Il cambiamento degli atteggiamenti Flashcards

1
Q

fattori che rendono la persuasione efficace: reciprocità, valore dell’autorità, effetto scarsità, effetto piacevolezza

A
  • RECIPROCITA’= siamo maggiormente propensi a modificare i nostri atteggiamenti quando ci sentiamo in dovere verso qualcuno o qualcosa (Cialdini - “il piede nella porta”);
  • VALORE DELL’ AUTORITA’ della fonte= l’importanza della fonte del messaggio e il suo grado di autorità nella trattazione di un tema hanno un effetto indiscutibile sui comportamenti;
  • L’ EFFETTO SCARSITA’ dei prodotti e servizi spinge i consumatori a modificare l’atteggiamento nei confronti del prodotto stesso, o a considerarlo più gradevole o comunque indispensabile;
  • EFFETTO PIACEVOLEZZA DELLA FONTE: agire come la fonte attraente di certo permette il raggiungimento di ricompense positive (CONDIZIONAMENTO CLASSICO e permette di godere delle stesse qualità del modello con cui si identifica (processo di IDENTIFICAZIONE).
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2
Q

Obiettivi della persuasione: cambiamento cognitivo

A

Significa rendere disponibili le informazioni e provare a determinare un cambiamento cognitivo: la CONOSCENZA DI DETERMINATE INFORMAZIONI (cambiamento cognitivo) non necessariamente implica un cambiamento di comportamento.

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3
Q

Obiettivi della persuasione: cambiamento dell’azione

A

Vuol dire indurre un certo numero di persone a compiere una specifica azione entro un determinato periodo di tempo.

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4
Q

Obiettivi della persuasione: cambiamento comportamentale

A

Promuovere e indurre una modificazione più o meno permanente nel comportamento in un gruppo di persone che presenta o meno un atteggiamento favorevole verso di esso.

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5
Q

Obiettivi della persuasione: cambiamento dei valori

A

Modificare i valori profondamente radicati che alcuni individui presentano rispetto ad argomenti e situazioni. La comunicazione contribuirebbe alla costruzione e al mantenimento della società, contributo sempre più significativo specialmente al giorno d’oggi in cui vi è una riduzione del valore di guida che hanno avuto i tradizionali organizzatori sociali nell’età postmoderna.

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6
Q

Tipi di influenza nel XX secolo

A
  • Inizi del 900: INFLUENZA DETERMINANTE= tendenziale UNILATERALITA’ del processo persuasivo immaginandolo come espressamente lineare e unidirezionale di fronte ai destinatari;
  • Metà del 900= INFLUENZA LIMITATA (LAZARSFELD) - il messaggio promozionale ha effetto se viene avvalorato della testimonianza di persone degne della sua fiducia. E’ importante coinvolgere nella comunicazione coloro che potranno diventare OPINION LEADER per gli altri.
  • Fine del XX secolo: paradigma dell’INFLUENZA MODELLATRICE - offre indicazioni sugli stili di vita e modelli a cui ispirarsi. Troviamo un consumatore che si lascia affascinare dalla comunicazione, ma che PARTECIPA ATTIVAMENTE NEL PROCESSO PERSUASIVO. Il paradigma degli USI e GRATIFICAZIONI prevede di vedere i consumatori non più come una massa amorfa e passiva, ma come CONSAPEVOLI FRUITORI dei beni simbolici alla ricerca di indicazioni per consolidare l’identificazione con il gruppo. I messaggi hanno il compito di orientare i processi di attribuzione di senso.
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7
Q

Su che cosa si basa il modello interazionista (influenza modellatrice)?

A

Ricaviamo da questo ultimo tipo di influenza l’immagine di un consumatore che interagisce profondamente con il messaggio (modello interazionista), come CO-COSTRUTTORE DI SIGNIFICATO (PROCESSO PROATTIVO) secondo tre principi di base:

  1. Il consumatore reagisce agli oggetti e alle informazioni sulla base del SIGNIFICATO CHE EGLI STESSO CONTRIBUISCE A DARE alle informazioni e alle cose;
  2. Il significato attribuito a oggetti è correlato alle informazioni provenienti dal CONTESTO DI RIFERIMENTO e dalle RELAZIONI SOCIALI ;
  3. Il significato viene costruito attraverso un PROCESSO INTERPRETATIVO CONTINUO.

Nonostante questo, il modo di presentare un particolare fenomeno da parte dei mass media influenza certamente il giudizio (il loro senso comune) che le persone hanno del fenomeno stesso.

