i poteri locali nell'età postcarolingia 6 Flashcards

1
Q

il sistema curtense

A
  • in età carolingia le grandi proprietà fondiarie organizzarono l’attività agricoola intorno ad aziende (dette curtes in Italia e villae in Europa del nord) caratterizzate da una bipartizione funzionale.
  • nella riserva padronale, o dominico, il proprietario faveva condurre i lavori direttamente dai suoi schiavi (servi prebendari) che vi risiedevano a totale carico del padrone.
  • nella parte a conduzione indiretta, o massaricio, i lavori erano portati avanti da famiglie di coltivatori liberi o servi a cui erano affidati degli appezzamenti, i mansi, con patti a lungo termine.
  • lo stretto legame tra le due parti era rappresentato dall’obbligo per i contadini del massaricio di prestare corvees (prestazioni lavorative gratuite) sulle terre del dominico, a integrazione del lavoro degli schiavi.
  • questo modello di organizzazione economica fu detto sistema curtense.
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2
Q

autosufficienza, surplus, mercati

A
  • il sistema curtense perseguì sempre un obiettivo di autosufficienza per soddisfare i bisogni immediati, ma poichè non tute le aziende producevano tutte le merci di cui avevano bisogno venne intensificandosi lo scambio delle eccedenze.
  • il surplus agricolo fu commercializzato, insieme con gli strumenti di lavoro, in centri di scambio rurale.
  • il sistema curtense fu redditizio e permise notevoli accumulazioni di riccchezza che molti proprietari investirono nella costruzione di mulini ad acqua o di fabbriche di birra, che aumentarono i guadagni.
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3
Q

contadini proprietari e affittuari

A

accanto ai coltivatori del massaricio, liberi o servi, nei villaggi convivevano proprietari di varia estrazione sociale: piccoli contadini proprietari dei loro fondi e medi proprietari che non coltivavano direttamente le proprie terre e che costituivano le elites dei villaggi.
* dal IX secolo tutti coloro che lavoravano la terra con le proprie mani si ritrovarono progressivamente sottomessi allo stesso modo al potere signorile.

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4
Q

il potere signorile

A

protagonisti della frammentazione dei poteri locali furono anche famiglie ed enti ecclesiastici che incrementarono i propri possessi fondiari tramite donazioni, acquisti e usurpazioni di terre.
* i patrimoni dell’aristocrazia erano costituiti da nuclei di provenienza diversa. accanto ai terreni posseduti in piena proprietà (detti allodi) quasi sempre vin erano terre concesse in beneficio dal re o da un signore maggiore, e poi rese ereditarie.
* intorno alle grandi proprietà, laiche ed ecclesiastiche, vennero così affermandosi poteri di comando, giustizia e di esazione fiscale, che costituirono il fondamento del potere signorile.
* due tendenze caratterizzarono questo potere: la territorialità, cioè l’estendersi a tutti i residenti di una certa zona, e la patrimonializzazione dei diritti pubblici, che in origine appartenevano alle istituzioni regie.
* la costruzione di fortezze e castelli garantì ai signori un controllo più efficace del territorio e dei suoi abitanti.

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5
Q

signoria fondiaria e signoria di banno

A
  • tra il X e l’XI la natura dei poteri che il signore esercitava era molto ampia, a cominciare dalle prerogative che erano state deggli ufficiali pubblici carolingi: l’amministrazione della giustizia, l’organizzazione della difesa militare, e la riscossione delle tasse.
  • quando il signore esercitava tali diritti nei limiti del suo possesso fondiario e si suoi lavoratori, si usa parlare di signoria fondiaria.
  • il caso più frequente era però la signoria estesa a tutti i residenti di una determinata area, indipendentemente dalla proprietà delle terre, che potevano appartenere al signore stesso o ad altri proprietari. in tal caso si parla di signoria di banno.
  • ovunque però si verificarono fenomeni di sovrapposizione e di concorrenza tra i diversi poteri signorili.
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6
Q

i rapporti vassallatico beneficiari

A

la rete di relazioni di fedeltà personale furono il vero collante della società occidentale tra l’8 e l’11 secolo.
* con il giuramento di fedeltà a un individuo eminente, il vassallo entrava nella clientela di un potente, impegnandosi a prestare per lui un servizio in genere di carattere militare.
* in cambio, il signore si impegnava a mantenerlo concedendogli delle fonti di reddito. il bene concesso era definito beneficium.
* questo tipo di legame si diffuse su ogni livello: il re aveva al suo seguito di vassalli e tra questi sceglieva gli ufficiali del regno per tenerli vincolati a sè; a loro volta gli aristocratici si dotavano di proprie clientele armate.

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7
Q

l

l’ereditarietà dei benefici

A

nell’ordinamento carolingio alla morte dei titolari sia le cariche di ufficiale pubblico che i benefici dovevano tornare al re che li assegnava ad un’altra persona.
* il capitolare emanato nell’877 a Quierzy dall’Imperatore Carlo il Calvo alla vigilia di una spedizione militare sancì che le cariche e i benefici che fossero rimasti vacanti non dovevano essere attribuiti ad un’altra persona prima del rientro dei figli dell’ufficiale o del vassallo deceduto.
* la tendenza a rendere ereditari i benefici si consolidò tra il 9 e l’11 secolo, fino a valere anche per i benefici minori, cioè quelli concessi dai signori ai propri vassalli.
* nel 1037 l’imperatore Corrado II decretò con l’Edictum de beneficiis (noto anche come Constitutio de feudis) che a un vassallo non potesse essere sottratto un beneficio senza una giusta causa.

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8
Q

l’incastellamento

A

a partire dalla seconda metà del IX e durante il X secolo fu edificata una rete di castelli.
* le ragioni furono molteplici: ebbe un peso la necessità di difendersi dalle incursioni saracfene, ungare e vichinghe.
* ma rispetto alle epoche precedenti, l’iniziativa di costruire un castello corrispondeva all’esigenza dei signori di garantirsi una base sulla quale esercitare la propria egemonia sul territorio.
* i grandi prorpietari fondiari utilizzarono il clima diffuso di insicurezza per consolidare il proprio potere sugli uomini.
* erigere un castello divenne un mezzo per estendere l’autorità dei signori su tutti i residenti delle aree limitrofe. in cambio della difesa, essi potevano pretendere di esercitare le prerogative di natura pubblica, il banno o districtus.

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9
Q

i diversi tipi di incastellamento

A
  • nella francia centro settentrionale furono i re, i principi e i conti a dare vita a pochi castelli di grandi dimensioni.
  • nelle regioni meridionali, in spagna e in italia si formò invece una rete di insediamenti medio piccoli, perlopiù costituiti da fortificazioni di villaggi preesistenti, per iniziativa dei grandi proprietari ecclesiastici e dell’aristocrazia signorile.
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10
Q

i cavalieri

A

la formazione delle signorie incentrate sui castelli favorì la formazione di specialisti della guerra che aiutavano i potenti nell’esercizio del lorro dominio e ne difendevano i beni.
* questi guerrieri furono chiamati cavalieri perchè in un mondo di contadini che si spostavano a piedi erano gli unici insieme ai signori a combattere a cavallo.
* i cavalieri furono protagonisti dei conflitti dell’epoca, spesso compiendo violenze e rapine a discapito dei più deboli.
* per disciplinarne il comportamento si diffusero dei movimenti su iniziativa di alcuni vescovi chiamati “paci o tregue di Dio”, che imponevano la sospensione delle violenze in certi periodi dell’anno, e a vietarle contro ecclesiastici e contadini.

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