivo con LH, negativo con FSH): da qui l’inversione del rapporto FSH, che risulta aumentato di 2-3 volte. Negli stadi più avanzati e in questa sindrome in generale, l’ovaio costituisce il maggior produttore di androgeni, anche se il surrene contribuisce alla loro sintesi: infatti l’insulina, gli IGF (Insulin like Growth Factor) e l’inibina sono in grado di aumentare la risposta cellulare all’azione dell’LH e dell’ACTH. Quanto più è elevata l’obesità, tanto più questo circolo vizioso t a perpe-tuarsi.
Il difetto di fondo è dato da un segnale inappropriato all’ipotalamo e all’ipofisi e non da un difetto ovarico; i follicoli ovarici della PCOS hanno un basso contenuto in aromatasi (incrementabile con un trattamento con FSH); in defini-tiva, l’anovulazione è dovuta all’aumento dell’LH al deficit dell’FSH, non a un difetto ovarico. Esiste infine anche un’associazione tra PCOS/ipertecosi, virilizzazione, acantosi nigricans e insulino-resistenza (HyperandroInsulin-Re-sistant-Acanthosis Nigricans o HAIRAN Syndrome).

39
Q

TEST DIAGNOSTICI PCOS

A

Specie nelle pazienti obese sarà utile ricercare l’esistenza di una resistenza all’insulina.
Talvolta potrà essere utile valutare la risposta al test GnRH, al TRH, al Clomifene e all’ACTH.

40
Q

ALTRE IPOTESI PCOS

A

Secondo alcuni nella POCS esisterebbe un’iperattività dell’asse ipotalamo-ipofisi-corteccia surrenale secondaria ad un’aumentata sensibilità a livello ipofisario al CRF, che porta ad un aumento della secrezione di ACTH.

41
Q

RISPOSTA AL TEST GNRH PER PCOS

A

Il test al GnRH metterà in evidenza un’accentuata risposta dell’LH, correlata con livelli basali già alti di questa gonadotropina.

42
Q

RISPOSTA TEST PER GNRH PER PCOS

A

Anche la risposta al TRH appare frequentemente esagerata.
L’iperinsulinemia e la resistenza all’insulina potranno essere valutate con un test di tolleranza al glucosio con determinazione dell’insulinemia e della glicemia; con un test di tolleranza all’insulina.

43
Q

DIAGNOSI DIFFERENZIALE PER PCOS

A

La DD dovrà essere posta nei confronti di una serie di situazioni caratterizzate da alterato rapporto LH-FSH, spesso dipendenti dall’assenza di ciclicità nei feedback estrogenici, che porta ad uno stato di cronica anovu-latorietà con aumentata produzione di androgeni da parte delle ovaie che presentano caratteristiche morfo-logiche ed istologiche simili a quelle delle ovaie nella POCS.
Tra queste vanno ricordate:
✓sindrome di Cushing, che si accompagna ad aumentati livelli di cortisolo
✓adenomi e carcinomi del cortico-surrene
✓iperplasia cortico-surrenalica congenita
✓tumori ovarici o surrenalici androgeno-secernenti (tumori a cellule del Sertoli e del Leidyg, tumori delle cellule ilari dell’ovaio, tecomi, teratomi cistici), nei quali il grado di androgenizzazione ed i livelli sierici di testosterone sono più elevati rispetto allaPOCS
✓tumori estrogeno-secernenti (tumori della granulosa e della teca)
✓talune forme di amenorrea-galattorrea con iperprolattinemia

44
Q

TERAPIA PCOS

A

Il trattamento della POCS deve mirare a:
- Regolarizzare i cicli mestruali,
- Eliminare assenza di ovulazione e sterilità
- Ridurre i segni clinici dell’iperandrogenismo,
- Arrestare la tendenza al progressivo aggravamento della malattia

45
Q

REALE EFFICACIA TERAPIA PCOS

A

Allo stato attuale non esiste una terapia adatta a trattare in maniera radicale la sindrome dell’ovaio policistico.

È necessario di volta in volta scegliere tra le varie possibili strategie terapeutiche, quella più adatta a risolvere il problema che la paziente vive con maggiore preoccupazione.