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8
Q

Modalità di influenzamento: informazione

A

fornire ad un soggetto nuove notizie e contenuti può indurlo a tener conto di ciò nelle sue successive azioni. Si tratta dell’influenzamento prodotto da un’informazione in quanto tale - oggettiva, asettica, neutrale - a prescindere dalla struttura del messaggio.

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9
Q

Modalità di influenzamento: persuasione

A

Intesa come indurre il proprio interlocutore a modificare consapevolmente la propria opinione alla luce di un argomento convincente, la si può declinare in almeno due modi:

  1. la persuasione fa appello alla RAZIONALITA’ mostrando come il discorso sia fondato da premesse e passaggi logici fino alle conseguenze. Presuppone un interlocutore RAGIONEVOLE, disposto a mettere in discussione la propria opinione e, se persuaso, ad adottare quella nuova. La persona che viene persuasa riconosce la verità dell’argomento che pertanto risulta persuasivo, logico e razionale.
  2. La persuasione è intesa come modalità di INFLUENZAMENTO che fonda la sua efficacia sui processi cognitivi (sui BIAS) di un consumatore disposto a dare consenso a una proposta che gli appaia come CREDIBILE. L’argomento è persuasivo non perché mostra la verità alla luce della ragione, ma perché consente al persuasore di far prevalere le proprie ragioni su quelle del persuaso. Si rimanda alla relazione tra il prevalere di chi convince su chi viene convinto.
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10
Q

Modalità di influenzamento: Seduzione

A

Modalità di influenzamento che fa appello NON alla ragione o ai processi cognitivi del consumatore, ma alle sue EMOZIONI, alle dinamiche AFFETTIVE e RELAZIONALI, al suo desiderio di confermare una propria identità personale e sociale. La comunicazione si pone come risposta illusoria ai bisogni e ai desideri e che vuole suscitare interesse, adesione, complicità e consenso. E’ una pubblicità che non vuole illudere né deludere, bensì LUDERE, cioè giocare con i sentimenti e gli affetti che, quando associati a prodotti e marche, liberano l’oggetto dalla funzione d’uso e lo caricano di significati simbolici ed evocativi.

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11
Q

Teorie della persuasione: teoria ipodermica

A

Detta anche BULLETT THEORY, o teoria del proiettile magico, la Teoria Ipodermica sostiene che, essendo uniforme il repertorio di risposte comportamentali dell’uomo, i messaggi possono essere recepiti allo stesso modo da tutte le persone che costituivano l’audience, percepito come una MASSA DI INDIVIDUI ISOLATI, DEBOLI E INDIFESI DI FRONTE ALLA FORZA PERSUASIVA del comunicatore. Ha avuto un’ampia applicazione a fenomeni comunicativi quali le campagne elettorali o in pubblicità.

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12
Q

Teorie della persuasione: teoria degli effetti limitati

A

Secondo la Teoria degli Effetti Limitati i componenti dell’audience tendono ad esporsi all’informazione CONGRUENTE ALLE LORO ATTITUDINI e a EVITARE messaggi che sono invece DIFFORMI. Le campagne di persuasione qui hanno successo con individui che sono già d’accordo con le opinioni presentate, essendo gli individui più interessati all’argomento ad esporsi ad esso. In questo senso, il risultato di una campagna di persuasione sarà quello di RINFORZO di determinati ATTEGGIAMENTI e COMPORTAMENTI, piuttosto che di un loro cambiamento.

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13
Q

Teorie della persuasione: teoria dell’Agenda Setting

A

Il modo in cui i fruitori della comunicazione definiscono le questioni più importanti, i problemi più urgenti e quindi le decisioni più impellenti da prendere sarebbe il risultato di un processo che si origina nell’enfasi e nelle priorità che i mezzi di comunicazione concedono ad una notizia. I media, nella prospettiva dell’agenda setting, indicano quali sono le informazioni e le le notizie a cui OCCORRE PRESTARE ATTENZIONE e qual è la loro importanza relativa in un dato momento.

I media non ci dicono come i soggetti devono pensare, ma ATTORNO A QUALI TEMI. Il fenomeno è collegato al meccanismo euristico della DISPONIBILITA’ (dovendo stimare la probabilità di accadimento di un fenomeno o evento, il giudizio delle persone sarà influenzato dalle informazioni più disponibili o facilmente reperibili in memoria). Nel caso dell’agenda setting, queste informazioni sono più reperibili poiché presentate con MAGGIORE FREQUENZA O PREGNANZA.

