LAVORO RIPARTITO E INTERMITTENTE Flashcards
LAVORO INTERMITTENTE E RIPARTITO.
Cos’è il contratto di lavoro ripartito?
Il contratto di lavoro ripartito, o job sharing, era un contratto mediante il quale due lavoratori assumevano in solido l’adempimento di un’unica obbligazione lavorativa, condividendo il medesimo posto di lavoro e potendo sostituirsi a vicenda.
È ancora possibile stipulare contratti di lavoro ripartito?
No, il decreto legislativo n. 81 del 2015 ha soppresso il lavoro ripartito, rendendo impossibile attuare tale forma di lavoro.
Cos’è il lavoro intermittente?
Il lavoro intermittente, o job on call, è un contratto di lavoro subordinato in cui un lavoratore si pone a disposizione di un datore di lavoro per essere chiamato a svolgere prestazioni lavorative solo quando ve ne sia necessità.
Quali sono le tipologie di lavoro intermittente?
Esistono due tipologie: con obbligo di disponibilità, in cui il lavoratore è obbligato a restare a disposizione del datore di lavoro, e senza obbligo di disponibilità, in cui il lavoratore non è obbligato ad accettare la chiamata del datore.
In che forma deve essere stipulato il contratto di lavoro intermittente?
Il contratto di lavoro intermittente deve essere stipulato in forma scritta.
Per quali prestazioni può essere stipulato un contratto di lavoro intermittente?
Il contratto può essere stipulato per prestazioni di carattere discontinuo o intermittente, anche con riferimento a periodi predeterminati nell’arco della settimana, del mese o dell’anno.
Quali sono i limiti di età per stipulare un contratto di lavoro intermittente?
Il contratto può essere stipulato con soggetti con più di 55 anni di età e con soggetti con meno di 24 anni di età.
Il lavoratore intermittente è sempre obbligato a rispondere alla chiamata del datore?
No, l’obbligo di rispondere alla chiamata deve essere previsto espressamente nel contratto individuale.
A cosa ha diritto il lavoratore intermittente nei periodi di attività?
Nei periodi di attività, il lavoratore intermittente ha diritto al normale trattamento economico e normativo proporzionato alla prestazione effettivamente eseguita.
A cosa ha diritto il lavoratore intermittente nei periodi di inattività?
Nei periodi di inattività, il lavoratore ha diritto a un’indennità di disponibilità solo se contrattualmente obbligato a rispondere alle chiamate del datore di lavoro.
Cosa può comportare il rifiuto ingiustificato di eseguire la prestazione?
Il rifiuto ingiustificato di eseguire la prestazione, se il lavoratore è obbligato contrattualmente a rispondere alla chiamata, può comportare la risoluzione del contratto.
Cos’era il lavoro accessorio?
Il lavoro accessorio era una modalità lavorativa in cui la prestazione veniva retribuita tramite buoni lavoro, i cosiddetti voucher, non riconducibile né al lavoro subordinato né al lavoro autonomo.
Come venivano acquistati e utilizzati i voucher nel lavoro accessorio?
I voucher venivano acquistati da apposite concessionarie e consegnati al lavoratore come compenso. Il lavoratore poteva poi convertirli in denaro.
Quali erano i limiti economici per il lavoro accessorio?
I compensi derivanti da lavoro accessorio non dovevano superare i 7.000 euro annui per il lavoratore. Per attività presso imprenditori commerciali o professionisti, il limite era di 2.000 euro annui per lo stesso committente.
Quali sono stati i cambiamenti apportati dalla legge 49 del 2017 in materia di lavoro accessorio?
La legge 49 del 2017 ha abrogato il lavoro accessorio e i relativi articoli del decreto legislativo 81 del 2015, creando un vuoto normativo poi colmato dal decreto legge 50 del 2017 con nuovi strumenti alternativi ai voucher.