città e comuni 13 Flashcards
il movimento comunale
Tra l’XI e il XIII secolo si svilupparono delle forme di governo orientate alll’autonomia.
* l’assetto istituzionale fu in genere indicato con il termine comune, per la messa in Comune di diritti e privilegi.
* le più precoci furono le città italiane del centro nord appartenenti al Regno italico dalla fine dell’XI secolo.
* frequente fu il conflitto locale con i vescovi.
* si può affermare che nel Regno italico si sviluppò una vera e propria civiltà comunale, a causa dell’alto grado di effettiva autonomia, che fu un tratto tipico solo delle città italiane.
* le città dell’Italia meridionale non conobbero invece una vera esperienza comunale: lo sviluppo delle autonomie urbane fu frenato dall’affermazione dell’autorità centrale in seguito all’instaurarsi della monarchia normanna.
* grandi città come Napoli o Messina vennero inquadrate nell’amministrazione regia: nelle città le cittadinanze non espressero mai un pieno autogoverno.
* esercitarono limitate prerogative amministrative con l’appoggio della monarchia, ma la loro condizione fu quella di universitates, vale a dire di comunità giuridiche e politiche integrate nelle strutture del Regno.
le caratteristiche dei comuni italiani
Lo sviluppo di ampie autonomie politiche da parte delle città italiane fu la conseguenza di due condizioni principali.
* da un lato della loro forza economica, sociale e culturale; dall’altro della debolezza dei sistemi politici entro cui esse erano inserite, in primo luogo dell’impero e dei grandi signori territoriali.
* nelle città italiane la società si articolava intorno a tre componenti eminenti: un’aristocrazia militare urbana (milites), un élite commerciale (negotiatores) e un ceto di uomini di cultura (iudices).
* ciascuno di questi gruppi fornì un contributo determinante nello sviluppo comunale: rispettivamente la potenza militare, la disponibilità economica e la competenza giuridica.
* nella maggior parte delle città italiane le prime esperienze di autogoverno maturarono in rapporto all’autorità vescovile: la lotta per le investiture di cui i vescovi furono oggetto nel conflitto tra papato e impero dette luogo a conflitti violenti tra i sostenitori delle due parti.
* in molte città le iniziative di pacificazione lasciarono spazio a un nuovo ordine politico, quello del comune, che consistette inizialmente in assemblee che eleggevano come loro rappresentanti temporanei dei Consoli.
* il nuovo sistema politico sviluppò nel corso del tempo una pratica fondata sulla partecipazione dei cittadini, sul principio elettivo, sull’alternanza dei governanti e sulla discussione politica.
lo scontro con l’impero
Le rivendicazioni di autonomia da parte delle città si manifestò nello scontro con l’impero.
* le città non disconobbero la sovranità imperiale, ma rivendicarono il diritto all’autogoverno, a una una libera politica di alleanze, rifiutando l’invio di funzionari imperiali.
* il conflitto con Federico Barbarossa portò alla formazione di leghe tra le città venete e lombarde, poi fuse nella Lega lombarda, che si rivelò capace di sconfiggere in battaglia l’esercito imperiale a Legnano nel 1176 e di costringere Federico I a trattare.
* la pace di Costanza del 1183 garantiva alle città il diritto di esercitare i poteri regi.
* il rinnovato conflitto tra la Lega lombarda e Federico II culminò nella battaglia di Cortenuova del 1237 in cui prevalse l’esercito del sovrano.
* la battaglia si risolse in una provvisoria sottomissione delle città al governo diretto di Federico II, che svanì con la morte di quest’ultimo nel 1250.
il sistema podestarile e i governi di popolo
Simbolo di questa nuova fase fu la magistratura del Podestà affiancata da un consiglio ristretto di cittadini.
* il nuovo regime consentì di allargare a famiglie cresciute in ricchezza la partecipazione ai consigli e agli uffici del Comune, superando il sistema consolare, che era stato egemonizzato da una ristretta cerchia di famiglie potenti.
* il Podestà cominciò anche a fare redigere per iscritto le sue leggi e consuetudini, gli statuti.
* la crescita demografica e lo sviluppo economico promossero la continua ascesa di gruppi sociali e familiari, cosiddetti di popolo, fino ad allora esclusi dalla partecipazione politica.
* l’affermazione dei governi di popolo non fu però duratura.
la formazione dei contadi
La proiezione territoriale delle città italiane si tradusse nel controllo diretto del contado.
* la conquista del contrado fece ricorso alle armi e agli accordi, utilizzando anche i vincoli feudali per legare alla città i signori rurali, che spesso decisero di integrarsi nel mondo urbano.
* l’assoggettamento politico e fiscale delle comunità rurali garantiva approvvigionamenti alimentari e favoriva la diffusione della proprietà Fondiaria dei cittadini.
