Infettive Flashcards

1
Q

per cosa sta la o di TORCH

A

HIV HBV HCV gonorrea sifilide clamidia morbillo parotite varicella listeria Parvovirus B 19 papilloma virus

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2
Q

Come si può infettare l’uomo con la toxoplasmosi

A

Ingerendo Le oocisti Escreti per via fecale dal gatto oppure consumando carni poco cotte

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3
Q

Cosa succede in genere nel paziente immunocompetente che si contamina con la toxoplasmosi

A

Il parassita pur migrando a livello muscolare in cefalico occhi e linfonodi viene bloccato in tali sedi da parte della risposta immunitaria nello specifico la risposta cellulo-mediata porta all’incitamento tissutale mentre quella i morale blocca la parassitemia

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4
Q

Come può avvenire la trasmissione verticale della toxoplasmosi

A

In genere si verifica durante la fase parassitemica Attraverso la placenta tuttavia è possibile anche la trasmissione nel canale del parto non è stata dimostrata nessun tipo di trasmissione attraverso il latte materno

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5
Q

Come si può prevenire la trasmissione della toxoplasmosi

A

Evitare il contatto con le feci di gatto lavare bene frutta e verdura cuocere la carne ad almeno 66°

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6
Q

Come varia nel tempo la trasmissione verticale della toxoplasmosi

A

Il rischio di trasmissione verticale è basso nel primo trimestre ed aumenta progressivamente verso il terzo trimestre

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7
Q

In quale periodo della gravidanza è più pericolosa la trasmissione della toxoplasmosi

A

Primo trimestre

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8
Q

Quante forme di toxoplasmosi congenita esistono

A

Forma viscerale diffusa forme subacute croniche

forme localizzate con coinvolgimento Prevalentemente oculare

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9
Q

Caratteristiche della forma viscerale di toxoplasmosi

A

Esantema Maculopapulare Ittero epato-splenomegalia linfoadenopatie e trombocitopenia

Microcefalo idrocefalia calcificazioni intracraniche convulsioni e Corio retinite

Polmonite interstiziale

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10
Q

Caratteristiche della forma subacuta di toxoplasmosi congenita

A

Idrocefalia calcificazione e Corio retinite

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11
Q

Caratteristica della forma localizzata di toxoplasmosi congenita

A

Localizzata prevalentemente all’occhio con cataratta strabismo nistagmo corioretinite

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12
Q

Epidemiologia e caratteristiche della forma sintomatica di toxoplasmosi congenita

A

75% dei casi
Questa è la forma prevalente di toxoplasmosi che nel tempo si può manifestare con ritardo psicomotorio ipoacusia retinite e cecità la latenza può essere di anni e addirittura nel caso della Corio retinite questa si può manifestare nella seconda decade

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13
Q

Cinetica delle i GM contro il toxoplasma

A

Compaiono in media dopo due settimane completo a quattro settimane sono ancora rilevabili a nove mesi e possono persistere anche ad un anno

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14
Q

Cosa può indicare il riscontro di IGM In circolo

A

Infezione recente oppure potrebbero essere indicative di un’infezione contratta da più di nove mesi o un anno oppure si potrebbe trattare di IgM naturali prodotte dall’organismo indipendentemente dal contatto con il toxoplasma

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15
Q

Cinetica delle IgG

A

Compaiono a Due settimane Con picco a due mesi decrescendo progressivamente nell’arco di due anni ma potendo persistere in circolo anche molto allungo inoltre possono aumentare in caso di nuovo contatto

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16
Q

Cinetica delle IG a

A

Compaiono dopo le GM ma prima dell’Asia e il loro titolo decresce prima di quello delle IGM nell’arco di circa nove mesi per questo motivo le IgA possono indicare un’infezione recente oppure una riattivazione

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17
Q

Cosa può indicare il riscontro di IgA contro il toxoplasma

A

Infezione recente o riattivazione

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18
Q

Interpretazione del test di avidità delle IgG

A

Avidità fino al 20% infezione non databile da più di tre mesi Necessario quindi indagini di terzo livello

Avidità dal 20 al 30% probabile infezione recente con necessità di controllo 15 giorni

