impero carolingio 5 Flashcards
l’espansione di Carlo Magno
alla morte del padre Pipino il breve e del fratello Carlomanno, Carlo ereditò il regno franco, secondo le tradizioni germaniche.
* Carlo guidò un’espansione militare che in circa trent’anni formò un imponente impero.
* fu spento il ribellismo di regioni come la Borgogna e la Provenza, dove furono sostituite le dinastie di conti e fu rinsaldato il legame con il re.
* nel 774 fu conclusa la conquista del regno longobardo, che era stata sostenuta dal papa.
la dignità imperiale
nel natale dell’anno 800 Carlo Magno fu incoronato imperatore da papa Leone III.
* l’atto sanciva il rapporto che da tempo aveva garantino ai sovrani franchi la piena legittimazione del loro potere e ai papi un aiuto nell’opera di evangelizzazione.
* Carlo si presentava come il sovrano cristiano, difensore della Chiesa di Roma.
* L’incoronazione rafforzava il ruolo del papa come autorità suprema della cristianità e indeboliva quello dell’impero bizantino, che era dilaniato dalle lotte iconoclaste e fu costretto a riconoscere, dopo pochi anni, la dignità imperiale di Carlo.
* l’impero franco si proponeva come erede di quello romano e delle sue ambizioni universalistiche.
l’organizzazione amministrativa
al vasto territorio sotttomesso, Carlo cercò di assicurare un’organizzazione amministrativa efficace.
* essa attinse dalle tradizioni culturali di cui l’impero rappresentava la sintesi: quella romana dell’ordinamento territoriale, quella barbarica dei legami personali e quella cristiana della chiesa imperiale.
* seguendo la tradizione franca il re si spostava per affermare la sua presenza in tutto il dominio.
* Carlo stabilì una sede privilegiata di residenza ad Aquisgrana, dove fece erigere una reggia e una cappella.
* Nel palazzo aveva sede l’amministrazione centrale, coordinata dal conte palatino, un laico che esercitava la giustizia, e dall’arcicappellano, un ecclesiastico che dirigeva la cancelleria.
* il territorio fu diviso in circoscrizioni centrate sulle città, i comitati, e nelle regioni di confine, le marche.
* al loro capo furono posti dei conti e dei marchesi, reclutati tra le famiglie aristocratiche, che esercitavano le cariche pubbliche.
il potere delle famiglie aristocratiche
- l’organizzazione dell’impero costituiva una dominazione disomogenea, dove continuavano a mantenere un forte potere locale le famiglie aristocratiche radicate in ampie proprietà fondiarie e dotate di clientele armate.
- l’impero fu una costruzione incoerente, tenuta insieme dall’autorevolezza dell’imperatore e dalla sua capacità di vincolare a sè personaggi che già godevano di particolare prestigio nei singoli territori.
i missi dominici
tuttavia, tanto più i conti e i marchesi godevano di potere proprio, tanto meno l’imperatore poteva contare sulla loro totale fiducia.
* per questa ragione Carlo stese la rete di controllo dei missi dominici, gli inviati del signore, che erano incaricati di sorvegliare l’operato dei funzionari locali, e in genere nominati a coppie, un laico e un ecclesiastico.
* i missi dovevano diffondere nei territori le leggi emanate dal sovrano, note col nome di capitolari, che erano redatte nel corso di grandi assemblee.
* l’esercizio di funzioni pubbliche da parte dei vescovi, aumentò il potere del sovrano nella loro nomina.
* l’intreccio tra poteri religiosi e politici si manifestava anche nel privilegio dell’immunità, concesso specialmente a vescovi e abati, che impediva agli ufficiali regi di intervenire nelle proprietà ecclesiastiche.
la rinascita culturale
con la crisi del sistema tardo antico, dal V secolo la capacità di leggere e scrivere si era concentrata nelle mani degli uomini di chiesa.
* Carlo Magno sostenne lo sviluppo di una rete di scuole vescovili presso i monasteri, per elevare l’istruzione del clero e dei funzionari pubblici.
* presso la cancelleria fu elaborata anche una scrittura uniforme e chiara, detta carolina, che rese leggibili in tutto il regno gli atti pubblici.
le riforme economiche
Carlo Magno attuò riforme anche in ambito economico.
* furono introdotte tasse indirette sul transito delle merci sulle strade e nei porti, ma a differenza di Bisanzio dove il sistema fiscale continuava a essere il perno dell’economia, nell’impero carolingio le entrate venivano soprattutto dalle rendite del fisco regio.
* da esso venivano ricavate le terre che servivano a compensare gli ufficiali pubblici, che non erano renumerati in moneta e che traevano guadagno anche dalla riscossione delle pene e dei pedaggi.
l’italia carolingia
espugnata Pavia e catturato re Desiderio, Carlo Mango aveva messo fine nel 774 alla dominazione longobarda in Italia.
* il regno fu incorporato al dominio dei franchi ma mantenne la sua autonomia: Carlo e poi il figlio Pipino si fregiarono del titolo di re dei longobardi.
* Pavia ne rimase la capitale, i duchi e i funzionari longobardi furono quasi tutti confermati, l’aristocrazia fondiaria mantenne le sue proprietà e anche le leggi del regno rimasero in vigore.
