CARCINOMA PAPILLIFERO Flashcards
DEFINIZIONE
Il K papillifero è un tumore epiteliale maligno con segni di differenziazione follicolare (origina dalle cellule follicolari). Deve il suo nome alla modalità di crescita più frequentemente riscontrabile, caratterizzata dalla formazione di papille.
SU CHE COSA SI BASA LA DIAGNOSI
si basa sulle caratteristiche alterazioni nucleari
ANDAMENTO
tipicamente maligno, con capacità di infiltrare e dare metastasi
DIFFERENZIAZIONE,
differenziazione a cellule follicolari, strutture papillari (formazione di papille) e
aspetti nucleari caratteristici.
DEFINIZIONE PAPILLIFERO,
disposizione a papille delle cellule epiteliali proliferanti
EPIDEMIOLOGIA
- carcinoma tiroideo più frequente (75-80% dei casi), nella stragrande maggioranza dei casi colpisce prima dei 40 anni (è la forma più comune in età pediatrica)
- III IV decade,
- spesso in età giovanile si presentano con metastasi,
- predilezione per il sesso femminile (rapporto F:M=2:1).
- comportamento clinico peggiore in soggetto di sesso maschile
- forme familiari sono abbastanza frequenti,
FATTORI DI RISCHIO
- 5-10% dei casi presenta storia di irradiazione terapeutica
- Tiroidite di Hashimoto,
- Dubbio legame con iperfunzione della tiroide
EZIOPATOGENESI,
, il carcinoma follicolare rappresenta la causa piu’ conosciuta dell’esposizione a radiazioni, come in Chernobyl e fukushima, ha aumentato il rilascio di elementi radioattivi nell’aria e soprattutto iodio 131, aumentando esponenzialmente l’incidenza di k papillare, colpendo prevalentemente la popolazione pediatrica in cui il turnover metabolico tiroideo è maggiore. Altro fattore associato alla presenza di carcinoma tiroideo papillifero è l’impiego di rt in capo e collo e nel mediastino.
Da un punto di vista molecolare, nel carcinoma papillare è possibile osservare numerose alterazioni genetiche, alterazione del gene BRAF, in particolare della mutazione V600E, che si riscontra nel 45% dei casi, in particolare in varianti cc alte e classiche. La presenza di V600E può essere considerata un marcatore diagnostico per il k papillare.
Possono essere anche osservati riarrangiamenti del gene ret, con una serie di altri geni,
Altre mutazioni puntiformi presenti sono rappresentate da ras, non specifiche, riarrangiamenti TRK . Da notare che quasi tutte le mutazioni sono mutualmente esclusive, e provocano alterazione delle molecole tutte nella stessa via di trasduzione del segnale.
ASSOCIAZIONE CLINICA PREVALENTE
tiroidite di Hashimoto.
- In alcuni casi può presentarsi anche iperplasia funzionante, anche con segni morfologici di iperfunzione
MORFOLOGIA,
Si può presentare con aspetti differenti, la maggior parte dei casi si presenta come un area solida biancastra, irregolare, dovuta all’abbondanza di fibrosi intratumorale, ma spesso appare come un nodulo solido o parzialmente cistico, talora come lesione totalmente cistica.
Anche la dimensione varia notevolmente, si passa da lesioni di piccoli centimetri fino a lesioni di grandi dimensioni
- Numero
- Bilaterale nel 60% dei casi,
- Spesso noduli multipli,
- Multifocalità dovuta ad invasione vasi linfatici
- Invasività
- tendenza ad invadere i vasi linfatici
- Metastatizzazione
- Linfatica, metastasi ai linfonodi locoregionali.
- Linfonodi sede di metastasi spesso sono di dimensioni superiori rispetto al tumore
dd
talora i pz possono presentarsi con solo linfoadenopatia, senza evidenze di nodulo tiroideo, da fare dd con linfoma di hodgkin
prognosi
- prognosi favorevole, anche se presenti metastasi locoregionali
- prognosi migliore in età pediatrica
- k tiroideo con prognosi più favorevole,
- ha un andamento generalmente indolente ed è associato ad una più elevata probabilità di cura.
- Esistono però delle varianti istologiche di carcinoma papillare con un decorso molto aggressivo e sviluppo di metastasi a distanza, che talvolta portano a morte il pz. In genere il carcinoma papillare metastatizza per via linfatica e l’invasione vascolare può essere presente,anche se raramente, soprattutto nella variante follicolare a cellule alte
ANDAMENTO CLINICO K PAPILLIFERO
Frequentemente la porzione non neoplastica della ghiandola è sede di altre lesioni patologiche (adenoma, iperplasia, tiroidite).