È comunque unitamente accettato che indipendentemente dall’esistenza o meno di uno specifico desiderio di gravidanza, è sempre necessario trattare la sindrome dell’ovaio policistico per evitare le conseguenze dell’ipersecrezione androginica (irsutismo) e della costante presenza di livelli più o meno elevati di estrogeni non bilanciati dal progesterone che possono provocarla comparsa di un’iperplasia endometriale, possibile precursore del cancro dell’endometrio. Anche il rischio metabolico della paziente deve essere valutato e con-trastato.

46
Q

APPROCCIO TERAPEUTICO PCOS

A

Nella tabella sono riportati i vari approcci terapeutici per il trattamento delle due manifestazioni cliniche più frequenti e meno tollerate dalla paziente: l’anovulazione(sterilità e amenorrea o oligomenorrea) e l’irsuti-smo.

47
Q

TERAPIA DELLA SDR DELL’OVAIO POLICISTICO E LORO MECCANISMO DI AZIONE

A
  • REGOLAZIONE ATTIVITA’ GONADOTROPINICHE ED INDUZIONE DELL’OVULAZIONE
  • Clomifene
  • gonadotropine esogene , HMG oppure FSH puro, oppure Rfsh + HCG
  • GnRH pultasile, gnrh analoghi e gonadotropine
  • riduzione degli androgeni circolanti e a livello ovarico
  • glucocorticoidi
  • cabergolina
  • bromocriptina
  • finasteride
  • spironolattone
  • cimetidina
  • ketoconazolo
  • resezione cuneiforme dell’ovaio
  • drilling ovarico
  • azione duplice a livello centrale e periferico
  • estrogeni e o progestinici, ciproterone, medrossiprogesterone acetato,
48
Q

COSA FARE NEL CASO IN CUI SIA PRESENTE UN DESIDERIO DI GRAVIDANZA

A

caso di desiderio di gravidanza la terapia deve tendere a correggere la anovularietà, responsabile della sterilità

49
Q

PERCENTUALE DELLE DONNE CON PCOS CHE OVULA

A

È bene tuttavia ricordare che la percentuale di donne affette da POCS che ovula, anche se irregolar-mente e sporadicamente, è compresa tra il 20 ed il 50%. È evidente che queste pazienti non dovranno ricor-rere ad alcuna terapia per ottenere una gravidanza.
Tenendo presente che la POCS non è sinonimo di sterilità, il ricorso ad un trattamento ovulatorio non deve essere immediato, ma deve essere attuato solo dopo aver accertato che la anovularietà è sistematica e l’unica causa di sterilità.

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Q

TRATTAMENTO PCOS

A

Il trattamento può essere
1. Sintomatico
2. correttivo dell’iperinsulinemia
3. stimolante l’ovulazione
4. chirurgico.

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Q

TRATTAMENTO SINTOMATICO PCOS

A

correzione dell’irsutismo)

COME SI EFFETTUA TRATTAMENTO SINTOMATICO PCOS
Si effettua con preparati estroprogestinici

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Q

TIPO DI ASSOCIAZIONE EFFICACE PCOS SINTOMATICO PCOS

A

Efficace risulta l’associazione etinilestradiolo/ciproterone acetato o altri progestinici (clormadinone, drospi-renone ecc.) che svolgono un’efficace attività antiandrogenica negli organi bersaglio:
- Inibizione dei recettori del testosterone e del diidrotestosterone
- Diminuzione della 5° reduttasi che converte il testosterone circolante in diidrotestosterone (vero re-sponsabile periferico dell’irsutismo e dell’acne);
▪l’etinilestradiolo, a sua volta, inibisce il rilascio di gonadotropine, elimina il rapporto patologico LH/FSH e aumenta la produzione di SHBG, diminuendo il testosterone libero

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Q

AZIONE CONTRACCETTIVO PCOS

A

Il contraccettivo, inoltre:
- Diminuisce la sintesi di androgeni surrenalici
- Regola il flusso mestruale
- Diminuisce il rischio di carcinoma endometriale

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Q

TEMPI DI TERAPIA EFFICACE, PCOS

A

Sono necessari almeno 6-8 mesi di terapia per apprezzare buoni risultati estetici sull’irsutismo

