Neoplasie Mieloidi Flashcards
Principi della classificazione
È un consenso basato su:
Morfologia (microscopio ottico), citochimica (coloraz specifiche in lab), immunofenotipo (importante x distinguere cell mieloide da cell linfoide), genetica (due geni x sottogruppi classificativi: delezione braccio lungo cromosoma q 5q- che correla con sindrome mielodisplastica che se trattata correttamente ha buona prognosi; e gene LSF3 D1 che correla con immagine morfologica di sideroblasti ad anello) e infine clinica
Termine mieloide
Si riferisce soltanto alla componente ematopoietica che dà origine ai globuli rossi (serie eritroide), piastrine (serie megacariocitica), granulati (serie granulocitica e monocitica) e le mast cells.
Cut-off morfologico di % di blasti
In una qualunque neoplasia ematologica se si ha il 20% di blasti o più nel sangue periferico o midollo osseo= leucemia acuta.
Utile anche x follow up remissione o relapse
In fase diagnostica (regole quantitative)
Differenziale su sangue periferico almeno su 200 cellule e poi morfologia cellule
L’aspirato midollare, mielogramma, almeno su 500 cell nucleare; nell’aspirato mid gli strisci si DEVONO fare con il primo 0.5 o 1 mL che si aspira.
Regole qualitative
Riferimento a quali cellule si mettono nel report: es megacariociti non sono inseriti nel report del mielogramma xché cell a bassa freq nel midollo osseo.
X il mielogramma: blasti, pro monociti,promielo, mielo, metamielo, bind e segmented etc; si mette tutta la filiera maturativa
Si mettono invece (x % blasti): mieloblasti, monoblasti e megacarioblasti
In generale gli aspirati midollari variano:
Variabilità biologica, se striscio la quantità sbagliata, se c’è fibrosi etc
Altre tecniche x % blasti in assenza di materiale idoneo con aspirato
Immunoistochimica: Ab monoclonali anti CD34; ma non c’è identità di conta (non tutti i blasti morfologicamente identificabili sono CD34 e non tutte le cellule CD34 sono morfologicamente blasti)
Citofluorimetria: solo se aspirato midollare non ha dato materiale appropriato
Classificazione sottogruppi delle neoplasie mieloidi
Neoplasia mieloproliferative Sindromi mielodisplastiche Sindromi dismieloproliferative (MDS) Leucemie acute mieloidi Gruppo con blasti sia della linea mieloide che linfoide
Gruppo con blasti mieloidi e linfoide
Es pz con elevata eosinofilia periferica con più di 1500 eosinofili in assenza di allergia o infezioni parassitarie che hanno anche blasti elevati; andiamo a cercare alterazione molecolare del gene Plateled derivated growth factor A o B o FGFR1.
Se escludiamo tutte le possibile cause di eosinofilia= leucemia acuta
Neoplasie mieloproliferative
Cellularità aumentata, % di blasti <10%, maturazione conservata, si segue filiera maturativa mieloide, morfologia +- normale, numero di elementi mieloidi aumentato in periferia, emopoiesi efficace, midollo e sangue periferico ricchi; associate a spleno/epatomegalia
Sindromi mielodisplastiche
Midollo aumentato (no 10% che esordisce con fibrosi), blasti <20%, maturazione conservata, ma morfologia displastica (uno-bi-trilineare), nel sangue periferico ci possono essere citopenie, rara organomegalia; emopoiesi inefficace
Neoplasie dismieloproliferative MDS
Connessione tra i due quadri pretendenti; cellularità è aumentata, i blasti <20%, la maturazione aumentata, una o più linee dispalstiche, emopoiesi normalmente efficace, normalmente aumento GB
Leucemia mieloide acuta
Un 10% esordisce con fibrosi, cellularità aumentata, blasti >20%, maturazione minima xché il clone si espande solo fino ad un certo livello, displasia di una o due linee, l’emopoiesi può essere efficace o meno; normalmente esordio con anemia e piastrinopenia e non c’è organomegalia.
Si espande e invade più rapidamente
Neoplasie mieloproliferative (definizione)
Disordini emopoietici clonali in cui c’è la profilerazione di una o più delle linee mieloidi; la cellularità è aumentata nel midollo e l’emopoiesi è efficace; la maggior parte di queste forme si accoscia ad alterazioni clonali di geni x le protein chinasi.