Avidità sopra il 30% infezione pregressa verosimilmente da più di quattro mesi

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19
Q

Come comportarsi in una paziente con i GM negative ed IgG positive

A

Di norma non è necessario nessun tipo di controllo soprattutto se il titolo delle IgG è inferiore alle 300 unità internazionali
Se il titolo delleIgG è sopra le 300 unità andrebbe fatto il dosaggio delle IG a nelle pazienti immunodepressi per escludere una riattivazione

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20
Q

Come comportarsi nelle pazienti con IGM positive ed IgG negative

A

In questi casi si effettua un nuovo controllo dopo 15 giorni perché si potrebbe trattare di infezione recente o anticorpi naturali se dopo 15 giorni compaiono le immunoglobuline G si inizia la terapia se assenti verosimilmente si tratta di anticorpi naturali

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21
Q

Cosa fare nelle pazienti con immunoglobuline M ed immunoglobuline G positive

A

Dosaggio delle immunoglobuline a e test di avidità soprattutto con avidità inferiore o pari al 30% si ricorre all’indagine di terzo livello

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22
Q

Quali sono le indagini di terzo livello

A

Prelievo di sangue fetale tramite funicolocentesi tra le settimane 20:28 per determinare la sierologia fetale ed amniocentesi da effettuare però dalla settimana 16 e non prima delle quattro settimane dal contagio

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23
Q

Cosa è necessario fare alla nascita nel neonato con infezione certa o probabile

A

Indagine siero logica e ricerca contemporanea di cito megalo virus sulle urine
Prelievi per emocromo e chimica
Ecografia cerebrale ed esame del fondo oculare
Screening audiologico
Visita neuropsichiatrica infantile

Per infezioni certe o sintomi neurologici rachicentesi TC polisonnografia

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24
Q

Quando si fa la terapia neonatale in caso di madre sicuramente infetta

A

Sempre perché la terapia con spira micina non riduce del 100% il rischio di trasmissione

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25
Q

Terapia farmacologica del neonato con infezione da toxoplasmosi

A

Pirimetamina Sulfadiazina e acido Folinico

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26
Q

Che cosa bisogna fare e che cosa bisogna monitorare quando si tratta la toxoplasmosi nel neonato

A

La prima cosa da fare è escludere la carenza di G6PDH E quindi va fatta sorveglianza della crasi ematica ogni 15 giorni dal momento che se viene neutropenia è necessario sospendere la terapia

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27
Q

Utilità del prednisone nella terapia della toxoplasmosi congenita

A

Il prednisone è utile in caso di encefalite e Corio retinite

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28
Q

Quando la madre con sifilide può trasmettere il patogeno al neonato

A

In qualsiasi fase della malattia ma il rischio più consistente nel corso della sifilide secondaria con rischio che arriva anche al 100%

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29
Q

Come si verifica la trasmissione al feto della spirocheta

A

Più spesso si verifica per passaggio transplacentare mentre più raramente si verifica per passaggio nel canale del parto se la madre non ha lesioni intorno al capezzolo l’allattamento materno è sicuro

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30
Q

Complicanze intrauterine della trasmissione della spirocheta

A

Idrope fetale aborto morte intrauterina parto pretermine

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31
Q

Cosa può succedere se la sifilide viene trasmessa al terzo trimestre

A

Il neonato può apparire completamente asintomatico ma se non trattato può presentare le prime manifestazioni di malattia entro le cinque settimane

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32
Q

Come si può presentare la sifilide congenita alla nascita

A

Rinite
Ittero epato megalia linfoadenopatia trombocitopenia e Rush
Lesioni bollose all’estremità e alla regione periorale che prende il nome di Pemfigo sifilitico

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33
Q

Cos’è l’osteocondrite da sifilide e quando si presenta

A

Secondari al coinvolgimento osseo si presenta nei primi mesi di vita con caratteristici segni radiografici a carico delle regioni epifisarie delle ossa lunghe si può manifestare nella quasi totalità dei bambini infettati anche in quelli completamente asintomatici