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Q

progestinici utili al trattamento sintomatico di pcos

A

Tra i progestinici, il progesterone micronizzato, somministrato alla dose di 100-200 mg due volte al giorno
per 12 giorni, può favorire occasionalmente l’ovulazione e ridurre la perdita mestruale.
Particolarmente indicati, almeno nelle forme in cui l’irsutismo è marcato, sono gli estro progestinici che uti-lizzano come progestativo il ciproterone acetato, un antiandrogeno. Tranne che nei casi di irsutismo tardivo correlati con la menopausa, il ciproterone acetato non si usa mai da solo ma in associazione con estrogeni, secondo schemi sequenziali che tengono conto della lunga vita media del farmaco: per esempio ciproterone acetato 50 mg dal 1 al 10 giorno del ciclo associato con atinil-estradiolo (1 mg) dal 5 al 25 giorno del ciclo mestruale. Questo schema terapeutico viene di solito continuato per lunghi periodi di tempo.
Per le pazienti che non tollerano gli estrogeni o il ciproterone acetato, un’alternativa è data dal medrossipro-gesterone acetato per i primi dieci giorni del mese.
Comunque, a parte che per il problema contraccettivo, la somministrazione continua di estro progestinici è da preferire a quella periodica mensile di un progestativo in quanto capace di garantire una maggiore sop-pressione androginica e quindi una maggiore protezione dal rischio cardiovascolare che si associa ad un pro-filo ipoproteico di tipo androginico.
Altri antiandrogeni impiegati sono:
- SPIRONOLATTONE
- FINASTERIDE
- FLUTAMIDE
* lo spironolattone (antagonista specifico dell’aldosterone; buona soppressione della sintesi di testoste-rone; massimo effetto terapeutico dopo 3-6 mesi).
POSOLOGIA SPIRONOLATTONE

56
Q

associazione spironolattone

A

Il farmaco può essere associato eventualmente a estro progestinici, al fine di prevenire l’irregolarità mestruali oppure alla cabergolina o alla bromocriptina.

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Q

controindicazione spironolattone

A

A causa della sua azione teratogena è prudente avvertire le pazienti che assumono il farmaco di evitare la gravi-danza per almeno 4 mesi dopo la sua discontinuazione.

  • la finasteride (inibitorespecifico della 5a-reduttasie
58
Q

efficacia finasteride in trattamento pcos

A

efficace, ma con elevati effetticollaterali); è necessario che donne trattate con questo farmaco evitino la gravidanza a causa del suo potenziale effetto tera-togeno.
* la flutamide (antiandrogeno puro; efficace, ma con numerosi effetti collaterali).

59
Q

dove agisce flutamide ,

A

antiandrogeno puro; efficace, ma con numerosi effetti collaterali). Agisce a livello perife-rico, bloccando i recettori per gli androgeni, mentre non abbassa le concentrazioni di androgeni circo-lanti.

60
Q

posologia flutamide

A

Viene somministrato alla dose di 250 mg 2 o 3 volte al giorno, in associazione preferibilmente con contraccettivi orali per almeno tre mesi.

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Q

ALTRI TRATTAMENTI SUGGETITI PER IL TRATTAMENTO SINTOMATICO DELLA PCOS

A

Talora sono suggeriti trattamenti con GnRH long-acting analoghi e glucocorticoidi per via generale o con eflornitina, minoxidil, laserterapia o depilazione chimica ad azione topica (per il trattamento dell’ipertricosi).

62
Q

casi di pcos in elevata concentrazione di dhea

A

Nei casi di PCOS con elevata concentrazione di DHEA-S può risultare utile un trattamento con glucocorticoidi: per esempio 0,5-1 mg7die di desamentasone somministrato subito prima del sonno per scendere successi-vamente a dosi più basse.

63
Q

utilità del trattamento sintomatico del pcos con analoghi del gnrh

A

In alcune donne si è dimostrato utile nel trattamento dell’irsutismo l’uso di analoghi del GnRH.
Questi inibendo l’ipofisi, bloccano la steroidogenesi ovarica e provocano una spiccata riduzione della quota di androgeni ovarici. A causa dell’ipoestrogenismo marcato che ne consegue, questa terapia, se protratta a lungo, può avere effetti collaterali negativi sul metabolismo dell’osso. È stato suggerito di associarla con pic-cole dosi giornaliere di estrprogestinici o di estrogeni.

64
Q

trattamento dell’iperinsulinemia , scopo del trattamento pcos in pz obese

A

Nelle pazienti con PCOS obese, con elevati livelli di androgeni, iperinsulinemia e blocco dell’ovulazione il trat-tamento deve mirare soprattutto alla perdita di peso.