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14
Q

Teorie della persuasione: teoria della Coltivazione

A

Secondo la teoria della coltivazione i mass media hanno un ruolo di socializzazione in grado di plasmare percezioni, atteggiamenti, valori, decisioni e comportamenti. Le persone soggette all’influenza dei mass media hanno una visione UNIFORME, CONDIVISA e UNICA della realtà comunicata.

I mezzi di comunicazione sono considerati dominatori dell’ambiente simbolico della vita moderna e il termine MAINSTREAM fa riferimento al processo secondo cui la visione televisiva conduce a una omogeneizzazione delle concezioni del mondo.

La teoria della coltivazione postula la possibilità di un intervento di ulteriori FATTORI ESTERNI agli effetti di mainstreaming (come la RISONANZA= accentuazione degli effetti dei mass media nei casi in cui fattori esterni, come esperienze vissute, vanno nella stessa direzione di quanto presentato dai media)

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15
Q

Criteri di una comunicazione persuasiva efficace: credibilità, coerenza, consistenza e congruenza

A

CREDIBILITA’: caratteristiche di VALIDITA’ e ATTENDIBILITA’ del contenuto del messaggio;

COERENZA: organizzazione LOGICA degli elementi portati a sostegno di un’argomentazione;

CONSISTENZA; valore ed importanza della CONTNUITA’ TEMPORALE della comunicazione, la NON-CONTRADDITORIETA’ e la COSTANZA della proposta. Vi è una relazione proporzionale tra frequenza di esposizione agli stimoli e la risposta data dagli individui: la MERA ESPOSIZIONE contribuisce a rendere più familiare e accettabile un messaggio;

CONGRUENZA: capacità di trovarsi nel luogo giusto, al momento giusto e con le parole giuste.

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16
Q

Teoria dei Ruoli

A

Secondo la Teoria dei Ruoli, per essere persuasivi bisogna produrre un messaggio che CORRISPONDA il più possibile con quanto gli altri SI IMMAGINANO DI NOI e ATTENDONO DA NOI, con quanto è contenuto, a livello di ASPETTATIVE, nella situazione sociale in cui la comunicazione viene esercitata. Questo modello ricalca la visione dell’uomo razionale dotato di coerenza, che può essere persuaso dal grado di coerenza e di logicità che un discorso razionale impone.

17
Q

Teoria usi e gratificazioni

A

La teoria Uses and Gratifications vede il passaggio da un’audience passiva ad un PUBBLICO ATTIVO: il senso e il significato che diamo alle cose ed il contesto sociale in cui ci troviamo, le emozioni e le motivazioni influenzano e guidano il nostro modo di percepire la realtà.

18
Q

Scuola di Yale: importanza della fonte (attrattività, credibilità, legittimità)

A

La Scuola di Yale ha sviluppato un modello di studio della persuasione analizzando l’influenza che le caratteristiche dell’emittente, del messaggio e del ricevente avevano nel mediare gli effetti delle comunicazioni mass-mediali.

La FONTE ha grande impatto sulla probabilità che un messaggio venga recepito:
Può essere efficace nell’attirare l’attenzione (ATTRATTIVITA’), così come può rendere credibile il contenuto del messaggio e garantirne la veridicità (CREDIBILITA’ della fonte) attraverso l’uso di testimonial;
La LEGITTIMITA’ della fonte rende più forte il messaggio. Uno dei più noti e discussi esperimento di psicologia sociale fu condotto da MILGRAM nel 1961, dove l’inaspettato grado di obbedienza, che ha indotto ai partecipanti a violare i propri principi morali, è stato spiegato in rapporto all’obbedienza indotta da una figura autoritaria considerata legittima.

19
Q

Effetto alone

A

L’effetto alone è quell’effetto secondo cui si ipotizza che alcuni elementi positivi di un persona, come la bellezza, possano creare un effetto di GENERALIZZAZIONE su tutto ciò che la circonda;

20
Q

Rapporto locus of control (Rotter) - attrattività del prestigio della fonte

A

L’efficacia persuasiva della fonte è più forte quando il messaggio e la sua fonte rispondono a specifici bisogni. Ciò non è valido quando coloro che sono maggiormente orientati internamente (LOCUS OF CONTROL INTERNO) e sono meno influenzabili dall’attrattività del prestigio della fonte.

21
Q

Fasi della comunicazione persuasiva: McGuire (livello di autostima - influenzabilità)

A

McGuire individua sei fasi del processo persuasivo: (1) esposizione al messaggio; (2) attenzione; (3) comprensione; (4) accettazione o rifiuto; (5) persistenza del cambiamento; (6) azione sulla base delle nuove ipotesi.