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34
Q

Presentazione clinica tardiva della sifilide

A

Un bambino con sifilide congenita non trattato può presentare nei primi due Anni di vita ulcere gommose del naso setto e palato duro deformità tibiale a sciabola tu mi hai fazione delle ossa frontali e parietali anomalie dentarie
Caratteristica la triade di Hutchinson definita da anomalie a carico degli incisivi con cheratite interstiziale e sorditàNeurosensoriale

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35
Q

Epidemiologia e caratteristiche della neuro sifilide del neonato

A

Può presentarsi nel corso di qualsiasi stadio della malattia e sia nel 15% dei bambini non trattati
Si può presentare con meningite idrocefalo convulsioni paralisi dei nervi cranici sordità neurosensoriale atrofia del nervo ottico e ritardo mentale

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36
Q

Cosa sono i test non treponemi

A

VDRL e RDR

Questi test dimostrano la presenza di anticorpi anticardiolipina

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37
Q

Utilità dei test non treponemi

A

Si utilizzano per identificare la malattia acuta ma anche nel follow-up dal momento che dopo sei mesi il titolo si dovrebbe ridurre

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38
Q

Interpretazione del titolo di test non treponemici

A

Un titolo sopra 16 può essere indicativo di infezione mentre un titolo sotto 16 può indicare un falso positivo cicatrice siro logica oppure sifilide latente

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39
Q

Sensibilità e specificità dei test non treponemi

A

Sensibilità del 70% e specificità praticamente assente nel caso di infezioni virali neoplasie gravidanza patologie autoimmuni come il lupus

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40
Q

Cosa sono i test treponemici

A

Sono i test che ricercano direttamente gli anticorpi diretti contro il treponema pallidino e sono il tpha tppa fra/abs

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41
Q

Cosa bisogna fare nel neonato da madre positiva e a che cosa bisogna pensare

A

Innanzitutto va a capito se la madre ha fatto terapia con penicillina nel corso della gravidanza quindiVa fatto l’esame obiettivo e va fatto un confronto tra la senologia materna e quella neonatale

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42
Q

Confronto tra le sierologia materne e quelle fetali

A

Nel neonato con RPR con titolo 4 volte quello materno o superiore con tpa positivi specie in assenza di adeguata profilassi l’infrazione è certa

Per neonati con titolo uguale o inferiore a 4 volte quello materno con EO negativo ma profilassi incompleta o inadeguata non si può escludere con certezza L infezione. Utile esame microscopico in campo oscuro su fluidi corporei

Per RPR inferiori a 4 volte con tpa positivi obiettività negativa è profilassi eseguita è possibile escludere l’infezione

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43
Q

Accertamenti da eseguire nel neonato con sifilide certa

A

Emigrino
Liquor
Valutazione funzione epatica e renale per rischio epatite e sindrome nefrosica
Ex ossa lunghe e torace (possibile Rosario rachitico)
Ecografia cerebrale e npi
Fundus
Abr

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44
Q

Tempistica del follow-up del neonato nato da madre positivo

A

3 6 9 12 mesi fino al negativizzazione della senologia

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45
Q

Modifiche della sierologia nel neonato non trattato

A

In un treponemi si negativizzano a sei mesi i treponemi a 18 mesi

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46
Q

Cinetica anticorpale nel neonato trattato

A

Non treponemici negativi a 9 mesi, treponemici persistenti a vita

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47
Q

Terapia del neonato con infezione probabile o certa asintomatica

A

Penicillina G 150.000 unità pro chilo die endovena ogni 12 ore nei primi sette giorni e ogni otto ore nei giorni successivi

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48
Q

Terapia in caso di valutazione liquorale o strumentale positiva

A

Penicillina G 50.000 unità pro chilo intramuscolo in singola dose

49
Q

Quando è più alto nel corso della gravidanza il rischio di trasmissione verticale della rosolia

A

Primo trimestre

50
Q

In quale periodo della gravidanza è più alto il rischio di anomalie fetali

A

Prime otto settimane

51
Q

A quali meccanismi parto genetici sono riconducibili le malformazioni correlate alla rosolia