Distinte in due gruppi:
Leucemia mieloide cronica (BCR-ABL1 positiva)
BCR-ABL negative: leucemia cronica a neutrofili, policitemia vera, mielofibrisi primitiva, trombocitopenia essenziale e leucemia a eosinofili cronica NOS (non altrimenti specificata)
Leucemia mieloide cronica
Pz con traslocazione BCR-ABL1 (da cromosoma 9 a 21)
Criteri diagnostici all’esordio: leucocitosi neutrofila con più di 12.000 fino a 100.000 con due picchi di neutrofili e mielociti perchè è una maturazione così accelerata che salta i meta mielociti, no displasia, blasti <2%, basofilia, monociti sotto i 1000.
Aspirato midollare leucemia mieloide cronica
Cellularità aumentata, con aumento basofili, blasti <5% nella fase cronica, riduzione comparto eritroide, megacariociti piccoli “nani”.
Eziologia
Giustapposizione x traslocazione dei due geni: uno che dovrebbe indurre apoptosi e uno che dovrebbe produrre stop proliferazione (modula le proteinchinasi x la fosforilazione); la giustapposizione li blocca entrambi e ne risulta iperplasia, iperproduzione con acidosi sangue periferico, basofilia, midollo ricchissimo, cell morfologicamente riconoscibili.
Clinica
Trattamento con Ab monoclonale; oggi la vediamo nei pz non trattati.
La storia naturale della patologia in fase accelerata è il clone che si espande perde la capacita di maturare e quindi aumento progressivo GB, trombocitosi, splenomegalia (se persiste post chemio=focolai leucogeneci resistenti)
I criteri x pass da fase accelerata a crisi blastica: aumento basofili e mieloblasti superiore al 10%;
Crisi blastica
Incapacità di diffenziarsi, blasti >20%, monomorfisimo blasti
Leucemia cronica a neutrofili
Marker diagnostico mutazione gene CSF3R; + altri criteri diagnostici sono: % di blasti <5%, all’esordio un valore >25mila bianchi di cui almeno 80% sono neutrofili o banda che presentano un nucleo non ancora lobulato
200 casi riportati
Clinica: epatosplenomegalia e neutrofilia a livello midollare; in associazione a mutazione CSF3R può presentarsi l’alterazione del gene ASXL1 che peggiore notevolmente la prognosi delle neoplasie ematologiche
Terapia: non ne esiste una standard, può essere trattata con citoriduttivi (idrossiurea) o altri agenti chemioterapici (Interferone); la guarigione si può avere solo con trapianto allogenico staminale
Policitemia vera
Mutazioni gene della TK, alterazione di JAK2 in posizione V617 o a livello dell’esone 12; profilferazione trilineare, per cui nel sangue periferico livelli elevati di emoglobina, piastrine e GB.
Mielofibrosi primaria
Alterazione JAK2 V617F, ma manifestazione opposta: fibrosi che danneggia il parenchima midollare e nel sangue periferico riscontro di precursori come eritroblasti, pezzi megacariociti; a causa della fibrosi si attivano zone emopoietiche extramidollari con formazione di emazie dette dacriociti (a goccia)
Trombocitemia essenziale
Megacariociti dismorfici, giganti; le piastrine sono in rapporto 1:1 con i GR nel sangue periferico (dovrebbero essere 100.000 contro Mln di GR)
Coinvolgimento geni JAK2 V617F e MPL W151 L/K
Mastocitosi (in realtà sottratte a questo gruppo)
Quadro complesso che raggruppa non solo la mastocitosi ematologica, ma tute le forme cutanee ed organiche. Presenza mast cells e alterazione gene KIT D816V
Neoplasie dismieloproliferative
La forma più diffusa mielomonocitica cronica che si presenta in due forme:
Senza splenomegalia, con displasia e citosi ridotta (<10.000 bianchi)/simile a mielodisplastiche
Con splenomegalia e bianchi aumentati (>12.000)/ mieloproliferazione
Diagnosi x invasione/infiltrazione monocitaria
Proliferazioni monocitaria
È monocitosi assoluta se uguale o superiore a 1000 e/o con i monociti che rappresentano il 10% dei GB nel midollo osseo