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Q

benefici della riduzione del peso

A

La riduzione del peso riduce la resistenza all’insuline e abbassa i livelli di SHBG e degli androgeni circolanti (prevalentemente testosterone libero), favorisce l’ovulazione, facilita l’azione dei farmaci utilizzati per in-durre l’ovulazione. L’obiettivo deve essere quello di raggiungere un indice di massa corporea inferiore a 27, che si correla positivamente con la possibilità di ovulare e di ottenere la gravidanza, di ridurre i livelli di insu-lina, di abbassare i livelli di testosterone libero.

66
Q

dose troglitazone

A

Con il troglitazone alla dose di 200-400 mg/die per 12 settimane, donne con PCO obese e iperinsulinemiche hanno ottenuto non solo un miglioramento della sensibilità all’insulina e una risoluzione dell’iperinsulinemia ma anche una significativa riduzione della concentrazione di testosterone totale e di LH, un aumento dell’SHBG con riduzione del testosterone libero

67
Q

altri farmaci con effetto simile al troglitazione

A

Risultati simili sono stati ottenuti anche con la metformina. Si usa da molti anni anche la metformina, a ef-fetto soppressivo della neoglucogenesi epatica e stimolante la sensibilità periferica all’insulina:
* riduce inoltre il testosterone,
* aumenta la sintesi di FSH e di SHBG,
* favorisce l’ovulazione
* riduce la pressione arteriosa sistolica.
* Può aumentare la perdita ematica mestruale,
* causare disturbigastrointestinali (diarrea, nausea, vomito) nel 30% delle pazienti
* raramente, acidosi metabolica in corso di esamiradiologici con mezzo di contrasto.

Questa, a differenza del troglitazone, non ha effetti tossici sul fegato. La dose iniziale è di 850 mg una volta al giorno, per poi passare a 800 mg due volte al giorno.

68
Q

trattamento dell’anovulazione, come si tratta anovulazione in pcos

A

II farmaco di scelta iniziale è il clomifene citrato (da un minimo di 50 mg/die ad un massimo di 200 mg/die dal terzo-quinto giorno del ciclo e proseguito per un periodo di 5-7giorni): agisce a livello centrale come an-tagonista sui recettori estrogenici determinandone una deplezione ipotalamica, interferendo con il feedback estrogeno negativo e provocando un aumento compensatorio del GnRH pulsatile, che a sua volta stimola il rilascio di gonadotropine con effetto finale sull’ovulazione. I cicli prescritti sono solitamente sei.

69
Q

risposta al trattamento con clomifene citrato

A

La maggioranza (80%) delle pazienti risponde a questo trattamento ovulando, soprattutto quelle con livelli di estrogeni normali o elevati. Durante il trattamento con clomifene non sono necessari particolari esami di controllo, poiché i rischi di iperstimolazione sono bassi e la probabilità di gravidanze multiple inferiori al 7%.

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Q

effetti collaterali clomifene citrato

A

I Gli effetti collaterali consistono in:
* vampate di calore
* scotomi
* vertigini

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Q

cosa fare nelle pz resistenti al clomifene

A

Nelle pazienti resistenti al clomifene o quando la gravidanza non interviene dopo numerosi cicli di tratta-mento è giustificato ricorrere ad un trattamento con gonadotropine.

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Q

origine gonadotropine,

A

Le gonadotropine sono di origine estrattiva o ricombinante (rischio di iperstimolazione ovarica; aumento de-gli aborti spontanei).

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Q

cosa prevede lo schema di terapia

A

Lo schema di terapia che prevede il pretrattamento con gli analoghi del GnRH, che induce una condizione di ipogonadismo ipogonadotropo, cui segue la somministrazione di GnRHpulsatile, sembra dare notevoli risul-tati sia in termini di ovulazione (80%) che di gravidanze ottenute. Con questo schema di trattamento non si hanno generalmente gravidanze multiple o iperstimolazioni ovariche, ma la percentuale di aborti spontanei resta alta

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Q

trattamento chirurgico, come si esegue trattamento chirurgico del pcos

A

Drilling dell’ovaio o elettrocoagulazione laparoscopica, usata in alternativa alla resezione cuneiforme dell’ovaio. Può essere proposto nelle pazienti con POCS in grado severo resistenti all’induzione dell’ovula-zione farmacologica. Si osserva il ripristino dell’ovulazione e qualche gravidanza: tuttavia i benefici durano alcuni mesi.

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A