A

Insufficienza placentare apoptosi cellulare e rotture cromosomiche fetali

52
Q

Per quanto tempo può persistere il virus della rosolia nel neonato infetto

A

Può persistere nell’urina e nei fluidi biologici addirittura per anni

53
Q

Conseguenze della rosolia

A

Sordità

Coinvolgimento oculare con cataratta glaucoma e retinopatia pigmentosa

Cardiopatia congenita

54
Q

Conseguenza più comune della Rosolia congenita e quando si manifesta

A

Sordità che può essere monolaterale o bilaterale ed in genere si rende evidente solamente al secondo anno di vita

55
Q

Caratteristiche della retinopatiaDa rosolia

A

In genere non ostacola la vista a meno che non si abbia un coinvolgimento con neo vascolarizzazione della coroide

56
Q

Che tipo di cardiopatie congenite si possono avere in caso di rosolia congenita

A

Soprattutto pervietà del dotto arterioso oppure stenosi dell’arteria polmonare ma è anche possibile la quarta azione dell’aorta

57
Q

Altre conseguenze della rosolia congenita

A

Ritardo di crescita intrauterino e prematurità

Trombocitopenia encefalite ittero epato-splenomegalia micro cranio

58
Q

Complicanze a distanza della rosolia congenita

A

Il neonato può essere asintomatico la nascita e presentare più tardi va mente disfunzioni tiroidee diabete mellito anomalie visive e glaucoma

59
Q

Diagnosi di laboratorio della rosolia nel neonato

A

Basato sul riscontro delle immunoglobuline M
Riscontro di immunoglobuline G stabili o che aumentano nel tempo
Riscontro di RNA virale nel sangue e nelle urine

60
Q

Principale fonte di contagio per le donne in gravidanza da Cytomegalovirus

A

Bambini

61
Q

Rischio di trasmissione al feto in caso di re infezione da Cytomegalovirus

A

2% massimo

62
Q

Più comune patologia virale a trasmissione verticale nei paesi industrializzati

A

Infezione da Cytomegalovirus

63
Q

Percentuale di neonati con trasmissione verticale sintomatici

A

15% circa

64
Q

Quando è più pericolosa la trasmissione verticale del Cytomegalovirus

A

Primi due trimestri di gravidanza

65
Q

Quadro sintomatico dell’infezione verticale da Cytomegalovirus sintomatica la nascita

A

Porpora ittero epato-splenomegalia
Manifestazioni cerebrali
Manifestazioni oculari
Ipoacusia

66
Q

Cosa può determinare nel corso della gravidanza il cito megalo virus

A

Prematurità restrizione della crescita intrauterina

67
Q

Caratteristiche delle manifestazioni cerebrali da Cytomegalovirus

A

Microcefalia ipoplasia cerebellare anomalie della sostanza bianca disorganizzazione della migrazione neuronale va ricordato che queste manifestazioni nel neonato sintomatico sono estremamente frequenti

68
Q

Manifestazioni oculari del Cytomegalovirus

A

Corio retinite atrofiaipoplasia del nervo ottico Cataratta microftalmia strabismo e cecità

69
Q

Caratteristiche dell’ipoacusia da Cytomegalovirus

A

Nella metà dei casi bilaterale nella metà dei casi carattere progressivo

70
Q

Più grave manifestazione dell’infezione congenita da Cytomegalovirus sintomatica

A

Disseminazione viscerale con coinvolgimento multiorgano

71
Q

Percentuali di neonati con infezione congenita da Cytomegalovirus asintomatici

A

85% dei casi

72
Q

Prognosi dei neonati con infezione congenita dal cito megalo virus asintomatici

A

Nella gran parte dei casi hanno una buona prognosi a distanza tuttavia nel 15% dei casi sia l’insorgenza nei primi tre anni di vita di riduzione della acuità visiva ipoacusia ritardo mentale deficit motorio microcefalia e anomalie dentarie

73
Q

Quanto deve durare il follow-up del neonato con infezione congenita da Cytomegalovirus

A

Deve durare fino a sei anni deve sempre prevedere la visita oculistica audiologica il la valutazione da parte del neuropsichiatra infantile

74
Q

Ruolo dell’ecografia prenatale nella diagnosi di infezione congenita da Cytomegalovirus

A

La negatività non consente di escludere con certezza la trasmissione verticale

75
Q

Cosa è necessario fare nelle donne con immunoglobuline G immunoglobuline M per il Cytomegalovirus positive