* la dominazione carolingia non rappresentò quindi una discontinuità.
i successori di Carlo Magno e la divisione dell’impero
fedele alla tradizione, Carlo Magno dispose nell’806 la suddivisione patrimoniale dell’impero tra i figli.
* unico sopravvissuto, Ludovico il Pio ereditò il potere alla morte nell’814, favorendo un ricambio degli uomini di corte, rafforzando il ruolo pubblico dei vescovi e accentuando i caratteri sacri dell’identità imperiale.
* nell’824, con la Constitutio romana, vincolò la consacrazione papale a un preventivo giuramento di fedeltà all’imperatore.
la successione di Ludovico il Pio e la fine della dinastia
- la successione di Ludovico il Pio aprì lotte violente tra gli eredi prima della sua morte nell’840.
- L’accordo siglato a Verdun nell’843 riconobbe a Ludovico il Germanico i territori a est del Reno, a Carlo il Calvo quelli più a Occidente e a Lotario quelli compresi nella fascia intermedia dal nord al regno d’Italia al quale fu abbinato il titolo imperiale.
- La morte senza eredi di Ludovico II nell’875 avviò il tracollo della dinastia carolingia che si estinse nell’887 con la deposizione di Carlo il Grosso per mano dei grandi del regno.
- le lotte dinastiche avevano finito col rafforzare il potere delle aristocrazie locali, che inglobarono progressivamente le cariche pubbliche di conte, duca e marchese.
la frammentazione dell’impero dopo la fine della dinastia
nella seconda metà del 9 secolo la divisione dinastica dell’impero carolingio accentuò la frammentazione dell’ordinamento pubblico.
* l’esito finale, alla deposizione di Carlo il Grosso nell’887, fu la divisione dell’impero in più regni e l’attribuzione della dignità imperiale al titolare del regno italico.
* sia gli imperatori sia i re dovettero la loro posizione all’appoggio dei gruppi aristocratici locali. Il loro potere fu quasi sempre precario perchè all’interno dei regni si formarono grandi dominazioni politiche quasi autonome, chiamate principati.
* avvenne infatti che gli ufficiali pubblici inizialmente di nomina imperiale (conti e marchesi) riuscirono a rendere ereditaria la propria funzione, riducendo la capacità di controllo del sovrano.
contee e marchesati
i conti e i marchesi si trasformarono quindi in grandi signori e dinasti locali. le nuove circoscrizioni territoriali venute a formarsi vengono cosiì definite contee e marchesati.
* la legittimità di tali poteri dipese dalla capacità effettiva di esercitarli più che da una concessione dall’alto.
l’autorevolezza dei poteri locali si fondava su diversi fattori:
* l’acquisizione patrimoniale delle cariche pubbliche e la loro trasmissione ereditaria,
* il possesso di ingenti beni fondiari,
* la rete di alleanze e di clientele armate.
all’interno dei principati l’autorità dei titolari incontrò un’opposizione da parte degli enti ecclesiastici e dalle famiglie aristocratiche.
il regno dei franchi occidentali: la Francia
il regno dei franchi occidentali, distaccato ormai nell’888 dalla dipendenza del potere imperiale, subì un ulteriore frazionamento causato dall’emersione di potenti principati.
* solo alla fine del X secolo si affermò la potenza dei conti di Parigi che con Ugo Capeto ottennero il titolo regio nel 987.
* il re, anche dopo l’affermazione della dinastia, non riuscì mai a esercitare una vera autorità su tutte le regioni, infatti la dipendenza dei grandi signori dal re fu poco più che formale.
il regno italico
più instabile fu la situazione che si determinò nel regno italico, dove il conflitto per il trono fu duraturo per i numerosi pretendenti e per l’intervento dei pontefici.
* a contendersi la corona furono soprattutto gli esponenti di quattro grandi famiglie che avevano le loro radici in principati territoriali: i duchi e marchesi di Spoleto, Toscana, Ivrea e Friuli.
* al titolo di re d’Italia era connessa la dignità imperiale, con la consuetudine carolingia dell’incoronazione a parte del pontefice.
* per questo, quando il re di Germania Ottone I fu sollecitato dal papato a intervenire contro Berengario II (re d’Italia), ricevette , oltre a quella di re d’Italia nel 961, anche la corona imperiale nel 962.
* da quel momento si saldò il legame tra le corone e i re di Germania cominciarono a scendere periodicamente in italia per poter essere eletti re di Germania o Francia.
il regno dei franchi orientali: la Germania
- Nel regno dei franchi orientali, l’elezione di Arnolfo di Carinzia ritardò di qualche tempo la crisi dell’autorità regia, che in Germania dovette fronteggiare la presenza di ampi ducati regionali di origine etnica.
- Enrico di Sassonia acquistò prestigio organizzando l’esercito che si oppose vittoriosamente agli ungari.
- Alla sua morte il figlio Ottone I riuscì a sua volta a essere eletto re ad Aquisgrana con un solenne rituale di tradizione carolingia.
- nel suo lungo regno integrò nella gestione del potere vescovi e abati di grandi monasteri, di cui si assicurò la nomina.