Solo quei messaggi che INDUCONO NUOVI ATTEGGIAMENTI E COMPORTAMENTI possono essere definiti persuasivi. Riceventi con un ALTO GRADO DI AUTOSTIMA erano più disposti a prendere in considerazione il messaggio e al contempo erano meno inclini a cedere a favore delle nuove indicazioni, perché certi delle loro convinzioni; al contrario i soggetti maggiormente influenzabili nei loro processi decisionali erano caratterizzati da MODERATI LIVELLI DI AUTOSTIMA.

22
Q

Fasi della comunicazione persuasiva: Kepferer

A

Diversa la prospettiva di Kapferer rispetto a McGuire, che riferisce il fenomeno della persuasione a tutto ciò che una persona ricevente fa del messaggio, piuttosto che a tutto ciò che un messaggio fa a quella persona. Il cambiamento dell’atteggiamento sarebbe non tanto dovuto al contenuto del messaggio, ma piuttosto al CONTENUTO DEI PENSIERI ELABORATI dal ricevente in RISPOSTA allo stimolo.

23
Q

Fasi della comunicazione persuasiva: gruppo di Yale - Hovland

A

Il gruppo di Yale propone il miglior tentativo di proporre un modello di apprendimento della persuasione in ottica cognitivo-comportamentale. Secondo il modello ideato da HOVLAND:

  • il messaggio deve ATTIRARE L’ATTENZIONE;
  • le argomentazioni devono essere COMPRESE dal ricevente;
  • chi riceve il messaggio deve comprendere le argomentazioni e ACCETTARLE COME VERE e FARLE PROPRIE;
  • la persuasione è efficace quando il ricevente ottiene un INCENTIVO per il fatto che fa propri i contenuti del messaggio.
24
Q

Teoria della risposta cognitiva di Greenwald

A

La Teoria della Risposta Cognitiva di Greenwald analizza le condizioni che si realizzano quando è presente la PARTECIPAZIONE ATTIVA del soggetto al processo di persuasione, la quale dipende da meccanismi attraverso cui il messaggio viene interpretato e dal modo in cui il rispondente reagisce in base a caratteristiche personali.

La tattica di persuasione che ha la maggior probabilità di essere efficace è quella che dirige le decisioni in modo tale che il ricettore rifletta sul problema in maniera favorevole al punto di vista del comunicatore: è opportuno conoscere come l’audience organizza le sue conoscenze e sintonizzarsi rispetto al suo modo di pensare, usando le stesse immagini e tipi di argomentazione, esprimendo sentimenti con lo stesso vocabolario.

25
Q

Elaboration Likelihood model

A

Il modello della probabilità di elaborazione ELM (Elaboration Likelihood Model) di Petty e Cacioppo considera la persuasione come un processo intenzionale che ha l’obiettivo di cambiare gli atteggiamenti o i comportamenti di un individuo senza l’uso della forza o dell’inganno, e che può avvenire lungo due percorsi: la via CENTRALE o la via PERIFERICA.

Se il soggetto è MOTIVATO ad elaborare il messaggio e ne ha le CAPACITA’, si ottiene un’elaborazione di tipo CENTRALE; -> ALTO GRADO DI COINVOLGIMENTO

Se una delle due condizioni (motivazione e capacità) non si avvera, si ottiene solo un’elaborazione di tipo PERIFERICO di intrattenimento, con effetti meno duraturi -> BASSO GRADO DI COINVOLGIMENTO

26
Q

Modello di Chaiken: elaborazione euristica o centrale

A

Anche secondo Chaiken ogni individuo, nell’attribuzione di un significato a un messaggio, può utilizzare due diversi approcci o due diversi processi cognitivi e decisionali: un processo CENTRALE che richiede sforzo e tempo e un processo di ELABORAZIONE EURISTICA, che utilizza regole decisionali quali le esperienze precedenti o determinate dalle influenze sociali, che richiede quindi uno sforzo limitato.

27
Q

Differenza fra ELM o modello di Chaiken

A

Il modello ELM prevede che i due processi siano mUTUALMENTE ESCLUDENTI, ma ciò è valido solo per il processo e non per le sue variabili, infatti vi è la possibilità che la stessa variabile possa attivare indifferentemente il percorso centrale o quello periferico. Ad esempio, l’ATTRAZIONE è una variabile capace di attivare la via PERIFERICA, come dimostrato da Cialdini, ma può tuttavia fungere da moderatrice nel processo di elaborazione delle informazioni. Non si possono però avere congiuntamente un processo periferico e uno centrale.

Il modello di Chaiken prevede che i due processi (centrale e di elaborazione euristica) possano verificarsi contemporaneamente.