A

Testa di avidità

76
Q

Interpretazione del test di avidità del Cytomegalovirus

A

Con una avidità inferiore a 0,8 è verosimile che l’infezione sia stata contratta nelle 20 settimane precedenti

77
Q

Cosa bisogna fare nelle donne con immunoglobuline M positive per il Cytomegalovirus e immunoglobuline G negative

A

Ripetere la sierologia a tre settimane.
Se compaiono le immunoglobuline G verosimilmente si tratta di infezione acquisita da poco se invece persistono negative si tratta verosimilmente di un processo di cross reazione ma è comunque necessario ripetere la filologia distanza

78
Q

Esistono immunoglobuline dirette contro il Cytomegalovirus

A

Sì e si sta sperimentando il loro utilizzo in gravidanza

79
Q

Diagnosi di infezione neonatale da Cytomegalovirus

A

PCR nelle urine per le prime tre settimane di vita considerando che le immunoglobuline M potrebbero non essere presenti nel neonato va ricordato che la negatività della PCR escludere con certezza l’infezione

80
Q

Terapia dell’infezione congenita da Ciro megalo virus nel neonato

A

Ganciclovir o valganciclovir per 6 settimane Se il neonato è sintomatico sì è asintomatico non si fa terapia perché inviato rischio di tossicità da parte di questi farmaci il rapporto rischio beneficio non è favorevole

81
Q

Tossicità di valganciclovir e ganciclovir

A

Neutropenia trombocitopenia epato tossicità nefrotossicità

82
Q

Quale herpes virus è prevalentemente coinvolto nella trasmissione verticale

A

Herpes virus di tipo due

83
Q

Come avviene la trasmissione verticale dell’herpes virus

A

Più frequentemente si verifica nel canale del parto è molto più raramente si verifica per via transplacentare

84
Q

Rischio di trasmissione verticale dell’herpes virus in caso di riattivazione

A

3%

85
Q

Quando il neonato con infezione congenita da herpes virus può essere sintomatico

A

Alla nascita oppure dopo due o quattro settimane

86
Q

Quadri sintomatici di infezione da herpes virus

A

Forma generalizzata oppure forma localizzata ad occhi bocca e cute SEM

87
Q

Caratteristiche del coinvolgimento cutaneo da herpes virus

A

Vescicole a contenuto torbido su base eritematosa e lesioni ulcerative al cavo orale

88
Q

Manifestazioni oculari dell’infezione congenita da herpesvirus

A

Congiuntivite retinite cheratite

89
Q

Caratteristiche del coinvolgimento cerebrale da herpes virus dal punto di vista clinico

A

Ipotonia convulsioni letargia in stabilità termica

90
Q

Il coinvolgimento cerebrale ed herpes virus presuppone sempre coinvolgimento cutaneo

A

No

91
Q

Caratteristiche della forma viscerale di infezione da herpes virus

A

Coinvolgimento multiorgano con fegato e polmoni che risultano gli organi più colpiti si tratta di casi estremamente gravi che si presentano con ittero epatomegalia convulsioni e alto rischio di Cid

92
Q

Pilastri della trasmissione verticale dell’herpes virus

A

Taglio cesareo e somministrazione di Aciclovir alla madre

93
Q

Cosa va fatto nel neonato con madre positiva per herpes virus

A

Tamponi oculari rettali orofaringe per la ricerca del DNA virale

94
Q

Cosa ha fatto nel neonato con tamponi positivi per herpes virus

A

Grafia con Aciclovir però almeno 21 giorni alla dose di 60 mg per chilo al giorno diviso in tre dosi

95
Q

E rischio di trasmissione dell’HIV attraverso le misure profilattiche al feto

A

Il rischio passa dal 94% all’1%

96
Q

Misure profilattiche messi in atto nel corso della gravidanza per prevenire la trasmissione verticale al feto

A

Terapia antiretrovirale cesareo elettivo e allattamento artificiale esclusivo

97
Q

Quando è più alto il rischio di trasmissione verticale dell’epatite B

A

Rischio più alto nelle madri HBsAg positive con alti valori in circolo di Hb a G nel momento in cui il parto viene effettuato nel corso del periodo di incubazione e nel momento in cui sia la trasmissione nell’ultimo trimestre di gravidanza