* non tutti i comuni furono una città: a dare vita a forme di autogoverno furono infatti anche le comunità rurali.
* in una prima fase i signori precisarono i limiti del proprio potere: in genere esse riconoscevano ai contadini il diritto di trasferirsi altrove e riducevano la fiscalità.
* nel corso del 200 alcune comunità diededro luogo a organismi dotati di ampie libertà.
* in Italia diverse comunità rurali si organizzarono con istituzioni di tipo consolare analoghe a quelle urbane per rivendicare la propria autonomia.
le esclusioni di parte
- Alla morte di Federico II nel 1250 lo spazio politico delle città fu allora condiviso da più soggetti: non solo dal popolo, ma anche dalle corporazioni di mestiere, dalle parti e dai poteri personali e signorili.
- nel tempo il sistema si fece sempre più complesso: l’effetto più evidente furono i processi di esclusione dagli uffici politici e sempre più spesso delle città stesse.
- il fenomeno delle esclusioni politiche si generalizzò nella seconda metà del 200: protagoniste principali furono le parti che erano venute formandosi all’interno delle città tra i fautori della pars imperii e quelli della pars ecclesiae, nel contesto del conflitto che aveva contrapposto i sovrani svevi ai pontefici.
- tali alleanze assunsero i nomi di guelfa e ghibellina: l’affermazione violenta di una parte si traduceva nell’esclusione della città di quella avversa, spogliata dei beni e privata della cittadinanza.
A loro volta, i conflitti che avevano opposto il popolo all’aristocrazia urbana subirono un’ulteriore accelerazione.
* In alcune città i governi di popolo non esitarono a escludere dagli uffici politici numerose famiglie dell’aristocrazia militare che vi erano da tempo presenti.
* i membri di queste famiglie furono colpiti da una legislazione speciale che li indicò come magnati, vale a dire potenti, in base all’accusa di praticare uno stile di vita violento.
le alternanze di governo
Nella seconda metà del XIII secolo emerse con evidenza l’inadeguatezza delle istituzioni comunali per fronteggiare l’impetuosa crescita demografica e l’ascesa di gruppi sociali nuovi.
* in questo periodo si compì quasi ovunque il superamento dei governi comunali in una varietà di soluzioni spesso ibride: governi di parte, di popolo, di pars e popolo, che esprimevano la ricerca di un assetto che conferisse maggiore coerenza allo spazio politico.
* ad esempio a Firenze si alternarono governi di popolo e chiusure in senso oligarchico: un governo popolare delle arti fu istituito nel 1282 e una severa legislazione antimagnatizia fu emanata sotto il nome di Ordinamenti di giustizia.
* l’alternanza tra forme di governo fu esperienza ricorrente a Modena, Parma e a Bologna.
le signorie
L’affermazione di forme di potere personale signorile fu contemporanea a quella dei governi di popolo dei decenni centrali del 200.
* numerose città e consigli municipali cominciarono a conferire a un singolo cittadino eminente, spesso titolare di cariche come quelle di Podestà o di capitano del popolo, un potere incondizionato, svincolato dagli statuti della città, per un tempo definito o a vita.
* al signore così eletto erano assegnati i compiti particolari per la difesa militare, la sicurezza e la pacificazione interna delle città.
* l’affermazione dei poteri signorili fu più precoce nelle città padane rispetto a quelle dell’Italia centrale: ciò fu dovuto alla capacità di alcuni grandi signori di costruire dominazioni su varie città, sfruttando i conflitti tra le fazioni e le rivalità tra le diverse città.
* piu stabili e durature si rivelarono le signorie che si svilupparono all’interno dei singoli centri urbani per iniziativa di famiglie influenti: quello degli Este per esempio che si affermarono su Ferrara, i della Torre a Milano e i Della Scala a Verona.
dinastie e corti signorili
Tendenza comune a molte esperienze di signorili fu la capacità dei discendenti di farsi attribuire cariche a vita in qualità di signori generali e permanenti.
* alcuni ottennero anche la facoltà di designare un successore: l’introduzione del principio ereditario consentì di fondare vere e proprie dinaste signorili.
* intorno alle dinastie signorili cominciarono a formarsi delle corti, con ruoli e stili di vita cavallereschi.
* pur diversi nella forma, i governi signorili non cancellarono i tratti tipici del sistema comunale, di cui costituirono l’evoluzione.
* il sistema delle corporazioni sopravvisse in quasi tutte le città e ben saldi si mantennero gli organismi mercantili.
* verso la metà del XIV secolo si erano ormai affermati i governi signorili in quasi tutte le città comunali: solo in pochissime erano sopravvissute esperienza comunali in senso oligarchico: a Siena per esempio, e a Venezia, dove la città era retta da un doge.