- Spesso si associa a tiroidite di hashimoto,
- Talvolta anche graves
CLINICA, QUADRI CLINICI DI PRESENTAZIONE POSSIBILI
- prevalentemente nodulo palpabile, possibile presenza di noduli più piccoli non palpabili,
- generalmente nodulo freddo a scintigrafia
- talvolta linfoadenopatia locoregionale da metastasi, senza evidenza di nodulo
- in alcuni casi nodulo palpabile e linfoadenopatia
- in alcuni casi si associano lesioni tiroidee di accompagnamento al nodulo, tra cui iperplasia, adenomi e tiroidite,
MORFOLOGIA,
- Presenza di papille vere
- Papille possono avere morfologie peculiari che pongono problemi di diagnosi
MACRO
Nodulo circoscritto, solido, non capsulato nel 90% dei casi, esiste rara variante capsulata
- Raramente occulto
- Altri possono infiltrare l’adiacente parenchima con margini definiti
- Lesioni possono contenere aree di fibrosi e calcificazione e spesso sono cistiche
- Multifocali,
- colore bianco/grigiastro
- consistenza dura, chiareamente invasivi
- dimensioni molto variabili (da piccoli a enormi noduli), molti inferiori ad 1 cm, definito microcarcinoma
- Spesso multicentrico e bilaterale; talvolta fibrosi centrale.
- Nel 10% dei casi può essere cistico e presentare formazioni macropapillari nel contesto della dilatazione cistica.
- Margini irregolari, infiltrante
taglio
La superficie di taglio rivela a volte formazioni papillari che possono portare alla iagnosi
DIFFERENZE CON K FOLLICOLARE,
- K follicolare si presenta come nodulo singolo,
- Dotato di capsula,
- Unicentrico
- Angioinvasivo, da metastasi per via ematica
MICROSCOPIA
- nel 100% dei casi (almeno nella variante tipica) sono presenti le papille, estroflessioni digitiformi vagamente ramificate, con asse fibrovascolare, che si proiettano dentro il follicolo rivestite da cellule epiteliali
- possiedono un peduncolo fibrovascolare ricoperto da uno o più strati di cellule epiteliali cuboidi. Nella maggior parte delle neoplasie l’epitelio che ricopre le papille è costituito da cellule cuboidali ben differenziate, uniformi e ordinate ma, in una minoranza di casi, le papille sono costituite da epitelio discretamente anaplastico con una notevole variabilità nella morfologia delle cellule e dei nuclei. Quando presenti, le papille del carcinoma papillare sono differenti da quelle osservabili nelle aree di iperplasia, in quanto sono più complesse e hanno un asse fibrovascolare denso
- Papille vere costituite da un asse connettivo fibrovascolare rivestito dalle cellule con nucleo a vetro smerigliato
- L’asse consente di distinguere le papille dalle pseudopapille che possono essere presenti in patologie benigne.
- Lo stroma in cui sono immerse le papille è costituito da connettivo neoformato in cui sono presenti strutture vascolari
- Presenza di fibrosi nel 50% dei casi,
- invasività linfatica
- cellule epiteliali che rivestono papilla hanno :
- nuclei molto voluminosi, rotondeggianti, con aspetto a vetro smerigliato per la cromatina finemente dispersa.
- Presentano membrana nucleare molto ben evidente,
- Mitosi rare
- incisure nucleare e inclusi nucleari (formazioni rotondeggianti ce sono in realtà delle pseudoinclusioni in quanto sono porzioni di citoplasma che si insinuano all’interno dell’incisione nucleare).
- Corpi psammomatosi, strutture lamellari concentriche calcifiche , a volte possono essere presenti anche nei linfonodi metastatici
- Presente inoltre fibrosi stromale di accompagnamento (reazione desmoplastica) e non raramente il tumore si accompagna infiltrato linfoide con una tiroidite associata (problemi di diagnosi differenziale con tiroidite di Hashimoto, le due entità secondo alcuni autori sono correlate).
- Infiltrato linfoide nel 25% dei casi,
- Cellule di langerhans
- Invasione vascolare nel 5%
- IMPORTANZA MORFOLOGIA CELLULARE
La morfologia cellulare è essenziale per differenziare il K papillifero dall’iperplasia papillare benigna in cui le cellule che rivestono le papille presentano nuclei basali regolari normocromici e citoplasma debolmente basofilo.