98
Q

Viene la trasmissione dell’epatite B al feto

A

Prevalentemente per via transplacentare ma anche attraverso il canale del parto

99
Q

Indicazione al taglio cesareo in caso di madre positiva per le patite B

A

Attualmente no perché non vi è evidenza che un parto effettuato tramite cesareo possa modificare il rischio di trasmissione

100
Q

È contro indicato l’allattamento materno in caso di infezione da epatite B

A

No

101
Q

Cosa bisogna fare nei neonati che nascono da donne con HBsAg in circolo

A

Immunoglobuline iper immuni e la prima dose del vaccino con la seconda che si ripeta ad un mese e la terza che si ripeta a sei mesi

102
Q

Cosa bisogna fare nel neonato dopo le tre vaccinazioni contro l’epatite B

A

Ricercare gli anticorpi Anti-hbs e hbsag

La presenza di HBsAg identifica i neonati con infezione cronica

103
Q

Rischio di trasmissione verticale dell’epatite C

A

Circa 5% dei casi interessa soprattutto le madri un HCV RNA circolante e dosabile

104
Q

Modalità di parto e allattamento nelle donne con epatite c

A

Non vi è indicazione al cesareo e può essere permesso allattamento materno

105
Q

Come si identificano i neonati Nei quali si è verificata la trasmissione verticale dell epatite c

A

È necessario dosare l’RNA dell’epatite C in circolo a tre mesi di vita in quanto la persistenza dello stesso in questa fase identificativo di infezione neonatale Allo stesso modo la persistenza degli anticorpi diretti contro l’epatite c per oltre 18 mesi e diagnostico

106
Q

Quando la clamidia può essere trasmessa al neonato

A

Al momento del parto

107
Q

Come si può manifestare la clamidia trasmessa al momento del parto nel neonato

A

Un periodo di latenza di circa due settimane massimo si può manifestare con congiuntivite
Altra possibile manifestazione la polmonite chiama una latenza massima di tre mesi mesi

108
Q

Cosa bisogna fare nel neonato con sospetta infezione da clamidia

A

Tamponi congiuntivali il pc R su aspirato nasofaringeo

109
Q

Antibiotici utilizzati nella terapia della clamidia

A

Macrolidi

110
Q

Rischi correlati all’infezione da Parvovirus 19 nel corso della gravidanza

A

Rischio non trascurabile di aborto Nelle prime 20 settimane
In certi casi può determinare anemia fetale con un quadro di idrope

L’unico modo per evitare l’infezione materna e limitare il contatto con i bambini se la donna è sieronegativa

111
Q

Che cos’è la varicella fetale

A

Embriopatia che si verifica per passaggio transplacentare del virus
All’evento è raro ed interessa l’1% delle donne che contraggono l’infezione nelle prime 20 settimane di gestazione e si caratterizza per ipoplasia degli arti con lesioni oculari o cerebrali e lesioni cutanee cicatriziali diagnosi confermata da PCR sul liquidò amniotico richiede alla nascita somministrazione di Aciclovir immunizzazione passiva

112
Q

Quando si verifica la varicella perinatale

A

Quando nella madre la varicella insorge da cinque giorni prima a due giorni dopo il parto in quanto ciò consiste con un alto rischio di trasmissione al neonato

113
Q

Quando si parla di varicella congenita

A

Se nel neonato la varicella in sorge nei primi 10 giorni di vita

114
Q

Clinica della varicella congenita

A

Da lieve a molto grave

115
Q

Cosa richiede la varicella congenita

A

Aciclovir endovena e se il contatto è avvenuto entro 96 ore immunizzazione con immunoglobuline specifiche

116
Q

Cos’è la varicella post Natale

A

Varicella che insorge 10 giorni dopo la nascita ed in genere risulta essere lieve

117
Q

Rischi correlati alla parotite in gravidanza

A

Non è teratogeno la parotite ma in certi casi può determinare aborto nel primo trimestre in particolare nel 25% dei casi

118
Q

Morbillo in gravidanza

A

Rischio di aborto nel primo trimestre non è teratogeno ma se trasmesso al neonato al momento della nascita può dare un quadro molto severo