la frammentazione politica italiana 17 Flashcards
le città italiane
In Italia le città furono troppo forti e le monarchie troppo deboli.
* le città del centro nord conobbero uno sviluppo e si dovettero trasformare loro stesse in stati territoriali.
* l’Italia meridionale vide un’affermazione del potere regio. tuttavia le città meridionali non conobbero uno sviluppo economico e sociale tale da proporre proprie reti di mercanti sulle piazze internazionali come fecero invece le città catalane o fiamminghie.
* contribuì anche la presenza precoce della Chiesa che operò sempre a difesa della propria sopravvivenza e che si frappose fra l’Italia delle città, degli Stati nazionali e quella dei regni.
* in Italia nessuna delle forze statali risultò abbastanza forte da egemonizzare le altre e tutte furono in grado di contrastare l’espansionismo delle altre.
* nel corso del XV secolo le grandi monarchie europee avevano raggiunto un grado avanzato di unificazione territoriale, governando su paesi estesi.
* gli Stati regioni italiani erano invece entità territoriali di media e piccole dimensione.
* alla fine del XV secolo l’Italia era un paese ancora molto ricco e divenne uno degli obiettivi della lotta per l’egemonia continentale tra le grandi monarchie nazionali.
* alla fine del 400 si mossero verso la penisola stati potenti capaci di effettuare conquiste territoriali stabili e di incorporarle entro i propri quadri statali.
* gli Stati italiani non furono in grado di reggere l’urto: sul piano militare le grandi monarchie potevano ormai disporre di eserciti professionali e permanenti; gli Stati italiani si affidavano invece a eserciti guidati da condottieri mercenari.
* sul piano politico lla mancata unificazione territoriale costituì un grave elemento di debolezza del sistema politico italiano.
* nel giro di pochi decenni l’indipendenza di molti stati venne meno e numerose regioni furono poste sotto il dominio straniero per molti secoli.
l’italia angioina e le alleanze guelfe e ghibelline
A ostacolare i tentativi di costruire uno stato di grandi dimensioni si pose sempre il papato, che temeva di vedere minacciato il proprio dominio territoriale.
* a orientare la politica pontificia fu della metà del 200 l’alleanza con la corona francese in funzione antimperiale.
* un’alleanza che non venne meno con la fine della dinastia Sveva, ma che anzi si allargò in Italia al Regno di Sicilia retto dagli Angiò e a grandi città del centro nord.
* La lunga stagione dello scisma fece però deporre al papato ogni residua ambizione universalistica. Da allora la sua azione politica si limitò allo scenario italiano, puntando a un controllo più saldo del suo stato territoriale.
* dagli anni 60 del 200 una presenza determinante nel sistema politico italiano fu a lungo quello della dinastia angioina.
* Carlo I si impossessò del regno di Sicilia sconfiggendo gli ultimi svevi a Benevento nel 1266, fissando a Napoli la capitale.
* fece riconoscere la propria autorità anche a molte città comunali in Piemonte, in Toscana e in Lombardia.
* dopo l’estinzione della dinastia Sveva, gli imperatori si riaffacciarono in Italia solo nella prima metà del 300. la discesa di Enrico VII fu ispirata dal programma di pacificare le lotte interne alle città sotto l’alta sovranità imperiale.
* Esso si infranse però contro la resistenza dell’alleanza guelfa guidata da Firenze e da Roberto d’Angiò.
* L’imperatore finì con appoggiarsi allo schieramento ghibellino.
* anche la spedizione di Ludovico di Baviera fu sollecitata dal fronte ghibellino e non ebbe altro risultato che quello di rinforzare momentaneamente i signori e i comuni.
* L’ultimo imperatore a farsi incoronare a Roma fu Carlo IV di Lussemburgo che rinunciò a ogni ambizione di effettiva autorità in Italia.
* L’alleanza potente che si venne a creare tra il papato e gli Angiò fu all’origine di un processo di coinvolgimento delle realtà politiche italiane in due grandi schieramenti: da un lato quello guelfo che inquadrò gli alleati dei sovrani angioini e dei pontefici, dall’altro quello ghibellino dove militarono coloro che si opponevano all’altro fronte nella speranza di un rinnovato intervento imperiale in Italia.
* dopo il 1266 i guelfi assunsero il potere nella maggioranza delle grandi città e vi restarono perlomeno fino alla discesa dell’imperatore in Italia nel 1310.
* nel Regno meridionale si diffusero le parti dei guelfi e dei ghibellini.
gli stati territoriali
- Il riaffacciarsi degli imperatori in Italia offrì l’occasione ai signori cittadini di rafforzare la propria autorità attraverso l’attribuzione del titolo di vicario ad esempio a Cangrande della Scala a Verona e a Matteo Visconti a Milano.
- il processo di ricomposizione territoriale che altrove in Europa fu realizzato dai sovrani e dai principi territoriali, nell’Italia centro settentrionale fu avviato da quelle città che costituirono un proprio contado.
- a cominciare dagli anni 30 del XIV secolo alcuni centri urbani maggiori ridussero la frammentazione politica sottomendo altre città.
- dall’intensa competizione politica e militare che durò fino alla metà del XV secolo emerse un sistema politico centrato su pochi stati di medie dimensioni regionali.
- La formazione di domini territoriali da parte delle principali città comunali e signorili polarizzò il sistema politico italiano intorno a 5 stati regionali centrati su Milano, Venezia e Firenze, sullo stato pontificio e sul Regno di Napoli e Sicilia.